martedì 21 aprile 2015

Peter Irock-Boreal


Peter Irock ha realizzato BOREAL, CD di pronta uscita.
Sono quattro le tracce che compongono l’album, per oltre cinquanta minuti di musica strumentale.
Peter è un musicista di lungo corso, e grazie allo scambio di battute a seguire è possibile entrare nel suo mondo, fatto, anche, di innamoramenti potenti verso quell’elettronica che, ad inizio anni ’70, ci ha permesso di conoscere mellotron e moog, e molti personaggi diventati poi famosi attraverso di essi.
Erano gli albori del prog, genere che dopo un pugno di anni cominciò a scemare, come seguito e visibilità, ma le magiche tastiere multifunzionali, sempre più performanti, restarono caratterizzanti della seconda parte dei seventies e, successivamente, diedero un impronta a tutti gli anni ’80.
Il concetto e l’utilità della tecnologia avanzata, applicata al mondo delle tastiere, ai giorni nostri ha spesso a che fare con l’autarchia, col realizzare cose impossibili, magari in piena solitudine.
Peter Irock ha vissuto in modo completo l’iter evolutivo, toccando ogni momento di quel cambiamento epocale -da analogico a digitale- assorbendo totalmente il credo musical-tecnologico, e facendo sua la conoscenza di dettaglio che il Synth, e tutta la famiglia derivativa, richiede.
Con in mano un solido know how e potenti -e intelligenti- macchine a disposizione, Irock, partendo dai Tangerin Dream approda a Jean Michel Jarre, un largo canale di esperienze parallele che gli permettono di creare un’identità personale, frutto del lavoro di comparazione con i suoi punti di riferimento e dello sviluppo delle idee personali.
Ma la perfetta corrispondenza di sentimenti musicali -per stessa ammissione di Peter- è quella che lo unisce idealmente a Vangelis, e l’ascolto di BOREAL chiarisce il concetto: musiche di assoluta atmosfera, tonalità e impasti timbrici ben precisi, il tutto basato su di uno spiccato gusto per la melodia, che quando si sposa al rock, pesante o classicheggiante che sia, fornisce il vero elemento di distinzione.
La musica di Peter Irock è fortemente evocativa, disegna e racconta, accompagna ogni nostro possibile viaggio, colora i nostri umori e i possibili cambiamenti, un paesaggio ideale per ogni nostro stato d’animo.


Tracklist

BOREAL- 12:52
THE SAURUS -13:53
SPEED SEQUENCE -13:14
ORION333- 11:32



Peter Irock si racconta così…

L’INTERVISTA

Come nasce la tua passione musicale e come si evolve nel tempo?

E' una passione che nasce nel 1976, l'inizio classico in cantina con un gruppo di amici, sognando di emulare le gesta di Emerson Lake & Palmer o i Genesis, tanto per citarne alcuni. Lavoravo in un industria e con i guadagni iniziali, per la disperazione dei miei, cominciai ad " investire" nei primi e alquanto costosi synth analogici di quel periodo. Fu amore a prima vista! Cominciai cosi a sperimentare il sound analogico in maniera profonda, arricchendomi con l'ascolto dei maestri di quel periodo, come Jarre, Tomita, Wendy Carlos, Keith Emerson, Wakeman, giusto per citarne alcuni. Più che di virtuosismo della tastiera, dato che sono autodidatta, mi concentravo sul riprodurre le sonorità dei sopracitati, ed in contemporanea cercavo e studiavo tutti i trattati cartacei che spiegavano l'uso e il concetto del sintetizzatore. L'evoluzione di questa mia ricerca è diventata più profonda quando ho potuto mettere mano su sistemi modulari più complessi, tipo il Moog 3C ( purtroppo non era di mia proprietà), una vera scuola della ricerca sonora, e man mano che questo bagaglio di conoscenza cresceva lo utilizzavo nelle mie prime composizioni di musica elettronica. Non ho idea di quante bobine del mio revox ho riempito!

Quali sono i tuoi punti di riferimento, artisti che hanno lasciato in te impronta indelebile?

Senza dubbio i Tangerine Dream -parlo della formazione classica con Froese, Frank e Baumann, a seguire poi con Schmoelling al posto di Baumann. La loro "Berlin School" è stata la mia guida diciamo, "ufficiale" per lo sviluppo creativo-sonoro presente nelle mie composizioni, da allora sino ad oggi. Poi Jean Michel Jarre, Klaus Schulze, Tomita e subito a seguire, Vangelis. Di quest'ultimo in effetti, mi hanno sempre affascinato le sue sonorità, e più che riprodurle o copiarle cerco di usare alcune timbriche nelle mie composizioni che sicuramente possono ricordare il suo sound. Non è certo mia intenzione copiare le sue sonorità tipiche del suo stile, ma é normale che se fai un genere di musica elettronica, molti accostamenti ad altri artisti diventano quasi spontanei.

La tua partenza, come spesso accade, vede l’avvicinamento alle tastiere da autodidatta: come hai curato la tua preparazione col passare degli anni?

Come accennato prima, semplicemente sperimentando e studiando tutto quello che ruotava attorno all'universo della musica elettronica, o cosmica, come si definiva in quel periodo. Ho avuto la fortuna, con il passare degli anni, di frequentare musicisti musicalmente molto preparati che mi hanno insegnato molto, sia a livello sonoro che musicale-compositivo. Come autodidatta, ho approfondito lo studio armonico, il modo di arrangiare un brano in maniera più completa. A quel punto mi sono anche divertito a suonare cover dei miei "idoli", scoprendone sfaccettature e "trucchi" che mi sono venuti utili in seguito nelle mie composizioni.

Come hanno cambiato il tuo modo di muoverti in ambito creativo l’avvento della tecnologia spinta e la realtà digitale?

Molte cose sono cambiate dagli anni ‘70 ad oggi e questa evoluzione mi ha imposto personalmente un cambiamento "tecnico" non da poco. Oggi, potrà sorprenderti, uso pochi synth analogici, una mia scelta personale che mi ha indotto a razionare la mia strumentazione come spazi e costi. La realtà digitale mi ha facilitato comunque la vita o meglio, me l'ha velocizzata, soprattutto nel modo di comporre, registrare, o masterizzare. Se penso ai tempi dei portastudio -4 canali a cassetta degli inizi- o al mitico Atari ST4 per registrare, confrontando con i sistemi digitali che utilizzo oggi, sembra preistoria. Se penso al mitico Mellotron o al Moog 3C che oggi li ritrovi cosi piccoli in uno schermo di PC… un pò di nostalgia ti viene, non trovi? L'esperienza degli anni comunque mi ha messo in grado di saper gestire e utilizzare al meglio, questi software musicali professionali che riproducono appunto i synths analogici e le tastiere di quel periodo. Ho notato che anche i Tangerine Dream ultimamente, nei loro live show, fanno largo uso di Vst.

Prediligi comporre o… esporre?

Comporre senza dubbio. Io sono sempre ispirato, tutto il giorno e a tutte le ore. Tutto ciò che universalmente mi circonda è per me fonte di ispirazione per le mie composizioni. Quando compongo poi, il suono da abbinare mi viene fuori automaticamente, dopo lo provo e riprovo finché non mi soddisfa, non solo a livello sonoro, ma anche emotivo.

Cosa significa vedere Peter Irock in concerto?

Per ora è un pò presto per poter descrivere quello che sarà l'accostamento sonoro-visivo durante un mio concerto. Dico ciò in quanto sto preparando le musiche che vorrei proporre live entro la fine dell'anno. E' un lavoro lungo, scrupoloso, legato molto alla scelta dei brani ma soprattutto a quello che dovrà essere anche un impatto visivo, grazie ad un light show e scenografia che sto parallelamente studiando e valutando. Non da meno, bisognerà sormontare il problema dei costi che un live di questo genere comporta. Certo, non aspettatevi un mega show, stile Jarre ovviamente. Il mio obiettivo è quello di poter far " volare" con la fantasia il pubblico insieme alla musica, coinvolgendoli in maniera davvero profonda. Sarebbe davvero appagante che il pubblico alla
fine del concerto possa dire: "wow,che bella emozione".

Parliamo di presente, del tuo CD e delle tue aspettative.

Boreal, il mio CD, è di chiaro stampo "Berlin school", con qualche passaggio che potrà ricordare alcune sonorità di Jarre, il resto è lo stile di… Peter Irok.
Spero che piacerà, personalmente lo trovo ricercato ed emotivo nelle sue sonorità soprattutto i brani Boreal ed Orion333.
Nel cassetto, e spero a breve di pubblicarlo, è ormai pronto anche un altro lavoro dedicato ad un famoso scultore svizzero, per il quale ho realizzato le musiche dedicate alle sue sculture. Inoltre, ci sono anche altri contatti in cantiere per nuove composizioni e quindi il presente mi sta appagando con soddisfazione.

Che giudizio dai dell’attuale stato della musica, tra businnes e talenti?

Oddio, business… musicalmente oggi questo termine lo abbinerei ai vari Talent o xFactor, o a certi "artisti" d'oltre oceano adatti ad un pubblico di teenager, dove è vero che possono saltare fuori talenti, ma il tutto è solo a scopo commerciale, grazie ad un marketing studiato a tavolino, che a volte può invece penalizzare l'estro artistico che c'è dentro l'artista in questione. In molti casi, si da più importanza al personaggio che alla musica che fa. Oggi il business musicale è molto cambiato, poche sono le major che investono in artisti o band, anche se valide. Grazie al web oggi sei tu il produttore di stesso attraverso i vari social o piattaforme di vendita, come anche nel mio caso per esempio.
Certo, con un pò di fortuna ti fai notare da qualche produttore, ma di certo è che è finito il tempo che andavi di persona con il tuo provino (cassetta) a bussare alla porta delle case discografiche. Poi, per quel riguarda lo stato della musica attuale, cito una affermazione del grande Vittorio Nocenzi che condivido: "esiste la buona musica e la cattiva musica".

Domanda a bruciapelo: meglio Emerson o Wakeman?

Caspita che domanda-sfida… vabbé, vince ai punti Emerson, forse perchè è stato il primo ad entrare nel mio cuore "elettronico". Comunque non posso che ammirare anche Rick, il suo "The six wifes of Henry di Enrico VIII" resta una pietra miliare per quel periodo e credo ancora oggi.

Quale potrebbe essere il futuro musicale di Peter Irock?

Sarebbe bello trovare un buon produttore che mi possa aiutare nella continuità dei miei progetti, in maniera da concretizzare anche quello che sarà l'impegno live futuro, argomento al quale tengo molto. Di certo è che, visti i prossimi impegni che si presenteranno, continuerò fedelmente la mia strada della ricerca sonora nelle composizioni e spero appunto in tanti live. L'obiettivo sarà quello di trasmettere sempre un qualcosa di speciale nelle mie musiche. Se poi qualche major o label interessata si farà avanti, sarà di certo la benvenuta.


BIO…
Peter Irock, nasce a Roma nel 1959, ma vive da molti anni in Svizzera, nel Canton Ticino.
All’età di sedici anni si avvicina in qualità di autodidatta alla musica, con particolare attenzione alle tastiere e ai sintetizzatori; immediatamente capisce che da quel momento non potrà più fare a meno di quel mondo fatto di sonorità sempre innovative.
In quegli anni è comunque determinante l’influenza che grandi nomi della musica elettronica mondiale -Vangelis, Tangerine Dream, Klaus Schulze, Isao Tomita, Wendy Carlos, Jean Michel Jarre, Keith Emerson- hanno su Peter, il quale rimane molto affascinato dalle loro composizioni e sonorità, dalle quali cercherà di trarre il massimo insegnamento possibile.
Nel 1977 Peter acquista il suo primo sintetizzatore con il quale inizia ad avvicinarsi alla musica elettronica, all’epoca fatta di tastiere analogiche, sequencer, cavi, manopole e interruttori. Acquisisce una buona conoscenza ed esperienza, e inizia ad esibirsi in alcuni concerti sia in veste di solista in duo con il musicista Svizzero Lionello Ferrazzini; con lui darà vita al duo ”Fairlight” presentando al loro pubblico concerti di musica elettronica cosmica con chiari riferimenti stilistici, ai vari Jean Michel Jarre, Tangerine Dream e Klaus Schulze. Dopo qualche tempo Peter torna a suonare da solista e il suo percorso artistico lo porta ad incontrare Gianni e Vittorio Nocenzi, compositori e tastieristi dello storico  Banco del Mutuo Soccorso. Peter avrà in quel periodo l’opportunità di suonare in qualità di supporter in occasione di alcune date dei loro tour. Successivamente, scrive diverse musiche, e spot pubblicitari per alcune aziende e documentari televisivi.
Tra i suoi maestri, Peter ama ricordare anche grandi autori di colonne sonore del passato e di oggi come Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Ennio Morricone, John Williams, guide musicali che lo hanno sempre accompagnato emotivamente e musicalmente dall' infanzia ad oggi.
Nel 2013 scrive  le musiche e realizza il CD  per la società di navigazione sul Reno, "The Schaffausen Boat" presentato a Schaffusen durante l'inaugurazione di una importante motonave della flotta. Ha collaborato con musicisti e alcuni studi di registrazione soprattutto nel Canton Ticino, Svizzera, come compositore, arrangiatore e programmatore
grazie alle sue capacità e conoscenze del suo strumento: il sintetizzatore.

Progetti futuri:
L'uscita, entro fine aprile, di BOREAL, CD decisamente ispirato alle sonorità Berlin School e T.Dream
In lavorazione il CD dedicato ad un grande scultore Svizzero.

sito internet: www.peterirock.net