Ho conosciuto in modo
diretto Alvaro Fella un paio di anni
fa, in occasione di una celebrazione dei Genesis, band con cui i Jumbo suonarono agli albori del prog,
al Teatro Alcione di Genova. L’ho ritrovato al FIM del 2014, sul palco del
Riviera Prog Fest, e nonostante una suo momentaneo problema fisico gli
impedisse una normale deambulazione, compensò alla grande con una voce
straordinaria, che non avevo mai avuto la possibilità di sentire dal vivo. Nei
mesi a seguire la sua attività musicale si è intensificata e mi è venuta la
solita voglia di… curiosare.
Milano, 12 novembre
2014
Come definiresti il ruolo dei JUMBO all’interno del contesto
prog italiano?
Penso che i JUMBO siano stati un gruppo che si diversificava
abbastanza da molti altri dell'epoca che sono oggi chiamati PROGRESSIVE, sia
per i testi dei loro brani sia per gli arrangiamenti degli stessi. Ultimamente
mi sono ritrovato ad ascoltare vari gruppi dell'epoca (era un pò di tempo che
non lo facevo), non con l'orecchio del protagonista ma con quello
dell'ascoltatore, e ho riscontrato che molti dei loro testi facevano in gran
parte riferimento al mondo diciamo “Fantasy” o simili mentre i testi dei JUMBO erano molto diversi
e vicini al sociale e alla realtà di tutti i giorni. Gli arrangiamenti anche
loro abbastanza dissimili dal resto del periodo, molto più vicini al Rock con
alternanza a momenti acustici con l'intervento di chitarra acustica flauto e
pianoforte, per poi aggiungere momenti di sapore classico o jazzistico, e molto
legati a quanto il testo recitava.
Recentemente abbiamo ricordato assieme una data molto
importante, quella che vide i JUMBO aprire, assieme agli Osanna, il concerto
genovese dei Genesis, nell’Agosto del 1972: potresti sintetizzare qualche
ricordo di quei giorni per i lettori di Progressive World?
Per quanto riguarda il famoso concerto del 1972, al purtroppo
scomparso Teatro Alcione di Genova, insieme ai mitici GENESIS, condiviso anche
con gli OSANNA, i ricordi sono un pò annebbiati essendo trascorsi ormai più di
quaranta anni. Ricordo però che loro non erano ancora famosissimi sia in Italia
che in Inghilterra come lo sarebbero diventati subito dopo; ricordo che
arrivarono con due normali furgoni, anche non in ottime condizioni, come un
normalissimo gruppo nostrano. I loro strumenti, soprattutto le tastiere e le
casse degli amplificatori, erano anche scorticati dai continui carica e scarica
dal furgone. Ci colpì naturalmente la loro meravigliosa musica, anche per
quanto riguarda la presenza scenica e la strana pettinatura che all'epoca usava
Gabriel e anche i travestimenti dello stesso. Devo dire in verità che gli
OSANNA anche loro da tempo usavano questo tipo di presenza scenica. Poi dico
una cosa che ora può sembrare una eresia, ma al tempo, non essendo loro ancora
conosciutissimi, molti ragazzi del pubblico erano venuti per ascoltare i JUMBO
e gli OSANNA.
Come proseguì la vostra storia, sino allo scioglimento della
band?
Dopo quel concerto la nostra storia è proseguita con la
realizzazione del terzo album, “VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI?”: al concerto di
Genova ricordo che eseguimmo la “SUITE PER IL SIG. K” e “MISS RAND”, tratti dal
nostro primo album DNA; poi abbiamo partecipato a molti concerti dal vivo, in special
modo ai grandi raduni Rock del periodo, tipo il BE-IN di Napoli, Mestre POP, la
Rassegna di musica contemporanea di Civitanova Marche, il concerto di Villa
Borghese a Roma, il Parco Lambro a Milano etc etc., e poi numerosi
spettacoli aprendo concerti di gruppi
stranieri in tournèe in Italia, come appunto i GENESIS, AMAZING BLONDEL,
UFO, AMOND DUUL, EKSEPTION, BEGGAR'S
OPERA e altri.
Da dove nacque la vostra voglia di musica? Quali i vostri
punti di riferimento dell’epoca?
Come JUMBO la nostra storia comincia con la registrazione del
nostro primo album intitolato semplicemente “JUMBO”, che doveva essere un disco
mio solista, poi durante la registrazione in sala è nata l'idea di far
diventare tutti i partecipanti alla realizzazione del disco componenti stabili
del gruppo. Alcuni di loro erano stati miei compagni d'avventure già da molti
anni, come Sergio Conte, il tastierista che con me suonava già da quando era
giovanissimo, poi il batterista Vito Balzano con cui avevo già suonato per molto
tempo in varie formazioni; il chitarrista Daniele Bianchini e il bassista Aldo
Gargano li avevo conosciuto alcuni mesi prima frequentando la mitica CARTA
VETRATA locale di Bollate (MI), dove sono transitati molti dei gruppi che hanno
fatto la storia della nostra musica - tipo, PFM, NEW TROLLS, BANCO ecc ecc. - un
locale che oserei definire un tempio per la musica di quel periodo. L'unico
componente conosciuto nell'occasione fu il flautista/ armonicista/chitarrista
Dario Guidotti, venuto solo per fare degli interventi nei brani ma subito
assunto come membro stabile del gruppo. Io ho cominciato molto presto, a metà anni '60: sono passato
attraverso il periodo BEAT, quello R&B, quello dei primi gruppi Rock con
cover di Hendrix e Cream, per poi arrivare ad inizio anni '70 al progetto
JUMBO.
Come hai proseguito l’attività musicale dopo la conclusione
del progetto “JUMBO”?
Dopo lo scioglimento dei JUMBO sono stato lontano dal nostro
mondo per parecchi anni, deluso dalla fine che aveva fatto la musica che la mia
generazione era riuscita a creare negli anni precedenti che, per ragioni
politiche, era stata bandita dai concerti dal vivo e dalle trasmissioni radio e
televisive; ormai si cominciava a essere travolti dalla Disco Music, i locali
si erano trasformati tutti in discoteche dove il protagonista era il DJ e i ragazzi
dovevano dimenarsi al ritmo dei 4/4, così non avevano il tempo di pensare. In quel periodo ho partecipato ad alcuni sporadici concerti
con i JUMBO di cui mi piace ricordare il
più importante, e cioè un concerto a PARIGI al Teatro “La Cigale nel Febbraio
del 1990 insieme ai MAGMA e ai IQ; di quel concerto è stato realizzato anche un
CD edito dalla MELLOW RECORD. Per l'occasione eravamo riusciti a riunire tutti
i componenti originali della formazione, escluso il tastierista Sergio Conte
sostituito la bravo Paolo Dolfini. Purtroppo in quegli
anni ho perso un po’ il contatto con il nostro mondo, e solo da circa un anno e
mezzo ho ripreso a fare concerti con i CAP - consorzioacquapotabile - gruppo
PROG molto interessanti e sulla scena da molti anni con una numerosa
discografia alle spalle. I ragazzi mi avevano contattato proponendomi di
condividere i loro concerti dove miscelare il loro repertorio al mio, accompagnandomi
nei brani storici dei JUMBO. E così ho ricominciato a sentire il profumo del
palco, abbiamo in questo anno fatto dei bei concerti insieme ai GARYBALDI, ai
DELIRIUM, a ALDO TAGLIAPIETRA, oltre a concerti nostri; a Giugno abbiamo
partecipato anche al FIM di Genova ed è stata una esperienza bellissima, perché
condividere il palco con altri numerosi gruppi per alcuni giorni mi ha
riportato indietro di tanti anni, atmosfera già vissuta nel periodo storico
della musica PROG, cioè quei famosi raduni di cui parlavo prima.
Quale pensi sia il pezzo più pregiato della vostra
discografia, da consigliare a qualche giovane che non ha avuto modo di
conoscervi?
Se devo consigliare il pezzo più significativo dei JUMBO mi trovo un pò in difficoltà: certamente la
SUITE PER IL SIG. K, che compare nel secondo album DNA ed è forse un pò l'icona
dei JUMBO, ma penso che tutto il disco sia da consigliare, come pure il terzo,
“VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI?”, un disco interessante per chi volesse
avvicinarsi e conoscere la nostra musica. Certamente è il disco della maturità,
con brani dai testi molto forti, tutti censurati dalle trasmissioni RAI,
all'epoca unico mezzo radiofonico (le cosiddette radio libere sarebbero nate
subito dopo), con i brani SPECCHIO, VIA LARGA, 40 GRADI, VANGELO?, NO!, GIL (
con la collaborazione di Franco Battiato e Lino “Capra” Vaccina degli AKTUALA),
brani interessanti sia per gli argomenti trattati nei testi sia per gli
arrangiamenti degli stessi.
Come erano i JUMBO dal vivo?
Dal vivo i JUMBO Erano un gruppo molto coinvolgente, sia per
la forte grinta espressa durante i
concerti sia per le variazioni musicali, che alternavano momenti molto forti
e aggressivi a momenti acustici,
molto dolci, con interventi di flauto, pianoforte e chitarre acustiche.
Considerando la tua esperienza, ti chiedo un bilancio, una
comparazione tra il prima e il dopo, per provare a chiarire se il modo di
vivere la Musica era più appagante un tempo, rispetto al presente.
Certo allora vivevamo un mondo musicale diverso da come lo si
vive oggi. Tieni presente che prima di noi c'erano i famosi anni '60 il mondo
BEAT dove i complessi (come si chiamavano allora) erano abituati a suonare le
cover dei brani in voga e ci esibiva nelle balere per 4/5 ore per far ballare
il pubblico (non esistevano le discoteche), e quindi non avevamo una storia a
cui riferirsi per creare qualcosa di nuovo. Poi verso il 69/70 sono cominciati
a nascere i nuovi gruppi, tipo PFM, BANCO, ORME, OSANNA, BALLETTO DI BRONZO, JUMBO
e altri che hanno cominciato ad esprimersi con brani originali e sonorità nuove,
ispirati dal vento che arrivava da mondo anglosassone. Devo dire che il cosiddetto
PROG Italiano è forse l'unica espressione musicale giovanile che non ha copiato
totalmente dal mondo anglosassone, perché, a
mio parere è qualcosa cosa che sa molto di MEDITERRANEO, come
riconosciuto ormai da tutti, in Giappone, Sud America e resto d'Europa. Oggi ci
sono gruppi che ancora producono musica PROG, ma sono certamente avvantaggiati
da 40 anni di storia a cui fare riferimento, cosa che noi all'epoca non avevamo
e quindi si doveva inventare tutto di sana pianta.Oggi ci sono molti gruppi
forse anche più bravi musicalmente di noi, però a volte si cura troppo la
tecnica e poco l'emozionare, e si corre il rischio di suonarsi addosso.
Il ciclo della vita prosegue inesorabile, e ci porta via, un
giorno dopo l’altro, le nostre icone musicali: esiste materia e condizione per
trovare degni sostituti?
E' vero, il tempo ci sta portando via molte nostre icone
musicali, purtroppo anche fisicamente; proprio in questi ultimi anni molti dei
nostri amici ci hanno lasciato, e penso che infondo ci sia materia e condizione
per trovare degni sostituti, ma così a mente fredda non saprei chi citare.
Pochi mesi fa hai
partecipato al FIM di Genova e sono recenti le tue apparizioni con Aldo
Tagliapietra: quale potrebbe essere il futuro
musicale di Alvaro Fella?
Sì, a Giugno ho partecipato al FIM di Genova insieme ai CAP,
tra parentesi ero in condizioni disagevoli, essendo reduce da una operazione alla gamba da
circa dieci giorni, causa una caduta che mi aveva procurato una frattura di
tibia e perone. Nonostante ciò è stata una esperienza bellissima perché, come
dicevo prima, mi ha fatto rivivere i grandi raduni Rock degli anni '70,
condividere il palco con gli altri gruppi; fermarsi ad ascoltare gli altri, vedere i
componenti degli altri gruppi che si fermano sotto il palco ad ascoltarti, è
una emozione grandissima.
Come dicevo prima è ormai più di un anno che condivido i
concerti con i CAP, ragazzi e musicisti meravigliosi, e dopo questo periodo di concerti
abbiamo deciso di incidere un nuovo disco insieme, con nuovi brani, alcuni
composti da loro e alcuni dal sottoscritto; abbiamo già cominciato ad andare in
studio e realizzare le prime cose. Penso sarà un bel lavoro che vorremmo far
uscire nel prossimo periodi pasquale.
Comunque il mio sogno nel cassetto e quello di riuscire a
fare un grande concerto con i JUMBO,
riuniti in versione originale.
Ma… cosa fanno ora gli ex JUMBO?
Beh, mi fa piacere ricordare cosa fanno ora i miei vecchi
compagni d'avventura:
ALDO GARGANO (bassista) e VITO BALZANO (primi batterista) non
suonano più.
SERGIO CONTE (tastierista) non suona più il repertorio PROG e
sta preparando un disco come cantautore.
DANIELE BIANCHINI (chitarrista) ha formato un interessantissimo
trio denominato TRI-ON ed eseguono nuovi brani di sua composizione.
DARIO GUIDOTTI ( flautista armonicista chitarrista e ora
anche sassofonista) da anni guida un gruppo di musica BLUES chiamati BLUE CACAO
( sono bravissimi).
Infine TULLIO GRANATELLO (secondo batterista) ha abbandonato l’attività
di musicista, ma è sempre nel nostro mondo come imprenditore, infatti è lui il
creatore delle famose batterie “TAMBURO”, e ora ha lanciato un nuovo marchio
chiamato “VOLUMEDRUMS”, batterie di nuova concezione fatte con materiali nuovi, interessantissime.