Un
esordio discografico in ambito prog, proposto da giovani uomini, fa spesso
storcere il naso ai critici più rigidi. E’ un sound che nasce in tempi lontani,
per opera di musicisti che ormai sono diventati super maturi… cosa possono
saperne dei ventenni di musica progressiva? E poi, ci vuole abilità tecnica per
miscelare il classico al rock e lasciarsi contaminare… possibile avere un
decente know how quando si hanno pochi lustri sulle spalle?
Io
la vedo un po’ diversamente, e il solo impegno profuso in un mondo che, si sa,
non porterà ne denaro ne gloria, ha un significato preciso: costruire qualcosa che
è funzione di passione e predisposizione, e non mera ambizione. Tutto ciò per
me ha valore, e chi opera in questo senso merita la maggior visibilità
possibile.
Gli
Ingranaggi
della Valle sono romani e il loro album di
apertura si intitola “IN HOC
SIGNO”, prodotto e distribuito dalla Black Widows Records.
Trattasi
di un concpet, nella miglior tradizione del genere, legato ad un particolare
periodo storico della prima crociata - il 1096 - e agli accaddimenti legati ad
essa.
Non
conosco la motivazione della scelta del soggetto, ma il tutto contribuisce alla
creazione di un disco vintage, con una cover che, soprattutto in formato LP,
colpisce e starebbe bene in una qualsiasi raccolta di vinile anni ’70. La
musica è di alta qualità, con influenze ovvie, e immagino quante siano state le
ore di ascolto dei masterpieces del passato.
Difficile
per me fornire un’immagine completa, ma l’utilizzo di strumentazione “simbolo”, unita ad una
sezione di percussioni etniche e al violino elettrico, riesce a caratterizzare
una produzione che, partendo dalla conoscenza dei mostri sacri conosciuti,
acquisisce un tocco di novità, cosa difficilmente richiesta a chi si trova all’inizio
di un percorso così complicato.
Si
segnalano due ospiti di qualità, l’ormai italiano David Jackson al sax e il
produttore Mattias Olsson (batteria e percussioni e sintetizzatore ), due artisti che forniscono
una partecipazione limitata, ma significativa.
Per
chi si avvicina con curiosità a questa band e alla loro musica, provo a
eliminare per una volta etichette specifiche, inserendo la proposta nel
contenitore del rock di qualità, pieno di sfaccettature e assimilazioni, con il
risultato della piena gradevolezza.
Non
è un concetto superficiale, e si contrappone ad una delle critiche che spesso
viene mossa a chi si cimenta nel prog, ovvero l’eccessivo tecnicismo, la
freddezza, il virtuosismo che vince sull’armonia, l’autoreferenzialità.
La musica degli Ingranaggi della Valle mi pare un
passo avanti, alla ricerca di una via personale, su cui far evolvere passioni proprie, ma con lo scopo della piena condivisione.
official site:
TRACK-LIST
Introduzione
Cavalcata
Mare In Tempesta
Via Egnatia
L’assedio Di Antiochia
Fuga Da Amman
Kairuv’an
Masqat
Jangala Mem
Il Vento Del Tempo
Finale
THE
BAND
Igor Leone: vocals
Mattia Liberati: Hammond B3, Mellotron M400, Fender Rodhes Mk II,
MiniMoog, MiniMoog
Voyager, Korg MS20, Elka Synthex, Jen SX1000, Clavia Nord Stage Revision
B
Flavio Gonnellini: electric and acoustic guitars, backing vocals
Marco Gennarini: violin and backing vocals
Shanti Colucci: drums, nagara, gatham, tibetan bells, other percussions
and Konnakol
Guests:
Marco Bruno: electric bass on ''Cavalcata''
Edoardo Arrigo: backing vocals, electric bass on ''Mare In Tempesta'',
''L'Assedio di Antiochia''
Simone Massimi: electric bass, fretless bass and upright bass
Luciano Colucci: indian mystic
speech on ''Jangala Mem''
Fabrizio Proietti: classical guitar on ''Via Egnatia''
Beatrice Miglietta: backing vocals on ''Finale''
Special Guests:
Mattias Olsson: drums & percussions on ''Jangala Mem'', synth and
weird noises on ''Il Vento Del Tempo''
David Jackson: sax and flute on ''Finale''
Angelica Sauprel Scutti: backing vocals on ''Finale''