Ieri ho raccontato di una mia recente
esperienza, calcando la mano su aspetti tipici di alcune zone americane, dove
la musica assomiglia tanto ad un elemento nutritivo.
Sembrano frasi
blasfeme, i suoni non riempiono la pancia, ma fanno comunque parte della vita
quotidiana, anche laddove il pane e l’acqua scarseggiano e dove nessuno vedra’
mai un CD o un DVD musicale.
Limitante affermare
che il rock, il blues, il country, facciano parte di una zona geografia
delineata.
Un banale esempio.
Ho
citato nel post precedente un artista che suona uno strumento che non
immaginavo esistesse, la “cigar box
guitar ”, e ho
diffuso tra i miei amici l’informazione.
Gianni, mio antico compagno di scuola mi dice :”Non ci crederai, ma ne ho visto suonare di
uguali a Theeran…”
A Theeran? Esite la musica a Theeran?
Probabilmente girando il mondo, anche nei luoghi più impensati, le sorprese
non mancherebbero.
Questa premessa mi serve per introdurre il racconto di amici che sono stati in
Irlanda.
Scorrendo il loro scritto si capisce l’ovvio entusiasmo di noi “ammalati di
musica”, ma si “legge” anche di artisti da strada, ad ogni angolo, come a
Memphis, come a Theeran, o Dublino.
Ma chi sono questi
amici che raccontano il loro viaggioda ricordare?
Nazario ha già presentato qualche sua
esperienza su questo blog.
L’ho conosciuto come padre di una compagna di scuola di mia figlia e poi….un
concerto tira l’altro e siamo entrati in sintonia.
Fulvio lo conosco poco , ma a lui è legato
uno dei miei ricordi più “forti”, musicalmente parlando, vale a dire il
concerto degli Who a Verona, lo scorso anno.
Abbiamo passato qualche ora assieme , ma il solo fatto che fosse li per
l’evento , per quell’evento particolare, mi fa sentire istintivamente a lui
affine .
Ripropongo il loro ricordo a
quattro mani, senza modificare una virgola.
Il pretesto sono
stati i 50 anni di Fulvio, l'occasione il concerto di CHRISTY MOORE a BELFAST e la voglia
di musica si è trasformata in una vacanza in IRLANDA di una settimana.
Dopo l'atterraggio a DUBLINO abbiamo
noleggiato una macchina e siamo andati alla ricerca delle radici del folk
irlandese .Siamo stati a GALWAY un paese di ragazzi dove in ogni angolo c'è
qualcuno che suona la chitarra, il violino o i tamburi, nei PUB sempre pieni oltre
alla GUINNES la musica dal vivo è la caratteristica piu' importante.
A DOOLIN paesino di pescatori abbiamo
comprato un PENNY WHISTLE, il piccolo flauto per mia figlia Giulia in un
negozio che trasuda tradizione da tutti i dischi.
BELFAST invece ci ha stupito per la sua
freddezza, poca gente in giro, i negozi, per altro molto belli, chiudono alle
17 dopo di che il traffico sparisce e ci siamo ritrovati gli unici ad essere in
giro in centro di una città rimessa a nuovo ma che ha ancora i segni della
guerriglia degli anni delle lotte di BOBBY SAND e della MANO ROSSA.
Comunque martedì 20 come da programma siamo
andati ad assistere al concerto di CHRISTY MOORE in un teatro situato nella
zona del porto: il Waterfront Hall, nuova costruzione in acciaio e vetro come
gran parte delle costruzioni del quartiere.
Questi concerti non ricevono alcun tipo di
pubblicità, ma vanno ugualmente incontro al tutto esaurito sulla base del
semplice passa-parola.
Per quelli che non lo conoscono, Christy
Moore, classe 1945 è una leggenda come artista solista nonché leader dei gruppi
celtic rock Moving Hearts e i più tradizionali Planxty (bands che hanno riunito
i migliori musicisti irlandesi) e ha portato la musica irlandese fuori dai
ghetti londinesi sulla scena internazionale. Produttivo e innovativo, fin dagli
anni '60 Christy Moore è stato un personaggio discusso a causa del modo
provocatorio con cui ha inteso scrivere le proprie ballate folk, fondendo
generi con profonda devozione verso le radici della propria musica e incarnando
al meglio l’anima laica, progressista e politicamente militante dell’Irlanda.
Veniamo al concerto:
ad accompagnare magistralmente Christy Moore è stato Declan Sinnott alle
chitarre acustica ed elettrica, l’affiatamento artistico tra i due raggiunge
oggi l'apice e le composizioni ormai note nel repertorio, sono arrangiate con
energia creativa.
Essendo maggio l’anniversario della morte di
Bobby Sands (nato a Belfast e divenuto eroe della rivolta anti inglese, morto
per sciopero della fame nel 1981) non sono mancate le due canzoni scritte
proprio da Bobby (McIlhatton e Back Home in Derry), e altre canzoni politiche
come Victor Jara, Sacco and Vanzetti (di Woody Guthrie, dedicata alla memoria
di Jim Lawlor), Biko Drum (dedicata a Biko, come già fece P. Gabriel), Vive la
Quinte Brigada (che parla degli Irlandesi socialisti che hanno partecipato alla
guerra civile spagnola del 1936).
La solita escursione verso la tradizione
irlandese ci ha presentato fra le altre Cliffs of Dooneen, Hattie Carroll,
Casey, mentre il viaggio cantautorale è iniziato con Motherland (stupenda
canzone di Natalie Merchant, già nei 10,000 Maniacs) per poi proseguire con
Faithfull Departed, Missing You, Smoke and Strong Whiskey, Ordinary Man …. fino
alla fine con la chiusura di Ride On', forse il suo pezzo più famoso.
Come conclusione, possiamo dire che CHRISTY
ha eseguito una performance all'altezza della sua fama con il pubblico molto
divertito dei suoi racconti tra un pezzo e l'altro. Noi
purtroppo, con il nostro inglese, non abbiamo potuto cogliere tutte le battute
dell'artista ma ci siamo divertiti molto ugualmente.
La mattina dopo tornando verso
DUBLINO la radio che ascoltavamo metteva in palio dei biglietti per un concerto
di BRUCE SPRINGSTEEN e noi che siamo fans di BRUCE da
vecchia data non sapevamo che in quel periodo ci fossero delle date del tour
che toccassero l'Europa.
Mossi dal sacro fuoco nel giro di due ore eravamo in possesso di due ticket per il concerto di apertura del tour europeo giovedì 22 maggio ore 19.30 arena di DUBLINO.
La serata di mercoledì l'abbiamo trascorsa nel quartiere chiamato TEMPLE BAR un tempo malfamato,ora rimesso a nuovo e sede della movida. Anche qui ogni pub aveva al suo interno un palchetto dedicato alla musica dal vivo che noi rigorosamente abbiamo onorato bevendo una pinta di GUINNES e ascoltando i musicisti. Dopo il quarto locale il nostro senso critico era un pò offuscato dalla birra e cosi ci siamo fermati in una saletta dedicata alla visione della finale di CHAMPION LEAGUE tra CHELSY e MANCHESTER vivendo insieme ai tifosi delle due squadre la sofferenza dei calci di rigore.
Devo dire che tutto si è svolto pacificamente senza scontri tra le due tifoserie.
E veniamo al giorno del concerto,la mattina è trascorsa alla ricerca dei souvenirs da portare in Italia: magliette dell HARD ROCK CAFE e pecorelle di peluches l'hanno fatta da padrone, poi un pranzo al THUNDER ROAD CAFE (per entrare in tema) quindi in macchina alla ricerca dell'arena dove gioca la squadra di rugby di Dublino. Per fare due chilometri ci sono volute quasi due ore per il traffico intasato per l'affluenza allo stadio. Siamo riusciti a parcheggiare abbastanza vicino e alle 18 30 eravamo dentro.
So che sembra impossibile all’abituale fan italiano, ma solamente a un’ora prima dell’inizio eravamo (comodamente!) sistemati alle seconde transenne, a circa 10 metri dal palco!
Descrivere un concerto di Bruce è diventato ormai un ripetersi abbastanza monotono di esclamazioni e aggettivi sempre più magniloquenti, quindi non cadrò nella trappola, dichiarando solamente che anche questo concerto meriterebbe lo stesso trattamento.
Inizio al fulmicotone con The Promised Land, quindi via via più o meno tutti i classici, una specie di “greatest hits” particolarmente dedicato a Darkness di cui in questi giorni si celebra il 30° anniversario!
L’E-Street senza Patty e con un Clarence sempre più difficoltoso negli spostamenti (e ora con a disposizione una poltroncina per sedersi) sbuffa e rincorre un Bruce indiavolato (è ricomparsa la famosa “scivolata”) ma qui particolarmente disteso e a suo agio, con davanti un pubblico che risponde ai suoi incitamenti (comunque a S.Siro penso che sarà un’altra cosa…).
Pezzi da ricordare: The River versione vicina all’originale, particolarmente commovente, la sequenza-killer Candy’s Room/ Prove It All Night / Darkness on the Edge of Town / Because the Night eseguite una dietro l’altra che ci ha letteralmente steso… Da incorniciare l’assolo di Nils alla fine di quest’ultima, il folletto a roteare su se stesso e a dimostrare il suo reale valore!
E poi ancora la parte finale dei bis, Thunder Road / Born to Run / Bobby Jean (che oggi sembra fatta su misura per Danny Federici, che ci ha appena lasciato) e una Tenth Avenue Freeze-out che vede ospite Southside Johnny come corista di eccezione. In chiusura una American Land qui particolarmente gradita dato il suo incedere “irish” e cantata da tutti seguendo il testo proiettato alle spalle del palco.
E alla fine che dire? Statisticamente, otre a Magic (7 pezzi) hanno fatto la parte del leone gli albums Darkness con 6 pezzi, Rising e Born to Run, 4 pezzi. Sono completamente mancati i primi due albums (precedentemente saccheggiati) oltre agli ormai dimenticati Human Touch, Lucky Town e gli albums acustici, presenti solo con una potente versione rhythm’n’blues di Reason to Believe.
Forse sono mancate alcune canzoni a sorpresa, che i fans più fanatici sempre aspettano, però ci sarà spazio per tutte le esigenze, visto che in questo tour Bruce cambia la scaletta per circa la sua metà ad ogni concerto. I ragazzi sono sempre in forma e il divertimento è assicurato anche questa volta, perché come ha dichiarato Bruce in una intervista, “In questo momento non ci interessa MTV, vogliamo solo suonare quello che ci piace, che piace alla Band e soprattutto piace al pubblico!”
Mossi dal sacro fuoco nel giro di due ore eravamo in possesso di due ticket per il concerto di apertura del tour europeo giovedì 22 maggio ore 19.30 arena di DUBLINO.
La serata di mercoledì l'abbiamo trascorsa nel quartiere chiamato TEMPLE BAR un tempo malfamato,ora rimesso a nuovo e sede della movida. Anche qui ogni pub aveva al suo interno un palchetto dedicato alla musica dal vivo che noi rigorosamente abbiamo onorato bevendo una pinta di GUINNES e ascoltando i musicisti. Dopo il quarto locale il nostro senso critico era un pò offuscato dalla birra e cosi ci siamo fermati in una saletta dedicata alla visione della finale di CHAMPION LEAGUE tra CHELSY e MANCHESTER vivendo insieme ai tifosi delle due squadre la sofferenza dei calci di rigore.
Devo dire che tutto si è svolto pacificamente senza scontri tra le due tifoserie.
E veniamo al giorno del concerto,la mattina è trascorsa alla ricerca dei souvenirs da portare in Italia: magliette dell HARD ROCK CAFE e pecorelle di peluches l'hanno fatta da padrone, poi un pranzo al THUNDER ROAD CAFE (per entrare in tema) quindi in macchina alla ricerca dell'arena dove gioca la squadra di rugby di Dublino. Per fare due chilometri ci sono volute quasi due ore per il traffico intasato per l'affluenza allo stadio. Siamo riusciti a parcheggiare abbastanza vicino e alle 18 30 eravamo dentro.
So che sembra impossibile all’abituale fan italiano, ma solamente a un’ora prima dell’inizio eravamo (comodamente!) sistemati alle seconde transenne, a circa 10 metri dal palco!
Descrivere un concerto di Bruce è diventato ormai un ripetersi abbastanza monotono di esclamazioni e aggettivi sempre più magniloquenti, quindi non cadrò nella trappola, dichiarando solamente che anche questo concerto meriterebbe lo stesso trattamento.
Inizio al fulmicotone con The Promised Land, quindi via via più o meno tutti i classici, una specie di “greatest hits” particolarmente dedicato a Darkness di cui in questi giorni si celebra il 30° anniversario!
L’E-Street senza Patty e con un Clarence sempre più difficoltoso negli spostamenti (e ora con a disposizione una poltroncina per sedersi) sbuffa e rincorre un Bruce indiavolato (è ricomparsa la famosa “scivolata”) ma qui particolarmente disteso e a suo agio, con davanti un pubblico che risponde ai suoi incitamenti (comunque a S.Siro penso che sarà un’altra cosa…).
Pezzi da ricordare: The River versione vicina all’originale, particolarmente commovente, la sequenza-killer Candy’s Room/ Prove It All Night / Darkness on the Edge of Town / Because the Night eseguite una dietro l’altra che ci ha letteralmente steso… Da incorniciare l’assolo di Nils alla fine di quest’ultima, il folletto a roteare su se stesso e a dimostrare il suo reale valore!
E poi ancora la parte finale dei bis, Thunder Road / Born to Run / Bobby Jean (che oggi sembra fatta su misura per Danny Federici, che ci ha appena lasciato) e una Tenth Avenue Freeze-out che vede ospite Southside Johnny come corista di eccezione. In chiusura una American Land qui particolarmente gradita dato il suo incedere “irish” e cantata da tutti seguendo il testo proiettato alle spalle del palco.
E alla fine che dire? Statisticamente, otre a Magic (7 pezzi) hanno fatto la parte del leone gli albums Darkness con 6 pezzi, Rising e Born to Run, 4 pezzi. Sono completamente mancati i primi due albums (precedentemente saccheggiati) oltre agli ormai dimenticati Human Touch, Lucky Town e gli albums acustici, presenti solo con una potente versione rhythm’n’blues di Reason to Believe.
Forse sono mancate alcune canzoni a sorpresa, che i fans più fanatici sempre aspettano, però ci sarà spazio per tutte le esigenze, visto che in questo tour Bruce cambia la scaletta per circa la sua metà ad ogni concerto. I ragazzi sono sempre in forma e il divertimento è assicurato anche questa volta, perché come ha dichiarato Bruce in una intervista, “In questo momento non ci interessa MTV, vogliamo solo suonare quello che ci piace, che piace alla Band e soprattutto piace al pubblico!”
SCALETTE DEI CONCERTI
Christy Moore & Declan Sinnott
Belfast – 20/05/2008
After the Deluge
Motherland
McIlhatton (Bobby Sands)
Faithfull Departed
Don't Forget Your Shovel
Beeswing
Missing You
Merseyside
Victor Jara
Sacco and Vanzetti
Back Home in Derry
Cliffs of Dooneen
Smoke and Strong Whiskey
Casey
I Will
Stitch in Time
Joxer Goes to Stuttgart
Biko Drum
On the Bridge
Vive la Quinte Brigada
Nancy Spain
Hattie Carroll
Time Has Come
Ordinary Man
ENCORE:
Voyage
No Time for Love
Ride On'
Bruce Springsteen & The E Street
Dublino - 22/05/2008
The Promised Land
Radio Nowhere
Lonesome Day
Out in the Street
Gypsy Biker
Magic
Reason to Believe
Candy’s Room
Prove It All Night
Darkness on the Edge of Town
Because the Night
She’s the One
Livin’ in the Future
Mary’s Place
Waitin’ on a Sunny Day
The River
Devil’s Arcade
The Rising
Last to Die
Long Walk Home
Badlands
ENCORE:
Thunder Road
Born to Run
Bobby Jean
Tenth Avenue Freeze-Out
American Land
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