Grafica di copertina di Davide Pansolin
Enrico Rocci - “Il Culto dell’Albero
Porcospino - Storia, sproloqui e ricordi dei Porcupine Tree”
Nuova edizione aggiornata
Officina di Hank
Enrico Rocci rilascia una edizione aggiornata de “Il Culto dell’Albero Porcospino - Storia, sproloqui e ricordi
dei Porcupine Tree”, un libro che avevo commentato
originariamente nel 2018, e che ora torna più “maturo”, nel senso che l’evoluzione
della storia è ora accompagnata da nuovo materiale, che tradotto in mere cifre
significa un centinaio di pagine supplementari e nove nuovi capitoli.
Prima di entrare nello spirito del
book vorrei sottolineare una delle peculiarità dell’autore, quella di
instillare nel lettore curioso la voglia di soffermarsi e tradurre in ascolto
parole scritte, magari per rinfrescarsi la memoria oppure per comprensibili lacune conoscitive. Per sviscerare il suo precedente libro, ad esempio, quello dedicato alle voci
femminili nel rock, avevo impiegato un tempo esagerato, perché la lettura e l’ascolto
di cose antiche mi aveva completamente rapito e indotto all’approfondimento.
È quanto accaduto in questa
occasione, perché leggere o rileggere la storia attraverso chi l’ha vissuta in
prima persona richiede attenzione, riflessione, voglia di comparazione…
insomma, sto parlando di materiale oggettivo e non, che porta al coinvolgimento,
ad un dare/avere che spesso diventa un set di tennis, con l’autore e il
lettore intenti nel ributtare la pallina oltre la rete.
Rocci ha altri punti forti, come
quello di essere un appassionato e presente, uno che racconta le cose vissute
in prima persona, tra chilometri macinati e live; diventa quindi facile per lui
acquisire autorevolezza al cospetto di chi scorre le pagine, che saranno una
rivelazione per chi vuole approfondire un argomento che non possiede, o una
conferma/confronto per altri seguaci/esperti.
E poi occorre soffermarsi sul suo
modo di scrivere, molto ruspante, genuino, volutamente “da strada”, lontano da
un modus elitario, spesso usato da chi si erge per pontificare.
La sua sintetica biografia riporta... <<
Nato a Torino, per lungo tempo ha fatto il medico. Ha pubblicato con Chinaski
Edizioni alcuni romanzi noir: “Nuar bolognese” (2007), “Volevo solo uccidere i
Porcupine Tree” (2009), “Cartoline in bianco e nero” (2013) e “Non fa per te”
(2015), oltre alla prima edizione de “Il culto dell’albero Porcospino. Storia,
sproloqui e ricordi dei Porcupine Tree” (2018). Il suo ultimo libro è “Acid
Queens.Viaggio tra le voci femminili della musica psichedelica” (Officina di
Hank, 2021).>>
È quindi il suo un racconto vissuto
sul campo, compendio di eventi cronologici, elementi storici e sentimenti
personali, in ogni caso un lavoro sibillino di ricerca e raccolta dati che nel
frattempo si sono accumulati.
Il mondo dei Porcospini ruota attorno
ad una figura ormai leggendaria, quella di Steven Wilson, compositore,
chitarrista/tastierista, cantante, ingegnere del suono sui generis,
all’occorrenza produttore e talent-scout, figura centrale del panorama rock
contemporaneo legato a soluzioni sotto ogni profilo sofisticate. È considerato
il guru del progressive, non soltanto per la musica da lui creata ma anche per
quella nobile rivisitata dal punto di vista tecnico, e appare ai miei occhi una
garanzia il fatto che musicisti molto esigenti, come Bob Fripp e Ian Anderson,
si siano affidati a lui per dare nuovo volto a materiale storico del passato.
Rocci ci racconta la storia del
leader e di chi ha girato attorno a lui, attraverso concerti ed eventi che
delineano il percorso di una band divenuta iconica, “il più famoso gruppo
britannico di cui non avete mai sentito parlare”, frase utilizzata per
sottolineare l’attenzione nel porre distanza costante rispetto al mainstream.
Dunque, all’interno del volume edito
da Officina di Hank, troviamo tutto ciò che serve per l’update al percorso dei
Porcupine Tree, dagli album ai live, dalle storie personali alle dinamiche di
gruppo condite da gustosi aneddoti.
Ad impreziosire il tutto una sequenza
di fotografie a colori, proposte secondo ordine cronologico.
Imperdibile per gli amanti della
band, necessario per chi volesse saperne di più, obbligatorio per i neofiti
curiosi.
Grande lavoro di Enrico Rocci!
“L’unico motivo per cui i Porcupine
Tree hanno iniziato come progetto solista era che non c’era nessun altro che
conoscessi che volesse fare quel tipo di musica. Ma immagino di aver sempre
sperato che un giorno sarebbe diventata una band”.
Steven Wilson