Dietro al moniker DeaR - le sue iniziali pronunciate in inglese -,
si cela il nome di Davide Riccio,
cantante, compositore, musicista polistrumentista e scrittore torinese.
Conosco Davide da molti anni a
seguito di un incontro virtuale che avvenne in occasione dell’uscita del mio libro
“Cosa resterà di me”, e successivamente mi era capitato di leggere suoi
articoli, credevo quindi che la scrittura e il giornalismo musicale fossero per
lui le attività preminenti, sottovalutando la sua valenza nel campo musicale. È
lungo il suo impegno specifico, realizzato in proprio o sotto forma di
collaborazione, progetti che mi ero perso e provo quindi a recuperare
proponendo il suo ultimo lavoro, “Out of Africa”,
inserendo a fine articolo la sua importante biografia.
“Out of Africa” è stato rilasciato l’ultimo giorno del 2021 per Music Force, con distribuzione Egea.
Settantasei minuti di musica,
suddivisa in diciannove tracce, rappresentano un tempo lungo e anomalo, un
probabile segnale che il viaggio sonoro non poteva essere arrestato se non al
raggiungimento della meta, quella che solo l’autore può avere chiara nella
mente.
A seguire propongo la tracklist, e cliccando sul singolo brano partirà l’ascolto.
Impossibile etichettare l’album in
modo netto, come di solito piace all’ascoltatore medio, perché Riccio regala un
caleidoscopio musicale che non fornisce certezze, e quando credi di aver
trovato il percorso lineare, arriva una curva assassina che mette in
discussione il tratto di strada precedente.
Questa sorta di metafora,
dall’apparente significato negativo, sottolinea al contrario il pregio
dell’imprevedibilità, il tema mai scontato, la certezza che, brano dopo brano,
si andrà incontro alla perlustrazione di un nuovo angolo, di una nuova
immagine, di una natura amica ma poco conosciuta.
Dirò di più, se l’album fosse
ascoltato senza un minimo di introduzione, potrebbe prendere le sembianze di
una compilation che coinvolge artisti diversi, uniti poi da un sottile filo che
lega gli episodi sonori.
Dico subito che il disco mi è piaciuto
moltissimo e ho sperimentato la sua efficacia e presa nel corso di un viaggio
in auto in compagnia di un “pubblico variegato”.
Ma quali sono gli ingredienti dell’enorme
contenitore proposto da Riccio, in rigorosa lingua inglese?
In ordine sparso, troviamo il rock blues con tanto di slide di “Halfaway TO You”, che riporta un po’ a Mark Knopfler; le percussioni tribali condite da elettronica e Sud America: “Go Back and Get it (Sankofa), “Out of Africa”, “Sayings” e “Highlife”; il pop anni ’80: “I am from Babylon”, “What’s done is done”, “The half lost”, “Tigritude”; il reggae di “Bring about a change”; il fine prog di “Mozambique”; il pop del nuovo millennio: “Heathen and hell (The Preacher)”; l’ambient e la world music: “Abra Zebra Cadabra”, “Love of the solitude”; il mood di Nick Cave in “Song of a man who has come through”; la ballad introspettiva di “No words again”; l’intimismo in “Far are the shades of Arabia”, in bilico tra Nico e Bowie; la magnifica musica strumentale di “Habanera”, che ci riporta al primo Novecento; e poi l’approccio cosmico di “In the beginning (a Pigmy prayer)”, traccia di chiusura che ci catapulta nel mondo così ben descritto da Daevid Allen con i suoi Gong.
Tutto questo rappresenta un’enorme
semplificazione, me ne rendo conto, ma l’ascolto in proprio potrà risultare icastico.
Davvero una bella sorpresa!
01. HALFAWAY TO YOU
02. GO BACK AND GET IT (SANKOFA)
03. OUT OF AFRICA
04. HIGHLIFE
05. I AM FROM BABYLON
06. SAYINGS
07. FAR ARE THE SHADES OF ARABIA
08. TIGRITUDE
09. ABRA ZEBRA CADABRA
10. WHAT'S DONE IS DONE
11. MOZAMBIQUE
12. BRING ABOUT A CHANGE
13. HEATHEN AND HELL (THE PREACHER)
14. HABANERA
15. THE HALF LOST
16. LOVE OF THE SOLITUDE
17. SONG OF A MAN WHO HAS COMETHROUGH
18. NO WORDS AGAIN
19. IN THE BEGINNING (A PIGMY PRAYER)
Biografia
Davide Riccio, in arte DeaR dalle sue
iniziali pronunciate in inglese, cantante, compositore, musicista
polistrumentista e scrittore di Torino, ha esordito negli anni '80 come solista
e nei gruppi Bluest, Off Beat e Individua Vaga. Nel 2006 ha realizzato il cd
"L'Orfeo Concluso" con Mirco "Ashtool" Rizzi e altri
musicisti sperimentali italiani e statunitensi (Into my bed / Bosco Rec. / Mila
Records). Nel 2007 ha preso parte al cd "Voci" dei Timelines con
Claudio Ricciardi e Giuseppe Verticchio, testo basato su "La Strega"
di Jules Michelet (Unamusica).
Suo ultimo lavoro solista è stato il
doppio cd "New Roaring Twenties / Human Decision Required" (New Model
Label, 2021).
Ha curato i progetti collettivi tra i
quali "Neumi - Cantus volat signa manent" di autori vari (libro con
cd, 2011, Genesi editrice/Into my bed recordings) e "Flatland"
(Kipple, 2011).
Ha partecipato a lavori di altri
musicisti, tra cui Roulette Cinese (Chinese Pop, 2012), Day Before Us di
Philippe Blache (Script Of A Journey Through The Time-Image, 2015, e Prélude à
l'âme d'élégie, 2015), Deadburger (La chiamata, 2020).
Suoi brani sono presenti in svariate
raccolte anche su vinile, tra cui "Punto Zero n. 15" della Toast
records ("Ma poi non arrivi mai" con Carlo Actis Dato).
Suoi libri: Povertissement (Genesi,
2006), Sversi (Libellula, 2008), Neumi (Genesi, 2011), Solo a Torino (Albatros,
2019), Italian Bowie - Tutto su David Bowie visto in Italia e dall'Italia (Kult
Underground, 2019), Poesie fuoriporta (Campanotto, 2020), Raccolti (Oedipus, 2020),
Poi Sia - Poesia concreta e visuale (Genesi, 2021), La Banca dei Reincarnati
(romanzo, Genesi, 2021), Il Musico - Una storia ritrovata, biografia di David
Rizzio (Genesi editrice, in uscita nel 2022),
Ha curato i programmi Insolita
Musica, Il Bobinone, Ciao Torino e Italian Bowie tra il 2014 e il 2019 per la
radio torinese Radio Banda Larga.
Collabora dal 2004 con la e-zine Kult
Underground, per la quale ha intervistato oltre 800 artisti e gruppi musicali
italiani e internazionali.