È appena stato rilasciato “La Belle Dame”, della storica prog band
fiorentina GOAD.
Nell’Intervista a seguire, Maurilio Rossi,
fondatore di GOAD nel lontano 1974, riannoda i fili della sua storia, racconto
che ci permette di apprezzare maggiormente il presente e il futuro di un
artista che, circondato da valenti collaboratori, arriva alla quindicesima uscita
discografica.
Ho conosciuto GOAD una decina di anni fa -
godendo anche di una loro performance live al FIM del 2013 (Albenga) - grazie
alla Black Widow Records, ma per la nuova uscita entra in gioco la label My
Kingdom Music. Ma andiamo con ordine.
La musica e le creazioni musicali di Rossi non
sono mai banali, perché il consolidato e verace sound “prog ‘70” appare
funzionale al messaggio, storie del passato che fungono da metafore che
favoriscono la riflessione e l’aggancio con l’attualità.
Anche in questo caso il lavoro è sontuoso,
ambizioso, complicato, mix tra storia e letteratura con il logico collante
musicale, e viene da chiedersi quanta vita Maurilio Rossi abbia dedicato a
questo “La Belle Dame”, basato sul poema “La Belle Dame sans Merci”, scritto
nel primo ‘800 dal poeta inglese John Keats. Da qui traggono spunto le liriche
di Rossi, tranne in un’occasione in cui ricorre alla poesia di E. A. Poe (“The
Haunted Place”).
Quali sono i temi trattati in questo progetto,
che richiede il doppio LP?
La proposta di GOAD raccoglie in sé simboli e
metafore che riportano a temi che toccano l’umanità in toto, come la morte -
evento ineluttabile - e il suo legame con l’amore, la solitudine e la
desolazione conseguente, il tutto con un’ambientazione in epoca cavalleresca
condita dal profumo della mitologia.
Il sunto di questa sofisticata linea di condotta
riporta al concetto di fondo di Jonh Keats, sposato in pieno da Rossi: la
bellezza è verità e la verità è bellezza.
Sono 14 gli episodi che compongono l’album, tutti
rigorosamente in lingua inglese, contraddistinti da una vocalità unica e
riconoscibile all’impatto, conditi da trame di Prog versione “Liberty” (termine
che ho catturato da Rossi), dove la musica fornisce immagini decorative e
ornamentali attraverso un iter costruttivo sintetizzato dall’autore: “Un vero
quartetto suona senza sovraincisioni le varie partiture, decise assieme in fase
arrangiativa, in poche tracce, poi ovviamente ripulite …”.
Non sezionerò il commento, come spesso accade, perché
“La Belle Dame” ha la logica degli album a cui eravamo abituati nei seventies,
quelli che interrompevi solo per passare dal lato A al lato B, una storia che
va raccontata senza soluzione di continuità e che contiene nel DNA la summa
rielaborata di un sound tipico di quei giorni.
Gli intrecci sonori articolati si fondono ad una
voce che conduce nei meandri dell’oscurità, disegnando magie e alchimie, producendo
persino odori e tanta vita passata.
Chi è alla ricerca della facilità di fruizione
dovrà percorrere altre vie, perché il nuovo GOAD richiede concentrazione,
ambiente, tempo giusto, magari compagnia adeguata, ma alla fine dell’ascolto -
e succede già dopo il primo giro di giostra -, mentre ci si compiace per l’esperienza
appena portata termine e si pensa al prossimo avvio, nascono spontanee le
riflessioni sulla qualità della musica, in senso generale e, nello specifico,
quale sia la valenza culturale espressa dal lavoro di GOAD.
Voglio pensare a un Maurilio Rossi che, nonostante
il nutrito e lungo percorso alle spalle, rappresenti il prototipo del
sognatore, proprio come uno dei protagonisti del suo album:
C’era una volta un sognatore, era sconosciuto
anche a sé stesso,
un alieno
in un mondo di alieni era un vero sognatore!
Questa è la mia Musica!
Intervista a Maurilio Rossi
Vorrei partire sintetizzando la storia dei GOAD,
band di lungo corso da te creata nel ’74 e più viva che mai…
Dai primi concerti al liceo classico di Firenze
al salto professionale del 1969, lunghi anni di gavetta suonando davvero tutto
il possibile, dal liscio danzereccio delle balere e dei festival dell'Unità,
inframezzati da concerti di covers dei Genesis e di tanti altri miti, Beatles,
Cream etc. fino al lavoro con agenzie prestigiose, una su tutte quella Vega
Star di Fernando Capecchi, tuttora attivissima anche se in altri settori molto
più remunerativi. Poi i 10 anni consecutivi allo Space Electronic di Firenze,
ogni sera, anche al pomeriggio la domenica! Sbaragliammo ogni concorrenza
rimanendo band unica dal 1977 al 1986 e là ci vide Freddy Mercury, con proposta
indecente di girare l'Europa e registrare a Salisburgo da G. Moroder… l'anno 1981... fui messo in minoranza e la
banda rifiutò di fare quel gran salto. Di lì l'incontro con un produttore italo
americano Silvio Tancredi, che venne apposta per noi da New York con un grosso
registratore a bobine e registrò una intera settimana di shows; alla fine contratto
di registrazione e primo disco. Anche allora la band si disunì nelle scelte ed
invece di registrare agli Electric Lady Land Studios finimmo per realizzare
dischi a Bologna per la etichetta Emmegi Polygram; alla fine di quegli anni
burrascosi operai la scelta definitiva e, dopo aver vinto una rassegna di
gruppi toscani nel 1990, cominciai il lungo cammino dell'autoproduzione, con
"Tribute to E. A. Poe" nel 1994, a cui seguirono mille tentativi con
mille etichette. Mauro Moroni di Mellow Records ci pubblicò il disco "The
Wood", dedicato alle liriche di Lovecraft a cui seguirono i dischi
prodotti da Black Widow di Genova; nel mezzo la soddisfazione di una tesi di
laurea su “Goad”, discussa all’Università di letteratura americana di Torino da
una fan, relatrice Daniela Fargione. Avemmo la gioia di conoscerle direttamente
quando vennero ad un concerto Goad a Firenze nel 2009.
Sono passati tre anni da quando commentai il
vostro ultimo lavoro, “Landor”: cosa vi è accaduto, musicalmente parlando, in
questo lungo tempo?
Il disco “Landor” rappresenta per me una
delusione in termini di distribuzione e promozione, ma non solo. Il suono
finale non era quel che avremmo voluto... Goad ha creduto fortemente in quel
concept album al punto che stiamo finendo l'editing della versione LIVE in
studio, frutto di numerose registrazioni. Speriamo di vederla su disco
prossimamente. Nel frattempo, abbiamo approcciato il nostro lavoro più
impegnativo in termini di mole di materiale, ossia musicare le liriche di John
Keats, spesso nella stesura originale, il che ci ha portato a realizzare ore di
musica che, pur fortemente sfrondata, copre ben 4 cd di 70 minuti...
Veniamo al nuovo progetto: da dove e come nasce
l’idea di “La Belle Dame”?
Dall'approccio alle opere di John Keats, questo
poeta moderno e antico, neoclassico e innovatore, morto giovanissimo a Roma, al
n. 26 di piazza di Spagna. Il titolo è preso da una sua opera, pare ispirata da
un famoso quadro di Tiziano; di lunghissime sedute di recording, come si faceva
un tempo, abbiamo scelto le parti più salienti e le abbiamo rielaborate. È
stata dura, ripeto, per il fuoco creativo irripetibile di quei momenti.
Quali sono i contenuti lirici?
Amore, morte, la mitologia classica, un’esplosione
di colori in versi, un uso sfrenato delle immagini... amore anche per l'arte
antica, il famoso Winkelmann, il concetto di fondo di Keats è che la bellezza è
verità e la verità è bellezza… ti confido che il titolo del prossimo album
dovrebbe essere proprio "True Beauty"...
Musicalmente parlando, come possiamo inquadrare
il vostro nuovo lavoro?
Io potrei definirlo Liberty Rock, se hai presente
quel movimento stilistico artistico meraviglioso, fra l'altro il logo di
MYKINGDOM MUSIC di Francesco Palumbo, che ci produce, è tipicamente e
fantasticamente "liberty"! In sintesi, un VERO quartetto suona senza
sovraincisioni le varie partiture, decise assieme in fase arrangiativa, in
poche tracce, poi ovviamente ripulite col tecnico Riccardo Innocenti presso il
suo studio di Galliano, Firenze.
Esiste un legame rispetto all’album precedente?
Siamo sempre ... GOAD, ma è tutto un altro
discorso... a parte il rinnovato riferimento a grandi poeti anglosassoni.
Da chi è composta la band attualmente?
A parte il sottoscritto (voci, basso, tastiere,
chitarre classiche ed elettriche, e anche qualche drums...) vi sono i
fedelissimi Paolo Carniani alla batteria, Alessandro Bruno a mille strumenti
differenti e mio fratello Gianni (sempre più il Keith Richards della
situazione, solo molto più presentabile esteticamente...), ma nel cd ho citato
anche altri fidati compagni di tante avventure Goad.
Mi parli dell’artwork?
Da una serie di fotografie in uno studio di posa
della fotografa Cristiana Peyla, di Torino, avevamo pronto del materiale
particolarissimo, in cui figurano le maschere che da sempre fanno da contorno
ai concerti Goad. Francesco Palumbo ha apprezzato parte del materiale e la
figura femminile della… Belle Dame ha visto la luce, anzi la… stampa!
Il nuovo album vede un cambio di etichetta: a chi
vi siete affidati per la nuova uscita?
Come scritto sopra abbiamo avuto una scintilla di
comunione di intenti con MYKINGDOM MUSIC, di Francesco Palumbo, su indicazione
di una fantastica persona qual è Mirella Catena, una vera appassionata di rock
che cura una ventina di radio, OVERTHEWALL, ed è nostra fan, dico con orgoglio!
Restrizioni sanitarie permettendo, siete pronti
per il set live?
Sarebbe il massimo, magari in cornici adeguate ma
anche in formato ridotto, spesso abbiamo suonato in trio...
In quale formato sarà disponibile “La Belle
Dame”?
In cd, doppio Ellepì e nei vari formati on line. È
stato realizzato uno splendido box che include pure maglietta e il live storico
su Poe del 1995 nonché un mio racconto gotico stampato da Mykingdom
appositamente, in italiano ed in inglese.
Tracklist:
1. The Haunted Palace In
The Poe' Land
2. The Queen Of The
Valley
3. The Man In The
Dreamland
4. Magic Stairway pt. 1
5. Magic Stairway pt. 2
6. Magic Stairway pt. 3
7. To Sorrow Good Morrow
pt. 1
8. To Sorrow Good Morrow
pt. 2
9. To Sorrow Good Morrow
pt. 3
10. To Sorrow Good Morrow
pt. 4
11. To Sorrow Good Morrow
pt. 5
12. The Sweetness Of The
Pain pt. 1
13. The Sweetness Of The
Pain pt. 2
14. The Sweetness Of The
Pain pt. 3
+ Be Happy (LP Bonus Track)
Line Up:
Maurilio Rossi: musica, testi, arrangiamenti,
voce, tastiere, pianoforte, chitarre, basso e batteria;
La Band:
Gianni Rossi - chitarra
Alessandro Bruno -chitarre, violino, flauto, sax,
oboe
Paolo Carniani - batteria
Francesco Diddi - chitarre, violino, flauto
Antonio Vannucci - tastiere
Filippo Trentastasi - batteria;
Martin Rush - effetti speciali musicali, basso,
voce
Artist: GOAD
Titolo: La Belle Dame
Genere: Progressive Rock
Formato: CD / BOX / 2 LP
/ digital
Label: My Kingdom Music
Data uscita: 7 maggio 2021
facebook: https://www.facebook.com/MaurilioRossiGoad
REGISTRATO AI GOAD STUDIO, VAGLIA,FIRENZE
EDITATO DA RICCARDO INNOCENTI AL GHIRE’S GARAGE
STUDIO GALLIANO, FIRENZE
My Kingdom Music contatti:
MY KINGDOM MUSIC