Fabio Zuffanti
BATTIATO
LA VOCE DEL PADRONE
1945-1982: nascita, ascesa e consacrazione
del fenomeno
Arcana edizioni
Parte da La Feltrinelli Point di Savona il ciclo di presentazioni del libro
“BATTIATO: LA
VOCE DEL PADRONE”, scritto da Fabio Zuffanti.
Conosco da molto tempo l’autore e quindi
non sono rimasto sorpreso più di tanto dalla scelta del “protagonista” del book,
il musicista siciliano che Fabio, da sempre, considera un punto di riferimento
personale, un esempio da seguire per creatività e qualità di idee.
Occorre dire che il lavoro sintetizzato
nelle oltre 300 pagine piene - cioè prive di documentazione fotografica - è
enorme, perché allo sforzo creativo personale se ne aggiunge uno altrettanto
importante, quello documentale, con una ricerca capillare delle informazioni
oggettive e il coinvolgimento di parti terze.
Lo spazio temporale analizzato descrive il
periodo che va dal 1945 a 1982, cioè dalla nascita musicale sino alla
consacrazione, coincidente con l’uscita dell’album “LA VOCE DEL PADRONE”.
Le fasi di vita di Franco Battiato
propongono cambiamenti importanti, radicali, e probabilmente chi bazzica la
musica in modo marginale - e le ultime generazioni - non potrà immaginare un giovane artista
in erba che sciorina canzonette senza pretese, passando abbastanza rapidamente
ad una fase sperimentale di difficile comprensione per il pubblico dell’epoca e
di improbabile fruizione: sono i tempi di album seminali, come “Fetus”, “Pollution”, “Sulle Corde di
Aries”, divenuti successivamente pilastri della sua discografia e valutati correttamente
con il passare del tempo.
Zuffanti ci accompagna nell’opera di
decodifica di aspetti e circostanze mai venute a galla, situazione a cui ha probabilmente
contribuito l’alone protettivo, condito di misticismo e rispetto, che da sempre
accompagna la figura di Battiato.
Il profilo che prende corpo evidenzia una certa
vena provocatoria - musicale e comportamentale - un tempo cercata e costruita a tavolino, ma l’insofferenza
rispetto alle situazioni istituzionali fa emergere un disagio spontaneo ed un atteggiamento
mutevole a seconda dell’interlocutore e dell’ambiente circostante. Tutto questo
è ancora palpabile nei suoi recenti interventi.
Il suo percorso è tutto un crescendo, e i
riconoscimenti e la stima di chi conta arriveranno copiosi, come quelli di
Frank Zappa, che gli apre le porte che delimitano i confini nazionali, o quelli
del guru della “contemporanea”, Stockhausen, che si rivelerà fondamentale per
alcune scelte future.
E nella nuova vita di Battiato nasce la
voglia di provare a concentrare la qualità in pochi minuti, accantonando
l’estrema tecnologia per inventare un pop nobile che vede la luce con il disco spartiacque “L’era del cinghiale bianco”
e prosegue con “Patriots” e “La voce del padrone”.
Del periodo di riferimento Zuffanti ci racconta
dettagli di vita succosi che permettono di scoprire incontri determinanti, caratterizzanti
della vita dell’artista.
Tutto questo percorso è presentato in modo
esaustivo e piacevole, in bilico tra aspetti tecnici e la narrazione, con il
recupero di aneddoti che aiutano nella creazione di un’idea realistica che supera
l’elemento storico musicale e riesce a fornire un’immagine dell’uomo Battiato,
da sempre misterioso e inavvicinabile ai più.
Forse un racconto così poteva essere solo
il frutto del lavoro di un artista, Zuffanti, in grado di arrivare alla
sostanza per effetto, anche, di un bagaglio musicale personale molto ampio, che
unito ad amore e stima immensa porta alla sintesi ottimale di una prima tranche
di vita.
Il libro termina con una dichiarazione di
intenti, “continua”, e aspettiamo
quindi una nuova porzione di storia.
Ecco uno stralcio della presentazione
realizzato da Mauro Selis.