Van der Graaf Generator, 30 maggio 1972-Fotografia di Oliviero Lacagnina che aprì il concerto con i Latte & Miele
E’ inevitabile che per un sessantenne musicofilo la nostalgia per un mondo un po’ appannato sia uno stato con cui convivere. I ricordi sonori si miscelano ad esperienze di vita perché… la musica è memoria, ed è cosa usuale ascoltare un particolare brano e ritrovare fresca l’immagine dell’estrema giovinezza, non in senso generico, bensì nei particolari, che proprio grazie alla musica ritornano a galla prepotentemente.
E’ di pochi giorni fa un mio
incontro fortunato con antichi compagni di scuola, ma non quelli delle
superiori, conosciuti in tempi relativamente maturi; mi riferisco addirittura
alla scuole elementari: reunion di poche anime, ma è già molto.
Di cosa parleremo dopo cinquant’anni?
La musica viene in nostro aiuto e ci accorgiamo come momenti passati insieme
nell’adolescenza costituiscano ancora un forte legame, e l’imbarazzo ipotizzato
si scioglie immediatamente come neve al sole: la porta socchiusa con timore è
ormai aperta e nei giorni a seguire viene alimentato un contatto nato casualmente,
dopo un incontro al supermercato.
Eh sì, perchè a cena, mentre io passo le
mie esperienze, altre ne arrivano di ritorno, e mi ritrovo tra le mani, nei
giorni a seguire, una corrispondenza che ha preso forma tra un mio coetaneo ed
una ex collega più giovane, da quanto capisco musicalmente attiva negli anni ’80.
Ho estrapolato una piccola parte dello
scritto utilizzando un titolo molto potente, quello che Agostino Rebaudengo ha fornito alle
sue mail.
E’ Agostino il proprietario di
questo articolo, un ex ragazzo con cui condivisi momenti lontanissimi ma
folgoranti negli anni ’70: King Crimson, VdGG, Genesis, Deep Purple, ELP, Soft
Machine, Nucleus e chissà quanti altri.
Ne emerge
un quadretto preciso che mette in rilievo la fortuna che abbiamo avuto, in
relazione ad un fermento musicale unico, e mi pare bella la testimonianza sotto
forma di corrispondenza tra ammalati di musica, separati forse da un gap
temporale, ma uniti dalla passione.
Come il
rock mi ha cambiato la vita
I
bei tempi andati! Ma sarà così?
18 marzo 2016
E' da un mucchio di tempo che me lo chiedo.
Il mio primo LP l'ho acquistato a tredici
anni, Near the beginning, dei Vanilla
Fudge, 3.200 lire. Allora dovevi stare molto attento a fare una spesa del
genere, perchè in un anno al massimo te ne potevi permettere una decina, quindi
se sbagliavi acquisto e il disco non ti piaceva era una bella fregatura. Le
uniche fonti di informazione erano la trasmissione radio Per voi giovani e il
mensile Ciao 2001, poco più di zero rispetto al fermento musicale
inglese e americano. Per molti dischi contava il passaparola con gli amici. Se
ritenevi un amico affidabile era probabile che il disco consigliato fosse
buono, almeno per i tuoi gusti.
Dall'altra parte, i musicisti. Fare un disco
era molto impegnativo perchè le case discografiche puntavano solo sui cavalli
che ritenevano vincenti, salvo poi prendere talvolta solenni cantonate (agli
esordi la Decca rifiutò i Beatles che furono poi scritturati dalla EMI). Però
nelle case discografiche si fecero avanti molti giovani funzionari e produttori
perchè quelli che si occupavano di classica e jazz non ci capivano niente di
rock. E così si spalancarono le porte a tutti i musicisti creativi di quegli
anni.
Noi sessantenni non abbiamo fatto niente: ci
capitavano addosso Led Zeppelin, Deep Purple, Emerson (R.I.P.), C S N & Y,
Yes senza che neanche ce ne accorgessimo.
Però l'ascolto era un'altra cosa: mettevi su
il vinile, da solo o in compagnia, e te lo ascoltavi tutto, studiando la
copertina, scambiando pareri (potevi commentare un assolo! Oggi chi è che fa
assoli su MTV?). Poi c'erano i ballabili - ma quella è un'altra storia - dove
entravano anche le ragazze, di solito non molto appassionate di rockaccio.
Credo che il digitale abbia "ucciso"
la musica così come la intendevo prima dell'avvento del CD, MP3, atreaming,
ecc.
Ho letto un saggio che tratta anche di questo
tema: Retromania (musica, cultura pop
e la nostra ossessione per il passato), di Simon Reynolds. Se ti interessa te
lo presto, ma ti avverto, è un libro molto tecnico perchè dà per scontate molte
conoscenze storico-musicali. Comunque i concetti generali sono facilmente
fruibili.
Ho scritto queste righe ascoltando in cuffia i
video della pagina YouTube dei King Crimson… una band che nella vita ho visto
due volte, nei seventies e oggi… Due
volte nella vita i King Crimson non è male. Mi accontento così.
21 febbraio 2016
Nel
1974 in Gran Bretagna i Genesis erano un gruppo come tanti, senza particolare
successo. Ma in Italia erano già un mito. Si può dire che sono stati gli
italiani a rendere famosi i Genesis, perlomeno nel loro periodo progressive che
è l'unico che mi interessa.
Ricordo
la giornata del 3 febbraio 1974 (chissà che freddo! Allora usavano i
maxicappotti o gli eskimo che non tenevano caldo per niente). Io e un mio
compagno di scuola abbiamo prendemmo il treno per Torino dove i Genesis
suonavano al Palasport. Ricordo una gran ressa all'ingresso e dopo noi due
appollaiati su delle transenne da dove abbiamo seguito l'intero concerto.
Gabriel faceva già ampio uso dei suoi travestimenti (la volpe, il vecchio...).
Come bis hanno eseguito The Knife,
dall'LP Trespass con il mio amico che
saltava sulle transenne a rischio di un crollo generale. Non ricordo il
ritorno.
Ecco un elenco di quello che mi ricordo degli
anni '70.
No Ticket anni '70 (la sequenza è "come
viene viene")
-Il primo concerto della
mia vita è stato al teatro Alcione di Genova con gli Audience, inglesi. Eravamo attaccati alle casse con le orecchie: mi
hanno fischiato per i due giorni successivi! Al liceo l'avrò raccontato dieci
volte. Esaltante.
-Van Der Graaf Generator, Teatro Alcione, che hanno demolito nel
2010. Grandissimi!
-Van Der Graaf Generator, Palazzetto dello Sport di Albenga. Prima
del concerto Peter Hammill, il cantante, giocava a scacchi tra il pubblico con
chi lo sfidava. Era fortissimo, stracciava tutti in pochi minuti.
-Gentle Giant Teatro Alcione.
-Emerson Lake
and Palmer, Palasport di Genova.
-Nucleus, Teatro Alcione. Ricordo che al ritorno, in stazione a
Genova sono stato intervistato da due "giornalisti" di Re Nudo che
raccoglievano impressioni per una recensione del concerto.
-Soft Machine, Teatro Alcione.
-Premiata Forneria Marconi, Teatro Alcione. Noi ci esaltavamo per Impressioni di settembre, le ragazze per
Mauro Pagani (in effetti allora bello come un dio greco): Mauro! Mauro! Gridavano,
un po' come con i Beatles...
-Osanna, Cinema Astor, Savona. A sentirli c'era anche Joe Vescovi
dei Trip, così i savonesi che lo conoscevano, per fare i fighi, lo salutavano
con "Hey Joe!".
-Roxy Music, discoteca Le Cupole Cavallermaggiore. Portavano in tour
il loro primo disco. Eravamo seduti intorno a tavolini rotondi con
consumazione. Loro suonavano a pochi metri da noi sulla pista della discoteca,
senza palco, quindi al nostro livello. Ricordo Brian Eno con un piccolo
sintetizzatore e un boa di "struzzo" rosa intorno al collo...
-Peter Hammill solo, Discoteca Le Cupole Cavallermaggiore (noioso).
-David Bromberg, da qualche parte a Genova
-Bruce Cockburn, da qualche parte a Genova
-Jorma Kaukonen solo, da qualche parte a Genova
-Big Fat Mama Blues Band, più volte in giro per la Liguria
-Treves Blues Band, più volte in giro per la Liguria
-Qui siamo al limite.
Ho fatto il militare a Saluzzo tra il '79 e l'80. Ho sentito i Nomadi all'aperto in una piazza di
Saluzzo, ma non ricordo se era ancora il '79.
Continua…
Il concerto dei King
Crimson citato risale al 12 novembre 1973. Questo a seguire è l’audio di quanto accadde il giorno dopo a Roma: