domenica 24 luglio 2016

Musica e Solidarietà a Castel San Giovanni


Il Parco di Villa Braghieri, a Castel San Giovanni - in provincia di Piacenza -, propone una tre giorni musicale compresa tra il 21 e il 23 luglio, che si presenta con la denominazione già utilizzata in passato, “Rock in Villa”, con l’aggiunta di un titolo significativo: “Musica e Solidarietà”.
Spiega il comunicato stampa: “Ad anticipare Rock in Villa ci saranno quest’anno due serate musicali, giovedì 21 e venerdì 22 luglio, organizzate dall’Associazione Castello Immagini e dall’Associazione Calcio dilettanti, per dare solidarietà e sostegno all'Hospice.”
Il cuore pulsante organizzativo è quello di Dante Tassi, che allestisce un degno spettacolo musicale focalizzato su di un fine nobile, che è quello della beneficenza e della cura del prossimo.
La serata di cui sono stato testimone è quella del 22 luglio, la seconda, e mi sono quindi perso la performance del giovedì di Giorgio “Fico” Piazza, che però è ritornato a trovare i vecchi amici, tanto da poter dire che una buona fetta di antica PFM era presente, visto che uno degli ospiti era Bernardo Lanzetti.

Attorno alle 20.30 si animano gli stand gastronomici gestiti dalla Pro Loco e Andrea Vercesi propone sul palco la sua versione attuale, quella di One Man Band, che tanto lo gratifica. E’ passata una sola settimana da quando l’ho incontrato su di un palco genovese assieme alla Beggar’s Farm, ma la sua attuale dimensione non lascia spazio all’immaginazione: dopo album impreziositi da importanti collaborazioni di stampo “Jethro Tull”, il nuovo disco “Blue” ha segnato una svolta, ancor più marcata in una serata in cui ho sentito, per la prima volta, l’utilizzo della lingua italiana in un paio di brani.
Purtroppo sono riuscito a catturare solo parte dell’ultimo brano, “Sweet Eyes”, che propongo nel medley a seguire, ma non mancheranno le occasioni per approfondire il… nuovo Vercesi!

E arriva il momento de Il Biglietto per l’Inferno . Folk, mentre il pubblico incomincia a prendere corpo.
Band storica del panorama prog italiano, basata su due dei fondatori - Giuseppe “Pilly” Cossa e Mauro Gnecchi - a cui si sono aggiunti giovani musicisti che hanno dato nuovo volto alla band.
Vediamo nel dettaglio la nuova formazione: Giuseppe “Pilly” Cossa - organetto diatonico, fisarmonica, tastiere -, Mauro Gnecchi - batteria e percussioni -, Enrico Fagnoni - contrabbasso, basso elettrico e basso acustico -, Pier Panzeri - chitarra elettrica e chitarra acustica -, Renata Tomasella - piffero, flauti, ocarine e voce -, Ranieri “Ragno” Fumagalli -cornamuse, flauti e ocarine -, Carlo Redi - violino e mandolino - e Mariolina Sala alla voce.
La sola lettura della strumentazione usata è segnale preciso dell’arricchimento del lato ritmico-elettrico con aspetti più acustici e teatrali.
La loro dimensione attuale è essenzialmente quella live, spazio in cui l’ensemble si dimostra a completo agio, proponendo un mix innovativo, un connubio perfetto tra un rock fatto di potenza pura, una lettura musicale complessa - tipica del prog - e il marchio indelebile dell’italianità, tra melodia e cultura popolare.
Erano almeno tre anni che non sentivo il gruppo dal vivo e sono rimasto impressionato dalla coesione delle varie esperienze, che on stage regala un prodotto unico e tutto da gustare.
Nel video propongo la loro seconda traccia di scaletta, “Vivi, lotta, pensa”.

Quando entra in scena la Beggar’s Farm la luce naturale si è affievolita e il primo ospite della band entra in scena. E’ Rosario De Cola, autore di successo che, in qualità di interprete, propone uno dei tanti volti di Lucio Battisti: “Un’avventura” è la canzone che ho inserito nel filmato. Il pubblico apprezza incondizionatamente.
Cito ancora una volta la line up della Beggar’s Farm, leggermente cambiata rispetto a sabato scorso, per il ritorno di Mauro Mugiati - chitarra acustica, tastiere e voce. Oltre a lui il leader Franco Taulino - voce e flauto -, Sergio Ponti alla batteria - questa sera non in condivisione con Clive Bunker -, Daniele Piglione al basso, Kenny Valle alle tastiere, Brian Bellini alla chitarra elettrica e Paola Gemma ed Eliana Parodi ai cori e soliste in un paio di occasioni, tra Marvin Gaye e Patty Smith.
Il secondo ospite della Beggar’s è Bernardo Lanzetti, che dimostrerà tutta la sua versatilità navigando tra Genesis e la “sua” PFM, passando per Joe Cocker, Procol Harum e Jethro Tull.
Potrebbe essere una sorpresa per chi lo avesse… perso negli anni, ma viene in ogni caso spontaneo chiedersi come possa mantenere intatta una voce che pare migliori nel tempo.
E per le sue qualità di frontman, beh… esperienza e talento fanno la differenza.
Per lui ho scelto “Seven Stones”, un brano che i Genesis pare fecero dal vivo solo una volta,  a Genova, nel tour del 1972.
E poi La Beggar’s si lascia andare seguendo il suo DNA, tra “Bourèe” e “Aqualung”, “My God” e il canonico bis “Locomotive Breath”, che vede sul palco tutti i protagonisti di serata.

Dovrei elogiare tutti, uno per uno, sottolineando la professionalità e il talento di questi giovani, guidati da un capitano di lungo corso, le cui parole pronunciate dal palco, rivolte all’argomento “solidarietà,  assumono un valore particolare, seppur nascoste tra le righe.

Ma non c’è motivo di scalfire la superficie e discernere sui vari aspetti musicali, visto il nobile obiettivo di Dante Tassi e di chi ha fornito cotanta collaborazione, e allora… lasciamo che sia la musica a parlare…