Il Parco di Villa Braghieri, a Castel San
Giovanni - in provincia di Piacenza -, propone una tre giorni musicale compresa
tra il 21 e il 23 luglio, che si
presenta con la denominazione già utilizzata in passato, “Rock in Villa”, con l’aggiunta di un
titolo significativo: “Musica e Solidarietà”.
Spiega il comunicato
stampa: “Ad anticipare Rock in Villa ci
saranno quest’anno due serate musicali, giovedì 21 e venerdì 22 luglio,
organizzate dall’Associazione Castello Immagini e dall’Associazione Calcio
dilettanti, per dare solidarietà e sostegno all'Hospice.”
Il cuore pulsante
organizzativo è quello di Dante Tassi, che allestisce un degno spettacolo
musicale focalizzato su di un fine nobile, che è quello della beneficenza e
della cura del prossimo.
La serata di cui sono
stato testimone è quella del 22 luglio,
la seconda, e mi sono quindi perso la performance del giovedì di Giorgio “Fico” Piazza, che però è
ritornato a trovare i vecchi amici, tanto da poter dire che una buona fetta di
antica PFM era presente, visto che uno degli ospiti era Bernardo Lanzetti.
Attorno alle 20.30 si
animano gli stand gastronomici gestiti dalla Pro Loco e Andrea Vercesi propone sul palco la sua versione attuale, quella di
One Man Band, che tanto lo gratifica. E’ passata una sola settimana da quando l’ho
incontrato su di un palco genovese assieme alla Beggar’s Farm, ma la sua attuale
dimensione non lascia spazio all’immaginazione: dopo album impreziositi da
importanti collaborazioni di stampo “Jethro Tull”, il nuovo disco “Blue” ha segnato una svolta, ancor più
marcata in una serata in cui ho sentito, per la prima volta, l’utilizzo della
lingua italiana in un paio di brani.
Purtroppo sono
riuscito a catturare solo parte dell’ultimo brano, “Sweet Eyes”, che propongo nel medley a seguire, ma non mancheranno
le occasioni per approfondire il… nuovo Vercesi!
E arriva il momento de
Il Biglietto per
l’Inferno . Folk, mentre il pubblico incomincia a prendere corpo.
Band storica del
panorama prog italiano, basata su due dei fondatori - Giuseppe “Pilly” Cossa e Mauro
Gnecchi - a cui si sono aggiunti giovani musicisti che hanno dato nuovo
volto alla band.
Vediamo nel dettaglio
la nuova formazione: Giuseppe “Pilly” Cossa - organetto diatonico, fisarmonica,
tastiere -, Mauro Gnecchi - batteria e percussioni -, Enrico Fagnoni -
contrabbasso, basso elettrico e basso acustico -, Pier Panzeri - chitarra
elettrica e chitarra acustica -, Renata Tomasella - piffero, flauti, ocarine e
voce -, Ranieri “Ragno” Fumagalli -cornamuse, flauti e ocarine -, Carlo Redi -
violino e mandolino - e Mariolina Sala alla voce.
La sola lettura della
strumentazione usata è segnale preciso dell’arricchimento del lato
ritmico-elettrico con aspetti più acustici e teatrali.
La loro dimensione
attuale è essenzialmente quella live, spazio in cui l’ensemble si dimostra a
completo agio, proponendo un mix innovativo, un connubio perfetto tra un rock
fatto di potenza pura, una lettura musicale complessa - tipica del prog - e il
marchio indelebile dell’italianità, tra melodia e cultura popolare.
Erano almeno tre anni
che non sentivo il gruppo dal vivo e sono rimasto impressionato dalla coesione
delle varie esperienze, che on stage regala un prodotto unico e tutto da
gustare.
Nel video propongo la
loro seconda traccia di scaletta, “Vivi,
lotta, pensa”.
Quando entra in scena
la Beggar’s Farm la luce naturale si è affievolita e il primo ospite
della band entra in scena. E’ Rosario De Cola, autore di successo che, in
qualità di interprete, propone uno dei tanti volti di Lucio Battisti: “Un’avventura” è la canzone che ho
inserito nel filmato. Il pubblico apprezza incondizionatamente.
Cito ancora una volta
la line up della Beggar’s Farm, leggermente cambiata rispetto a sabato scorso,
per il ritorno di Mauro Mugiati - chitarra acustica, tastiere e voce. Oltre a
lui il leader Franco Taulino - voce e
flauto -, Sergio Ponti alla batteria - questa sera non in condivisione con
Clive Bunker -, Daniele Piglione al basso, Kenny Valle alle tastiere, Brian
Bellini alla chitarra elettrica e Paola Gemma ed Eliana Parodi ai cori e soliste
in un paio di occasioni, tra Marvin Gaye e Patty Smith.
Il secondo ospite
della Beggar’s è Bernardo Lanzetti, che dimostrerà tutta la sua versatilità
navigando tra Genesis e la “sua” PFM, passando per Joe Cocker, Procol Harum e
Jethro Tull.
Potrebbe essere una
sorpresa per chi lo avesse… perso negli anni, ma viene in ogni caso spontaneo
chiedersi come possa mantenere intatta una voce che pare migliori nel tempo.
E per le sue qualità
di frontman, beh… esperienza e talento fanno la differenza.
Per lui ho scelto “Seven Stones”, un brano che i Genesis pare
fecero dal vivo solo una volta, a
Genova, nel tour del 1972.
E poi La Beggar’s si
lascia andare seguendo il suo DNA, tra “Bourèe”
e “Aqualung”, “My God”
e il canonico bis “Locomotive Breath”,
che vede sul palco tutti i protagonisti di serata.
Dovrei elogiare tutti,
uno per uno, sottolineando la professionalità e il talento di questi giovani,
guidati da un capitano di lungo corso, le cui parole pronunciate dal palco,
rivolte all’argomento “solidarietà, assumono
un valore particolare, seppur nascoste tra le righe.
Ma non c’è motivo di scalfire
la superficie e discernere sui vari aspetti musicali, visto il nobile obiettivo
di Dante Tassi e di chi ha fornito cotanta
collaborazione, e allora… lasciamo che sia la musica a parlare…