Il mio primo incontro,
virtuale, con Lorenzo
Monni, avvenne circa cinque anni fa, quando arrivai alla sua musica
su segnalazione di Lorenzo Furlan della Lizard Records.
Molto giovane ma con
le idee chiare, mi colpì a tal punto da richiedere un suo aiuto per un mio
progetto successivo, quando gli chiesi di creare un brano inedito stimolato da un’immagine
precisa. Mi fermo qui, per il momento, sull’argomento.
Lo intervistai, e mi sembrò
evidente una certa insoddisfazione legata al momento musicale che era in corso,
come se Lorenzo fosse intrappolato in un meccanismo difficile da dominare, con
un contorno fatto di anime rivolte alla via più facile e non disposte a scavare
un po’ più a fondo per cercare l’essenza della musica, o semplicemente un altro
mondo, dove la ricerca era finalizzata alla scoperta del nuovo. Ma forse ho
captato ciò che ho voluto. Resta il fatto che trovo oggi un artista nuovo, che
non lavora più isolato ma cerca il gruppo, che non ha più paura di perdere la
concentrazione, una volta sul palco, anzi, si contorna di musicisti proprio per
ricercare la performance live. E nascono i Leptons.
Ci sono voluti molti
anni per mettere a punto il primo album cantato - dal 2011 al 2014- e finalmente a
giugno è uscito Between Myth And Absence, quindici
tracce spaccate idealmente in due sezioni, come è lo stesso Monni a raccontare:
“E’ un album che presenta due tipi di
brani, da una parte i "miti" e dall'altra le "assenze". Il
riferimento dei miti alla mitologia non sta tanto nel tipo di racconto quanto
piuttosto nella differenza sostanziale rispetto all'altra tipologia di brani per
il modo in cui sono stati "lavorati".
E a conforto di quanto
accennato prima continua: “Ho formato i Leptons, costituiti da Carlo Tardivo, Alberto Placidi,
Luca Visentin, Davide Doretto, e Alessandro Grasso e Paolo Gravante come collaboratori in
studio, che si occuperanno di portare insieme a me i miei brani dal
vivo. Anche il progetto non sarà più a mio nome, ma a nome Leptons, sia per
questo nuovo album che per i prossimi”.
Tutto questo
costituisce un vero cambio di marcia, la fine di un percorso e l’inizio di uno
nuovo e, a mio giudizio, il segnale di un Lorenzo Monni che trova la sua
strada, convivendo con i difetti del sistema, ma provando a contrastarli con un
progetto nuovo e a mio giudizio sorprendente.
Quarantadue minuti di
musica a cui trovare una definizione, una catalogazione, appare impresa ardua,
e tutto ciò suona come positivo.
L’ascolto ripetuto mi
ha riportato al genio zappiano fuso con la melodia della nostra terra e con una
sorta di tocco british caratteristico di epoche passate; ma quando credi che l’opinione
sia consolidata arriva l’angolo, girato il quale trovi la sorpresa, il cambio
di direzione, la sonorità che non ti aspetti.
Anche io ho trovato
ciò che non potevo aspettare, e ritorno alle righe iniziali e al coinvolgimento
di Lorenzo Monni nella mia vecchia idea: in quell’occasione nacque un brano
strumentale, The King Inside of Me,
che ho ritrovato nel nuovo album con l’aggiunta di un testo e con una
bellissima voce che spero diventerà una costante nella musica dei Leptons; la
resa raggiunta dal brano con questo nuovo volto mi appare elevatissima,
nonostante la difficoltà di aggiungere un testo ad una struttura nata per
essere meramente strumentale.
L’esempio che ho
scelto per rappresentare l’album si intitola In My Hutch, otto minuti di sensazioni
forti, otto minuti sufficienti per innamorarsi della musica dei Leptons.
Album da ascoltare
senza indugio.
Qualche
informazione:
Scritto e prodotto da Lorenzo Monni.
Registrato e missato negli Artisound Studio tra il 2011 e il 2014.
Masterizzato negli Four Walls Studio nel 2014.
Etichetta Dodicilune, con Distribuzione IRD.