Gianni Sapia ha recensito un nuovo album…
È un urlo che resta
nella testa, come quando finisce una festa, è una protesta. È quello che mi è
venuto in mente quando ho finito di ascoltare Il Bene
Viene per Nuocere, nuovo disco dei Kuadra.
Loro sono La Cava “Y”
Yuri (voce), Savino “Zavo” Emanuele (chitarre), Nguyen “Kimbo” Van Kim (basso),
Collivignarelli “Krab” Alberto (electro voodoo), Nguyen “Van” Van Minh
(batteria) e Rosso “Hyde” Luca (seconda chitarra live) e sono una band di
Vigevano, che, mettendo insieme i gusti e le esperienze musicali di tutti i
componenti, ovvero Hip Hop, Metal, Crossover, Elettronica, danno vita al
progetto Kuadra, accostabili per
energica sonorità e rabbia lirica ai Rage
Against the Machine.
Come tutto ciò che
vive sulla terra, dopo l’esperienza del primo album Tutto Kuadra, la band evolve, cresce, matura e con Il Bene Viene per Nuocere, ricalca un
disegno già tracciato, definendo con maggior nitidezza linee, caratteristiche
sonore e concetti di protesta ed anticonformismo già presenti nel primo lavoro.
Ritmiche possenti ed ossessive, riff di chitarra corposi e graffianti danno una
base metallara a tutto l’album, che però viene caratterizzato dal lavoro alla
consolle di Krab e dal cantato “multigenere” di Yuri, rendendo l’insieme
musicale moderno ed al passo coi tempi ed i testi non fanno che confermare
questa modernità, affrontando temi figli dei nostri tempi, quali conformismo
sociale, futilità, intimo malessere dell’uomo, fatalismo esistenziale, vana ricerca
della felicità attraverso un esasperato materialismo. L’atmosfera cupa ed
ossessiva de Il Bene mi risucchia
dentro l’album. È un doloroso manifesto della vigliaccheria che il popolo
manifesta nei confronti del potere precostituito, che inibisce ogni speranza di
un futuro migliore alle generazioni a venire. Solo un introduzione.
Musicalmente non picchiano ancora duro, ma subito dopo, con Crash Test, l’incazzatura viene fuori
non solo dalle parole, ma anche dalla musica. Un brano fatto di stop e riprese
di chitarra pesante che nella prima parte vive un fatalismo esistenziale. Segui
la corrente e fai quello che è socialmente giusto fare, in fondo “siamo nati
per morire”. Nella seconda parte il “rappare” di Yuri diventa condanna di
questo lobotomizzato stile di vita e invita alla ribellione dai luoghi comuni.
L’allegorica Lasciami Entrare mi
spinge con violenza nella stanza buia delle false promesse. La voce suadente e
terrorifica, con cui il vampiro vuole farsi invitare ad entrare, offre una vita
standardizzata e l’illusione della felicità in cambio dei tuoi sogni,
accompagnata da un ritmo sincopato che ben si addice alle frasi taglienti del
testo e diventa di più ampio respiro sull’inciso. Con Lo Sciamano la musica dei ragazzi lombardi assume la sua vera
connotazione. Ritmiche che pestano e galoppano, chitarra graffiante e
metallica, effetti sonori usati con giusto equilibrio e parole che accusano e
denunciano. Riflettori puntati sul “lato oscuro” dell’uomo. L’uomo è una bugia,
appare per quello che non è. Una repressione degli istinti che si ripresenta in
Molotov. Un metal rap che racconta
una storia di quotidiana depressione di provincia, che porta ad un’intima
solitudine. E “di solitudine si può morire”. La visionaria Thomas Sankara è un breve omaggio all’ex presidente del Burkina
Faso e al suo discorso sul debito all’ONU nel 1984, in cui accusava apertamente
la politica colonialista e il capitalismo degli stati occidentali e che gli
costò la vita in seguito ad un colpo di stato appoggiato da Francia e Stati
Uniti. Ancora la protesta. E siamo al giro di boa. La visione continua con Cervelli nella Vasca, che, quando la
chitarra non ruggisce, lascia spazio a toni quasi arabeggianti. Il testo è un
insieme di frasi ironiche apparentemente sconnesse, collegate tra loro da un
inciso su chi vive senza reagire costretto da fede e paura. L’ossessione di
“libero di fare quello che ti dicono” rimarca l’ironia del testo. La potenza
del riff di Nuove Cure Mortali è
interrotto da echi di chitarra distorta che rendono il pezzo musicalmente
appetibile. L’uomo sociale vive al di sopra delle proprie possibilità cercando
inutilmente un benessere materiale che comunque non lo soddisferà, dettato
dagli egocentrici canoni della società. L’urlo nella testa, la protesta,
continua con La Culla, che ripercorre
canoni musicali propri di tutto il disco e pone l’accento sulla
spersonalizzazione dell’essere umano dovuta ad un imperante conformismo, dove
“l’idea”, la personalità, diventa quasi una malattia. Vivere una vita senza
identità, alla ricerca di un’ utopica felicità. Siamo quasi alla fine della
ribellione dei Kuadra, penultimo
pezzo, I Nostri Eroi. Si va dal rap
allo speed metal, all’insegna di quella fusione di generi che contraddistingue
lo stile della band. L’uomo qualunque è bombardato da false promesse e verità
nascoste, costruite ad arte da potere e media, che danno l’illusione di una
libertà che non esiste. La società ci schiaccia sotto regole dettate da un
potere che si auto elegge e l’uomo annichilisce la sua coscienza con droghe ed
alcool. Il popolo è il gregge che il pastore/potere controlla, aiutato dal fido
cane pastore/media. Fino alla repressione finale per chi non ci sta. E siamo
alla fine. Correre Corere è l’ultimo
brano dell’album. Il gusto musicale che si presenta al palato è lo stesso che
mi ha accompagnato fino qua. Stop, riprese, ritmiche ben marcate, effetti,
chitarra che graffia e il testo “protestante”, che questa volta punta il dito
su un progresso che mastica il passato e ci fa vivere una vita di plastica
regolata solo da canoni estetici. Viviamo freneticamente, schiavi di un
apparire che sembra essere l’unico fondamento dell’attuale società. Viviamo di
corsa, senza sapere perché, senza sapere dove stiamo andando. Correre, correre,
la gara è appena cominciata, bisogna arrivare primi, ad ogni costo.
Il disco finisce, ma
la protesta che ti fa lievitare dentro resta. È un disco incazzato, sia nella
musica che nei testi, e che ti fa incazzare, che non deluderà gli amanti del
genere. Poi mi calmo, respiro e mi viene in mente, influenzato dall’ultimo
pezzo, una frase di Puerto Escondido, di Salvatores, che più o meno diceva
così:« Oggi tutti vogliono correre.
Corrono, corrono… ma dove cazzo vanno?».
Biografia tratta dal comunicato stampa
La band si forma alla fine del 2005 a Vigevano (PV). I
componenti hanno percorsi e influenze musicali diverse quali Hip hop, Metal,
Crossover, Elettronica. Da questo incontro nasce il progetto Kuadra, una
commistione tra Rap, Rock e New Metal.
Nel luglio 2007 entrano in studio per il primo EP di
cinque canzoni, intitolato “Tutto Kuadra”.
Nel settembre del 2008 partecipano al Music Village a
Simeri e ad altri concorsi.
A Ottobre del 2010 esce sotto SG records il primo
album di dieci canzoni, dal titolo Kuadra. La band riscuote un discreto
successo sul web, pur non avendo una vera e propria promozione. Il video del
singolo “Vieni fuori di qui” entra in rotazione su diversi canali sky e web tv.
Nel 2012 esce un corto-documentario sulla band, girato
da Davide Pannucci per Tuae Production dal titolo “È solo l'inizio”. Dopo
qualche mese esce sui canali Youtube e BlankTv il video “I nostri eroi”.Tra
Dicembre 2012 e Gennaio 2013, i Kuadra concludono le registrazione del loro
secondo album, presso il Mordecai Studio di Como, sotto la Produzione Artistica
di Molteni Marco.
Il nuovo album, intitolato “Il Bene Viene per
Nuocere”, viene distribuito da Zimbalam in uscita il 20/05/2013 in tutti gli
Digitalstore.
Info:
Facebook: Kuadra