Vacanze
Romanes, è il disco
di esordio di 'o Rom, una formazione atipica, sintesi di due
culture, quella partenopea e quella rom.
Sei musicisti,
divisi in parti eque tra napoletani e rumeni di etnia rom, realizzano un
progetto che parte dalla strada, dall’esibizione spontanea, per arrivare sino ad
una proposta organica e organizzata che ridona luce a suoni che pare ci
appartengano da sempre, indistintamente, senza suddivisioni regionali o
ideologiche. E’ la riscoperta delle feste di paese che non hanno collocazioni esclusive, dei sentimenti di un tempo,
a volte sepolti in reconditi angoli della memoria, ma che saltano fuori alla
prima sollecitazione. E’ anche un profondo segno di civiltà e un esempio che
spinge ad abbattere i tanti luoghi comuni con cui spesso si regalano le
etichette e le categorie.
Strumenti antichi
e scevri dalla tecnologia aiutano a planare in una dimensione popolare che lascia
strascichi di tristezza, rinforzati dalle liriche, se si ha la possibilità di
leggerne le traduzioni. E non è un caso se azzardo, nel corso dell’intervista, un
accostamento col “dolore” tipico del blues, quello status senza il quale
parrebbe impossibile ottenere il pass verso percorsi di cui pochi posseggono, ufficialmente, l’accesso.
Un mondo nuovo
e antico allo stesso tempo, una realtà da seguire e, possibilmente, alimentare
con la condivisione.
L’INTERVISTA
Se è vero che la musica
ha una forte capacità aggregativa e riesce ad abbattere ogni barriera, la
realizzazione di un album resta un passo di un percorso e di un progetto
proiettato nel tempo. Che cosa vi ha spinto a credere che una fusione musicale
tra il Sud dell’Italia e la musica dei Balcani potesse funzionare?
E’ una scelta figlia del suo tempo, dell'epoca di internet
dove la contaminazione culturale avviene in modo naturale, scelta resa
possibile anche dal fatto che tra i due “mondi” ci sono molti elementi comuni
sia dal punto di vista musicale sia da quello dei testi delle canzoni. Nella
musica Balcanica e “Zingara” è possibile ascoltare influenze orientali, così come
nella musica mediterranea. Affinità soprattutto nel linguaggio melodico e
nell'uso dei melismi. I temi dei testi delle canzoni sono quelli che possiamo
trovare nelle tammuriate, nelle tarantelle nella musica napoletana… il
corteggiamento, la guerra, l’emigrazione, la voglia di ballare e di bere in
compagnia nonostante le difficoltà della vita.
Una delle cose che
ritengo più difficile in assoluto, in qualsiasi rappresentazione del sociale, è
il lavoro di squadra, che per essere vincente deve avere molte caratteristiche,
e tra queste un’identità di vedute (anche dopo accese discussioni). Come si
persegue lo stesso obiettivo quando ci sono di mezzo culture molto differenti
tra loro?
Come
abbiamo detto anche in altre occasioni, il lavoro più complesso è stato proprio
quello di legare due mentalità differenti di fare musica, sia per la
costruzione degli spettacoli live sia per la realizzazione del disco. Da una parte la cultura di
musicisti di strada per la parte rumena e dall’altra quella di estrazione
didattica per la parte italiana, per cui abbiamo dovuto creare una comunicazione
costituita da ascolto, istinto, sensazioni e non solo di linguaggio musicale.
La musica che ho
ascoltato riporta a visioni antiche, a tradizioni che spesso si fa fatica a mantenere, alla semplicità di vita, alla
spontanea unione in occasione di un evento. Credo sia qualcosa di cui si sente
molto la mancanza di questi tempi. Che cosa percepite nella gente quando vi
esibite dal vivo?
La diversità culturale che caratterizza la nostra unione
genera sempre curiosità e spesso anche scetticismo tra il pubblico, soprattutto
quando ci ascoltano per la prima volta.
Alla fine dei nostri concerti la diversità che ci caratterizza diviene
ricchezza condivisa col pubblico. Il risultato trascinante e genuino della
nostra musica è quasi sempre inaspettato.
Perché tra i brani
cantati nessuno è in lingua italiana?
Come dice anche lo stesso titolo del disco "Vacanze
Romanes", dove Romanes indica la lingua parlata dai rom, abbiamo proposto
un viaggio nella cultura "zingara" e balcanica, anche per avvicinare
le persone a questi popoli e alla loro ricca cultura. In cantiere ci sono già
brani cantati in italiano, che saranno contenuti nel prossimo disco... le
vacanze continuano!
Ho letto i vostri testi
e d’istinto mi sono ritrovato nel mondo blues… liriche semplici ma sofferte, tanto
da poter creare l’analogia “no pain no blues…”. E’ un errore dire che esiste
una similitudine tra il vostro modo di scrivere e pensare e quello utilizzato
sulle rive del Mississippi?
'o Rom è
una formazione molto blues! lo è perché come il blues si fonda soprattutto
sulla condivisione umana e l'impasto sonoro che ne deriva è un suono molto
verace e da le stesse suggestioni del blues acustico. Inoltre la cultura
musicale "zingara" sta influenzando il modo di suonare in Europa così
come hanno fatto i neri d'America con il jazz e il blues. Come avviene nel
blues i rom e i rumeni esprimono nella loro musica, nei loro canti e nel loro
modo di suonare la battaglia quotidiana per la vita e il lavoro.
Quali sono le vostre
esperienze musicali primarie? Con quale musica vi siete formati?
Per la
parte rumena del gruppo c'è una grande esperienza come musicisti di strada ed
una grande tradizione di musicisti in famiglia, un esempio su tutti è Ilie
Zbanghiu… nella sua famiglia ci sono due grandi musicisti, Grigore Ciuciu che è
stato il più grande contrabbassista di Romania, e Iane Ciuciu che è stato il
maestro di Toni Iordache, il più grande cembalista di sempre. Per la parte
napoletana le esperienze sono diverse ma sempre nell'ambito della world music…
Amedeo Della Rocca con le sue esperienze nella musica sudamericana, Carmine
D'Aniello nella musica popolare dell'Italia meridionale come voce del gruppo
Pietrarsa, Carmine Guarracino con la sua formazione classica e jazz che fonda negli anni ’90, con
Adnan Hozic e Lello Di Fenza, i Balkanija.
Utilizzate strumenti
acustici e presi dalla tradizione popolare. Avete qualche predisposizione alla
sperimentazione, intesa come inserimento di nuovi accorgimenti, sia in fase
live che in studio?
Siamo
aperti alla sperimentazione ma senza rischiare di perdere la nostra identità!
Se vi dico la parola
“businnes” musicale, che cosa vi viene in mente?
Ci viene
in mente qualcosa di molto lontano dal nostro modo di fare musica!
Perché di questi tempi
è praticamente impossibile vivere di sola musica?
Questo è
causato da problemi di diversa natura: da un lato c’è il cattivo costume di non
considerare il musicista come un lavoratore… ci arrivano continue proposte di
concerti gratuiti che sviliscono profondamente la nostra categoria e tutto il lavoro
che c'è dietro i nostri progetti; dall’altro le istituzioni che sempre meno
investono fondi per la cultura, pagano concerti diversi anni dopo oppure
applicano politiche clientelari favorendo sempre gli stessi personaggi. E poi le
case discografiche e i produttori che danno credito solo a prodotti televisivi
di dubbia qualità. Molte volte l’unico modo per proporre la propria musica in
modo continuativo è quello di suonare nei club, che però nella maggior parte
dei casi non sono in grado di offrire un cachet adeguato ai musicisti.
Provate a disegnare il
vostro futuro, da oggi al 2015… nessuno può impedirci di sognare!
Sicuramente
un nuovo disco e la realizzazione del nostro sogno di allargare la band con
l'inserimento di altri strumenti... ma soprattutto di suonare tanto e portare
il più possibile la nostra musica in giro per il mondo!
Stralcio del
comunicato stampa ufficiale…
'o Rom è il primo e più longevo esperimento di fusione tra musiche tradizionali dell'Italia Meridionale e musiche balcaniche di area rom e sinti. Un progetto nato nel 2008 a Napoli tra vicoli e piazze, tra concerti improvvisati in strada e battaglie civili, con l'obiettivo di divulgare una sintesi tra culture diverse, apparentemente inconciliabili. Apprezzatissimi dal vivo per le trascinanti performance, gli 'o Rom mostrano il loro "sincretismo" a partire dal nome: “o rom” in lingua romanes significa l’uomo “zingaro”, in napoletano la “o” con l’aggiunta di un apostrofo diventa un articolo (‘o rom si traduce "lo zingaro"). Il disco - dedicato a Adnan Hozic - è un live in studio che restituisce la freschezza e la visceralità delle inconfondibili performance: tra Campania, Est europeo e Mediterraneo 11 pezzi vorticosi e raffinati, con reminiscenze swing, gipsy e manouche.
Vacanze Romanes è pubblicato dall'etichetta Terre in Moto,
Info:'o Rom:
"Vacanze
Romanes"
1. Kerta mange daje
2. Opa Tsupa
3. Noćas mi srce pati
4. Kalushua
5. Čaje Šukarije
6. Geljan Dade
7. Erdelezi
8. Ciocarlia
9. Tutti Frutti
10. Kalinifta
11. Solnuška
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Gli 'o Rom sono:
Carmine D'Aniello-voce, chitarra e tamburi a cornice
Carmine Guarracino-chitarre
Ilie Pipica-violino
Ion Tita-fisarmonica
Amedeo Della Rocca-percussioni
Doru Zamfir-fisarmonica
Carlo Licenziato-tecnico del suono