Ha compiuto ieri 63 anni Ian Anderson… e che qualcuno lassù ce lo mantenga ancora per molto, anche senza la voce di un tempo.
Ho più volte “scontrato” Ian, l’ultima delle quali il 14 maggio, a Genova, quando a fine concerto, nel backstage, mi è passato a non più di un metro, trafelato, e preoccupato che qualcuno lo potesse fermare. Non è un simpaticone, ma chi ama la sua musica non se ne preoccupa più di tanto e ringrazia per quanto ricevuto in questi lustri. La sua musica resterà per sempre, ma la speranza è che lo si possa vedere sui palchi italiani ancora per molto, magari con un nuovo album da proporre.
Ho più volte “scontrato” Ian, l’ultima delle quali il 14 maggio, a Genova, quando a fine concerto, nel backstage, mi è passato a non più di un metro, trafelato, e preoccupato che qualcuno lo potesse fermare. Non è un simpaticone, ma chi ama la sua musica non se ne preoccupa più di tanto e ringrazia per quanto ricevuto in questi lustri. La sua musica resterà per sempre, ma la speranza è che lo si possa vedere sui palchi italiani ancora per molto, magari con un nuovo album da proporre.
Piccola biografia tratta da “lastfm”
Estremamente rinomata è la sua tecnica di chitarra acustica, e altrettanto celebre è il suo approccio in chiave rock/blues al flauto traverso che ha ispirato numerosi altri artisti. Un brano particolarmente noto dei Jethro Tull, Bourée, libere ed estrose variazioni da un tema di J.S. Bach, è considerato paradigmatico della sua tecnica.
Come flautista, Anderson è un autodidatta, e si è in parte ispirato alla tecnica di Roland Kirk.
Negli album dei Jethro Tull Anderson ha suonato occasionalmente una varietà di altri strumenti, tra cui armonica, chitarra elettrica, basso, sassofono, tastiere, percussioni, organo Hammond, trombone e violino.Anderson è autore dei testi e delle musiche della maggior parte dei brani dei Jethro Tull, molti dei quali affrontano in modo molto diretto e corrosivo temi religiosi, politici e morali. Tra le curiosità di questa vera e propria icona del rock, quella di non aver mai posseduto una patente di guida. La leggenda narra che da ragazzino, il volenteroso musicista autodidatta Ian Anderson, sia andato a vedere un concerto di Eric Clapton, decidendo in seguito di non dedicarsi ad un solo strumento ma a più d’uno (in quanto si rese conto che non sarebbe mai stato all’altezza del chitarrista inglese).
Nel dicembre del 2007 è stato insignito del titolo di MBE, Membro dell’Impero Britannico. Ian Anderson imparó il flauto da autodidatta dopo averne casualmente acquistato uno mentre viaggiava con il suo gruppo nei primissimi anni d’attività. Egli racconta che quando, già famoso, cercò di insegnarlo alla figlia, alla quale veniva anche insegnato alla scuola elementare, fu da lei severamente criticato per le posizioni non standard che utilizzava (“papà, lo suoni tutto sbagliato!”). In conseguenza di questo, Anderson si ritiró per alcuni mesi a ristudiare le posizioni sul metodo della figlia.
Discografia solista
Walk Into Light (1983)
Divinities: Twelve Dances with God (1995)
The Secret Language of Birds (2000)
Rupi’s Dance (2003)
Ian Anderson Plays the Orchestral Jethro Tull (2005)