Mi
riferisco all'esibizione del Lincoln Quartet , in quella occasione Cover Band
dei Jethro Tull.
Ho visto
e ascoltato per la prima volta Lincoln nel corso della Convention di Novi e
successivamente mi e' venuta voglia di "portare a casa mia" degli
artisti che stimo molto.
Con un
po' di aiuto ci sono riuscito e di seguito racconto come e' andata.
Cronologicamente
:
-intervista
preconcerto a Lincoln
-immagini
dal concerto
-commento
al week end
-filmato
di una "Boure'e" fatta per strada
INTERVISTA
Vedere Lincoln
Veronese, chitarrista e cantante, e Giacomo Lelli, flautista,
esibirsi su un palco accanto a mostri sacri della musica rock, fa nascere
spontanea una domanda: ”Qual è la sottile differenza tra un
artista affermato a livello mondiale ed un altro che, pur ricco di talento e
professionalità, “brilla e suda” in un’area più circoscritta?” Incontro
Lincoln durante la preparazione della sua prossima esibizione a Noli, il 20
luglio, e non riesco a trattenere la questione che ho in canna sin dal
settembre scorso, quando lo vidi accanto a Lelli e ad alcuni vecchietti
terribili, che di nome fanno… Ian Anderson, GlennCornick,
Clive Bunker… insomma, un pezzo di Isola di Wight. Lui sorride
sornione, e la risposta gli rimane in gola, mentre l’espressione del viso
diventa eloquente, e comunica più di tanta parole. Fortuna? Oppportunità?
Testardaggine? Decido di andare oltre, percorrendo sentieri meno spinosi.
Perché un tributo ai Jethro Tull?
Ho maturato la mia formazione musicale nell'ambito della musica progressive, suonando brani dei Jethro Tull, Genesis, King Crimson. Invitato nel 1996 ad una delle prime Convention dei Jethro Tull, ho avuto la fortuna di ritrovarmi sul palco assieme ad ex membri del gruppo che si riunivano dopo 30 anni. E’ stata un’esperienza entusiasmante che mi permette tutt’oggi la prosecuzione della collaborazione con loro, e ciò è molto gratificante.
Perché un tributo ai Jethro Tull?
Ho maturato la mia formazione musicale nell'ambito della musica progressive, suonando brani dei Jethro Tull, Genesis, King Crimson. Invitato nel 1996 ad una delle prime Convention dei Jethro Tull, ho avuto la fortuna di ritrovarmi sul palco assieme ad ex membri del gruppo che si riunivano dopo 30 anni. E’ stata un’esperienza entusiasmante che mi permette tutt’oggi la prosecuzione della collaborazione con loro, e ciò è molto gratificante.
Cosa puoi dire a proposito delle collaborazioni nostrane o dei tuoi lavori in proprio?
Parto dal
2001, anno in cui esce il mio primo Cd di musica d'autore dal titolo
"Tesori sommersi", co-prodotto con Goran Kuzminac. Sempre nel 2001 ho
curato la produzione artistica, gli arrangi amen ti e le chitarre nell'album
"I Successi", di Kuzminac, mentre nel 2004 ho collaborato al suo
nuovo Cd "Nuvole Straniere", dove ho curato gli arrangiamenti delle
chitarre elettriche e nylon.
Raccontami dell’incontro con Giacomo Lelli, noto come uno dei migliori flautisti italiani.
E’ vero,
Giacomo è incredibile, e spesso fatico a... ”sentire” la differenza tra il suo
flauto e quello di Anderson. L’incontro e’ avvenuto nel 1999, in un concerto
tributo a Fabrizio De Andrè, durante il quale mi esibivo con una band friulana.
Fra il pubblico erano presenti Lelli e Kuzminac che dopo avermi ascoltato...
non mi hanno più abbandonato.
Non ti offendere se ti paragono a quel dentista coreano che batté l’Italia ai mondiali del 66 … tu sei potenzialmente un professionista, ma hai anche un’attività ufficiale, un lavoro totalmente diverso intendo. Come riesci a conciliare il lavoro istituzionale con la musica?
La mia serietà nella musica e
sul posto di lavoro mi ha permesso di acquisire una credibilità tale da avere
una discreta libertà di movimento molto importante per la mia attività
musicale.
Hai mai provato a proporre musica tua e a cercare un percorso extra cover?
Durante
tutta la mia attività musicale ho composto parecchi brani, ma il mio tempo a
disposizione non è abbastanza per creare quella magica situazione di
ispirazione che è necessaria quando devi comporre cose tue, anche se in un
prossimo futuro mi sono ripromesso di riprendere a scrivere.
Un’ultima curiosità, molto personale. Che opinione ti sei fatta di Ian Anderson, il genio che ha voluto la tua chitarra per suonare alla Convention di Novi Ligure?
La
capacità di Anderson di comporre è secondo me tra le più strabilianti che esistano,
perché anche in un brano prettamente melodico riesce con naturalezza ad
inserire una sezione ritmica molto complicata da eseguire. E così riesce ad
esprimere al massimo la sua musica. Dal punto di vista umano è difficile dare
un’opinione obiettiva, ma la sua manifesta aggressività sembra venire da una
persona perfettamente normale che però vuole gestire il tutto in piena
autonomia,cercando di sopravvivere al meglio in una situazione complessa e
globale come quella dei Jethro Tull.
Il
commento del giorno dopo:
"…
ed ha incominciato a balenarmi nella testa l’idea di organizzare qualcosa di
musicale nella mia zona, e cioè Savona e dintorni. Era forse novembre e Lincoln
si dimostrò ben disposto verso questa possibilità, anche se avevo il dubbio
che, per atto di cortesia, non fosse stato capace di bocciare la mia idea. In
fondo Venezia non e’ poi così vicina e per chi ha altre attività professionali
un concerto a 400 km di distanza potrebbe essere un problema. La settimana
prima di Natale, nel bel mezzo della visita ad un presepe vivente, trovai un
iscritto al fan club, presente anche lui a Novi, e gli chiesi cosa ne pensasse.
Lui entusiasta ne parlò immediatamente con l’amico accanto, casualmente
assessore di qualcosa, di un paesino vicino.“Siii, certo, bellissima idea… facciamo così…
”Parole… parole… parole… mi resi ben presto conto di non avere
l’esperienza necessaria per condurre in porto la cosa e accantonai l’idea.
Ricominciai a pensarci attorno a marzo quando, trovandomi a cena col mio amico
Ambrogio, sindaco di Noli, la buttai lì timidamente, avendo cura di
sottolineare che non mi sarei offeso per il suo rifiuto. Immagino quali siano i
vincoli di un gestore di una città, dal ” rumore” che infastidisce il vicinato
alla viabilità, dalla soddisfazione del turista estivo sino alla necessità di
incastrare tutti gli impegni già programmati. Insomma, non volevo che fosse un
favore a me, ma un piacere condiviso. I vari collaboratori di Ambrogio
mostrarono interesse ed a questo punto mi defilai, lasciando ai professionisti
il compito di relazionarsi. Ed arriviamo al 20 luglio… in un lampo. Ho cercato
di fare tutta la pubblicità possibile perché percepivo un po’ di
responsabilità. Potevo andare a sentire il Lincoln Quartet a “casa “loro, e se
ho cercato la via opposta era solo perché’ so quanta gente a me vicina, ami il
genere prog, giovani e meno giovani , e trovavo che condividere con tanti amici
un evento simile sarebbe stato “da ricordare”.Sono le 18 e salgo sul palco in
allestimento cercando di capire se va tutto bene e se posso essere utile.
Lincoln mi presenta Lelli, Gobbato e Smaniotto e perde un po’ di tempo ad
illustrami strumentazione ed effetti, cioé la mia passione primaria. Noli e’
nel pieno del boom estivo ed è davvero suggestiva, così come appare triste ai
miei occhi nei mesi invernali. Il palco e’ in un piccolo anfiteatro di pietra
ed il centro della piazza e’ destinato alle sedie. Mi tranquillizzo un po’ ,
dopo aver pensato per giorni che forse lo spazio a disposizione era poco, o
forse troppo. Ritorno a casa a recuperare moglie e figli, di solito siamo tutti
assieme nei momenti che contano, e anche un concerto può avere valenza
assoluta. Manca un’ ora all’inizio e mi guardo attorno sperando di vedere le
facce che idealmente avevo contato. Ma forse e’ presto. Facciamo la conoscenza
delle compagne dei musicisti ed entriamo in veloce sintonia con Angelica,
Erica, Paola e Michela. Si aspetta il buio per iniziare, mentre arrivano alcuni
miei compagni di scuola ed altre facce note. Nel corso della mattinata, avevo
avuto il flash dell’ultimo minuto e avevo pensato a videoriprendere l’evento.
Ma come fare… non personalmente per non distrarsi, e nemmeno con un
professionista, troppo complicato! Mi viene in mente un mio collega, nobilitato
dal fatto di essere cugino di Joe Vescovi, mitico tastierista dei Trip, gruppo
prog dei 70, con cui suonò pure Blackmore dei Deep Purple. Sono felice del suo
assenso perché e’ tipo molto preciso e tecnologico ma… mancano 15 minuti e lui
non c’e’! Mi avvisano che e’ altrove e intendo che mi ha gabbato per qualche
giro con tanto di famiglia. Scoprirò a posteriori la verità, ridendo di gusto
per la scenetta che merita di essere descritta… eh si, perché anche questa ha
già’ fatto il giro del mondo, del mio mondo, ed ha procurato vignette che
resteranno per sempre, come questo mio commento. Il mitico Vescovi, convinto
che il concerto fosse alla fortezza del Priamar, a Savona, cioè a 12 km da
Noli, partì da casa per tempo, a piedi per non aver problemi di posteggio,
pieno di valige e valigette, come un vero reporter/cameramen. Arrivato sul
luogo, non vedendomi, usò tutte le armi possibili per entrare, del tip….”sono
amico di… devo fare un servizio a…”, e riuscì a far valere le sue ragioni. Ma
la scena da vignetta e’ quella che vide sempre lui, Vescovi, uscire quasi di
peso dalla fortezza, accompagnato fuori dalla sicurezza, per mancanza di pass.
Sempre nella vignetta e’ presente la moglie che, dopo tutto il racconto
conclude con: ”sei proprio un c……”. Risultato, nessuna ripresa per il Lincoln
Quartet, ma tante fotografie. Il concerto sta per iniziare, la piazza e’ piena,
vedo tanti amici, ma sono un po’ deluso , anche adesso, mentre scrivo. Dei 1000
esperti di musica, quelli che si occupano quotidianamente di questi eventi, musicisti,
musicofili, gente entusiasta del mio mini progetto… beh, molti hanno optato per
la sagra della frittella, della cozza ripiena o della melanzana al forno e mi
e’ un po’ dispiaciuto. In compenso e’ successo un piccolo miracolo ed ho
ritrovato in un sol colpo il batterista ed il bassista con cui iniziai a
suonare a 17 anni, gente che non frequentavo da anni. Segno del destino?
Riprenderò a suonare?
Inserisco ora stralci del commento inserito nel forum “Itullians”:
… conoscere personalmente questi 4 artisti me li ha fatti apprezzare da diverse angolazioni, non solo musicali, ma il concerto ha suscitato davvero emozione , in me e in tante altre persone presenti. Questo era lo scopo del Lincoln Quartet. La scaletta prevedeva molti classici , dal primo album sino all’ultimo lavoro solista di Ian, passando dai pezzi più ritmici, sino al set acustico ed al riassunto del concept album”Thick as a Brick”, con una divagazione su “The house of the King” dei Focus, in passato erroneamente attribuita ai Jethro .Lincoln canta , suona l’Ibanez e la Ovation dettando i tempi giusti. Lelli , appare il clone di Anderson, e non certo per la bandana ed il gilet colorato. Gobbato svolge un lavoro impressionante e oltre a contribuire come ovvio alla sezione ritmica , riesce a far diventare il suo basso a 6 corde un ulteriore elemento solista. Una parola a parte per Smaniotto che a 23 anni si esibisce col piglio del batterista di lungo corso, mettendo a frutto gli insegnamenti di Clive Bunker , prima batteria dei Tull ai tempi dell’isola di Wight, con cui spesso si confronta .La piazzetta e’ piena di gente variegata, come età e come tipologia di ascoltatore, ma alla fine anche i turisti che si aggirano nei vicoli di Noli, attirati dai suoni e dalle atmosfere create da Lincoln e company, rimarranno a bocca aperta davanti a tanta “sapienza musicale”. Una Boure’e come quella ascoltata e’ davvero coinvolgente! “Locomotive Breath” segna la fine del concerto, che avrà un’appendice per effetto del bis richiesto. Alla fine tante foto, tanti complimenti e tante curiosità da soddisfare. Si presenta persino un gruppo di membri del “Fan Club” che,leggendo la notizia sul sito,non ha perso la bella occasione. Tutto e’ andato per il meglio e anche le autorità locali sono apparse soddisfatte per aver vinto questa specie di scommessa. La mattina ritrovo il gruppo a Noli per commentare la serata. Camminare risulta complicato perché le domande dei presenti al concerto continuano. Loro sono disponibili e traspare soddisfazione per la situazione.
Abbiamo passato assieme un pomeriggio al mare, con l’unica medusa dei Bagni Nilo incappata in Michela, e con l’unico catrame dell’arenile sui piedi di Giacomo. Cenetta nel centro storico e visita alla fortezza del Priamar, quella del mitico Vescovi. Nello stesso palco dove due giorni prima ho potuto apprezzare John Mayall, e’ in corso una gara canora tra “donne che interpretano Janis Joplin”. Lo scenario e’ affascinante e l’acustica non e’ da meno. Provo ad entrare nella testa di Lincoln , Giacomo e Iacopo (Manuel e’ rientrato al mattino) e li immagino proiettati on stage. Ma il loro palco, per questa notte di fine luglio e’ solo la strada. Ci piazziamo nei giardini adiacenti alla spiaggia, e gli strumenti escono fuori dalle tasche senza fondo. Troviamo una panchina, una palma ed un lampione. Poi serve una chitarra ed un flauto… purtroppo manca un basso , o meglio, la sua amplificazione. La custodia rigida e’ aperta a terra , come se lo scopo fosse una raccolta di soldi. E’ mezzanotte e anche se e’ piena estate la gente latita, preferendo il letto o i paesi della riviera. Ma che importa… parte “Boure’e “ , a cui si aggiungeranno altri tre pezzi, mentre Angelica si sta addormentando e forse vorrebbe essere altrove. Ho filmato tutto, almeno questa sera. Ci salutiamo, mentre anche i miei bambini stanno crollando. Resta un po’ di tristezza dopo il commiato. Anche questa volta la musica l’ha fatta da padrona , diventando inoltre il veicolo per nuove conoscenze. Un fine settimana da ricordare!"
Un mio pensiero, rivolto al filmato seguente.
Le
passioni rompono ogni tipo di schema. La passione per la musica, ad esempio, fa
si che ci si possa mettere in gioco su un marciapiede, su una spiaggia, sotto
un lampione, dimenticando l'esigenza del tutto umana di cercare visibilità e
successo su palcoscenici reali.
Domenica 21 luglio
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