venerdì 11 aprile 2025

Tony Levin, che incontrò Peter Gabriel e Robert Fripp lo stesso giorno del 1976, ricorda con affetto i due miti del rock


 

Tony Levin: dalle sinfonie rock con Peter Gabriel alle complessità dei King Crimson

 

Il bassista e virtuoso del Chapman Stick Tony Levin è una figura iconica nel panorama musicale, celebre per le sue collaborazioni con formazioni leggendarie come i King Crimson, Peter Gabriel e gli Stick Men; il suo vasto curriculum vanta partecipazioni con artisti del calibro di Pink Floyd, David Bowie, John Lennon e Alice Cooper. In una recente intervista, Levin ha ripercorso le tappe fondamentali che lo hanno condotto a due dei sodalizi più significativi della sua carriera.

Il suo ingresso nell'orbita di Peter Gabriel fu mediato dal produttore Bob Ezrin, con il quale Levin aveva già collaborato in numerosi album di Alice Cooper. Fu Ezrin a condurlo a Toronto nell'estate del 1976 per lavorare al primo album solista di Gabriel, reduce dall'esperienza con i Genesis. In quella stessa occasione, Levin ebbe un incontro cruciale con Gabriel e Robert Fripp, evento che si rivelò un punto di svolta nella sua traiettoria professionale.

 

Il legame con Peter Gabriel fu immediato. Levin ricorda un artista giovane ed entusiasta, qualità che accomunavano entrambi all'epoca. L'invito a unirsi al tour di Gabriel fu accettato senza esitazione da Levin, un sodalizio che perdura dal 1976 e che lo porta ancora oggi a interrompere i suoi impegni per accompagnare l'artista in tournée. Il segreto di questa duratura collaborazione risiede nel reciproco rispetto musicale. Levin ammira la genialità di Gabriel, il quale a sua volta nutre una stima profonda per il suo talento al basso, come testimonia la longevità della loro collaborazione. Il loro rapporto è inoltre arricchito da un sottile umorismo, con scherzosi scambi che stemperano la serietà del lavoro. I video dei loro concerti spesso immortalano momenti di complicità e divertimento sul palco. Levin, appassionato di fotografia, ha sempre documentato i tour con Gabriel, una consuetudine che il cantante, pur non apprezzando particolarmente, gli ha sempre gentilmente concesso.

L'approccio di Levin al mondo del progressive rock avvenne in modo inaspettato. Al momento del suo primo incontro con Peter Gabriel, la musica dei Genesis gli era pressoché sconosciuta. Analogamente, quando si unì a Robert Fripp per formare quella che inizialmente si chiamava Discipline, la discografia dei King Crimson gli era familiare solo in parte. Durante le audizioni, si trovò a dover imparare in tempo reale il brano "Red", un pezzo che non aveva mai ascoltato prima.

L'esperienza con i King Crimson rappresentò un'immersione in un genere a cui Levin non aveva precedentemente dedicato molta attenzione. Tuttavia, paradossalmente, la complessità del rock progressivo richiamava in lui la sua formazione classica. Scoprì di poter integrare riff e una sensibilità di derivazione classica in quel contesto musicale, con risultati sorprendenti. Un esempio di questa fusione si manifestò in "On The Air" di Peter Gabriel, dove Levin, durante le esecuzioni dal vivo, inserì un verso tratto dalla Quinta Sinfonia di Shostakovich, integrandolo organicamente nel brano.

La formazione dei King Crimson del 1981 segnò una rottura netta con il passato della band, un progetto che Fripp considerava una nuova entità musicale, tanto che inizialmente si optò per il nome Discipline. Solo successivamente, durante il tour europeo e la presentazione del nuovo materiale, Fripp decise di includere questa nuova formazione nella storia dei King Crimson.

 

Riguardo al documentario "In The Court Of The Crimson King: King Crimson At 50", Levin ritiene che, pur essendo arduo catturare appieno l'essenza di una band così profonda, il film si avvicini a questo obiettivo. La visione del documentario gli ha rivelato aspetti inediti della storia del gruppo, come conflitti e drammi, dei quali era rimasto beatamente all'oscuro durante la sua militanza. A differenza dell'atmosfera seria e concentrata dei concerti dei King Crimson, il backstage e le prove erano spesso caratterizzati da un umorismo vivace, essenziale per stemperare l'intensità della loro musica. Levin nota come il pubblico abbia progressivamente scoperto questo lato più leggero e sorprendente di Robert Fripp, in contrasto con l'immagine severa che lo aveva caratterizzato in passato.