I festival e i concerti a cui ho assistito nella mia
giovinezza - e sono tanti quelli storici - presentavano molti rischi legati
alle mutazioni dei comportamenti in funzione del momento contingente e della necessità
di sentirsi parte di un gruppo, fattore determinante nell’adolescenza o giù di
lì. Mi riferisco ai primi anni ’70.
La mia condizione di “provinciale e periferico" - anche se la mia città, Savona, di lì a poco sarebbe diventata città simbolo del terrorismo in Italia - non mi ha mai portato a collegare la musica a pulsioni politiche e
sociali: penso che a 16 /17 anni sia comprensibile.
Quando mi capitò casualmente, nel ’76, di trovarmi in mezzo a
rilevanti scontri milanesi, nel cuore della città, mi spaventai davvero, e
girai alla larga.
Eravamo tanti dalle mie parti, amavamo la musica, ma ciò che
propongo nel filmato a fine articolo è una situazione molto lontana
dalle mie/nostre normali abitudini, quelle che sintetizzerei in… trasgressioni da "hippy
di casa nostra", e nulla più!
Per descrivere quella che a detta di molti è stata la fine di
un sogno, utilizzo informazioni trovate in rete, nella speranza che siano
obiettive. Io non c’ero e provo a fidarmi!
I Festival del proletariato giovanile
Nel corso degli anni Settanta Re Nudo (una delle principali
riviste italiane dedicate alla controcultura e alla controinformazione, nata nel 1970) si fece promotrice di una serie di raduni pop,
i Festival del proletariato giovanile, lanciando lo slogan "facciamo
che il tempo libero diventi tempo liberato", in controtendenza con il
disinteresse della sinistra extraparlamentare nei confronti della musica rock.
Il primo di questi raduni si svolse a Ballabio, vicino a Lecco, dal 25 settembre 1971, e vi presero parte alcune migliaia di persone.
Il primo di questi raduni si svolse a Ballabio, vicino a Lecco, dal 25 settembre 1971, e vi presero parte alcune migliaia di persone.
Nel giugno 1972 si svolse il secondo raduno, a Zerbo, con una
partecipazione ancora maggiore.
Nel 1974 il raduno pop di Re Nudo si sposta a Milano, più precisamente al Parco Lambro.
L'evento richiama per quattro giorni (dal 13 al 16 giugno) migliaia di spettatori con una punta eccezionale del sabato, per l'esibizione della PFM.
Si avvicendarono sul palco circa trenta entità, tra gruppi e solisti: nomi celebri come Perigeo, Alan Sorrenti, Area, Premiata Forneria Marconi, Battiato, attorniati da altri già parzialmente affermati (Acqua Fragile, Biglietto per l'inferno, Rocky's Filj, The Trip, Loy & Altomare, Il Volo, Donatella Bardi, Stormy Six, Angelo Branduardi) e da molti ancora sconosciuti al grosso pubblico.
L'evento richiama per quattro giorni (dal 13 al 16 giugno) migliaia di spettatori con una punta eccezionale del sabato, per l'esibizione della PFM.
Si avvicendarono sul palco circa trenta entità, tra gruppi e solisti: nomi celebri come Perigeo, Alan Sorrenti, Area, Premiata Forneria Marconi, Battiato, attorniati da altri già parzialmente affermati (Acqua Fragile, Biglietto per l'inferno, Rocky's Filj, The Trip, Loy & Altomare, Il Volo, Donatella Bardi, Stormy Six, Angelo Branduardi) e da molti ancora sconosciuti al grosso pubblico.
Furono presentati vari e interessanti audiovisivi a cura del
Comitato Vietnam e dello stesso «Re Nudo», ed inoltre fu fatto un coraggioso
esperimento: venerdì 14, un'ora di musica contemporanea proposta da tre
esecutori - Demetrio Stratos degli Area, Juan Hidalgo e Walter Marchetti - davanti a quasi 20.000 spettatori. Da segnalare ancora una jam-session tra componenti
della Premiata (Pagani e Di Cioccio), del Volo (Radius e Tempera) e degli Area
(Stratos, Capiozzo e Tavolazzi), nel pomeriggio della domenica.
Nel 1975, a partire dal 29 maggio, parte la quinta edizione,
che vede la partecipazione, tra gli altri, di Area, Stormy Six, Claudio Rocchi,
Pino Masi, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato,
Franco Battiato, Antonello Venditti, Giorgio Gaber, Yu Kung.
Nel 1976, dal 26-29 giugno, nuovamente al Parco Lambro, si
tiene la sesta e ultima, travagliata edizione del Festival del
proletariato giovanile, cui partecipano più di quattrocentomila persone.
Il festival è segnato da problemi di ordine pubblico con saccheggi
e scontri interni al movimento, ed è l'ultima edizione della rassegna
organizzata da Re Nudo, con la partecipazione degli Area, di Gianfranco
Manfredi, Eugenio Finardi, Ricky Gianco e Alberto Camerini.
Il manifesto della festa indica tra gli organizzatori i
circoli del proletariato giovanile, i collettivi autonomi di quartiere, il
partito Radicale, Lotta Continua, Rivista Anarchica, IV Internazionale, Umanità
Nova, la radio libera Canale 96, la cooperativa Il pane e le rose.
I giovani potevano parteciparvi con una tessera dal costo
complessivo di 1000 lire per i quattro giorni.
Il 30 giugno un articolo apparso su Lotta Continua commentava
negativamente il risultato:
"Un incontro che poteva e doveva essere momento di scontro - non fisico ma politico -, di analisi e di organizzazione", è divenuto "una sarabanda di gente diffidente, nervosa e impaurita".
"Un incontro che poteva e doveva essere momento di scontro - non fisico ma politico -, di analisi e di organizzazione", è divenuto "una sarabanda di gente diffidente, nervosa e impaurita".
Nel numero di Re Nudo del settembre successivo l'esito era
così commentato:
"Non ci potevano essere le condizioni per coinvolgere
100.000 persone in una proposta creativa. Era inevitabile che emergesse in modo
netto la miseria della realtà quotidiana che tutti portiamo dentro".
Il filmato a seguire penso sia una sintesi oggettiva di quei
giorni, e ognuno potrà farsi la propria idea… cliccando sul seguente link: