The Samurai Of Prog - “The White Snake and Other Grimm Tales II”
Sono passati solo un paio di mesi
dal rilascio di “The Lady And The Lyon (And Other Grimm Tales-I)" e i The Samurai Of Prog, come promesso,
ritornano con lo svolgimento in musica di un’altra fiaba dei Fratelli Grimm, “The White Snake and Other Grimm Tales II”.
L’incredibile prolificità di questa
multinazionale del prog non può trovare sola giustificazione nella tecnologia,
che sicuramente accorcia i tempi di composizioni che coinvolgono persone che
vivono sparse nel mondo, ma esiste una forte motivazione che permette al nucleo
centrale - Marco Bernard, Kimmo Pörsti e Steve Unruh - di raccogliere
musicisti di varie nazionalità per condividere progetti dal forte sapore di
prog sinfonico, mai fermo alla celebrazione del passato ma proiettato verso il
nuovo che si miscela con la storia.
Il gruppo degli artisti è ormai
fidelizzato ma in questa occasione la partecipazione italiana è davvero
cospicua.
Provo ad elencare la lunga lista
dei partecipanti:
Marco Grieco, Marcel Singor, Alessandro
Di Benedetti, Mimmo Ferri, Rafael Pacha, Marco Vincini, Elisa Montaldo, Luca
Scherani, Marcella Arganese, Stefano Galifi, Alessio Calandriello, Daniel
Fäldt, Alessandro Corvaglia, Camilla Rinaldi, Carmine Capasso e Oliviero
Lacagnina.
I fratelli Grimm hanno deliziato
generazioni di bambini rielaborando le fiabe della tradizione popolare tedesca
e la trasposizione in musica ad ampio respiro realizzata dai TSOP fornisce un
nuovo volto ad una cultura specifica che diventa approfondimento popolare, un
quasi elemento didattico in un mondo ideale fatto di persone “open mind”, a cui
tende la musica dei Samurai.
Per ogni traccia proposta esiste
una storia da raccontare (immagino contenuta nel booklet non ancora in mio
possesso) e ciò rafforza il mio concetto precedente di “musica con un fine
preciso”, rivolta ad un pubblico il più ampio possibile.
L’atto di apertura è lo
strumentale “The Tricky Fiddler”, composto da Marco Grieco,
presente alle tastiere. A completamento della lineup le chitarre elettriche di
Marcel Singor e Carmine Capasso, che si aggiungono alla sezione ritmica
(Bernard e Pörsti) e alla versatilità di Unruh (violino e flauto).
Sei minuti di atmosfere
immaginifiche, perfetta miscela di classico abbinato al rock, con il violino in
primo piano capace di disegnare sonorità struggenti, una sintesi ideale del
concetto di musica progressiva.
Segue “Searching For the
Fear”, altro strumentale, scritto da Alessandro Di Benedetti, che
partecipa in qualità di tastierista coadiuvato ancora dalla chitarra di Marcel
Singor e dai tre musicisti di riferimento attorno ai quali ruota il progetto.
Un lungo brano di quasi dieci
minuti per descrivere la storia di un giovane uomo che non conosce la paura e
vorrebbe imparare a “rabbrividire”.
Anche in questo caso la trama
portante - quasi aulica - pennellata dal violino, si sposa con gli stilemi del
prog, tra tempi composti e contaminazione spinta, una chicca che non lascia
indifferenti.
Il terzo pezzo si intitola “The
Devil With the Three Golden Hairs”, musica e testo di Mimmo
Ferri, che interviene con tastiere e chitarra.
È questo il primo “cantato” che
disegna una storia che si snoda nel dialogo tra il Re (Steve Unruh), il diavolo
(Daniel Fäldt), il ragazzo (Marco Vincini) e la madre (Elisa Montaldo). Si
uniscono Carmine Capasso all’elettrica e Rafael Pacha al mandolino.
Un mini-suite ben definita che propone
un altalenare di movimenti dal basico sapore folk, ma aperta al cambiamento
ritmico e sonoro, un viaggio nel tempo che riesce ad esaltare il concetto di “racconto
musicale” adatto ad ogni orecchio.
Luca Scherani ci regala “The
Travelling Musicians” (in cui suona le tastiere), un’altra fiaba che farebbe
la felicità, anche, di tanti bambini.
Anche in questo caso l’iter prevede differenti personaggi/vocalist, e così troviamo oltre al solito Unruh (l’asino), Stefano “Lupo” Galifi (il cane), Elisa Montaldo (il gatto) e Alessio Calandriello (il gallo), Daniel Fäldt (1° ladro) e Alessandro Corvaglia (2° ladro). A completare la formazione Marcella Arganese alle chitarre e i Samurai al completo.
Superfluo sottolineare le competenze
di questo pugno di artisti ma credo non sia in ogni caso facile rendere efficace
un dialogo a più voci fornendo il senso del racconto fluido, e l'idioma usato nella
doppia lingua si trasforma in peculiarità.
Undici minuti in cui il senso di maestosità diventa lo sfondo per un fitto scambio di battute tra i protagonisti, una situazione molto articolata che riporta a tratti ai miti prog dei seventies.
E si arriva alla title track, “The
White Snake”, in cui interviene pesantemente una fetta importante di
Latte e Miele, in quanto le musiche sono di Oliviero Lacagnina (tastierista nel
brano) con le liriche di Massimo Gori (ex bassista della band genovese).
Partecipano inoltre i tre
fondatori con i loro strumenti (basso, batteria, flauto/ violino/voce), Camilla
Rinaldi alla voce, Rafael Pacha (chitarra acustica e flauto irlandese), Marc
Papeghin (tromba e corno francese) e Marcel Singor all’elettrica.
Un brano che vale la facciata di
un LP (17:30), lo sviluppo di un’altra storia magica disegnata dalla solennità
musicale che, almeno inizialmente, ci regala il profumo di quel “Tarkus” che compie
in questi giorni 50 anni. Ma gli snodi immaginati dai TSOP sono improvvisi e
non prevedibili e il gioco delle parti produce sonorità che realizzano il
bridge tra il passato e il nuovo, tra ciò che rimane sotto forma di DNA e il
cambiamento.
Sono cinque i movimenti ideati dal “Maestro”
Lacagnina: “Prologue”-“The White Snake”-The Trial”-“A Ring In The Water”-“The
Wedding”.
Meraviglioso!
Ancora un paio di minuti per
riannodare il filo della storia ed ecco, a conclusione, “The Tricky
Fiddler – Reprise”.
Cinquantacinque minuti di musica che scorrono con la consapevolezza di essere all’ascolto di musica di qualità, il cui valore aggiunto risiede nel raggiungimento dell’obiettivo attraverso un iter condiviso, proponendo storie antiche a cui viene data sede e modo per la rivisitazione, tanta manna per i cultori del genere prog, tanta manna per i curiosi, tanta manna -potrebbe essere- per i giovanissimi a cui viene proposto l’abbinamento tra fiabe e loro colonne sonore. Ma in fondo, basterebbe solo lasciarsi andare, aprire la mente e il cuore eliminando pregiudizi e luoghi comuni, e la difficoltà di creazione, assieme alla facilità di ascolto, troverebbero il prefetto paradigma.
Musicisti
mostruosi, team pazzesco, attività intensa dei TSOP diventati ormai un saldo
punto di riferimento nel panorama prog mondiale.
Artwork
fantastico affidato, come spesso accade, a Ed Unitsky, il realizzatore di copertine che preferisco tra i contemporanei.
Il CD è
disponibile in un package a tre pannelli in stile mini-LP di alta qualità e comprende
ancora una volta un ampio ed esaustivo opuscolo.
Info disponibili sul sito di riferimento:
Un assaggio video...