The Who, 3 dicembre 1979: l’incidente mortale
Il fattaccio
avvenne il 3 dicembre 1979, giorno in cui gli Who si esibirono al Riverfront Coliseum di Cincinnati (ora
noto come Heritage Bank Center) sito in Ohio: nell’occasione, il movimento
scomposto di una miriade di spettatori posizionata fuori dalle porte d'ingresso
causò la morte di 11 persone.
Gli Who erano
nel bel mezzo della tappa statunitense del loro tour mondiale, che iniziò a
settembre e prevedeva un totale di sette date divise tra il Capitol Theatre di
Passaic, New Jersey e il Madison Square Garden di New York City. La band si
prese quindi un po’ di tempo libero e ricominciò il tour il 30 novembre
all'auditorium del Detroit Masonic Temple.
Il concerto
di Cincinnati fu il terzo spettacolo proposto in quella sezione di tour, e
seguì quello alla Pittsburgh Civic Arena realizzato la sera prima.
Fu fu un tutto esaurito, con 18.348 biglietti venduti, la maggior parte dei quali - 14.770 - erano ticket d'ingresso generici, quindi non numerati/assegnati.
Poche ore
prima dello spettacolo una folla numerosa si era già radunata fuori dall'arena
e alle 19 erano presenti circa 7.000 persone.
L'ingresso avveniva
attraverso una serie di porte posizionate lungo tutta la parte anteriore dell'arena,
così come era possibile entrare da alcune porte piazzate su ciascun lato. La
folla si concentrò nei vari punti di accesso che però non furono aperti all'ora
prevista, facendo sì che la gente diventasse sempre più agitata e impaziente.
Quel giorno gli Who intrapresero un soundcheck tardivo. Parte dei presenti in coda lo sentirono ed erroneamente credettero che il concerto fosse già iniziato. Alcuni, posti nella parte posteriore, iniziarono a spingere, ma l’azione terminò presto, quando ci si rese conto che non era possibile entrare e che il concerto non era ancora iniziato.
Il pubblico era
stato originariamente informato da una stazione radio che i possessori di
biglietti generigi, non abbinati a posizioni assegnate (i GA), sarebbero stati
ammessi alle 15:00 e quindi alle 17:00 si era formata una folla considerevole. Anche
se ci si aspettava che tutte le porte venissero aperte contemporaneamente, ciò
accadde solo con un paio di esse - all'estrema destra dell'ingresso principale.
Mentre il pubblico entrava nello stadio attraverso queste due entrate, coloro
che aspettavano davanti a tutte le altre ricominciarono a spingere in avanti.
Dopo un breve periodo di attesa, bussando alle porte e al vetro accanto, i
presenti presunsero che nessuno degli accessi rimanenti sarebbe stato aperto.
Alle 19:15
circa iniziò il vero problema.
Rapporti contrastanti suggerirono che i concertisti potessero sentire distintamente il soundcheck, o forse la colonna sonora del film “Quadrophenia”, ma qualunque fosse la percezione, la folla pensò che gli Who fossero sul palco in anticipo rispetto al previsto. A quel punto tutti si misero a spingere verso le due porte che erano state aperte e ciò provocò il calpestamento di tanti, causando molti feriti gravi. Undici di questi non furono in grado di sfuggire alla massa densa che spingeva verso di loro e morirono per asfissia.
Il concerto
continuò come previsto, con i membri della band che non raccontarono della
tragedia fino alla fine della loro esibizione.
La notte
seguente, un lungo resoconto del fattaccio andò in onda sul CBS Evening News,
con la trattazione della connessione tra violenza e concerti rock.
Pete
Townshend fu intervistato dalla corrispondente di CBS News, Martha Teichner, che
si spinse al confronto tra le reazioni della folla ai concerti e quelle che avvengono nel
corso dei match di calcio e boxe, definendoli tutti "eventi ad alta
energia".
La notte successiva, nel corso del concerto di Buffalo, Roger Daltrey, rivolgendosi alla folla disse: "Abbiamo perso molti componenti della nostra famiglia ieri sera. Questo spettacolo è dedicato a loro.”
Conseguenze
A Providence, Rhode Island, il sindaco Vincent A. Cianci annullò una performance programmata al Civic Center della città nello stesso mese. Questo nonostante fossero previsti posti a sedere assegnati. Trentatré anni dopo, la band tornò a Providence per onorare l’impegno mancato del 1979.
Le famiglie delle vittime citarono in giudizio la band, il servizio di promozione concerti Electric Factory Concerts e la città di Cincinnati. La class action presentata per conto di dieci entità fu risolta nel 1983, assegnando a ciascuna delle famiglie di ogni defunto circa 150.000 dollari. La famiglia di Peter Bowes optò per non partecipare alla class action e concordò un importo che non venne mai divulgato. Circa 750.000 dollari furono divisi tra i 26 feriti. La città di Cincinnati impose, a partire dal 27 dicembre 1979 e per i successivi 25 anni, il divieto utilizzare ticket di entrata per “posti a sedere non assegnati”, salvo piccole eccezioni.
Le undici persone che morirono nella ressa furono:
Walter
Adams Jr., 22 anni, Trotwood
Peter
Bowes, 18 anni, Wyoming, Ohio
Connie
Sue Burns, 21 anni, Miamisburg
Jacqueline
Eckerle, 15 anni, Finneytown
David
Heck, 19 anni, Highland Heights, Kentucky
Teva
Rae Ladd, 27 anni, Newtown
Karen
Morrison, 15 anni, Finneytown
Stephan
Preston, 19 anni, Finneytown
Philip
Snyder, 20 anni, Franklin
Bryan
Wagner, 17 anni, Fort Thomas, Kentucky
James Warmoth, 21 anni, Franklin
L'incidente è stato oggetto di un libro, “Are The Kids All Right? The Rock Generation And Its Hidden Death Wish”, così come un episodio della seconda stagione di “WKRP in Cincinnati” chiamato "In Concert". Ha anche ispirato scene del film “Pink Floyd-The Wall”, la cui prima del 1982 vide la partecipazione di Pete Townshend.
Nel 2004 la città di Cincinnati ha definitivamente abrogato il divieto di utilizzare posti a sedere non assegnati, due anni dopo aver temporaneamente fatto un'eccezione per un concerto di Bruce Springsteen. L'obiettivo di revocare il divieto era ovviamente quello di attirare altri grandi artisti. Tuttavia, la città ora impone che ci siano nove piedi quadrati a persona in ogni luogo e il numero di biglietti venduti per ogni evento viene regolato di conseguenza.
Paul Wertheimer, il primo Public Information Officer della città al momento della tragedia, ha continuato a far parte di una task force sul controllo della folla, e in seguito ha fondato Crowd Management Strategies nel 1992, una società di consulenza specifica con sede a Los Angeles.
Nel 2009, trent'anni dopo la tragedia, la stazione rock WEBN/102.7 ha pubblicato una retrospettiva sull'evento, includendo clip provenienti da notizie pubblicate nel 1979.
Ogni primo sabato di dicembre, i musicisti locali si esibiscono al P.E.M. Memorial, creato nell'agosto 2010 per commemorare la vita di coloro che sono tragicamente morti in attesa dell'ingresso al concerto.
Nel 2014, i Pearl Jam hanno suonato in città e hanno ricordato la tragedia, dedicando alle vittime di quel giorno una cover di "The Real Me" degli Who (https://www.youtube.com/watch?v=MmQBFMB-8W0).
Anche loro vissero una tragedia simile nel 2000, quando nove persone morirono nella ressa durante il loro concerto al Roskilde Festival.
Alla vigilia
del 35° anniversario dell’accaduto, il sindaco di Cincinnati John Cranley,
sotto la spinta di un comitato
composto da tre sopravvissuti al concerto e da un membro della famiglia della
vittima Teva Ladd, decise l’inserimento di una targa commemorativa sul luogo
della tragedia, cerimonia avvenuta il 3 dicembre 2015.
Il 4 dicembre
2019, 40 anni dopo la tragedia, gli Who hanno annunciato che si sarebbero esibiti
a Cincinnati per la prima volta dopo gli avvenimenti del 1979. Lo spettacolo
era previsto per il 23 aprile 2020 alla BB&T Arena della Northern Kentucky
University, che si trova a pochi chilometri da dove si svolse il loro concerto
nel 1979. Tuttavia, è stato riprogrammato per una data non specificata a causa
della pandemia di COVID-19.
Pete Townshend ha detto in un documentario andato in onda nell'anniversario della tragedia: "Dobbiamo tornare a Cincinnati, e lo faremo appena possibile. Sarebbe un'occasione gioiosa per noi, e una cosa curativa”.
Townshend ha
anche recentemente detto di essersi pentito del fatto che la band, quel giorno,
non fosse rimasta a piangere sul posto, la notte della tragedia, aggiungendo:
"Non ci siamo perdonati. Avremmo dovuto rimanere.”
Questa la scaletta del concerto:
Substitute
I
Can't Explain
Baba
O'Riley
The
Punk and the Godfather
My
Wife
Sister
Disco
Behind
Blue Eyes
Music
Must Change
Drowned
Who
Are You
5:15
Pinball
Wizard
See
Me, Feel Me
Long
Live Rock
My
Generation
I
Can See for Miles
Sparks
Won't
Get Fooled Again
Encore:
Summertime Blues
The Real Me