Nel dicembre scorso, tutto il mondo ha ricordato John Lennon, in occasione del trentennale della sua morte.
Ho raccontato ciò che è accaduto nella mia città in un post a cui si accede tramite il seguente link:
Tra i tanti eventi, uno riguardava la presentazione di un libro di Joe Santangelo, "Shoot Me", book che ho acquistato recentemente e che provo a commentare.
Joe Santangelo
Immagino che la bibliografia relativa all'uccisione di Lennon sia nutrita, e più volte mi sono trovato ad "incrociare" un argomento che sento come mio, avendo vissuto appieno quel periodo di cambiamenti che ha toccato i “ragazzi dell’epoca”; parlo di fatti oggettivi mischiati a vicende personali che non si riesce mai più a dimenticare e, anzi, appaiono freschi, come fossero appena accaduti.
In questi casi più che il commento ad un'opera e al suo autore verrebbe da parlare di se e del proprio rapporto con il protagonista, ed è palese che gli intrecci e le sfumature rispetto al "mondo Lennon" risulterebbero infiniti.
Personalmente, l’argomento ” Lennon”, analogamente all’epilogo di JFK e alla storia della famiglia Manson, danno il senso di una mia partecipazione totale, della presenza nell’attimo cruciale, e mi portano verso uno stato mentale che è un misto tra curiosità e voglia di “malessere da ricordo”. E in questo modo mi sembra di rivivere quei giorni. Con soddisfazione.
Il libro di Santangelo è il frutto di enormi ricerche documentali, ma non è solo con i numeri e gli episodi che ci vengono raccontati gli avvenimenti.
I protagonisti sono due, John Lennon e Mark Chapman, e di loro si traccia la storia ed il profilo psicologico, ripercorrendo l’iter formativo del killer e le sue vicende antecedenti l’ 8 dicembre 1980, così come si presenta la vita di Lennon, con il focus sull’ultimo periodo.
Chapman è sempre stato descritto come uno squilibrato… e cos’altro potrebbe essere uno che uccide dopo un accurato piano, mosso da scombinate motivazioni!?
John lo ha tradito, ha tradito tutti quelli che hanno creduto in lui, diventando servo del capitalismo… solo l’eliminazione fisica può dare soddisfazione e rendere a tutti giustizia!
Ma non è facile, in lui convivono almeno due persone differenti, una che spinge per armare la mano e l’altra che frena tali propositi.
Sarà forse il caso a guidare verso l’azione, e come spesso accade nella vita, saranno piccole concatenazioni di eventi a suggerire le mosse e a donare il coraggio necessario.
Ma lo sforzo organizzativo di Chapman è rilevante e l’uomo goffo e impacciato trova una certa rivalutazione nel corso della lettura.
John Lennon appare fragile, a volte antipatico e insicuro, schiavo del proprio personaggio e della sua consorte, e proprio nel momento in cui è possibile rinascere, in un‘ età in cui molte cose ricominciano da zero, i suoi propositi vengono stroncati sul nascere. E il suo talento, ingabbiato negli ultimi anni, sarà cancellato per sempre.
Emozionante la descrizione minuziosa dell’ultima giornata, e per chi ha avuto l’opportunità di passare davanti al Dakota Building, in un freddo momento tra autunno e inverno, sarà arrivato in automatico un flash back di un attimo che, anche se lontani migliaia di chilometri, abbiamo sempre avuto la sensazione di aver vissuto da protagonisti.
Un libro che non può mancare nella libreria di un uomo che ama la musica e le leggende che ... girano attorno.