Articolo apparso su MAT2020 di Febbraio
“Se vuoi un'intervista con lui… i prossimi
giorni potrebbero essere buoni.
Fammi sapere, è in Inghilterra ancora per qualche giorno, poi torna in USA”.
Fammi sapere, è in Inghilterra ancora per qualche giorno, poi torna in USA”.
La
proposta ricevuta è quella di Corrado
Canonici e la persona da intervistare un certo Keith Emerson. Potevo tentennare davanti a tale
occasione?
Inutile
dire cosa rappresentino per me uomini come lui, musicisti con cui mi sono
formato e che mai avrei pensato di incontrare.
In
questo caso non è stato dialogo in tempo reale, ma un passaggio rapido di mail…
questa è la tecnologia, che da un lato toglie e dall’altro da.
Non erano
passate ventiquattro ore dall’invio del mio file che già avevo le risposte in
mano: attraverso un po’ di ironia e sarcasmo, Emerson fornisce punti di vista
interessanti, e i suoi pensieri non appaiono per niente come una forzatura
dettata dalla circostanza.
Importanti
sono anche le rassicurazioni sul suo stato di salute, e in qualche modo si
legano al mio ultimo quesito, quello in cui chiedo se lo rivedremo in Italia e
lui… lascia una piccola porta aperta.
Innanzitutto grazie di aver
accettato di rispondere a qualche domanda, il pubblico italiano ti ama e te ne
sarà grato.
Vorrei ripercorrere un po’ di storia
recente, ma devo partire da un ricordo lontano, di circa 40 anni fa, quando
vidi ELP al Palasport di Genova ed ero adolescente… uno shock per me! Che
ricordi hai di quei giorni?
Credo che la mia ancor
buona memoria potrà aiutarmi nel rispondere alle tue domande. Naturalmente è
sempre una grande soddisfazione uscire dal proprio paese per proporre la musica
in una nazione in grado di comprendere un cibo complicato come gli spaghetti.
Ho sempre pensato che gli spaghetti crescessero sugli alberi, e che potessero
essere usati per fare dei maglioni!
Un altro piccolo passo indietro. Il
mio amico Pino Tuccimei, il più famoso organizzatore di concerti del passato,
in Italia, mi ha raccontato di una volta in cui il pubblico protestava e voleva
entrare gratis ad un vostro concerto, e tu accolsi alcuni di loro in camerino
per ascoltarli… ricordi qualcosa di quei momenti così difficili, forse
incomprensibili per un musicista arrivato dall’Inghilterra?
Beh, certo, erano
altri tempi, ora con Internet-You Tube… è tutta un’altra cosa! Edgar Broughton
può aver dato lo start, ma non lo ritengo responsabile di quanto accaduto in
seguito. Tornando agli anni '50 e '60, è stato un periodo contraddistinto dalla
parola “libero”… libertà nell’amore, libertà di parola e… libertà di
infettarsi. Tutto potrebbe essere libero se si riuscissero a rompere le
barriere evitando però di essere arrestati, e in tutto questo non ci sono
differenze tra ieri e oggi.
Se hai bisogno di un
idraulico per riparare il tuo bagno, pensi che sarà felice se lo pagherai
suonando una canzone? Molto presto terminerà lo scambio di moneta.
Noi tutti dobbiamo
guadagnarci da vivere per comprare il cibo. Niente cibo, niente musicisti. Fa
un po’ tu!
Sono sicuro che qualcuno ti sta pagando per
realizzare questa intervista!!!
Arriviamo a tempi più recenti. Risale
ad una decina di anni fa la reunion con i Nice… come giudichi quell’esperienza?
E 'stato come tornare
a casa per me!
Io amo i ragazzi. Con
Lee Jackson ... parliamo regolarmente al telefono. Purtroppo Brian non è più
con noi. Siamo stati sicuramente dei “ piloti collaudatori” e abbiamo gettato
le basi per le tendenze future e per idee più raffinate che sarebbero nate a
seguire.
Nel 2006 ti ho rivisto suonare nella
mia città, Savona, e sei apparso in splendida forma, e soprattutto hai
entusiasmato il pubblico. Ti diverti ancora quando sei sul palco?
Non ricordo quel
concerto e quindi non ho idea di come
fosse la mia forma, fisica e interiore. Oh… eri nelle tre ultime file, ora
ricordo, avevi i capelli più lunghi allora!
Ad ogni concerto a cui
ho partecipato sono sempre stato al meglio delle mie capacità, senza aver mai
fatto uso di droghe o di alcool.
Qualche volta il
pubblico può tirare fuori il meglio di te, e tu rispondi di conseguenza. Altre
volte devi solo lasciarti andare. Capita la stessa cosa se si esce per una
serata e ci si ritrova a conversare con altra gente… se si può si da il proprio contributo, in
caso contrario si cerca di essere un buon ascoltatore.
Un mese fa ho partecipato ad una
conferenza stampa il cui protagonista era Greg Lake. Come sempre accade in
queste occasioni, tutti erano interessati ad una riunione di ELP, o almeno
parte di esso. Al di là dell’aspetto più… romantico, esiste la volontà di
ritrovarsi e di riproporsi insieme?
Non è mai esistito
alcun “formato ELP”, a differenza dei Beatles che erano un gruppo molto unito.
ELP, in rigoroso ordine alfabetico, erano tre singoli individui, e sono
contento che sia io che Greg che Carl abbiamo trovato felici percorsi
individuali, pubblicizzando le nostre imprese personali.
ELP è come una palla
di mercurio, se la lasci cadere si frantuma e si sparge in molteplici
direzioni.
Come è cambiato il mondo della musica dai tuoi inizi ad oggi? Apprezzi
l’evoluzione tecnologica che ci ha cambiato la vita?
Non più del primo uomo
delle caverne quando scoprì che con il fuoco poteva cuocere la sua preda. Mi
sarebbe piaciuto vedere la scena.
La moglie: “ Perché
la getti sul fuoco?”.
Lui: “ In realtà lo sto scoprendo ora, dal gusto si
direbbe una bella cosa!”.
Naturalmente la
tecnologia ha cambiato la mia vita.
Il computer è un
fastidio e un pesticida di cui vorrei fare a meno.
Sono molto triste
quando vedo i giovani passare il tempo con i loro piccoli gadget, con
un’intensità difficile da descrivere.
“Leggete un libro,
guardate l’altra gente ... parlate, andare a fare una passeggiata… non potete preoccuparvi
dei problemi dell’alcolismo, delle droghe o degli abusi sessuali, mentre siete seduti davanti a un maledetto computer,
a vegetare per dodici ore!
Sono della vecchia
scuola, e scrivo con carta e penna. Questo è un dato di fatto!
Credo di essere stato
molto più creativo negli anni ‘70 perché non c'erano fastidiose interferenze derivanti da e-mail, facebook, twitter, blog,
ecc.
Spero di non toccare punti dolorosi.
Recentemente sei stato colpito da una malattia da cui sei guarito. Come ti
hanno cambiato la sofferenza e la paura
di quei giorni?
Ti ringrazio per la
tua delicatezza.
In realtà oggi sto
molto bene. Sono in grado di fornire come prova le ultime analisi del sangue e
la risonanza magnetica, per di dimostrare che sono assolutamente a posto.
Prima di ogni tour è
necessaria una visita medica completa, ed è questa una procedura standard
legata a fini assicurativi. Nel mio caso si trattava di una colonscopia e in
quella occasione si è trovato qualcosa che non andava bene.
Ero andato in ospedale
per quella che avrebbe dovuto essere una permanenza di due giorni, e invece
sono stato lì per tre settimane, perché il resto del mio colon non aveva
aderito. Non è stata un'esperienza piacevole!
La scorsa settimana ti ho visto in televisione. Hai mantenuto
qualche rapporto con musicisti italiani conosciuti negli anni 70?
No, ma mi piacciono, e
per qualche motivo loro amano me. Trovo questo meraviglioso. Vorrei capire la
lingua italiana, al fine di comunicare più con le parole che la sola musica. Comunque,
la maggior parte della musica è scritta in italiano.
Come giudichi l’attuale stato della
musica? C’è crisi di talenti o esistono ragioni profonde che soffocano creazioni
originali e di qualità?
Non vedo una crisi
talenti, ma una disperata speranza di successo immediato, di soddisfazione e
riconoscimento. Si deve passare attraverso l’apprendistato, non ci sono
scorciatoie, oppure suonare per il proprio divertimento, proprio come io faccio
spesso. Per coloro che non hanno fatto la gavetta, l'esposizione pubblica
improvvisa può essere devastante.
Il modo più umano di
uccidere un’ aragosta è quello di mentirle alle spalle e poi metterla nel
freezer dove va a dormire.
X Factor e tutti gli
spettacoli simili, ti buttano nell’acqua
bollente senza alcun riguardo per le conseguenze. Purtroppo, tutti vogliono
questi spettacoli, e desiderano raggiungere il traguardo senza fatica alcuna.
Andy Warhol ha
scritto: "Ognuno avrà i suoi 15
minuti di fama". Quello che ha trascurato di dire a proposito della
fama è che una volta che l’hai sperimentata, per quanto breve sia, ne vuoi
sempre di più, e può diventare una droga.
La tecnologia,
ovviamente, avrà sempre il sopravvento nel fornire rapide soluzioni per
trasformare le idee in realtà, ma per arrivare a quelle idee è necessario il
soffio di un’anima vivente.
Ho appena sentito una
composizione scritta attraverso il computer e suonata da un violinista e un
pianista.
Spazzatura
assoluta!
Che musica ascolta Keith Emerson
quando si rilassa?
Oltre la mia, la
parola parlata. La voce umana è meravigliosa così come il canto degli uccelli.
Lo scorso anno hai inciso un album
con orchestra, in Svezia. C’è la possibilità di vederti partecipare ad un tour
orchestrale?
Se qualcuno se lo
potesse permettere… sì. La parte burocratica è a posto e la macchina è
pronta a mettersi in moto.
Sei contento di tutto quello che hai fatto o ... cambieresti qualcosa se
potessi tornare indietro?
Sono estremamente
felice e non cambierei una sola virgola di quello che ho fatto. Anche gli
errori forniscono nuove opportunità.
Un ultima domanda… ti rivedremo in Italia per un concerto?
Perché il punto
interrogativo? Potrebbe accadere!