Donella
Del Monaco, Paolo Troncon, Opus Avantra Ensemble
“Rosa
Rosae”
M.P.
& Records, 2019
Distribuito
da G.T. Music Distribution
L’inizio del 2019 ha
visto l’uscita di “Rosa Rosae”,
ovvero il ritorno all’azione discografica della storica entità Opus Avantra - un
nuovo ensemble rispetto al passato -, fondamenta del lavoro creativo di Donella Del Monaco e
Paolo Troncon.
Le risposte di Donella
e Paolo, nell’intervista a seguire, sottolineano gli aspetti principali di un
lavoro che annovero tra i migliori del 2019, all’interno del (micro)cosmo della
musica di estrema qualità.
Se è vero che Hemingway
ci ha dimostrato che un romanzo può essere delineato in sole sei parole, provo
a superare il concetto, facendo esercizio di estremo ermetismo, utilizzando un
solo un solo aggettivo utile a sintetizzare questo progetto: AVVOLGENTE.
E’ questa la
sensazione che ho provato nel corso dell’ascolto, acuitasi nelle ripetizioni
successive.
Un’onda sonora, varia,
in movimento altalenante, capace di circondare e proteggere i cambiamenti dei
differenti stati d’animo, provocati dalla fruizione di una musica unica e
indefinibile.
Razionalmente parlando
non è un contenitore semplice, nè dal punto di vista delle liriche, in bilico
tra italiano e latino - e tracce di francese -, né dal punto di vista
strettamente musicale, con la proposizione di una classicità mista alla
tradizione popolare che potrebbe avere bisogno di una certa preparazione per
poter essere afferrata, ma qui entra in gioco la magia che scaturisce
dall’opera dei protagonisti, proprietari di enormi competenze personali, che a
poco servirebbero se non fossero messe a disposizione di un progetto condiviso.
Gli Opus Avantra hanno
una lunga storia la cui origine ci riporta ai primi seventies, ma la
definizione di “gruppo” è sempre apparsa riduttiva, meglio utilizzare il
concetto di “movimento”, perfetta sintesi di anime variegate in campo
artistico. In questo senso appare lecito inserire gli O.A. nel filone della
musica progressiva. Ma non appare così importate, di questi tempi, tale
catalogazione.
Gli attuali Opus
Avantra, oltre a Donella Del Monaco, vedono la presenza di: Mauro
Martello - flauto, saxofono e duduk -, Laura Balbinot - violoncello
-, Paolo Troncon -pianoforte -, Andrea De Nardi - tastiere -, Giorgio
Cedolin alla batteria).
Con l’attenta
produzione artistica dello storico collaboratore Renato Marengo, sono stati coinvolti artisti esterni
di estrema qualità e notorietà, che non portano in dote un semplice cameo
musicale, ma forniscono reale valore aggiunto al disco: Jenny Sorrenti, Lino
Vairetti, Alberto Radius e Tony Esposito.
Per terminare la lista
delle collaborazioni segnalo Anna Campagnaro (violoncello), Mirko
Satto (fisarmonica), Davide Vendramin (fisarmonica), Tommaso
Troncon (sax tenore) e Gabriele Bruzzolo (percussioni).
Donella Del Monaco evidenzia
come al titolo “Rosa Rosae” possano essere attribuiti differenti
significati, ma il fil rouge dell’album è l’amore, rappresentato simbolicamente
dal fiore, e raccontato nelle cangianti sfaccettature, tra sacro e profano, tra
luce e profonda oscurità, tra possesso e piena capacità di dono disinteressato.
E la magia a cui
facevo riferimento precedentemente fa sì che esista una percezione del
messaggio che oltrepassa la comprensione della lirica, provocata da atmosfere a
tratti auliche che disegnano un percorso che coinvolge, e che determina una
pace da ascolto unica, e in questo senso il mio consiglio è quello di scegliere
con cura spazi e tempi per godere appieno di “Rosa Rosae”.
L’incontro tra il
mondo classico, il rock e la tradizione popolare non è cosa nuova, ma questo
album appare come il manifesto perfetto di tale miscela, e credo che chiunque
si ponesse in posizione di ascolto, scevro da pregiudizi e alibi concettuali,
non potrebbe che amare incondizionatamente questo lavoro che trascende la
materia e parla e suona come la colonna sonora di una vita comune.
E’ la stessa cantante a raccontare l’intervento degli ospiti
e la motivazione della scelta, ma mi piace sottolineare la bellezza del duetto
di Donella con Jenny Sorrenti - da brividi - nel brano “Vento del
nord”, così come l’intervento in latino di un inusuale e “diabolico” Lino
Vairetti nella traccia “Sceleratus”; Tony Esposito partecipa
alla strumentale “Mandala”, e sancisce il ritorno verso gli OA, con cui
aveva collaborato nel primo disco del ’74. E poi Alberto Radius, il simbolo
della chitarra elettrica nell’Italia del primo pop, completamente a proprio
agio tra il suo stile rock e il modus classicheggiante… è suo l’intervento nel
pezzo “Cyrcles”.
Sono nove le tracce che costituiscono “Rosa Rosae”,
nove episodi uniti tra loro da un collante concettuale solido e da un fascino
che risiede, anche, nel saper stimolare l’intelletto attraverso un topic che
riguarda l’esistenza di ogni essere umano, e il passaggio dal materialismo/fisicità
alla trascendenza/spiritualità, si trasforma in superamento della normale
fruizione musicale.
“… e come nuvole bianche, senza
meta ne età, verso la libertà, sii te stesso per me…”
Bellissimo l’artwork, che
trae spunto da un dipinto di Carlo Bertocci (Rosa Rosae, 2016) di
cui Donella parla nell’intervista a seguire…
Disco imperdibile!
L’intervista
a Donella Del Monaco
E’ da poco uscito
“Rosa Rosae”, un ritorno alla discografia per te e per gli Opus Avantra.
E’ bene che chi
ascolta possa utilizzare una chiave di lettura propria, ma penso sia
interessante il pensiero dei protagonisti: che cosa contiene l’album dal punto
di vista del messaggio, partendo dalla decodificazione del titolo?
“Rosa Rosae” ha più
significati: è la prima declinazione, la prima parola che si impara del latino,
così come per noi questo CD rappresenta una ripartenza verso nuovi linguaggi e
approdi musicali. La Rosa è anche simbolo d'amore, come i testi che ruotano
attorno a questo tema, ma dal termine “Rosa” deriva anche il Rosario, rito
devozionale che, come un mantra, cerca di avvicinarsi al mistero dell'anima.
Che tipo di
evoluzione rappresenta rispetto al passato, almeno negli intenti, se pensiamo
agli aspetti meramente musicali?
E' una via nuova, che
dà molto spazio alla composizione strutturata, talvolta usando il contrappunto,
talvolta complessità armoniche e ritmiche. A tratti risente di ispirazioni
stravinskijane, eppure il ritmo del rock e la forza della batteria sono ben
presenti.
Come si può
suddividere la fase creativa di “Rosa Rosae”, tra te e Paolo Troncon, e come si
è sviluppata nel successivo lavoro di squadra?
Risponde Paolo
Troncon:
Si è trattato di un
lavoro dal punto di vista artistico ed estetico svolto in piena condivisione,
all’interno del quale ognuno dei due ha avuto specifici e diversi ruoli. I
testi sono stati scritti dopo la composizione delle musiche, musiche che sono
state poi adattate alla vocalità di Donella (nei registri e nelle tonalità) e
in certi casi anche modificate nella struttura formale iniziale.
L’arrangiamento strumentale, inizialmente scritto da me per tutti gli
strumenti, ha poi visto alcune modifiche sulla base delle idee emerse nel
lavoro di gruppo.
Lo si può
considerare un concept album?
Direi di sì, anche
se si tratta di una suite di canzoni. Il concept è presente sia nel tema unico,
l'amore umano e spirituale, con testi in italiano e latino, ma soprattutto
nella ricerca della coerenza del linguaggio musicale, strutturato e complesso
sul piano compositivo ma incalzante ritmicamente.
E’ rimasto come
obiettivo primario quello di salvaguardare il mix tra opera, avanguardia e
tradizione?
In linea generale
sì, ma con l'adattamento temporale della visione attuale. Oggi molti autori e
gruppi usano mixare opera, musica classica e rock. Non è più una novità.
In fondo si può
dire che la visione Opus Avantra sia entrata nel modo corrente di fare musica,
basti pensare alla migliore musica da film. Noi oggi abbiamo scelto una via che
affonda ulteriormente nella struttura compositiva della grande scuola musicale
del Novecento, una radice storica che ci appartiene, che è parte della nostra
identità e cultura occidentale e che non va tradita. Però la componente vitale
del rock continua a emozionarci e l'abbiamo esaltata il questo lavoro.
Mi parli del
tuo/vostro team fisso… lo zoccolo duro, e dei collaboratori esterni?
In Opus Avantra
dobbiamo distinguere due aspetti: i fondatori (Donella, Alfredo Tisocco e
Giorgio Bisotto) che hanno focalizzato la visione, la linea direttrice, e cioè
la trasversalità ai generi musicali sintetizzata dal nome stesso Opus
Avan(guardia), Tra(dizione), dal gruppo interpretativo i cui componenti possono
cambiare durante i lunghi anni trascorsi dalla sua fondazione nel lontano 1974.
Un discorso a parte è il rapporto col compositore Paolo Troncon a cui ho
chiesto un apporto sostanziale di creatività per immergersi in questa via, ma
da un suo punto di vista.
Oggi i componenti
del gruppo sono oltre a me, Mauro Martello (flauti, sax e duduk) elemento
oramai cardine e storico, con le sue strepitose improvvisazioni e la sua
varietà di strumenti e giochi timbrici, sua è anche la canzone “Vento del
Nord”, dove duetto con Jenny Sorrenti. Poi al violoncello Laura Balbinot, virtuosa
e in più sapiente improvvisatrice, al pianoforte Paolo Troncon con il suo tocco
classico, alle tastiere Andrea De Nardi, giovane e bravissimo, e infine alla
batteria Giorgio Cedolin, creativo e vigoroso.
Nel disco sono
presenti molti ospiti autorevoli: come è nata la scelta?
E' nata
sostanzialmente per la stima nei loro confronti e per le loro capacità, e
inoltre devo ringraziare Renato Marengo, il produttore artistico: Jenny
Sorrenti è un'artista molto creativa e ha praticamente creato il suo suggestivo
intervento; Lino Vairetti era perfetto per “Sceleratus”, un brano tra il
medioevo e Stravinskij, tra il sulfureo ed il mistico. Tony Esposito, con le
sue magiche percussioni, è arrivato per chiudere il cerchio col primo lavoro
OpusAvantra, “Introspezione”, dove era il percussionista, e infine
Alberto Radius, che con i suoi assoli di chitarra elettrica scoppia come una
sorpresa in un brano di ascendenza gregoriana.
Non amo molto le
etichette, ma a volte facilitano l’avvicinamento dei curiosi: come definiresti
la vostra musica, all’interno del panorama attuale?
Molto... “fuori”!
Anzi mi sono stupita delle bellissime recensioni!
Colpisce
all’impatto l’immagine di copertina: come nasce l’artwork?
La copertina è un
quadro di Carlo Bertocci il cui titolo è “Rosa Rosae”! Per questo il nostro
discografico Vannuccio Zanella della M&P Records ce lo ha fatto vedere e ce
ne siamo innamorati. Il progetto grafico è di Giorgio Cedolin che, oltre a
essere batterista è docente universitario di grafica.
Come
pubblicizzerete il disco? Sono previsti concerti e presentazioni?
Per questo ci hanno
pensato Renato Marengo e Vannuccio Zanella. A Roma è stata fatta una
presentazione ufficiale alla Discoteca di Stato per la stampa, mentre M&P
Records ha raccolto moltissime recensioni da molte parti del mondo, oltre che
naturalmente in Italia. Per i concerti abbiamo iniziato a Treviso per il
festival letterario Carta Carbone, a Roma al Planet, a Pistoia al Festival
della Musica, a Cento per l'omaggio a Demetrio Stratos, a San Donà di Piave al
Teatro Astra per il Festival Prog, a Catanzaro al Museo del Rock, poi a Faenza
per il MEI, a Marghera nella rassegna “Musiche altre”, a Bassano, al Castello
di Soncino e una ripresa a Treviso a Palazzo di Francia.
TRACKLIST:
1 – Nuvole Bianche
2 – Pi-greco
3 – Mandala
4 – Sceleratus
5 – Rosa Rosae
6 - Vento del Nord
7 – Cyrcles
8 – Aurea Lyra
9 – Ineffabile Realtà
Sito internet di DONELLA DI MONACO: www.donelladelmonaco.com