domenica 31 dicembre 2023

Joe Cocker al Beat Club il 31 dicembre del 1968


Beat Club New Year's Eve, 31 dicembre 1968

 

Il primo grande successo di Joe Cocker fu la cover dei Beatles "With A Little Help From My Friends", resa famosa attraverso la performance di Woodstock. 

La canzone raggiunse la posizione n. 1 nelle classifiche britanniche e la n. 3 in quelle dei singoli tedeschi, e divenne per anni il momento clou di ogni concerto di Joe Cocker.

Cocker arrivò alla notorietà rivisitando canzoni già famose nel circuito rock, dando il meglio di sé nelle esibizioni live, caratterizzate dall’utilizzo virtuoso del falsettone unito a una voce graffiante e profonda.

Nel 1983 vinse il Grammy Award come “miglior interpretazione pop di un duo o un gruppo” per “Up Where We Belong”, brano cantato con Jennifer Warnes.

La rivista statunitense Rolling Stone nel 2008 lo collocò al 97º posto della classifica dei cento migliori cantanti di tutti i tempi.

È mancato il 22 dicembre 2014, a 70 anni, nel suo ranch in Colorado, per un male incurabile.








giovedì 28 dicembre 2023

Un nuovo album di David Gilmour dovrebbe essere pubblicato nel 2024



 La moglie di David Gilmour, Polly Samson, ha postato delle foto di lui che lavora in studio con una serie di musicisti.

 

David Gilmour ha lavorato in studio a un nuovo disco solista, la cui uscita è prevista per il 2024.

Il nuovo album sarebbe il seguito di Rattle That Lock del 2015, il quarto album solista di Gilmour, anche se da allora ha pubblicato il singolo solista Yes I Have Ghosts nel 2020 e il singolo a sorpresa dei Pink Floyd Hey Hey, Rise Up nel 2022.

La notizia è stata riportata dal sito web dei Pink Floyd Neptune Pink Floyd, che ha ripreso una serie di post sui social media della moglie di Gilmour, la scrittrice e paroliera Polly Samson, che ha pubblicato sul suo account Instagram una serie di fotografie di David che lavora in studio con vari artisti.

 


Tra questi, il bassista di lunga data Guy Pratt (che compare anche in Saucerful of Secrets di Nick Mason), Roger Eno al pianoforte, il batterista Adam Betts – che ha già lavorato con Jarvis Cockern – e il bassista Tom Herbert (The Invisible e Polar Bear).

Samson ha anche confermato il nuovo album in un'intervista con il sito web rumeno Ziles Inopti, affermando: "Spero di tornare con un nuovo romanzo il prima possibile. Al momento sto lavorando con David Gilmour su nuove canzoni. Promettente, vero?"

 

Non ci sono ancora notizie ufficiali su una potenziale data di uscita.



martedì 26 dicembre 2023

Phil Spector e il "Wall of Sound"


Il 26 dicembre del 1939 nasceva Phil Spector, produttore discografico e compositore statunitense, tra i più influenti e rivoluzionari della storia della musica contemporanea.

Il suo nome è associato in modo indelebile al Wall of Sound, la tecnica di produzione sonora da lui creata capace di cambiare per sempre il mondo della musica leggera in tutto il mondo.

Qualche approfondimento.

Il Wall of Sound, chiamato anche Spector Sound, fu da lui sviluppato nei primi anni Sessanta nei Gold Star Studio di Los Angeles. A quei tempi Phil era già famoso nell’ambiente per la sua personalità eccentrica e per le idee, poco convenzionali. Di fatto realizzò una tecnica capace di trasformare le canzoni in piccole sinfonie.

Ma perché si trattò di innovazione?

Partendo dalla classica strumentazione basso-chitarra-batteria, tipica del pop rock e del rhythm and blues da classifica di quegli anni, Phil aggiunse in fase di produzione strumenti tipici della musica orchestrale, come archi, ottoni, timpani, percussioni e altri strumenti che mai erano stati utilizzati nel pop in passato. Le parti orchestrali venivano registrate e poi sovrapposte alla musica del gruppo, spesso raddoppiandoli o triplicandoli, creando un suono quasi unisono densissimo, capace di avvolgere l’ascoltatore in una massa sonora continua.

Di brani che possono esemplificare l’utilizzo della tecnica del Wall of Sound ce ne sono molti ovviamente dei Beatles, il gruppo più famoso tra quelli con cui collaborò Spector. Ma uno dei primi esempi fu Be My Baby, canzone del 1963 interpretata dalle Ronettes...


Altri esempi importanti sono Sleigh Reid, sempre delle Ronettes, ma anche alcuni lavori di grandi gruppi come Beach Boys e Rolling Stones. Lo stesso Leonard Cohen, con cui Spector collaborò in diverse occasioni, divenne esempio del Wall of Sound con l’album Death of a Ladies Man, datato 1977.



Si ricorda che Phil Spector nel 1989 venne introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame come non interprete e che la rivista Rolling Stone lo ha inserito al 64º posto nella sua classifica dei 100 migliori artisti di tutti i tempi.

Nell'ultima parte della sua vita divenne noto anche per l'eccentricità e il comportamento narcisista e ossessivo: nel 2009 fu condannato a 19 anni di carcere per omicidio di secondo grado in seguito all'uccisione di Lana Clarkson, avvenuta nel 2003. 

È deceduto un anno fa, il 16 gennaio del 2021, durante la sua detenzione, per complicazioni legate al COVID-19, a seguito delle quali era stato trasferito dal carcere in un ospedale: aveva 81 anni.






domenica 24 dicembre 2023

Curved Air: riscopriamo l'album "Air Cut" del 1973

 


Air Cut è il quarto album in studio della band rock inglese Curved Air, pubblicato nel 1973. L'album è stato prodotto da Chris Thomas e registrato presso gli studi Morgan di Londra.

Air Cut segna l'inizio di un nuovo capitolo nella carriera dei Curved Air. La band ha abbandonato l'approccio più sperimentale e barocco dei primi album per abbracciare un suono più diretto e rock. Il risultato è un album più accessibile e radiofonico, ma che non rinuncia alla complessità e alla raffinatezza della musica dei Curved Air.

Il disco si apre con "The Purple Speed Queen", un'energica canzone pop, e termina con "Easy", un'intima ballata folk. "Two Three Two" è un altro brano rock potente, mentre "Metamorphosis" è un'elaborata suite che spazia da elementi rock ad altri  classici. Da segnalare "Elfin Boy", una dolce e sognante ballata folk.

Air Cut è un album ben riuscito che dimostra la maturità artistica dei Curved Air. La band ha trovato un equilibrio tra la sperimentazione e la semplicità, creando un album che è sia accessibile che stimolante, un must have per tutti gli amanti del rock progressivo e della musica degli anni '70.

 

Brani (cliccare sul titolo per ascoltare)

Lato 1

1.       The Purple Speed Queen- 3:20

2.       Elfin Boy- 4:20

3.       Metamorphosis - 10:30

4.       World - 1:32 

Lato 2

5.       Armin (Instrumental) - 3:16

6.       U.H.F.-6:06

7.       Two-Three-Two- 4:10

8.       Easy- 6:45

 


Musicisti

Curved Air

Sonja Kristina – voce (1-4, 6, 8) e cori (7) voce, chitarra acustica (2)

Eddie Jobson – violin elettrico, cori (6), sintetizzatore VCS3, mellotron, piano, organo, harpsichord (2)

Kirby Gregory – chitarra, basso (4), cori

Mike Wedgwood – basso (tutto tranne 4), chitarra acustica (4), cori e voce (7, 8)

Jim Russell – batteria


Crediti supplementari

Artwork-Modula

Illustrazioni basate su disegni di Ian Fink

Ingegnere suono – Paul "The Rock" Hardiman

Fotografia – Mal Linwood-Ross & Mike Putland







venerdì 22 dicembre 2023

Ricordando Leslie West e i suoi Mountain


Il 22 dicembre del 2020, all’età di 75 anni, a seguito di un attacco cardiaco, ci lasciava Leslie West, cantante e chitarrista statunitense noto per essere stato lo storico fondatore dei Mountain, di cui fu anche il chitarrista.

Vediamo qualche nota storica della band.

I Mountain furono fra i primi complessi a enfatizzare il ruolo della chitarra nell'ambito del power-trio e ad allontanare l'hard-rock dalle sue matrici blues.
Posero così le basi per un genere che usasse le vibrazioni dure fini a se stesse, l'heavy-metal. 
I Mountain furono formati dal chitarrista Leslie West (Weinstein), ex Vagrants, e dal produttore dei Cream Felix Pappalardi, (già chitarrista per Fred Neil e Tom Rush ai tempi del Greenwich Movement) di ritorno a New York, dove aveva appena prodotto l'album solista di West, intitolato appunto Mountain (Windfall, 1969).


Pubblicizzati come i "Cream d'America", la sincopata Mississippi Queen (1970) li catapultò subito nelle classifiche con un rock roccioso, affilato e fulmineo che rappresentava un passo avanti rispetto al modello originale. Quel brano e Theme For An Imaginary Western (il classico di Jack Bruce) sono i pezzi forte dell'album Mountain Climbing (Windfall, 1970). L'epica Nantucket Sleighride, sull'album omonimo (1971) coronò le loro ambizioni mitigando il sound con un melodismo reminescente della psichedelia. Pappalardi toccò il vertice della sua arte di produttore con l'album Flowers Of Evil (1971), nel segno di un raffinato pop barocco che al riff poderoso di Flowers Of Evil fa seguire le cadenze gotiche di One Last Cold Kiss e il blues sincopato Crossroader e chiude con l'onirica, orientale e rinascimentale Pride And Passion, il loro ritornello piu` suggestivo. West formò con Jack Bruce il power-trio West Bruce & Laing, che pubblicò Why Don'cha (Windfall, 1972 e Whatever Turns You On (Windfall, 1973), uno dei primi album di hard-rock con il sintetizzatore.
I Mountain si sciolsero dopo Avalanche (1974), e West formò un proprio complesso sullo stesso stile, che pubblicò The Great Fatsby (Phantom, 1975) e The Leslie West Band (1975).
Pappalardi morì nel 1983, ucciso dalla moglie. West riformò i Mountain per registrare Go For Your Life (Scotti, 1985), ma, dopo gli album solisti Theme (Capitol, 1988) e Alligator (Capitol, 1989), scomparve nel nulla.
Tornò sulle scene con Dodgin' The Dirt (Blues Bureau, 1994) e As Phat as It Gets (Lightyear, 1999). Blood of the Sun (Raven, 1996) é un'antologia della sua carriera.

(Note di Piero Scaruffi)






giovedì 21 dicembre 2023

"Fairytale of New York", la migliore canzone natalizia di tutti i tempi

 


Dalla rete…


Fairytale of New York è una canzone natalizia del gruppo irlandese The Pogues, pubblicata nel 1987, ed eseguita insieme alla cantante Kirsty MacColl.

Il brano, una ballata in stile folk irlandese, è stato scritto da Jem Finer e Shane MacGowan (che ci ha lasciato pochi giorni fa) e fa parte dell'album del gruppo intitolato If I Should Fall from Grace with God. L'arrangiamento è di Fiachra Trench.

È stata votata come migliore canzone natalizia di tutti i tempi in vari sondaggi televisivi, radiofonici e giornalistici effettuati nel Regno Unito e in Irlanda.

Originariamente la canzone doveva essere un duetto tra Shane MacGowan e la bassista dei Pogues Cait O'Riordan, ma quest'ultima lasciò il gruppo nel 1986, prima che il brano fosse stato completato. All'epoca il produttore dei Pogues era Steve Lillywhite, che chiese a sua moglie Kirsty MacColl di registrare una traccia per la voce femminile che fungesse da linea guida in una versione demo del pezzo. L'esecuzione della MacColl piacque così tanto ai Pogues che le chiesero di interpretare il brano anche nella sua versione definitiva.

Il brano descrive una sorta di sogno ad occhi aperti di un immigrato irlandese che sta passando la vigilia di Natale smaltendo una sbornia chiuso in una cella da ubriachi a New York. Quando un altro ubriaco chiuso con lui nella cella si mette a cantare una strofa della ballata irlandese The Rare Auld Mountain Dew il narratore (MacGowan) inizia a sognare il personaggio femminile del brano. Il resto della canzone (che può essere interpretato come un monologo interiore) prende la forma di un botta e risposta tra la coppia, che la vigilia di Natale, litigando, parla delle proprie speranze giovanili distrutte dall'alcolismo e dalla dipendenza dalla droga.

Il canto melodioso della MacColl crea un forte contrasto con la voce rauca e impastata di MacGowan, e le strofe sono di tono talvolta dolce-amaro altre semplicemente amareggiato: es. Happy Christmas your arse/I pray God it's our last (It. "Buon Natale stronzo! / Prego Dio che sia l'ultimo insieme"). I versi Sinatra was swinging e cars as big as bars (It. "Sinatra cantava lo swing" e "Automobili grandi come bar") lasciano intendere che la storia sia ambientata verso la fine degli anni quaranta.

Il titolo, ripreso dal romanzo A Fairy Tale of New York dello scrittore James Patrick Donleavy, venne scelto dopo che il brano era stato già registrato.


Il video

Nel brano MacGowan e la MacColl intonano per due volte, "The boys of the NYPD choir still singing "'Galway Bay" (It. "I ragazzi del coro della NYPD stanno cantando 'Galway Bay'"). Il Dipartimento di polizia di New York in realtà non ha un coro, ma dispone di una banda di percussioni e cornamuse che ha partecipato alla realizzazione del video. La banda non sapeva suonare Galway Bay e, mentre veniva filmata, suonò invece la sigla del Mickey Mouse Club; il filmato venne poi opportunamente rallentato in fase di produzione per adattarlo al ritmo del brano.

Al video ha preso parte l'attore Matt Dillon, che ha interpretato il poliziotto che arresta lo sbronzo MacGowan.

 


Censura

Il 18 dicembre 2007 l'emittente radiofonica BBC Radio 1 censurò le parole "faggot" (it. frocio) e "slut" (it. puttana) da Fairytale of New York per "evitare di commettere un reato". Le parole, cantate dalla MacColl e da MacGowan come insulti reciproci, furono coperte da un suono. La madre di Kirsty MacColl definì la censura "ridicola", mentre i Pogues dissero di averla trovata "divertente". La BBC in un comunicato disse: "Abbiamo trasmesso una versione modificata perché alcuni ascoltatori potrebbero trovare l'originale offensivo". Più tardi, la stessa sera, l'emittente fece marcia indietro e fece sapere che, dopo una giornata passata a sentire le critiche di artisti e ascoltatori, avevano deciso di ritornare sulla propria decisione. Sempre la stessa sera andò quindi in onda anche la versione integrale. Gli altri canali della BBC, tra cui la tendenzialmente conservatrice BBC Radio 2, continuarono a trasmettere la versione originale.

Anche MTV ha rimosso e reso incomprensibili le parole "slut", "faggot" e "arse" al momento di trasmettere il brano.


Popolarità

La canzone fu lanciata nel Regno Unito e in Irlanda nel novembre 1987 e divenne rapidamente un successo, trascorrendo cinque settimane al primo posto della classifica di vendita irlandese. Il 17 dicembre 1987 i Pogues e la MacColl eseguirono il brano nel popolare spettacolo televisivo della BBC Top of the Pops, esibizione che spinse Fairytale of New York al secondo posto della classifica ufficiale UK Top 75.

Il brano concluse al 48º posto tra i più venduti del 1987 nonostante fosse stato in vendita solo per un mese e non ottenne il primo posto nella Classifica britannica dei singoli natalizi, andato alla cover di Always on My Mind dei Pet Shop Boys. Sembra che MacGowan abbia commentato il fatto con la sua tipica "delicatezza" affermando: "Siamo stati battuti da due checche e una drum machine". In seguito, la Mac Coll dichiarò di non essersi in realtà mai sentita in competizione con i Pet Shop Boys, in quanto facevano un genere di musica completamente diverso.

La canzone fu ripubblicata dai Pogues nel Regno Unito nel 1991 (raggiungendo il 36º posto) e nuovamente nel Regno Unito e in Irlanda per il Natale 2005, raggiungendo il 3º posto della classifica nel Regno Unito. Tutti i proventi di quest'ultima edizione furono devoluti parte a varie associazioni che si occupano dei senzatetto e parte a Justice for Kirsty, una campagna di sensibilizzazione organizzata per far emergere la verità riguardo alla morte della MacColl, avvenuta nel 2000.

Nel 1996 è stata usata come brano introduttivo del film Basquiat.

Con l'avvento del fenomeno del download, che ha permesso a un brano di entrare nelle classifiche di vendita anche senza la presenza di un supporto fisico, Fairytale of New York ha fatto regolarmente il suo ingresso nella classifica dei singoli più venduti nel Regno Unito e in Irlanda nel dicembre di ogni anno a partire dal 2005. Verso la fine del 2012 ha raggiunto il milione di copie vendute nel Regno Unito.

Il 22 dicembre 2005 i Pogues hanno eseguito il brano in uno speciale televisivo condotto da Jonathan Ross su BBC One; il posto della MacColl come interprete femminile fu preso dalla cantante Katie Melua. Si trattò della prima esecuzione televisiva del pezzo da parte dei Pogues dopo il 1988.

Nel dicembre 2012 la canzone è stata ripubblicata per celebrarne il venticinquennale.

Il brano, eseguito dal cantante folk irlandese Christy Moore, è presente sul suo album del 1991 Smoke and Strong Whiskey.

Nel 2011 Angelo Branduardi ne ha scritto una versione in italiano intitolata Favola di Natale a New York, cantata con Fawzia Selama e inclusa nell'album Così è se mi pare.





mercoledì 20 dicembre 2023

David Jackson e René van Commenée condividono il nuovo singolo natalizio Gateway


David Jackson, ex membro dei VdGG, pubblicherà il nuovo album Keep Your Lane con il percussionista e produttore olandese René van Commenée a febbraio

 

L'ex sassofonista dei Van der Graaf Generator David Jackson e il percussionista e produttore olandese René van Commenée hanno condiviso il loro nuovo singolo natalizio Gateway, che potete ascoltare a seguire.

La coppia ha recentemente annunciato che pubblicherà un nuovo album in studio, Keep Your Lane, attraverso la Talking Elephant Records il 2 febbraio.

Il nuovo album contiene una nuova versione di Pioneers Over c dei Van der Graaf, originariamente dall'album del 1970 H To He Who Am The Only One, mentre l'ultima traccia, Felona, attinge dalle idee che Jackson e l'ex compagno di band Peter Hammill pensarono per Le Orme per la loro versione inglese del 1973 di Felona e Sorona, brani rielaborati appositamente per il nuovo album.

<<Il brano è stato ispirato dall'atmosfera evocata dal singolo natalizio di Kaprekar Constant, “All You Wish Yourself>>, spiega Jackson. "Ho scritto una marcia di coda per questo, che non è mai stata usata, ma quando l'ho inviata a René ha creato un pezzo completamente nuovo".

Keep Your Lane vede anche la partecipazione dell'ex bassista dei Porcupine Tree Colin Edwin, Dorie Jackson - la figlia di Jackson con la quale si esibisce nei Kaprekar's Constant -, Andrew Keeling e John Ellis.








Ci ha lasciato Bob Johnson, ex membro degli Steeleye Span


È morto il 15 dicembre 2023, all'età di 79 anni, Robert Johnson, chitarrista, cantante e compositore britannico. È stato membro del gruppo folk rock britannico Steeleye Span dal 1972 al 1977 e di nuovo dal 1980 al 2001.

Era nato a Londra. Sua madre era un'insegnante di musica. Ha studiato alla Westminster City School di Londra e all'Università dell'Hertfordshire.

Johnson suonò chitarre acustiche ed elettriche e cantò nell'album del 1972 del suonatore di dulcimer degli Appalachi Roger Nicholson Nonesuch for Dulcimer, accreditato come Robert Johnson. Nel 1972 divenne membro della band folk elettrica inglese Steeleye Span, dopo essere stato introdotto dal violinista Peter Knight.

È apparso per la prima volta nel quarto album del gruppo, Below the Salt, dove ha cantato nella traccia "King Henry". Insieme a "King Henry", introdusse molte delle canzoni più conosciute della band nel repertorio, come "Thomas the Rhymer", "Alison Gross", "Long Lankin" e "Gaudete".

Nonostante abbia cantato in molte canzoni, era una sorta di membro di sottofondo. Johnson lasciò temporaneamente gli Steeleye Span nel 1977 per lavorare su un concept album, The King of Elfland's Daughter, insieme a Peter Knight. Tuttavia, tornò nel 1980 per registrare Sails of Silver. Dopo l'abbandono di Tim Hart dalla band nel 1980, Johnson divenne l'unico chitarrista e un membro più importante, assumendo un ruolo centrale per gli album Back in Line (1986) e Tempted and Tried (1989).

A causa di motivi di salute, lasciò gli Steeleye Span nel 2000, ma tornò l'anno successivo per registrare Present – The Very Best of Steeleye Span. Tuttavia, i suoi problemi di salute gli impedirono di andare in tour, così fu sostituito da Ken Nicol. Ciononostante, ha continuato ad essere coinvolto con la band, contribuendo alla scrittura di canzoni e alla voce per i loro album in studio, l'ultimo dei quali è Wintersmith nel 2013.

Nel 2023, Steeleye Span ha pubblicato una nuova registrazione del brano "The Green Man", scritto da Bob negli anni '80 ma mai pubblicato ufficialmente.  Il riff di chitarra è stato riproposto da Bob per la canzone "Well done, Liar" nell'album del 2000 Bedlam Born.

Johnson era uno psicologo qualificato, avendo conseguito una laurea presso l'Università dell'Hertfordshire. Ha avuto due figli, Barnaby e Holly, con la sua prima moglie, Jane. Al momento della sua morte, era sposato con la sua seconda moglie, Mandy.

Il 16 dicembre, l'account Twitter Steeleye Span ha rilasciato una dichiarazione in cui annunciava la sua morte, dicendo che "stava male da alcuni mesi, ma alla fine ci ha lasciato alla ricerca della fine dell'arcobaleno".









lunedì 18 dicembre 2023

Tanti auguri a Keith Richards e alla sua... accordatura aperta


Compie oggi 80 anni Keith Richards, nato a Dartford il 18 dicembre del 1943.
Per ricordarlo propongo un mio post di qualche tempo fa, incentrato su di un aspetto tecnico, per evidenziare quanto Keith sia stato innovativo, fatto su cui non tutti sono d’accordo.

Nel corso della lettura di life”, il racconto della vita di Keith Richards, sono rimasto colpito dalla storia riguardante il suo modo di suonare la chitarra, delle cinque corde e dell’accordatura aperta in SOL da lui utilizzata nel corso degli ultimi cinquant'anni. Non credo abbia fatto proseliti, ma di sicuro è stato un innovatore. Richards non piace a molti, musicalmente parlando, e molti lo detestano per il suo stile di vita mentre altri pensano che non sia tecnicamente degno di nota e che sia impropriamente inserito nella lista dei migliori chitarristi esistenti. Ciò che descrivo a seguire mi pare dimostri almeno la condizione oggettiva di archetipo del chitarrista elettrico, e ciò non mi pare fatto privo di significato.


Tratto liberamente da “life”, autobiografia di Keith Richards.

La grande scoperta che feci alla fine del 1968 o nei primi mesi del ’69 fu l’accordatura aperta a cinque corde. Mi cambiò la vita. E’ così che suono i riff e le canzoni per cui gli Stones sono più conosciuti - Honkey Tonk Woman, Brown Sugar, Tumbling Dice, Start Me Up e Satisfaction.
Ero giunto a un punto morto ed ero convinto di non fare progressi con l’accordatura standard, da concerto. Non imparavo più e certi sound che cercavo non riuscivo ad ottenerli. Era da un pò che facevo esperimenti con le accordature. Il più delle volte le cambiavo perché avevo in testa una canzone, eppure, per quanto mi impegnassi, non ero in grado di tradurla in accordi con l’impostazione tradizionale. In più volevo riprendere alcune cose tipiche dei vecchi chitarristi blues e trasporle sull’elettrica mantenendone la semplicità di base e la purezza. Fu allora che venni a sapere tutta quella roba sul banjo.
Di solito l’accordatura del banjo veniva impiegata sulla chitarra per eseguire la tecnica slide o utilizzare il collo di bottiglia. “Accordatura aperta” significa semplicemente che la chitarra è stata impostata, in precedenza, su un accordo maggiore (ma esistono modalità diverse).
Io avevo lavorato sul RE e sul Mi aperti. Ero venuto a sapere che Don Everly usava un’accordatura aperta in alcuni brani. Si limitava a fare il barrè, a far scorrere il dito sulla tastiera. Il primo a suonare un SOL aperto davanti ai miei occhi fu Ry Cooder, malgrado se ne servisse esclusivamente per la tecnica slide, ancora con il MI basso. Io decisi che era troppo limitante, e che il MI basso mi stava tra i piedi. Mi accorsi che non ne avevo bisogno, non stava mai accordato e mi era d’intralcio rispetto a ciò che volevo fare, così lo tolsi, e la 5° corda, e il LA, divenne la nota più bassa. Se per caso colpivo quella corda non dovevo più preoccuparmi, né dovevo regolare gli armonici e tutte quelle cose che neppure mi servivano.
Cominciai a strimpellare con l’accordatura aperta… territorio inesplorato. Cambi una corda e d’un tratto ti ritrovi con un universo completamente nuovo sotto le dita. Tutto ciò che pensavi di sapere è volato fuori dalla finestra. Nessuno aveva mai pensato di suonare accordi minori su un’accordatura aperta maggiore, perché sei costretto ad usare degli espedienti. Devi ripensare tutto, come se il tuo pianoforte fosse stato capovolto, e i tasti neri fossero diventati bianchi, e quelli bianchi neri. Oltre alla chitarra devi riaccordare la testa e le dita. E abbandoni il regno della musica comune. La maestosità dell’accordatura aperta in SOL su una chitarra elettrica a cinque corde è che ci sono solo tre note - le altre due sono doppioni disposti su ottave diverse - .
La sequenza è: SOL- RE- SOL – SI- RE.
Certe corde risuonano, quindi, per l’intera canzone tenendo sempre bordone, e dato che sei su un’elettrica, producono un riverbero. Solo tre note, ma grazie a quei doppioni su ottave diverse, la distanza tra note alte e basse è colmata dal suono, con una magnifica risonanza squillante. A forza di suonare con le accordature aperte mi sono reso conto che ci sono un milione di posti dove non devi mettere le dite. Le note ci sono già. L’accordatura aperta funziona se riesci a individuare i punti dove posizionare le dita, e se azzecchi l’accordo giusto ne puoi sentire un altro sottostante che vibra anche se non lo stai suonando. Eppure c’è, e sfida ogni logica. Ciò che conta è ciò che lasci fuori. Fai risuonare tutto in modo che una nota si armonizzi con l’altra, e vedrai che, se hai cambiato posizione delle dita, quella nota riecheggerà ancora. Lascia che continui. Si chiama bordone, o almeno io la chiamo così. Da un punto di vista logico sembra senza senso, ma quando stai suonando e ti accorgi che la nota prosegue nonostante tu abbia cambiato accordo, ecco, quella è la fondamentale della canzone, è il bordone. Imparare di nuovo a suonare la chitarra mi appassionò e mi diede vigore. Era uno strumento diverso. Feci costruire delle chitarre a cinque corde per me. Non ho mai voluto suonare come qualcun altro, e dopo quella fase ho voluto scoprire ciò che la chitarra o il piano avevano da insegnarmi. Le cinque corde fecero piazza pulita del disordine. Mi consentirono di trovare nuovi lick e intessere trame più ricche. Potevo quasi sovrapporre la linea melodica agli accordi, grazie alla possibilità di aggiungere note qua è là.
E tutto a un tratto, anziché avere due chitarre, era come se avessi un’intera orchestra. Non sapevi più chi suonasse cosa… era fantastico.
Ian Stewart ci chiamava affettuosamente i suoi “prodigi da tre corde”, ma era un titolo onorevole. Che cosa puoi fare con quei tre accordi? Chiedete a John Lee Hooker, la maggior parte delle sue canzoni ne aveva solo uno, così come i pezzi di  Howlin’Wolf e Bob Didley… solo un accordo. Fu ascoltando loro che compresi che la tela a mia disposizione era il silenzio. Il genere di musica in cui si tappano tutti i buchi in modo frenetico non era certo la mia passione, né ciò che ascoltavo volentieri. Con cinque corde potevo essere sobrio, lasciando un vuoto tra un accordo e un altro. Ecco cosa mi ha insegnato “Heart-break Hotel. Quella fu la prima volta in cui sentii qualcosa di così spoglio. Allora non ragionavo come adesso, ma quello mi rimase impresso, quell’incredibile profondità al posto di un proliferare di fronzoli. Per un ragazzo della mia età fu una rivelazione.
Passare alla cinque corde fu come voltare pagina: là iniziava un’altra storia e.. sto ancora esplorando!

Editore: Feltrinelli
Collana: Varia
Data uscita:  03/11/2010

Ed ecco qualche spiegazione in lingua italiana.




domenica 17 dicembre 2023

Nel ricordo di Captain Beefheart



«Non voglio vendere la mia musica... vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla»(Don Van Vliet)

Il 17 dicembre del 2010 ci lasciava Don Van Vliet, meglio conosciuto come Captain Beefheart.


Leggendo una delle biografie di Frank Zappa il nome di Don Vliet emerge in continuazione.
L’immagine che traggo dal libro è quella di un genio, stimato enormemente da Zappa (non mi sembra una cosa frequente), confusionario e sconclusionato, forse incompreso.
Autoritario, accentratore, capace di “rinchiudere” in casa la sua band, per otto mesi, periodo durante il quale gli manca l’ispirazione.
Ho iniziato ad interessarmi a lui e alla sua musica e ho preso dalla rete un po’ di notizie che propongo a seguire.

Captain Beefheart, pseudonimo di Don Van Vliet, nasce a Glendale, in California, il 15 gennaio 1941.
Cantante, musicista e pittore, è tra i precursori e maggiori esponenti del rock sperimentale statunitense.
Personaggio fra i più pittoreschi che la storia del rock ricordi, Captain Beefheart, nemesi di Frank Zappa, con il suo peculiare rock-blues ha firmato alcuni capolavori degli anni ’60 e, forse, dell’intera musica rock.
Troppo lontano dalle classifiche per poter essere considerato dal grande pubblico, la sua produzione appare in crescendo, per raggiungere il culmine nel 1969, con lo straordinario Trout Mask Replica.
Musicista completo, dotato di mezzi espressivi inusitati e di una fantasia che trascende i generi, realizza nel 1965, “Mirror Man” , nel quale la sua arte risulta ancora in uno stato embrionale, con una forte matrice blues.
Il suo primo capolavoro, anch’esso omaggio al blues, è datato 1967.
"Safe As Milk" può essere considerato tranquillamente uno dei massimi capolavori della storia del rock, in virtù di una varietà di stili che si dipanano in un unico disco.
In un certo senso appare il punto di partenza e di arrivo di tutto il rock delle origini, musica totale nel vero senso del termine.
L’album passa da brani spiccatamente blues sino ad arrivare ai primi vagiti dell’hard-rock , utilizzando frasi musicali sconnesse, canto killer, violino lamentoso, gusto per i contrappunti, manipolazioni elettroniche .
A questo si alternano frasi più melodiche ,fraseggi di chitarra sconnessi e suoni quasi esotici .
Nessun brano sembra predominare sull’altro, sono tutti piccoli gioielli di musicalità e genialità, che sembrano aprire la strada ad un rock diverso, ben altra cosa rispetto a ciò che si suonava in quegli anni.
Beefheart, infatti, ripartiva dalle stesse origini musicali di certi suoi coetanei (Byrds e interpreti dell'acid rock di San Francisco e di Los Angeles, ma li rivisitava con una genialità tutta sua.
I brani di questo album diventeranno tutti dei classici del rock, ma sembrava che Beefheart li intendesse solo come prove generali di qualcosa di molto più importante.
"Trout Mask Replica" uscirà nel 1969 ed avrà lo stesso effetto di un colpo d’ascia in un mare di ghiaccio.
Il disco è l’esatto contrario di tutto ciò che la logica, il buon gusto e il buon senso musicale potessero suggerire.
Non è solo un esperimento musicale, una pura trasgressione, un’ode al caos.
E’ il tentativo di ripristinare un nuovo ordine musicale, facendo a brandelli tutto ciò che in precedenza fosse stato inventato.
Rumore e dissonanza ovunque.
Ne deriva un’opera impossibile ed inconcepibile, specialmente se osservata muovendo dagli stilemi classici del rock.
Melodia e ritmo vanno per conto loro, ogni musicista ha la massima libertà espressiva.
In questo si riscontrano non pochi parallelismi con certo free-jazz.
Al pari di "Safe As Milk", nessun brano predomina sull’altro.
Il disco deve essere considerato come un unico blocco di canzoni, nel quale hanno rilevanza anche le performance vocali ,come quelle strumentali e distorte, passando per brani di difficile catalogazione.
Di indubbio minore impatto le successive prove di Captain Beefheart, che, incompreso dal grande pubblico, si ritirerà a vita privata, dedicandosi alla pittura.
L’arte di Beefheart farà non pochi proseliti, e sarà fonte d’ispirazione di molti musicisti a venire.
All'inizio, la sua carriera di pittore venne vista dalla critica come l'ennesima trovata egocentrica di un musicista rock.
Col passare degli anni, però, i suoi dipinti (così come con la musica), sono stati reputati molto innovativi ed alcune sue opere sono state esposte in musei molto importanti (su tutti il MOMA) e vendute a prezzi particolarmente alti.

Van Vliet soffriva di sclerosi multipla, malattia che divenne aggressiva negli ultimi anni della sua vita, passati nel sud della California. Ci ha lasciato il 17 dicembre del 2010, all'età di 69 anni. 





venerdì 15 dicembre 2023

“Woodstock - Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi”-Presentazione di Celle Ligure del 14 dicembre

 


Ultimo incontro dell’anno utile a presentare il libro “Woodstock - Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi”, di Pintelli/Enrile/De Negri.

La location destinata all’evento era in questo caso il magnifico Centro Mezzalunga di Celle Ligure, che ospita con continuità eventi sociali e culturali.

Buona la partecipazione di pubblico e, soprattutto, l’interesse reale, quello che chi guida l’incontro percepisce al volo e rispetto al quale è possibile cambiare indirizzo alla narrazione.

Ormai è cosa collaudata, il contenitore realizzato soddisfa tutti… i meno giovani che hanno il piacere del ricordo che, niente come la musica riesce a stimolare, ma risulta piacevole anche per le nuove generazioni - incontrate da ottobre ad oggi - che afferrano il significato racchiuso tra le pagine del libro, che utilizza il festival per raccontare cosa accadde in quel magico 1969.

Ogni incontro avuto è stato caratterizzato da differenti contorni e nessuno dei sei episodi si può considerare sovrapponibile. Ieri, ad esempio, il driver era per la prima volta Mauro Selis, melomane e psicologo, partecipante attivo nel “progetto Woodstock”, che ha sintetizzato il concetto di “LSD”, caratterizzante dei tre giorni di pace, amore e musica.

Eppoi un ospite, Sandro Signorile, che assieme a Roberto Storace ha proposto una versione particolare di “4 + 20”, ovviamente di CSN&Y, band la cui musica è stata utilizzata nel corso della presentazione.

Parte musicale ad appannaggio dei B.E.S.T. (BRIANO Marco, ENRILE Athos, STORACE Roberto, TERRIBILE Giuseppe) e lettura finale di Maura Genta.

Divertente, utile, aggregante, coinvolgente… tutti aggettivi ascoltati alla fine delle tante presentazioni, che di tutto sanno tranne che di spinta alla nostalgia.

Siamo solo all’inizio, le intenzioni per proseguire in diverse direzioni esistono per cui… stiamo arrivando!

Un caloroso ringraziamento a Carla Camoirano che ci ha ospitato con estrema gentilezza nel Centro Mezzalunga!

Qualche frammento video del pomeriggio!







martedì 12 dicembre 2023

Angel's Egg", il viaggio psichedelico e avventuroso dei Gong (uno dei tanti!)

Album: Angel's Egg

Artista: Gong

Pubblicazione: 1973

Durata: 43:29

Genere: Space rock, Rock progressivo

Etichetta: Virgin Records

Produttore: Gong


Recensire - seppur in modo semplice e avvicinabile da chi non conosce la band - l'album "Angel's Egg" dei Gong significa immergersi in un viaggio musicale straordinario, pieno di avventure psichedeliche e sperimentazioni sonore.

L’album è il quarto della band, ed è stato pubblicato il 7 dicembre 1973. È anche il secondo della trilogia Radio Gnome Invisible, che si conclude con il successivo “You”.

Qualche nota estremamente sintetica sul gruppo Franco britannico…

I Gong sono un gruppo di rock progressivo fondato dal musicista australiano Daevid Allen, precedentemente membro dei Soft Machine. Il loro stile è talvolta catalogato anche come space rock ed ha uno strettissimo legame con la scena di Canterbury. Una delle caratteristiche più particolari del gruppo è l'anticonformismo dei suoi membri (a partire da Allen), e la variopinta "mitologia" messa in scena nei loro testi. Intorno al gruppo principale Gong hanno ruotato un grande numero di formazioni e gruppi paralleli (Pierre Moerlen's Gong, Planet Gong, Mother Gong, New York Gong ecc.) che complessivamente sono noti come la Gong Global Family.

Ma veniamo al disco, uno di quelli a cui mi sono avvicinato per caso da adolescente e da cui non mi sono mai più “staccato”!

"Angel's Egg" si apre con la traccia "Other Side of the Sky", un brano che incarna perfettamente lo spirito cosmico e avventuroso dei Gong. Con una combinazione di strumenti tradizionali, sintetizzatori spaziali e testi surreali, la band crea un'atmosfera unica che cattura l'ascoltatore e lo trasporta in un universo alternativo.

La suite di "Sold to the Highest Buddha" è un altro punto culminante dell'album. Con i suoi cambiamenti di ritmo, le improvvisazioni e i vocalizzi eccentrici di Daevid Allen, il brano offre un viaggio musicale straordinario e indimenticabile. Le influenze jazz, rock e progressive si fondono insieme in una miscela affascinante che caratterizza la musica dei Gong.

"Angel's Egg" è un album ricco di sfumature e varietà. Dalla ballata psichedelica "Prostitute Poem" alla travolgente e frenetica "Sold to the Highest Buddha", l'album presenta una serie di tracce che si distinguono per la loro originalità e creatività. Le sonorità eccentriche, i cambiamenti di tempo e le strutture musicali complesse fanno di questo album un'esperienza unica nel suo genere.

La produzione di "Angel's Egg" è impeccabile e la qualità del suono permette di apprezzare appieno gli intricati dettagli musicali e le sfumature sonore, che rendono l'ascolto un'esperienza coinvolgente e coinvolgente.

Un album che merita di essere scoperto e apprezzato dagli amanti della musica sperimentale e del rock progressivo, lavoro che trasporta l'ascoltatore in un viaggio psichedelico e avventuroso, attraverso suoni stravaganti e testi surreali. Nonostante siano passati molti anni dalla sua pubblicazione, l'album conserva ancora tutto il suo fascino e la sua rilevanza. È un classico intramontabile che dimostra la genialità e l'originalità dei Gong come band.


Tracce

Lato A

Other Side of the Sky – 8:00 (Tim Blake, Daevid Allen)

Sold to the Highest Buddha – 3:00 (Mike Howlett, Allen)

Castle in the Clouds – 5:30 (Steve Hillage)

Prostitute Poem – 5:30 (Gilli Smyth, Hillage)

Givin My Luv to You – 0:50 (Allen)

Selene – 3:10 (Allen)

Lato B

Flute Salad – 2:40 (Didier Malherbe)

Oily Way – 3:35 (Allen, Malherbe)

Outer Temple – 2:00 (Blake, Hillage)

Inner Temple – 2:15 (Allen, Malherbe)

Percolations – 0:40 (Pierre Moerlen)

Love Is How U Make It – 3:00 (Moerlen, Allen)

I Never Glid Before – 4:45 (Hillage)

Eat That Phone Book Coda – 3:00 (Malherbe)

 


Formazione

Daevid Allen – voce, chitarra

Steve Hillage – chitarra solista

Gilli Smyth – voce, Space whisper

Didier Malherbe – sassofono, flauto, cori

Tim Blake – sintetizzatore EMS Synthi A, voce

Mike Howlett – basso elettrico

Pierre Moerlen – batteria, marimba, vibrafono

Mireille Bauer – glockenspiel


Osserviamoli e ascoltiamoli dal vivo!