Sabato scorso, 2 dicembre, ho partecipato alla prima presentazione del libro “Le galline non mangiano la camomilla”, di Luciano Boero.
Ho letto in anteprima il saggio, e il mio commento è fruibile al seguente link:
https://athosenrile.blogspot.com/2023/11/commento-allultimo-libro-di-luciano.html
Alba accoglie i presenti in piena
atmosfera natalizia, situazione che aumenta la magia della serata.
La presentazione è stata progettata
da Boero in modo artistico, ed ho avuto la sensazione che, indipendentemente
dalla ovvia soddisfazione derivante dalla vendita dei libri (gratificante,
essendo simbolo del gradimento del pubblico, non certo per gli aspetti
economici), lo spettacolo messo su dai tre protagonisti possa reggersi in modo
autonomo, ovvero la narrazione possa diventare un mezzo per una
rappresentazione musicale e teatrale, dove le parole sostengono la musica e la
musica i testi. Quanti locali riempirebbe nelle Langhe il trio Boero and Friends!
Ma chi sono stati i due compagni di
viaggio di Luciano?
Parto dal fiatista Michele
Lazzarini, che avevo già conosciuto anni fa proprio come ausilio - in quel
caso al sax - nel corso di una serata tra parole e musica svoltasi a Savona. E
poi Luca Occelli, attore.
Pubblico delle grandi occasioni e
apertura da parte di Enzo Patri, il Presidente dell’associazione ALEC.
Si parte con la musica, Boero alla chitarra
e Lazzarini al clarinetto, un primo “ritorno al passato”, come si evince dal
video a seguire.
A brano terminato entra in scena l’attore,
e si incomincia a comprendere quali saranno le linee guida. Occelli parla e il
pubblico non accenna al minimo movimento, così concentrato su un modus attorale
così professionale, con le soste, gli accenti, le virgole che emergono dalle
labbra dell’oratore, che incanta con la sua voce così sicura.
Si procederà così per sette volte,
tanti sono gli episodi proposti, una discreta sintesi dei 25 indicati nel book.
Alcune tappe presentano finali che non potevano assolutamente essere scoperti in quel momento, sarebbe stato come svelare, a chi sta per leggere un nuovo giallo, chi è l’assassino, e all’inizio è salita la mia “preoccupazione”, quando Ocelli è partito con “Nina”, e io già immaginavo la scena “bruciata” per un prossimo lettore. Ovviamente è arrivato lo stop, e tutte le conclusioni si sono mozzate al momento giusto.
Ho sentita amplificata “la sofferenza”
provata nel corso della mia lettura, perché la musica ha accentuato ancor di
più lo spleen che mi ha attanagliato quando sono partito dal primo racconto, quello
che riportava a cento anni fa, e le scelte canore di Luciano non hanno risparmiato
nessuno.
Alla fine ho visto Luciano Boero
molto soddisfatto del risultato, ma allo stesso tempo ho avvertito uno stato d’animo
che è facile captare quando si arriva alla fine del libro, quella nostalgia
diffusa che per me ha significati molto chiari, ma su cui voglio oggi soprassedere.
Un incontro tutto sommato breve, e sono certo che anche i presenti sarebbero rimasti ancora inchiodati alle sedie, ad ascoltare le vicende di Marco/Luciano, che terminava con il giusto ricordo di Alberto Gaviglio, omaggiato con un suo brano, “Molecole”.
E alla fine aperitivo per tutti, una
festa della convivialità e della serenità.
Una bella serata, di quelle che non di dimenticano più.