Unka Munka - “Foreste Interstellari” (LP/CD)
BLACK WIDOW RECORDS
Nell’ottobre del 2016 ho presenziato e presentato
a Genova l’ultimo concerto degli Analogy, evento storico e triste, se si pensa
che tre dei protagonisti di serata non sono più tra noi (Jutta Taylor Nienhaus,
Martin Thurn-Mithoff e Pino Tuccimei).
Su palco quella sera trovai un tastierista che
non conoscevo, almeno non con il nome di Roberto Carlotto, ovvero Unka Munka.
Riannodando i fili della memoria associai il tutto ad un brano che da
adolescente mi era rimasto impresso, “Fino a non poterne più”, un
singolo dall’atmosfera drammatica amplificata da una voce che riportava a Demis
Roussos.
Ma Carlotto/H.M. è stato ed è molto di più,
tra sperimentazione e progressive.
Vale la pena ricordare “Dedicato a Giovanna
G.”, l'album di debutto, l'unico da solista dell'artista, pubblicato nel
1972 dalla Ricordi, rimembrato per la sua copertina provocatoria raffigurante un
gabinetto chiuso con dei fiori che fuoriescono da esso.
Il disco è stato distribuito in LP e in CD
anche in estremo oriente (Giappone e Corea del Sud) ed è stato ristampato nel
2012 dalla AMS.
Lo si può ascoltare cliccando sul seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=eGtHpFHrMO4&t=491s
Ma vediamo un po' di biografia estrapolata dal
comunicato ufficiale di BWR…
Il tastierista varesino Roberto Carlotto, in
arte Hunka Munka, inizia a suonare fin dall'infanzia, anche se la sua carriera
musicale fu seriamente compromessa da un incidente aereo che gli causò alcuni
gravi infortuni.
I suoi inizi come musicista professionista lo
hanno portato a suonare in Inghilterra, Germania e Svizzera, dove ha anche
avuto la possibilità di sostenere artisti come Rod Stewart e Colosseum.
In Italia suona con Big 66, I Cuccioli e
successivamente con Ivan Graziani (Anonima Sound – 1970), prima di iniziare una
carriera solista iniziando con un singolo di discreto successo - “Fino a non
poterne più” - nel 1971. Come artista solista, Carlotto era facilmente
riconoscibile per la sua ottima qualità tecnica e l'alto livello della sua
attrezzatura, che comprendeva un numero incredibile di tastiere diverse e
persino i primi esempi di drum machine a nastro.
Il suo unico album solista, “Dedicato a
Giovanna G.”, con la sua copertina oltraggiosa, è un album soft-prog,
ovviamente dominato dalle tastiere di Hunka (in particolare dal suo organo
Hammond auto-personalizzato) e dalla strana voce tremolante che ricorda Demis
Roussos o i Bee Gees. Tra i musicisti di supporto di allora c'erano il
batterista Nunzio "Cucciolo" Favia degli Osage Tribe e il chitarrista
Ivan Graziani.
Dopo l'uscita dell'album Carlotto si unì ai
Dik Dik, nel 1973, sempre con il batterista Cucciolo che suonò con lui anche
più tardi come "Carlotto & Cucciolo". Presumibilmente ha anche
pubblicato un album elettronico nel 1984, “Promise of love” (Atlantide AMX
12003), sotto il nome di Karl Otto. Nel 2011 Roberto Carlotto si è unito alla
riformata Analogy suonando con loro molti concerti.
Nei primi anni 2000 Roberto Carlotto inizia
una collaborazione con il tastierista Joey Mauro, talentuoso utilizzatore e riparatore
di tastiere vintage; insieme hanno rivitalizzato il nome Hunka Munka e recentemente
hanno pubblicato un nuovo album chiamato "Foreste Interstellari" in
cui Carlotto scrive testi, suona le tastiere e canta come protagonista. Joey
Mauro suona anche le tastiere e scrive le musiche insieme a Mr. Hunka Munka.
“Foreste
Interstellari” è un ritorno alle origini, un disco prog la cui
genesi risale a quasi 20 anni fa, almeno per quanto riguarda alcuni brani che sono
stati rivisitati a più riprese e proposti ora con una nuova veste. Ciò che non
cambia rispetto al passato sono le elaborazioni su strumenti tradizionali con
distorsioni esasperate, un mix tra antico e presente che rappresenta il
paradigma del genere.
I
testi in lingua italiana permettono una facile decodificazione e contribuiscono
a rinnovare la tradizione del prog italico, tra metafore e viaggi sognanti che,
uniti alle musiche, alimentano il modus onirico, il sogno ma… ad occhi aperti.
Il
combo Unka Munka rappresenta
l’unione di Roberto Carlotto (voce e tastiere) e Joey
Mauro (tastiere, orchestra).
Apre
l’album “La dama della foresta” …
Biondi capelli e signor vestiti, il fuggire
vostro da qual mariti, la mia domanda sgarbata e stolta, ma la foresta dà già
risposta, si fermi qui…
Tastiere sugli scudi per un brano sognante,
dove le atmosfere orchestrali si sposano ad un rock settantiano e ad una
ritmica insistente, con stacchi e ripartenze, ma senza un attimo di respiro.
Segue “Brucerai” …
Bugiardo ipocrita brigante sei, quanto male
hai fatto, agli amici tuoi, fingendoti leale, bastardo sei, ma dove vai c’è già
qualcuno che ti aspetta là, professione traghettatore, assunto in regola con
Satana…
Brano dalla cadenza regolare, condito da virtuosismi
personali e melodie che riportano al primo progressive italiano, in cammino su
una strada limite, quella che separa il rock tradizionale da quello contaminato
a oltranza.
Personalmente mi affascina il tono, il colore
della voce di Carlotto, che riesce ad essere caratterizzante.
“La
solitudine delle stelle” è un brano strumentale, un duetto tra
pianoforte e voce, con effetti annessi. Che dire, aulico, sacrale, riflessivo,
impegnativo… da ascoltare ad occhi chiusi!
Con “Idee Maledette” si ritorna
alla lunga durata, oltre otto minuti…
Esistenti sicurezze, non portano mai
soluzioni, soltanto un bene tacito risvolto e mere illusioni, che tu sia maledetta
idea mia, maledetta via.
Tipica costruzione prog, con synth in primo
piano che disegna la melodia, mentre la sezione ritmica spacca e il tappeto
tastieristico prepara il lavoro di chitarra elettrica.
“L’Uomo Dei Trenini” è un altro
strumentale che si carica di sonorità onomatopeiche, mentre emergono le immagini
di un treno, di un viaggio, di un uomo solitario in una stazione di periferia,
un quadretto perfetto che fa da trait d’union con la parte rimanente.
“I Cancelli Di Andromeda”,
strumentale, è caratterizzato da un giro di tastiere scritto sul finire degli
anni ’90 da Joey Mauro.
Bellissimo, pungente, con l’elettrica di
Gianluca Quinto in primo piano, al pari delle divagazioni da synth che appaiono
quanto mai funzionali alla traccia, anche se un certo gusto per le magie sonore
appare evidente e comprensibile.
E arriviamo alla title track, “Foreste
Interstellari”, l’episodio più lungo dell’album, quasi dodici minuti.
Chiudi gli occhi per lasciare la tua fantasia
volare, per calarti giù nel mare, più profondo, per scoprire questo tuo pianeta
vivo, un tempo nato e poi formato insieme a stelle e meteoriti, pezzi grezzi di
granito, e volo tra gli spazi siderali, in mondi nuovi e foreste interstellari.
Una mini-suite, dove i tempi composti - e l’assolo
- di Marcantonio Quinto contribuiscono a fornire la corretta dinamicità del
brano, della storia raccontata, tra fughe e riflessioni. A mio giudizio brano
rappresentativo dell’intero album e della proposta dell’attuale Unka Munka. E
non sarebbe male ascoltarla dal vivo!
“Amanti come noi” è la traccia
che più si avvicina alla forma canzone tradizionale…
I nostri ruoli ormai troppo diversi, solo ora
mi è chiara la tua irruenza, la sopportazione, dopo la tua arroganza, ho
deciso, lascio tutto, libero di andare via…
Magnifica, la sintesi dell’incomunicabilità,
della fine di un amore, un pezzo sentimentale trattato nel modo "corretto", un
lentaccio anni ’70 che non dovrebbe faticare per trovare una rotazione
radiofonica…
Si conclude con “La Stanza Dei Bottoni”,
la canzone più breve.
Il viaggio prosegue, il treno continua il suo
percorso attraversando la campagna e salutando le anime in attesa, un viaggio
senza fine, come la musica di Roberto Carlotto, nata oltre cinquant’anni fa e
ancora viva.
Un album davvero inaspettato, un ritorno al
passato con schegge di innovazione presentate attraverso un pensiero…
analogico, che non vuol dire “vecchio”, ma solo di estrema qualità.
Consigliatissimo!
Tracklist (cliccare
sul titolo per ascoltare)
La Dama Della Foresta (7:52)
Brucerai (5:55)
La Solitudine Delle Stelle (2:20)
Idee Maledette (8:08)
L’Uomo Dei Trenini (2:24)
I Cancelli Di Andromeda (5:20)
Foreste Interstellari (11:49)
Amanti Come Noi (4:30)
La Stanza Dei Bottoni (2:06)
Band:
Roberto Carlotto: Voce e tastiere
Joey Mauro: Tastiere e orchestrazioni
Special Guests:
Marcantonio Quinto: Batteria e percussioni
Gianluca Quinto: Chitarra
Andrea Arcangeli: Basso
Andreas Eckert: Basso
Alice Castagnoli: Voce e cori
Tony Minerba: Voce
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