Nell’inverno del 1960, Jack Lyons, il più noto fan degli Who e colui che è considerato il primo mod londinese, entrato definitivamente nel mito per aver ispirato in larga parte il personaggio di Jimmy in Quadrophenia, e familiare ai più col nome di Irish Jack, abbandona Cork e si trasferisce a Londra. E’ un giovane alto, snello e timidissimo, ma si trova subito bene come cittadino della capitale britannica, dove frequenta una scuola nel quartiere di Shepherd’s Bush. Nonostante la pronuncia di Jack somigli più a quella inglese, ormai senza alcuna inflessione irlandese, e il suo look sia naturalmente “cool”, i suoi coetanei “rocker” (quelli vestiti col giubbotto di pelle alla Elvis Presley) non lo sopportano e gliene combinano di tutti i colori. Dopo una zuffa, Jack sanguina. Ciò nonostante, o forse per questo motivo, quella sera si ripulisce e decide, con rabbia, di varcare la soglia di un locale denominato Goldhawk Club. E’ il 1964.
martedì 28 maggio 2024
Le origini di "Quadrophenia"
Nell’inverno del 1960, Jack Lyons, il più noto fan degli Who e colui che è considerato il primo mod londinese, entrato definitivamente nel mito per aver ispirato in larga parte il personaggio di Jimmy in Quadrophenia, e familiare ai più col nome di Irish Jack, abbandona Cork e si trasferisce a Londra. E’ un giovane alto, snello e timidissimo, ma si trova subito bene come cittadino della capitale britannica, dove frequenta una scuola nel quartiere di Shepherd’s Bush. Nonostante la pronuncia di Jack somigli più a quella inglese, ormai senza alcuna inflessione irlandese, e il suo look sia naturalmente “cool”, i suoi coetanei “rocker” (quelli vestiti col giubbotto di pelle alla Elvis Presley) non lo sopportano e gliene combinano di tutti i colori. Dopo una zuffa, Jack sanguina. Ciò nonostante, o forse per questo motivo, quella sera si ripulisce e decide, con rabbia, di varcare la soglia di un locale denominato Goldhawk Club. E’ il 1964.
lunedì 27 maggio 2024
Resoconto presentazione del libro "Woodstock..." a Stella San Martino, il 25 maggio 2024
Sabato 25 maggio è andato in scena un nuovo capitolo legato alla divulgazione del libro “Woodstock, Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi”, di Pintelli/Enrile/De Negri.
Evento speciale, perché realizzato in un teatro, un luogo solitamente dedito ad altro tipo di rappresentazioni, in un paese dell’entroterra savonese, Stella San Martino, immerso nel verde e dall’atmosfera sicuramente adatta all’argomento trattato.
In pieno accordo con l’assessore alla cultura Arianna
Oggero, e con l’ausilio indispensabile del factotum Simone Ruscino,
si è dato largo spazio alla musica, maggiore rispetto alle precedenti occasioni,
e di fatto, oltre ai brani tradizionali legati alla presentazione, è nata una
seconda parte di spettacolo dedicata esclusivamente alla musica suonata che,
occorre dirlo, i BECS proponevano per la
prima volta in modus elettrificato, utilizzando un impianto nuovissimo e di
fatto sperimentando un diverso modello propositivo.
Ma chi sono i BECS?
BECS è l’acronimo dei cognomi dei componenti l’ensemble: Briano (Marco), Enrile (Athos), Cruciani (Fabrizio) e Storace (Roberto).
Il format, sempre lo stesso, è diventato per l’occasione
evento musicale, con le parole che si sono miscelate alle immagini didascaliche
e ai differenti brani.
Il tutto per un paio di ore di spettacolo che è stato
possibile grazie al gradimento del pubblico, che ha favorito il proseguimento
oltre i tempi canonici.
Un palco, una platea, uno schermo - e proiettore - e quattro
ex ragazzi con una chitarra in mano.
A metà evento si sono unite al gruppo due girls, Raffaella
Bergonzi e Maura Genta, per far parte del coro della mitica “With
a little help from my friends” e di un successivo medley californiano (“California
dreamin”, “San Francisco” e “Stay”). Insomma, uno spirito di
gruppo che il pubblico pare abbia apprezzato.
Vediamo una sintesi di questa prima parte targata “CSN&Y”….
La seconda parte si è basata solo sulla musica, permettendo
di spaziare su altri repertori, come quello degli Eagles, dei Lynyrd
Skynyrd, per terminare con i Pink Floyd.
Anche di questa sezione propongo una sintesi…
Alla fine, bicchierata in piena comunione con il pubblico e
attimi di socializzazione e serenità.
Una bella organizzazione ha permesso di superare le difficoltà legate a tutte “le prime volte”, con la guida sapiente di Roberto Storace, il driver musicale del gruppo.
Un ringraziamento particolare ai rappresentanti del Comune, all’ANSPI e al proprietario/gestore dello spazio parrocchiale.
E speriamo sia solo un arrivederci!
domenica 26 maggio 2024
Doug Ingle: è morto l'ultimo membro originale dei rocker psichedelici americani Iron Butterfly
Il fondatore di Iron Butterfly, Doug
Ingle, è morto a 78 anni
Il cantante, organista e principale compositore degli Iron Butterfly Doug Ingle è morto circondato dalla famiglia il 24 maggio.
Suo figlio, Doug Ingle Jr, ha dichiarato: "È con il cuore pesante e con grande tristezza che annuncio la scomparsa di mio padre Doug Ingle. Papà è morto serenamente questa sera alla presenza della famiglia. Grazie papà per essere un padre, un insegnante e un amico. Cari ricordi d'amore porterò con me il resto dei miei giorni andando avanti in questo viaggio della vita. Ti voglio bene papà".
Ingle aveva 78 anni. La sua morte arriva tre anni dopo la dipartita del batterista Ron Bushy, membro fondatore, morto a 79 anni di cancro all'esofago.
Ingle era nato a Omaha, nel Nebraska, e si trsferì in California da bambino in tenera età. Il suo interesse per la musica proveniva da suo padre, che era un organista di chiesa.
Ha fondato gli Iron Butterfly nel 1966 e il loro album di debutto, “Heavy”, è stato pubblicato due anni dopo.
La band di San Diego ha avuto un'enorme influenza ed è classificata tra i gruppi fondatori dell'heavy rock americano. Erano soprattutto conosciuti per il loro classico di 17 minuti, “In-A-Gadda-Da-Vida”, la title track del loro secondo album, che ha raggiunto lo status di quadruplo disco di platino negli Stati Uniti. Ingle ha cantato e co-scritto il brano.
La canzone “In-A-Gadda-Da-Vida” è nata da un soundcheck in studio in cui la band ha in gran parte improvvisato, in attesa che il loro produttore ritardatario si presentasse.
Per caso, l'ingegnere stava registrando come test.
È stato modificato e pubblicato come singolo, ma la versione dell'album è diventata un classico, essendo stata reinterpretata dagli Slayer e facendo la sua famosa apparizione nello show televisivo animato I Simpson.
Ma questa a mio giudizio è
insuperabile!!!
giovedì 23 maggio 2024
Quando i The Doors incontrarono... la musica italiana!
Nonostante il mio lungo viaggio nel mondo della musica sia iniziato
nella tenera età, ogni giorno mi accorgo di essermi perso per strada delle
chicche.
Facciamo un passo indietro, di almeno undici lustri, quando,
probabilmente, portavo ancora i pantaloni corti, ma conosceva già i Beatles.
In quei giorni, era la normalità ascoltare brani magnifici proposti dai gruppi più in voga, come i Camaleonti, i Nomadi, l’Equipe 84, i DiK Dik, i
Quelli e molti altri.
Ciò che proponevano erano soprattutto canzoni “rubate” oltreoceano e oltremanica, con un nuovo testo che potesse ricondurre alla lingua italiana e che non necessariamente traeva spunto dalla lirica originale: pare che a quei tempi non esistessero problemi di "proprietà del pezzo".
La lista delle band di riferimento è infinita, dai Procol Harum ai The Hollies passando per i The Animals… scontato pescare nel mondo Beatles e Stones.
Ciò che mi mancava era la coverizzazione dei The Doors che, lasciando
perdere la lunghissima e poco adatta alla “riduzione a 3 minuti” -
necessaria all’epoca - di “The End”, qualche brano utile alla causa lo
avevano pure costruito!
E poi tutto potevo pensare tranne che immaginare un loro
brano proposto da un principe italiano della melodia, Nicola di Bari.
Di lui non aggiungerò nulla, tutti sanno chi è, ma presento
la sua versione di “Light My Fire”, che fu trasformata all’occorrenza
di “DAMMI FUOCO” (1970), che qualcuno ha commentato così: “Molto
simile musicalmente alla versione di Jose Feliciano, un buon arrangiamento con
i flauti e gli archi… la copertina psichedelica è veramente bella…”.
Concordo sulla copertina!
Possiamo sentire la stessa canzone attraverso la registrazione di un altro gruppo di cui non ricordavo l’esistenza e che si chiamava Gli Innnominati. Il titolo è “Prendi un fiammifero” (1967)
Qualche nota su di loro trovata in rete.
Gli Innominati erano un gruppo di Milano la cui notorietà è
legata soprattutto a questa ardita cover del primo grande successo dei Doors,
n.1 in USA per tre settimane nel luglio del 1967 e canzone guida del loro primo
album pubblicato in USA nel gennaio dello stesso anno. Scritto in larga parte
dal chitarrista del gruppo Robby Krieger, era accreditato a tutta la band. La
versione italiana è "zavorrata" dal titolo e dal refrain che, con
umorismo involontario, introducendo un domestico fiammifero (neanche un cerino,
che può evocare forse l'accensione di una sigaretta) fanno pensare, più che al
fuoco della passione, alla pentola del minestrone per la cena.
Nel resto del testo, a parte che a forza viene introdotto (come in tutte o quasi le canzoni degli anni '60, un mistero mai chiarito) il tema di un amore in crisi, che nell'originale non sembra esserci proprio, non stravolge il senso, pur se ha molta meno forza. La esecuzione degli Innominati è invece piuttosto valida, sia come interpretazione vocale sia soprattutto nella parte per organo, molto in evidenza in questo pezzo, dove il tastierista, che si chiamava probabilmente Filippo (ma il cognome non è noto) non sfigura troppo nel confronto con Ray Manzarek, che era, come noto, un virtuoso dello strumento, in grado di gestire contemporaneamente anche la parte di basso (che nella formazione dei Doors non c'era).
Non ricordavo neppure Katty Line,
che ci regalò la sua versione di “Touch Me”, che in italiano
diventò “Tu Vinci Sempre” (1970).
Katty Line, pseudonimo di Catherine Denise Frédérique Boloban,
è una cantante francese che ha da poco compiuto 77 anni.
Inizia la sua carriera in Francia a metà degli anni Sessanta,
riscuotendo subito un buon successo, esibendosi poi anche in Belgio ed in
Svizzera.
In Italia diventa famosa dopo la partecipazione al programma televisivo “Stasera con Adriano Celentano”, dove si mette in luce per la sua bellezza e per le mini-minigonne che indossa: proprio il Molleggiato pubblica i suoi dischi con la sua casa discografica; inoltre, a seguito del successo televisivo, Katty Line viene ingaggiata dalla Dufour per Carosello. Partecipa al Festivalbar (1969), e risale a quell’anno il tributo ai Doors (con il testo scritto da Luciano Beretta e Cristiano Minellono).
E termino con una chicca assoluta, quella di Gene Guglielmi, che con il suo “Il Ditone” (1970), fornisce volto italico al brano “You Make Me Real”.
Al di là delle mie mancanze si può evidenziare come Gene Guglielmi sia considerato un pioniere del beat italiano...
Cantautore,
architetto, docente e poeta, nato a San Salvatore Monferrato il 17 aprile 1947,
figura chiave del panorama musicale italiano, Guglielmi si è distinto come uno
dei principali esponenti del beat italiano durante gli anni '60. La sua musica,
caratterizzata da sonorità innovative e testi poetici, ha saputo catturare
l'animo di un'intera generazione, incarnando i fermenti di cambiamento e la
voglia di rottura con gli schemi tradizionali di quel periodo.
La sua carriera musicale ha avuto inizio con la partecipazione al concorso televisivo "Giochi in famiglia", condotto da Mike Bongiorno. Notato dal produttore Carlo Alberto Rossi, Guglielmi venne subito lanciato nel mondo discografico, diventando uno dei volti più rappresentativi del beat italiano.
Oltre alla musica, Guglielmi ha portato avanti una brillante
carriera come architetto, docente universitario e poeta.
Ancora oggi, nonostante la sua età, rimane attivo nel
panorama musicale italiano. Continua ad esibirsi dal vivo e a dedicarsi alla
scrittura di nuove canzoni, portando avanti con passione e dedizione il suo
lascito artistico.
Non si finisce mai di imparare!
mercoledì 22 maggio 2024
Il folk psichedelico dei FOREST
Forest è stato un trio psichedelico-folk/acid-folk formatosi
nel 1966 a Grimsby, nel Lincolnshire, in Inghilterra.
Il gruppo era
composto dai fratelli Martin Welham, Adrian Welham e dal loro compagno
di scuola Dez Allenby, e in questo assetto iniziarono a suonare musica
folk tradizionale, sulle orme di ensemble contemporanei, come The Watersons
e The Young Tradition.
La band fu
pioniera della nascente scena acustica-psichedelica/acid-folk underground del
1960, scrivendo canzoni artigianali non convenzionali che evocavano gli antichi
boschetti della Gran Bretagna, usando una varietà di strumenti acustici.
Dando il via all’attività
sotto il nome di The Foresters of Walesby, il gruppo iniziò a cantare canzoni
popolari a base di armonia vocale nei club folk del Lincolnshire. Dopo essersi
trasferiti a Birmingham nel 1968, accorciarono il loro nome in “Forest”
e presto progredirono nella scrittura all'interno del fiorente movimento folk
psichedelico/acido di metà anni ‘60, sulla scia dell'emergere dell'Incredible
String Band.
Poterono godere dell’appoggio di DJ John Peel - una delle voci storiche della radio britannica - e si esibirono in diverse sessioni per la BBC Radio 1.
Nel 1969 firmarono un contratto con la Blackhill Enterprises e furono tra i primi a siglare un accordo per la nuova etichetta progressive Harvest Records della EMI.
Il singolo "Searchingfor Shadows" fu pubblicato nel 1969, seguito dall'album di debutto omonimo che presentava una serie di strumenti acustici dal suono medievale, armonie, aggeggi e immagini liriche pastorali.
“Full Circle” fu pubblicato un anno dopo, un eclettico set di canzoni con
temi scuri che videro stili più disparati incorporati nel loro marchio di folk
pagano, tra cui il pezzo neoclassico "Graveyard" e il
cupamente barocco "Midnight Hanging of a Runaway Serf".
La traccia di
apertura, "Hawk The Hawker", propone un accenno country
per via dell'inclusione della steel guitar (suonata dal musicista Gordon
Huntley) e il pezzo folk tradizionale "Famine Song" vede
la band tornare alle radici di armonia in tre parti non accompagnate.
Entrambe le copertine apribili degli album presentavano opere d'arte straordinariamente inquietanti dell'artista Joan Melville.
Dez Allenby
lasciò la band nel 1971 e i Welhams furono arruolati da Dave Panton (viola, oboe
e sassofono) e Dave Stubbs (basso) per il loro lavoro dal vivo.
L'ultima apparizione dei Forest risale al Festival Pinkpop del 1971 a Geleen, nei Paesi Bassi, che li vide registrare le loro ultime sessioni di BBC Radio 1 prima di sciogliersi verso la fine di quell’anno.
La canzone
dei Forest "A Glade Somewhere" è apparsa nel
campionatore della Harvest Records Picnic - A Breath of Fresh Air nel 1970.
"Graveyard" è stata inclusa nella compilation acid-folk del 2004 della Castle Records Gather in the Mushrooms e nella raccolta Strange Folk della Albion Records pubblicata nel 2006, inclusa la traccia dell'album Forest "Fading Light".
Eredità
Il secondo album di Forest, “Full Circle”, è stato uno dei 1000 album indicati dal Guardian come “da ascoltare prima di morire”.
Martin Welham è ora la metà del duo psych-folk, The Story, con suo figlio Tom.
Dez Allenby è
attivo suonando musica nell'East Yorkshire e oltre.
Discografia
Album
Forest
(1969)
Full Circle (1970)
Singoli
"Searching
for Shadows"/"Mirror of Life" (1969)
martedì 21 maggio 2024
I Beardfish firmano un nuovo contratto con la InsideOut Music e ripubblicano il quinto album “Destiny Solitaire”
I Beardfish pubblicheranno a luglio
per la prima volta una versione in vinile di “Destiny Solitaire” in occasioneper
il 15° anniversario
Il quartetto prog rock svedese Beardfish
ha annunciato di aver firmato un nuovo contratto con la sua vecchia etichetta
discografica, la InsideOut Music, e pubblicherà una versione speciale in vinile
per il 15° anniversario del loro quinto album in studio “Destiny Solitaire” il 19 luglio.
Un trailer video è disponibile a seguire.
La riformazione dei Beardfish è stata confermata lo scorso novembre con la pubblicazione di fotografie della band in studio e l'annuncio di un'apparizione al We Låve Rock Festival di quest'anno in Norvegia.
"Questi sono tempi super eccitanti per i Beardfish con noi che siamo tornati insieme come band", affermano. "Stiamo finendo il nostro primo nuovo album in nove anni e stiamo lavorando di nuovo con Inside Out, la nostra etichetta discografica preferita nel pianeta! Siamo anche molto felici che “Destiny Solitaire”, uno dei preferiti nel catalogo Beardfish, compia 15 anni quest'anno e che sia finalmente disponibile su un po' di cera calda! E' stato rimasterizzato per il vinile, ha lunghe note di copertina e ha un aspetto e un suono fantastici!"
Originariamente formati nel 2001, oggi i Beardfish sono: Rikard Sjöblom, David Zackrisson, Magnus Östgren e Robert Hansen. Hanno pubblicato otto album in studio fino al loro scioglimento nel 2016. L'imminente nono album della band vedrà la luce nel corso del 2024.
Oltre al We Låve Rock Festival, i Beardfish suoneranno anche la versione finale di Night Of The Prog Festival e sono confermati per il prossimo anno nel Cruise To The Edge.
“Destiny Solitaire” è stato recentemente rimasterizzato e conterrà un libretto LP pieghevole di 6 pagine con l'artwork completo della copertina e nuove note di copertina.
lunedì 20 maggio 2024
YES: a giugno esce la Super Deluxe Edition di “Fragile”-Previsto un tour con i Deep Purple
La nuova versione Super Deluxe
dell'album Fragile degli Yes è rimasterizzata e presenta rarità e registrazioni
live inedite
Gli Yes pubblicheranno il 24 giugno il loro classico album del 1971 “Fragile” in Super Deluxe Edition su quattro CD, un LP e un disco Blu-ray attraverso Rhino Records.
L'ampia ristampa, che segue l'uscita in Super Deluxe Edition di “The Yes Album” lo scorso novembre, presenta una nuova versione rimasterizzata dell'album originale sia su CD che in vinile, oltre a registrazioni rare e inedite. Un disco Blu-ray completa la collezione, con nuovi mix di Steven Wilson, tra cui l'album in Dolby Atmos e 5.1 Mix DTS-HD MA.
“Fragile” è stato il primo album degli Yes a presentare Rick Wakeman, che si unì alla band dagli Strawbs a metà del 1971 per sostituire il tastierista originale Tony Kaye. L'album contiene quattro brani della band, tra cui i perenni favoriti dal vivo Heart Of The Sunrise e Roundabout, più un pezzo di ciascuno dei singoli membri. È stato anche il primo album degli Yes a presentare un artwork di Roger Dean.
Tra le rarità ci sono versioni live inedite di Long
Distance Runaround/The Fish (Schindleria Praematurus), Perpetual Change
e Yours Is No Disgrace, registrate all'Academy Of Music di New York nel
febbraio 1972.
A seguire, si può anche ascoltare un nuovo mix alternativo di
Long Distance Runaround/The Fish (Schindleria Praematurus).
Pre-order Fragile (Super Deluxe
Edition)
https://rhino.lnk.to/FragileSDE
Gli Yes uniranno le forze con i Deep Purple per un tour in Nord America entro la fine dell'anno. A fine articolo le date complete.
Yes: Fragile (Super Deluxe Edition)
CD Disc One - Original Album
Remastered
1. Roundabout
2. Cans And Brahms
3. We Have Heaven
4. South Side Of The Sky
5. Five Per Cent For Nothing
6. Long Distance Runaround
7. The Fish (Schindleria Praematurus)
8. Mood For A Day
9. Heart Of The Sunrise
CD Disc Two: Remixes &
Instrumentals2024 Remixes
1. Roundabout
2. Cans And Brahms
3. We Have Heaven
4. South Side Of The Sky
5. Five Per Cent For Nothing
6. Long Distance Runaround
7. The Fish (Schindleria Praematurus)
8. Mood For A Day
9. Heart Of The Sunrise
10. We Have Heaven (Reprise)
2024 Instrumental Mixes
11. Roundabout
12. We Have Heaven
13. South Side Of The Sky
14. Long Distance Runaround
15. The Fish (Schindleria
Praematurus)
16. Heart Of The Sunrise
17. We Have Heaven (Reprise)
CD Disc Three: Rarities
1. Roundabout – U.S. Single Edit
2. Long Distance Runaround – U.S.
Single Edit
3. All Fighters Past – Steven Wilson
Mix
4. South Side Of The Sky – Early Take
5. Roundabout – Rehearsal Take/Early
Mix
6. Mood For Another Day
7. We Have Heaven – Full Version
(Steven Wilson Mix)
8. South Side Of The Sky – Early
Version (Steven Wilson Mix)
9. Long Distance Runaround (Steven
Wilson Edit) *
10. Heart Of The Sunrise (Steven
Wilson Edit) *
11. America
12. Roundabout – Early Rough Mix
13. We Have Heaven – Acapella (Steven
Wilson Mix)
CD Disc Four: More Rarities &
Live
1. Five Per Cent For Nothing –
Alternate Version *
2. Heart Of The Sunrise – Alternate
Version *
3. Long Distance Runaround/The Fish
(Schindleria Praematurus)- Alternate Version *
4. The Dean
5. America – Instrumental *
Live at the Academy of Music, NYC
(2/19/72)
6. Long Distance Runaround / The Fish
(Schindleria Praematurus) *
7. Perpetual Change *
8. Yours Is No Disgrace *
Blu-ray
2024 Steven Wilson Dolby Atmos Mix
2024 5.1 Mix DTS-HD MA
2024 Stereo Remix
2024 Stereo Remaster
2024 Instrumental Mix
Tracklist
1. Roundabout
2. Cans And Brahms
3. We Have Heaven
4. South Side Of The Sky
5. Five Per Cent For Nothing
6. Long Distance Runaround
7. The Fish (Schindleria Praematurus)
8. Mood For A Day
9. Heart Of The Sunrise
10. We Have Heaven (Reprise)
11. America
Fragile LP
Side One
1. Roundabout
2. Cans And Brahms
3. We Have Heaven
4. South Side Of The Sky
Side Two
1. Five Per Cent For Nothing
2. Long Distance Runaround
3. The Fish (Schindleria Praematurus)
4. Mood For A Day
5. Heart Of The Sunrise
Deep Purple/Yes: North American tour
2024
Aug 14: Hollywood Hard Rock Live, FL
Aug 15: Tampa Seminole Hard Rock
Event Center, FL
Aug 17: The Woodlands The Cynthia
Woods Mitchell Pavilion, TX
Aug 18: Durant Choctaw Casino Grand
Theatre, OK
Aug 19: Forth Worth Dickies Arena, TX
Aug 21: Cincinnati PNC Pavilion At
Riverbend Music Center, OH
Aug 22: Sterling Heights Amphitheatre
At Freedom Hill, MI
Aug 23: Tinley Park Credit Union 1
Amphitheatre, IL
Aug 25: Toronto Budweiser Stage, ON
Aug 27: Montreal Bell Centre, QC
Aug 28: Gilford Banknh Pavilion, NH
Aug 30: Camden Freedom Mortgage
Pavilion, NJ
Aug 31: Holmdel PNC Bank Arts Center,
NJ
Sep 01: Wantagh Northwell Health At
Jones Beach Theater, NY
Sep 03: Bridgeport Hartford
Healthcare Amphitheater, CT
Sep 04: Saratoga Springs Broadview
Stage At Spac, NY
Sep 06: Bethel Bethel Woods Center
For The Arts, NY
Sep 07: Bristow Jiffy Lube Live, VA
Sep 08: Scranton The Pavilion At
Montage Mountain, PA
domenica 19 maggio 2024
The Substitute: i miei ricordi nel giorno del compleanno di Pete Townshend
venerdì 17 maggio 2024
Jon & Vangelis, un combo da ricordare!
Jon & Vangelis è il duo musicale composto da Jon Anderson (cantante storico degli Yes) e il compositore di musica elettronica e new age Vangelis, ex Aphrodite's Child. Il duo si formò verso la fine degli anni Settanta e realizzò quattro album e diversi singoli di successo negli anni Ottanta.
Un po’ di storia…
Anderson e Vangelis si incontrarono
nella prima metà degli anni Settanta. In quel periodo, Anderson si imbatté
nell'album di Vangelis “L'Apocalypse des Animaux” (1973); entusiasmato
da quest'opera, decise di conoscere personalmente Vangelis e lo andò a trovare
nella sua casa di Parigi.
Nel 1974, quando Rick Wakeman lasciò
gli Yes, i due erano già buoni amici e, su invito di Anderson, Vangelis giunse
a considerare l'ipotesi di sostituire Wakeman nel gruppo. Alla fine, però, non
se ne fece nulla, e gli Yes presero Patrick Moraz. Nel frattempo, Anderson
iniziò a collaborare saltuariamente col compositore greco, cantando per la
prima volta sulla musica di Vangelis nell'album “Heaven and Hell” del
1975.
Nel 1976, Vangelis prestò ad Anderson il proprio studio discografico situato a Londra (Nemo Studios), per registrare il primo album solista del cantante, “Olias of Sunhillow”. In seguito alla pubblicazione di Olias, diverse persone si complimentarono con Vangelis per il suo lavoro su quell'album, cosa che lo stupì, perché non aveva suonato neppure una nota.
Nella seconda metà degli anni '70, Anderson continuò ad apparire con sempre maggiore frequenza sugli album di Vangelis: come arpista in “Opéra Sauvage”(1979) e alla voce in “See You Later” (1980). Al volgere del decennio, gli Yes erano ormai sciolti (e Anderson li aveva abbandonati ancora prima dello scioglimento), e prese definitivamente vita il progetto "Jon & Vangelis". I due realizzarono tre album fra il 1980 e il 1983 (“Short Stories”, “The Friends of Mr. Cairo” e “Private Collection”). I primi due includevano anche due brani che furono singoli di grande successo, “I Hear You Now” e “I'll Find My Way Home”. Il modus operandi del duo è stato più volte descritto da entrambi: in sostanza, Vangelis componeva musica strumentale e Anderson ci cantava sopra liberamente, inventando sul momento anche le parole. Queste improvvisazioni venivano registrate e via via raffinate fino a diventare vere e proprie canzoni. Quel periodo fu uno dei più produttivi della carriera di Vangelis, e tutti e tre gli album dimostrano un alto livello di sperimentazione. Brani come “Horizons” (da Private Collection) sono spesso considerati come vere pietre miliari del progressive.
Dopo “Private Collection”, il duo si fermò per qualche anno (una raccolta fu pubblicata nel 1984). Nel frattempo, gli Yes si erano ricostituiti, riaffermandosi anche sulla scena musicale con l'enorme successo di “90125” (1983). L'album successivo del duo fu “Page of Life”, pubblicato nel 1991, periodo in cui Anderson si era nuovamente allontanato dagli Yes per dare vita al progetto Anderson Bruford Wakeman Howe. Vangelis contribuì a questo progetto con il brano “Let's Pretend”, che compare sull'album omonimo Anderson Bruford Wakeman Howe.
Dopo “Page of Life”, Anderson e Vangelis non hanno più realizzato album come duo, pur continuando a collaborare occasionalmente ai relativi progetti; è di Vangelis, per esempio, la musica della title-track dell'album di Anderson “Change We Must” (1994).
Discografia
Album
in studio
1980
- Short Stories
1981
- The Friends of Mr. Cairo
1983 - Private Collection
1991 - Page of Life (riedizione semiufficiale non riconosciuta da Vangelis nel 1998)
Raccolte
1984
- The Best of Jon & Vangelis
1994 - Chronicles