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mercoledì 11 marzo 2009

Presentazione Osanna-Sophya Baccini-Delirium



Proseguo col racconto del mio fine settimana musicale.
Sabato sera, alla Casa della Musica di Genova, nella nuovissima struttura in darsena(http://nuke.genovainmusica.it/), sono stati presentati tre nuovi “lavori” musicali , legati all’area progressive.
Parlo di “Prog Family” di Osanna e David Jackson, di “Aradia” di Sophya Baccini e de “Il Nome del Vento”, dei Delirium.
Di quest’ultimo ho già ampiamente parlato, anche se mi soffermerò su alcuni scambi di battute tra Martin Grice e pubblico.

In una sala “bollente” e affollata, i musicisti si sono confrontati con giornalisti, pubblico e tecnici del settore.
Il tutto moderato e condotto da Riccardo Storti.



Sophya Baccini (Sophy, come la chiama Martin).


Rimando a prossima e imminente occasione un giudizio sul suo lavoro, ma credo sia rilevante inquadrare il suo pensiero, o almeno quello che mi è arrivato.
Ieri ho parlato di lei come ospite al concerto dei Delirium e come presenza , in qualità di corista (e pianista)ne “Il Nome del Vento”.
Sophya ha una voce incredibile, ma quello che colpisce è il personaggio in toto.
In questa occasione viene proiettato il video, contenuto nel CD, suona e canta assieme a Lino Vairetti e risponde alla tante domande.
Ho avvertito la piena soddisfazione del momento, come se tutto a un tratto fosse arrivato il riconoscimento del suo talento e dell’impegno profuso .
Non a caso lei ci parla di “... tasselli che sembra stiano andando al posto giusto, dopo anni di gavetta…”.
Ma il suo esordio è quello che mi ha colpito di più, perché legato a riflessioni che ultimamente mi appartengono.
Ad una domanda legata al suo legame con la musica progressive emerge come Sophya consideri tale musica alla stregua della classica.
Il paragone, che potrebbe far inorridire i più rigidi e austeri musicofili, è a mio giudizio estremamente calzante.
Lei racconta di come sia una musica “difficile”, che dona la massima possibilità di espressione , che contiene in se i vari rami e ramoscelli dell’albero musicale, linee guida e derivazioni.
E questo è il percorso del suo disco (a me viene sempre il link col vinile) e della Black Widow.
Martin Grice si esprime in termini entusiastici, e lo benedice come possibile lavoro teatrale … non solo musica, ma qualcosa di ancora più complesso che possa dare vita a differenti forme espressive.
Uno dei temi della serata è la mancanza di visibilità per chi fa musica di qualità e, come spesso capita, spunta il festival di Sanremo , e non con scopi celebrativi.
A questo proposito Sophya afferma di aver “rischiato” di andare a Sanremo , ma non mi è parso chiaro se il tono era quello del rammarico o della soddisfazione.
Il mio pensiero: se è vero che la musica sanremese appare lontana anni luce da “Aradia”, è altrettanto vero che un passaggio al festival garantisce visibilità e può facilitare la realizzazione dei “seri” progetti personali.
E’ coccolata da tutti, Sophya, segno del riconoscimento del talento, ma appare evidente che l’aspetto umano è preponderante.


Lino Vairetti




Nella mia adolescenza ho avuto lì opportunità di vedere due volte gli Osanna, ma avevo solo in mente la fisionomia di Elio D’Anna.
Ricordo invece perfettamente “L’uomo”.
Quando a fine serata racconto a Lino di come io senta quel capolavoro nell’MP3, mentre corro, o di come io “abbia” toccato Dave Jackson, nel 72, mi guarda sorridendo , probabilmente pensando :”… ma perché mi racconta ste cose?..”
Caro Lino, quando parlo di musica perdo ogni tipo di pudore, le barriere cadono e ritorno adolescente!!!
Dal dibattito emerge come Vairetti sia l’unico superstite del vecchio gruppo, circondato da giovani talenti( figlio compreso).
Ma la grossa novità è la presenza di Dave Jackson, ex Van Der Graaf Generator.
L’antologia “Taka Boom”, uscita nel 2001, avente l’obiettivo di ripercorrere gli anni d’oro, viene messa in ombra, quasi rinnegata, in quanto poco in sintonia con lo spirito prog.
Anche oggi parliamo di un’antologia, contaminata dall’etnia napoletana, che prevede anche la rivisitazione dei primissimi Osanna , tempi in cui i fiati di D’Anna erano in primo piano. Pensando a quel periodo e a quei suoni , chi meglio di David poteva contribuire alla causa?
Ma quella che doveva essere una presenza una tantum si è trasformata in qualcosa di duraturo, sintomo di un perfetto accordo e amalgama tra i musicisti. Il risultato è che Jackson è ormai un titolare a tutti gli effetti.
Le sorprese partecipative non si esauriscono qui e si evidenzia la presenza di David Cross, Gianni Leone,Tim Stevens e… sarò più preciso nei prossimi giorni quando descriverò “Prog Family”.
Come già accennato emerge il problema della mancanza di spazi televisivi, per una musica che viene considerata poco vendibile .
Ma esistono persone come Vairetti che progettano e mettono del proprio, impegnandosi anche economicamente, nel tentativo di fare e proporre musica di qualità, possibilmente favorendo le iniziative “giovani”.
Gustosa la scenetta raccontata dalla Baccini, relativa al primo incontro tra lei e Lino, nel backstage , alla fine di un concerto.
Scambiano alcune parole e poi lei azzarda e chiede: “… ma tu collaboreresti con me?” , pronta a rilanciare alla Troisi, dopo il certo rifiuto. E lui:””... oltre ogni rosea aspettativa.
Un giornalista “attacca” gli artisti di Sanremo (sempre loro!!) e Lino prende la posizione del difensore delle persone iscritte all’albo dei cantanti...“In fondo loro hanno un seguito e fanno ciò che sono capaci di fare e che viene loro richiesto.”
Unitamente a questo benevolo pensiero, che però non suona come difesa d’ufficio di una categoria, ne ha uno più “acido”, ma davvero grave.
E’ un episodio che racconta di come , a fronte di un evento napoletano, in cui erano presenti artisti storici della musica italiana, il giornalista ufficiale di un quotidiano importante, preposto alla divulgazione/descrizione di manifestazioni musicali/culturali, avesse presentato in anteprima un "concerto da museo archeologico”, di fatto invitando a disertare piuttosto che a partecipare.
Dura la vita per la “MUSICA” seria!!!
Tra le tante attività organizzative di Vairetti, il festival di AFRAKA, acronimo di Afragòla, Frattamaggiore più il rafforzativo KA, somma di molti paesi (con la "C" iniziale) da lui chiamati “bassi”, proposto ormai da 15 anni, con partecipazioni straniere importanti (Emerson, Animals, Palmer …)
E a questi eventi partecipano molti giovani e giovanissimi, segno che forse qualcosa sta cambiando (e che i padri lavorano bene, aggiungo io!).
Nella discussione spazi-Sanremo-visibilità subentra Gasperini della Black Widow, con un intervento per me interessantissimo e sorprendente.
Il suggerimento è quello di non occuparsi troppo di televisione e visibilità e cercare la propria strada e seguirla con passione e tenacia. Il tutto è confortato da dati alla mano, quei numeri che dicono che l’andamento delle produzioni B.W. in corso è positivo, senza necessariamente passare attraverso luoghi istituzionali.


Martin Grice e Ettore Vigo



Sono i creatori delle musiche del CD, mentre i testi sono di Mauro La Luce, tutti e tre presenti.
Per i dettagli della presentazione vedere:

La domanda più succosa riguarda il concerto della sera precedente, ma riporta ad una situazione generale, in bilico tra la sofferenza e il piacere.
Inutile ricordare che i Delirium hanno un passato illustre, che li accosta a brani superconosciuti , e magari a Ivano Fossati.
Loro ormai sono altra cosa, ma i passaggi televisivi sembrano garantiti da brani come Jeshael o Dolce Acqua.
Analogamente, le hit del passato vanno eseguite durante i concerti, perché il pubblico richiede anche quelle, e “... la gente deve andare a casa soddisfatta”.
Questa è stata la risposta di Grice, a chi gli domandava il motivo per cui la sera prima non fosse stata colta l’occasione per proporre tutto “Il Nome del Vento”.
Mancanza di tempo e conseguente difficoltà nella coordinazione di Delirium, vecchi e nuovi (Di Martino è tornato da poco) con il quartetto d’archi, ma soprattutto volontà di soddisfare i fan, quelli attuali e quelli che arrivano da lontano, temporalmente parlando.
Certo, l’immagine di Martin che suona il flauto mentre guida il TIR , proponendo nuovi fraseggi, al telefono con Ettore Vigo… beh, resterà il simbolo di questa serata , come caratteristica evidente della passione che spinge gli uomini, in qualsiasi campo essi si muovano, a tirare dritti, seguendo i propri amori e talenti, nonostante le mille difficoltà che la vita propone.