mercoledì 7 agosto 2019

Donella Del Monaco, Paolo Troncon, Opus Avantra Ensemble - “Rosa Rosae”


Donella Del Monaco, Paolo Troncon, Opus Avantra Ensemble
“Rosa Rosae”

M.P. & Records, 2019
Distribuito da G.T. Music Distribution

L’inizio del 2019 ha visto l’uscita di “Rosa Rosae”, ovvero il ritorno all’azione discografica della storica entità Opus Avantra - un nuovo ensemble rispetto al passato -, fondamenta del lavoro creativo di Donella Del Monaco e Paolo Troncon.
Le risposte di Donella e Paolo, nell’intervista a seguire, sottolineano gli aspetti principali di un lavoro che annovero tra i migliori del 2019, all’interno del (micro)cosmo della musica di estrema qualità.

Se è vero che Hemingway ci ha dimostrato che un romanzo può essere delineato in sole sei parole, provo a superare il concetto, facendo esercizio di estremo ermetismo, utilizzando un solo un solo aggettivo utile a sintetizzare questo progetto: AVVOLGENTE.
E’ questa la sensazione che ho provato nel corso dell’ascolto, acuitasi nelle ripetizioni successive.

Un’onda sonora, varia, in movimento altalenante, capace di circondare e proteggere i cambiamenti dei differenti stati d’animo, provocati dalla fruizione di una musica unica e indefinibile.

Razionalmente parlando non è un contenitore semplice, nè dal punto di vista delle liriche, in bilico tra italiano e latino - e tracce di francese -, né dal punto di vista strettamente musicale, con la proposizione di una classicità mista alla tradizione popolare che potrebbe avere bisogno di una certa preparazione per poter essere afferrata, ma qui entra in gioco la magia che scaturisce dall’opera dei protagonisti, proprietari di enormi competenze personali, che a poco servirebbero se non fossero messe a disposizione di un progetto condiviso.

Gli Opus Avantra hanno una lunga storia la cui origine ci riporta ai primi seventies, ma la definizione di “gruppo” è sempre apparsa riduttiva, meglio utilizzare il concetto di “movimento”, perfetta sintesi di anime variegate in campo artistico. In questo senso appare lecito inserire gli O.A. nel filone della musica progressiva. Ma non appare così importate, di questi tempi, tale catalogazione.

Gli attuali Opus Avantra, oltre a Donella Del Monaco, vedono la presenza di: Mauro Martello - flauto, saxofono e duduk -, Laura Balbinot - violoncello -, Paolo Troncon -pianoforte -, Andrea De Nardi - tastiere -, Giorgio Cedolin alla batteria).

Con l’attenta produzione artistica dello storico collaboratore Renato Marengo, sono stati coinvolti artisti esterni di estrema qualità e notorietà, che non portano in dote un semplice cameo musicale, ma forniscono reale valore aggiunto al disco: Jenny Sorrenti, Lino Vairetti, Alberto Radius e Tony Esposito.

Per terminare la lista delle collaborazioni segnalo Anna Campagnaro (violoncello), Mirko Satto (fisarmonica), Davide Vendramin (fisarmonica), Tommaso Troncon (sax tenore) e Gabriele Bruzzolo (percussioni).

Donella Del Monaco evidenzia come al titolo “Rosa Rosae” possano essere attribuiti differenti significati, ma il fil rouge dell’album è l’amore, rappresentato simbolicamente dal fiore, e raccontato nelle cangianti sfaccettature, tra sacro e profano, tra luce e profonda oscurità, tra possesso e piena capacità di dono disinteressato.
E la magia a cui facevo riferimento precedentemente fa sì che esista una percezione del messaggio che oltrepassa la comprensione della lirica, provocata da atmosfere a tratti auliche che disegnano un percorso che coinvolge, e che determina una pace da ascolto unica, e in questo senso il mio consiglio è quello di scegliere con cura spazi e tempi per godere appieno di “Rosa Rosae”.

L’incontro tra il mondo classico, il rock e la tradizione popolare non è cosa nuova, ma questo album appare come il manifesto perfetto di tale miscela, e credo che chiunque si ponesse in posizione di ascolto, scevro da pregiudizi e alibi concettuali, non potrebbe che amare incondizionatamente questo lavoro che trascende la materia e parla e suona come la colonna sonora di una vita comune.

E’ la stessa cantante a raccontare l’intervento degli ospiti e la motivazione della scelta, ma mi piace sottolineare la bellezza del duetto di Donella con Jenny Sorrenti - da brividi - nel brano “Vento del nord”, così come l’intervento in latino di un inusuale e “diabolico” Lino Vairetti nella traccia “Sceleratus”; Tony Esposito partecipa alla strumentale “Mandala”, e sancisce il ritorno verso gli OA, con cui aveva collaborato nel primo disco del ’74. E poi Alberto Radius, il simbolo della chitarra elettrica nell’Italia del primo pop, completamente a proprio agio tra il suo stile rock e il modus classicheggiante… è suo l’intervento nel pezzo “Cyrcles”.

Sono nove le tracce che costituiscono “Rosa Rosae”, nove episodi uniti tra loro da un collante concettuale solido e da un fascino che risiede, anche, nel saper stimolare l’intelletto attraverso un topic che riguarda l’esistenza di ogni essere umano, e il passaggio dal materialismo/fisicità alla trascendenza/spiritualità, si trasforma in superamento della normale fruizione musicale.

“… e come nuvole bianche, senza meta ne età, verso la libertà, sii te stesso per me…”

Bellissimo l’artwork, che trae spunto da un dipinto di Carlo Bertocci (Rosa Rosae, 2016) di cui Donella parla nell’intervista a seguire…

Disco imperdibile!


L’intervista a Donella Del Monaco

E’ da poco uscito “Rosa Rosae”, un ritorno alla discografia per te e per gli Opus Avantra.
E’ bene che chi ascolta possa utilizzare una chiave di lettura propria, ma penso sia interessante il pensiero dei protagonisti: che cosa contiene l’album dal punto di vista del messaggio, partendo dalla decodificazione del titolo?

“Rosa Rosae” ha più significati: è la prima declinazione, la prima parola che si impara del latino, così come per noi questo CD rappresenta una ripartenza verso nuovi linguaggi e approdi musicali. La Rosa è anche simbolo d'amore, come i testi che ruotano attorno a questo tema, ma dal termine “Rosa” deriva anche il Rosario, rito devozionale che, come un mantra, cerca di avvicinarsi al mistero dell'anima.

Che tipo di evoluzione rappresenta rispetto al passato, almeno negli intenti, se pensiamo agli aspetti meramente musicali?

E' una via nuova, che dà molto spazio alla composizione strutturata, talvolta usando il contrappunto, talvolta complessità armoniche e ritmiche. A tratti risente di ispirazioni stravinskijane, eppure il ritmo del rock e la forza della batteria sono ben presenti.

Come si può suddividere la fase creativa di “Rosa Rosae”, tra te e Paolo Troncon, e come si è sviluppata nel successivo lavoro di squadra?

Risponde Paolo Troncon:
Si è trattato di un lavoro dal punto di vista artistico ed estetico svolto in piena condivisione, all’interno del quale ognuno dei due ha avuto specifici e diversi ruoli. I testi sono stati scritti dopo la composizione delle musiche, musiche che sono state poi adattate alla vocalità di Donella (nei registri e nelle tonalità) e in certi casi anche modificate nella struttura formale iniziale. L’arrangiamento strumentale, inizialmente scritto da me per tutti gli strumenti, ha poi visto alcune modifiche sulla base delle idee emerse nel lavoro di gruppo.

Lo si può considerare un concept album?

Direi di sì, anche se si tratta di una suite di canzoni. Il concept è presente sia nel tema unico, l'amore umano e spirituale, con testi in italiano e latino, ma soprattutto nella ricerca della coerenza del linguaggio musicale, strutturato e complesso sul piano compositivo ma incalzante ritmicamente.

E’ rimasto come obiettivo primario quello di salvaguardare il mix tra opera, avanguardia e tradizione?
In linea generale sì, ma con l'adattamento temporale della visione attuale. Oggi molti autori e gruppi usano mixare opera, musica classica e rock. Non è più una novità.
In fondo si può dire che la visione Opus Avantra sia entrata nel modo corrente di fare musica, basti pensare alla migliore musica da film. Noi oggi abbiamo scelto una via che affonda ulteriormente nella struttura compositiva della grande scuola musicale del Novecento, una radice storica che ci appartiene, che è parte della nostra identità e cultura occidentale e che non va tradita. Però la componente vitale del rock continua a emozionarci e l'abbiamo esaltata il questo lavoro.

Mi parli del tuo/vostro team fisso… lo zoccolo duro, e dei collaboratori esterni?

In Opus Avantra dobbiamo distinguere due aspetti: i fondatori (Donella, Alfredo Tisocco e Giorgio Bisotto) che hanno focalizzato la visione, la linea direttrice, e cioè la trasversalità ai generi musicali sintetizzata dal nome stesso Opus Avan(guardia), Tra(dizione), dal gruppo interpretativo i cui componenti possono cambiare durante i lunghi anni trascorsi dalla sua fondazione nel lontano 1974. Un discorso a parte è il rapporto col compositore Paolo Troncon a cui ho chiesto un apporto sostanziale di creatività per immergersi in questa via, ma da un suo punto di vista.
Oggi i componenti del gruppo sono oltre a me, Mauro Martello (flauti, sax e duduk) elemento oramai cardine e storico, con le sue strepitose improvvisazioni e la sua varietà di strumenti e giochi timbrici, sua è anche la canzone “Vento del Nord”, dove duetto con Jenny Sorrenti. Poi al violoncello Laura Balbinot, virtuosa e in più sapiente improvvisatrice, al pianoforte Paolo Troncon con il suo tocco classico, alle tastiere Andrea De Nardi, giovane e bravissimo, e infine alla batteria Giorgio Cedolin, creativo e vigoroso.

Nel disco sono presenti molti ospiti autorevoli: come è nata la scelta?

E' nata sostanzialmente per la stima nei loro confronti e per le loro capacità, e inoltre devo ringraziare Renato Marengo, il produttore artistico: Jenny Sorrenti è un'artista molto creativa e ha praticamente creato il suo suggestivo intervento; Lino Vairetti era perfetto per “Sceleratus”, un brano tra il medioevo e Stravinskij, tra il sulfureo ed il mistico. Tony Esposito, con le sue magiche percussioni, è arrivato per chiudere il cerchio col primo lavoro OpusAvantra, “Introspezione”, dove era il percussionista, e infine Alberto Radius, che con i suoi assoli di chitarra elettrica scoppia come una sorpresa in un brano di ascendenza gregoriana.

Non amo molto le etichette, ma a volte facilitano l’avvicinamento dei curiosi: come definiresti la vostra musica, all’interno del panorama attuale?

Molto... “fuori”! Anzi mi sono stupita delle bellissime recensioni!

Colpisce all’impatto l’immagine di copertina: come nasce l’artwork?

La copertina è un quadro di Carlo Bertocci il cui titolo è “Rosa Rosae”! Per questo il nostro discografico Vannuccio Zanella della M&P Records ce lo ha fatto vedere e ce ne siamo innamorati. Il progetto grafico è di Giorgio Cedolin che, oltre a essere batterista è docente universitario di grafica.

Come pubblicizzerete il disco? Sono previsti concerti e presentazioni?

Per questo ci hanno pensato Renato Marengo e Vannuccio Zanella. A Roma è stata fatta una presentazione ufficiale alla Discoteca di Stato per la stampa, mentre M&P Records ha raccolto moltissime recensioni da molte parti del mondo, oltre che naturalmente in Italia. Per i concerti abbiamo iniziato a Treviso per il festival letterario Carta Carbone, a Roma al Planet, a Pistoia al Festival della Musica, a Cento per l'omaggio a Demetrio Stratos, a San Donà di Piave al Teatro Astra per il Festival Prog, a Catanzaro al Museo del Rock, poi a Faenza per il MEI, a Marghera nella rassegna “Musiche altre”, a Bassano, al Castello di Soncino e una ripresa a Treviso a Palazzo di Francia.


TRACKLIST:

1 – Nuvole Bianche
2 – Pi-greco
3 – Mandala
4 – Sceleratus
5 – Rosa Rosae
6 - Vento del Nord
7 – Cyrcles
8 – Aurea Lyra
9 – Ineffabile Realtà

Sito internet di DONELLA DI MONACO: www.donelladelmonaco.com