E’ da poco uscito l’album omonimo
degli Adam Carpet, un esordio per
musicisti … esperti. Le esperienze pregresse vengono a galla nel corso dello
scambio di battute a seguire, e giustificano ampiamente il mio sottolineare l’importante appartenenza dei
cinque componenti la band al mondo musicale.
Dieci tracce strumentali per una
formazione atipica, che non conosce comparazione alcuna: due bassi, due
batterie e l’utilizzo di synth e chitarra, rappresentano una novità.
Questo tipo di costituzione musicale
permette una buona dose di libertà espressiva, e la risultante è una sorta di
free rock che profuma di new age, e che attinge a piene mani al versante
elettronico. E tutto ciò significa originalità di idee.
Il video a fine post rappresenta un esempio significativo.
Ma ciò che non si riesce ad
apprezzare nel corso dell’ascolto, e si può solo "leggere tra le righe", è l’aspetto visual, lo spettacolo, le luci e
le immagini, proiettate in porzioni di spazio non casuali.
Una somma di arti che superano
l’elemento musica, che oltrepassano il know how personale, che nascondono il
virtuosismo, a favore di un contenitore pieno di elementi stimolanti, pronti a
coinvolgere l’audience, sperando in una reazione.
Da una tale sezione ritmica - a tutti
gli effetti raddoppiata - nasce una decisa base percussiva, che molto si avvicina
alle nuove tendenze, e che dovrebbe incontrare
- anche - il gusto delle fasce di
ascoltatori più giovani, e in qualche modo mi pare che si possa parlare di
piccola funzione didattica.
Adam Carpet ha anche un occhio di riguardo per l’ambiente… ecco quanto riportato sul comunicato
stampa ufficiale:
Il disco
sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali e distribuito nei negozi in
versione Bundle: seedcard (con
codice per il download digitale) e t-shirt della band, contenute in
un "box" in carta riciclata, per un progetto che si basa sull'originalità
e l'avanguardia, sia dal punto di vista tecnologico che "green"
(la seedcard, una volta annaffiata, diventa un fiore).
Un bell’album, che lascia ben sperare per il futuro, nella speranza di
poter assistere a performance live della band.
L’INTERVISTA
E’ Appena uscito il
vostro album d’esordio, l’omonimo Adam
Carpet, ma non siete certo alle prime armi: potete sintetizzare le vostre
storie musicali pregresse?
Ognuno di
noi vanta collaborazioni di vario tipo e in diversi ambiti musicali, da quelli
più mainstream a quelli maggiormente di nicchia. Da Le Vibrazioni, ai Timoria
, ai Miura, ai Kalweit and the Spokes passando per progetti più sconosciuti e più
estremi, Adam Carpet è per noi un
interessante punto d'incontro. E' sopratutto grazie a queste esperienze così
diverse tra di loro e al nostro background variegato che il nostro sound non è
facilmente catalogabile.
Vi presentate con una
formazione inusuale, con la doppia batteria ed il doppio basso: reale necessità
espressiva o cos’altro?
All'inizio
la formazione era composta da due bassi e due batterie ma poi col passare del
tempo ci siamo resi conto che anche la componente electro avrebbe dato una
maggiore incisività al progetto. Da questo punto di vista devo dirti però che
non siamo per nulla vincolati. Già in questo lavoro spesso ci scambiamo e
l'assetto non è quasi mai uguale da un brano all'altro.
Le etichette musicali
sono spesso impietose, ma certamente utili. Come definireste la vostra musica?
La cosa
più semplice è che ti dica quali sono i generi che maggiormente hanno
influenzato questo primo lavoro. Penso di non sbagliare dicendoti: postrock,
electro, stoner e new wave.
Il versante live
propone forse la vostra vera essenza… cosa portate on stage?
Dal vivo
performiamo l'intero disco rivisto in chiave live. Certe parti vengono dilatate
ed altre omesse. Quasi tutti i brani del concerto sono legati tra loro. Un
aspetto molto importante è poi la cura delle luci e delle proiezioni che in un
concerto come il nostro sono importanti quasi quanto la musica.
Quanta tecnologia c’è
nella vostra musica?
Direi un
buon 30%, e mi riferisco soprattutto all'uso di synth, campionatori e sequenze,
oltre a tutto l'aspetto delle immagini. Quando è possibile infatti usiamo la
tecnologia del mapping che consente di mappare delle superfici e porzioni di
palco e poi su di esse proiettare immagini e luci.
E… quanto vi “prende”
l’impegno sociale?
Essere
artista e musicista al giorno d'oggi è una grande responsabilità. Anche se la
nostra musica è strumentale cerchiamo di muoverci nel rispetto delle persone e
dell'ambiente che ci circonda. Certo ci vuole più attenzione rispetto ad un
gruppo con dei testi cantati, ma chi guarda i nostri video un'idea circa quello
che ti sto dicendo se la può fare, se accende il cervello.
Se doveste indicare
qualche influenza certa, qualche artista da cui avete attinto e su cui siete
tutti d’accordo, chi indichereste?
Qui
ognuno potrebbe dirti le proprie influenze. In primis quello che ci unisce è l'artista
americano Adam Carpet, che io ho
avuto modo di frequentare per lungo tempo. Musicalmente poi potrei dirti (per
quanto mi riguarda) Lizard, Kyuss Tortoise,
Jesus, Cult Of luna...
Che progetti avete in
mente per il futuro prossimo?
Quest'estate
cercheremo di portare in giro il nostro spettacolo in qualche festival, anche
se la dimensione che preferiamo è sicuramente quella dei club. Poi si vedrà.
Line up
Diego Galeri
(batteria-Timoria, Miura), Alessandro Deidda (batteria-Le Vibrazioni, i Cosi),
Edoardo “Double t” Barbosa(basso), Giovanni Calella (chitarra/synth-Kalweit and
The Spokes), Silvia Ottanà(basso)
Adam Carpet