giovedì 18 aprile 2013

La città del Rock - Marcello Faranna




“La città del Rock è il luogo ideale e utopico dove vivere bene a tempo di musica, ma per raggiungerlo occorre attraversare la nuda e cruda quotidianità, affrontando i problemi seri che la vita ci mette davanti… bisogna saper scegliere in fretta il proprio destino!”

La città del Rock è un progetto a largo raggio, ideato da Marcello Faranna, che si pone l’obiettivo ultimo di proporre la sua creazione ad una o più band che possano rappresentarla dal vivo, allargando la proposta ad autori e compositori, perché La Città del Rock può e deve essere ampliata, riarrangiata, risuonata, tenendo conto che la versione che Faranna presenta è una demo fatta in casa, in totale solitudine, ma che ben esprime l’essenza dell’opera stessa, e che richiama commenti, consigli, critiche, nella speranza di iniziare un cammino che possa portare alla tappa finale, la definitiva “Città del Rock”, un grande evento live il cui primo seme è gettato da Marcello… e che la semina sia la più prolifica possibile!

Per saperne di più e ascoltare la musica…





L’INTERVISTA

Mi racconti qualcosa di te, della tua formazione musicale e della tua passione?
 “Ragazzotto” di 45 anni, all’anagrafe Gioacchino, sposato con Fatima Lo Verde che condivide la stessa passione per la musica con una bellissima voce (a mio modesto parere), due figli di 8 e 3 anni, Raffaella e Francesco. Sono titolare dell’agenzia di animazione e spettacolo “marci smile animation”, stakanovista del pianobar,  almeno cento\centoventi serate   “fiume” all’anno dal 2007 ad oggi, con la passione per la composizione, associato SIAE nella sezione musica e dor. Suono la chitarra, le tastiere e canto, autodidatta per eccellenza, la passione per la musica nasce nel 1979 quando il mio fratello maggiore porta a casa “Viva”, 33 giri dell’epoca dei Pooh. Da quel momento, anche se ragazzino, è scattato qualcosa, e divento un fan di quello che è tutt’ora un’icona del panorama pop\rock italiano.  A metà degli anni ottanta spopolavano i Duran Duran e gli Spandau Ballet, maggiori esponenti della New Wave, ragazzi bellocci che al primo vocalizzo mandavano in estasi migliaia di ragazzine impazzite… io diciottenne un pò controcorrente ascolto i Marillion dell’allora cantante Fish, esponenti di spicco del neoprogressive; mi colpì molto lp live” Real to Reel” del 1984. Accostato dalle recensioni di allora a “Genesis” e Pink Floyd”, inizio l’ascolto di questi gruppi storici. Nel 1987 acquisto la mia prima chitarra e….”chitarristi in 24 ore”, i primi accordi stonati, chi riusciva ad accordare la chitarra? Non certo io. Invece dei libri di scuola, ore ed ore a cercare di far uscire un suono decente da quello strumento infernale… stonato come una campana… primi spartiti acquistati… dei Pooh chiaramente… dopo aver capito un pò di più passo allo studio della tastiera, non faccio altro che riportarmi gli accordi imparati sulla chitarra sui tasti bianchi e neri… discreto risultato, incomincio ad “accordare” anche la voce ed a cantare le prime canzoni. Primi anni novanta, prime serate insieme a quella ragazza che poi sarebbe diventata mia moglie, primi consensi… a  metà anni novanta, per caso, assisto  ad un concerto dei New Trolls, che da allora entrano di diritto a far parte della colonna sonora della mia vita fino ad oggi, con le varie formazioni derivate: la Storia, il Mito ed UT dello storico batterista Gianni Belleno. Comincio ad apprezzare anche gli storici cantautori, da Vecchioni a Minghi, da De Gregori a De Andrè, passando per Branduardi, ma quello che forse lascerà più il segno è Enrico Ruggeri; ancora oggi chi mi ascolta associa la mia voce a quella del cantautore milanese: da un lato la cosa mi può far piacere da un altro no… addirittura durante una mia interpretazione di “Primavera a Sarajevo” gli spettatori erano convinti che si trattasse di uno scherzo e che era un playback sulla canzone di Enrico… mah. A fine anni novanta mi dedico ad un progetto niente male, che mi porterà un riscontro economico non indifferente; formo insieme a Fatima ed un amico il trio “Li Canzunari”, dove portiamo in giro la musica popolare siciliana e canzoni sempre in lingua siciliana da me composte, produciamo anche un cd “Biddizzi ri Sicilia” - “Bellezze della Sicilia”-  che ha un ottimo riscontro di vendite durante i nostri spettacoli: posso affermare che nel nostro piccolo siamo entrati nelle case di quasi tutto il mondo; in quanto ai nostri spettacoli erano presenti turisti di tutto il mondo, USA, Francia, Giappone, Germania ecc… i primi anni 2000 sono all’insegna dei concorsi musicali quali:
Concorso nazionale musica di Tendenza e d’Autore di Recanati (MC) .
Concorso internazionale Video Festival Live patrocinato anche da Radio Italia, selezione live    presso San Colombano al Lambro (Mi)
Audizione, per la  partecipazione, alla trasmissione televisiva “Festival di Napoli” su Rete Quattro. San Giovanni Galerno (Catania)
Concorso presso: Radio Uno Rai (RM).
Concorso presso: TIM Tour Estate 2002 (BO)
Selezione nazionale per il Festival di Napoli 2002, presso Mec Paestum Hotel (Paestum, Salerno).
Per quanto riguarda la composizione ho sempre cercato di sperimentare, di apprendere, di studiare suoni e stili alla ricerca di una mia dimensione, E ogni mia nuova “creatura” è qualcosa di nuovo e diverso rispetto alla precedente, elenco di sotto alcune di queste:
- “Il mondo visto dalla finestra”, canzoni pop, la maggior parte a sfondo sociale
- “A tutto liscio”, brani di liscio (mazurca, tango, cha cha, beguine ecc.)
-“Cuntu e cantu”, canzoni folk siciliane
- “La ballata dell’euro” E “Lettera a Silvio, pop ironico provocatorio
-“Vola Palermo volA” e “Palermo Oh” dedicati al Palermo calcio
-Musical “L’Opra Santa”, in dialetto siciliano, sulla vita di Gesù già messo in scena dalla  corale polifonica “Speranza” nelle migliori chiese di Palermo e Provincia
- canzoni Pop con il Paroliere di Brescia Nicola Bontempi
- “la me terra” canzoni in lingua siciliana su testi della poetessa Margherita Neri Novi
-“Soundtrack”, musiche da film
- canzoni pop, canzoni e musiche varie per Agenzie di Animazione e Pianobaristi con Andrea Gallo di Padova già a Sanremo giovani nel 1996 con Mara Maionchi per Sonymusic
- insieme al fisarmonicista compositore Michelangelo Topo di Salerno, balli di gruppo e canzoni di liscio varie
Di recente mi “affaccio”, tramite il mio amico ed esperto di musica, Pietro Alicò, al rock progressivo italiano anni settanta, ed ascolto le Orme, Metamorfosi, Balletto di Bronzo, Jumbo, Il Rovescio della Medaglia, oltre ai già conosciuti New Trolls, E da questo viene fuori in ordine di tempo “La città del Rock”, mia ultima composizione che racchiude in se  il mio cammino creativo  musicale fino ad ora.

Parlami di questo tuo progetto, “La città del Rock”.
La città del rock è un progetto “aperto”, da me iniziato, che al momento comprende otto canzoni e due strumentali,  che può ospitare chiunque ne voglia fare parte con la sua esperienza di vita e di musica. E’ il luogo ideale e forse utopico dove si può vivere bene a ritmo di musica. Per raggiungerlo però si devono affrontare la nuda e cruda verità che la quotidianità ci mette di fronte: eutanasia, prostituzione, amori impossibili, immigrazione, sfruttamento sul posto di lavoro ecc… bisogna saper scegliere in fretta il proprio destino…
E’ un progetto a largo raggio dove possono trovare spazio band, cantanti, autori, compositori.

Tutto ciò che hai realizzato è stato fatto in maniera autonoma. Come vedi la messa  in pratica delle tue idee, in un contesto più professionale?
La messa in pratica delle mie idee non è certo facile da spiegare. Ad accendere il “fuoco” della mia immaginazione è stato lo spirito di rivalsa delle situazioni più disperate palesate in musica, le note diventano colonne sonora di una vita arrivata al suo estremo; ma la vita non è solo sonora è anche visiva, racchiude in se l’essenza di tutto quello che ci circonda. Non ho solo “ascoltato”, ma ho anche “visto”  l’opera,  completa e arricchita da altre professionalità oltre quelle suddette, quali: attori, ballerini, coreografi, scenografi, esperti di fotografie e luci… per realizzare un’opera poliedrica che accomuni le vari arti dello spettacolo.

Come nasce la tua amicizia con Gianni Belleno?
I propri miti, che sino a poco tempo fa sembravano irraggiungibili, si possono ora “toccare” tramite i social network, e così ho conosciuto Gianni, e ho trovato subito una persona molto umile e disponibile; nel suo profilo face book ha condiviso una mia canzone, aggiungendo i complimenti; da allora ci sentiamo frequentemente, nonostante i suoi molteplici impegni di lavoro relativi alla sua ultima fatica “Do Ut Des”, un disco davvero bellissimo, e forse involontariamente è stato proprio lui che mi ha fatto scattare la molla che ha dato avvio a “La città del Rock”: mi immedesimo pensando alla sua voglia di portare avanti questo meraviglioso e complicatissimo lavoro.
Nella mia visione, la città del rock è il Paradiso, che presenta una strada di collegamento difficile da raggiungere e piena di insidie, dove si entra - per usare un termine evangelico - dalla “porta stretta” e non dalla “porta larga”, che ci porta alla perdizione e quindi all’inferno. Dio ci ha creati uomini liberi di saper scegliere tra il bene e il male; nei  giorni che stiamo vivendo sembra che il male, causato dall’uomo, abbia il sopravvento sul bene, ma alla fine sono convinto che tutto si sovvertirà, e che tutti raggiungeremo il Paradiso, e quindi la Città del Rock.

Da punto di vista meramente musicale come descriveresti la tua creazione?
E’ la chiusura di un cerchio. E’ la “messa” in musica di tutta la mia esperienza musicale acquisita fino ad ora, dove s’intrecciano, a mio modesto parere, tante sfumature del rock: dal sinfonico e prog (“preludio a La città del Rock”e “La città del Rock”) al psichedelico (“La pace del Cielo” e” Mobbing”) alla ballata (“La Ballata del Barcone insanguinato”) al pop rock (“Stelle di Cartone”, “Una nuova Età”, “E’ solo musica” e “Quale amore”), un pò atipico è “Tra un po’ sarò là”, un brano molto intimo, eseguito con piano, voce ed un leggero tappeto di violini, dove il protagonista riflette sulle difficoltà di poter arrivare  suo malgrado alla città del rock.
Per concludere posso affermare che “La città del Rock” sia, per come l’ho sviluppato, un concept album, in quanto per capirne l’effettivo significato bisogna ascoltarlo dalla prima all’ultima nota.

Può la musica rappresentare qualcosa di concreto che possa supportare l’uomo in un momento di estrema difficoltà sociale come quello che stiamo vivendo?
Oggi è davvero molto difficile( e non dico nulla di nuovo), poter vivere serenamente; la musica può alleviarci, quantomeno momentaneamente, dalle quotidiane difficoltà. Per fare un esempio personale, di recente ho assistito al concerto de “La storia dei  New Trolls e Le Orme”, E in quelle tre ore per me c’era solo il benessere rappresentato da quella meravigliosa  musica. Forse troppo poco? Credo di si, ma…

Come immagini la proposta live de “La città del rock”? Quali i musicisti che ti piacerebbe vedere sul palco?
Pretendere il massimo è come sognare ad occhi aperti… che dire, Gianni Belleno alla batteria,  Francesco Bellia al basso, Michele Bon alle tastiere, Vittorio De Scalzi al pianoforte e voce, Nico Di Palo tastiere e voce, Andrea Maddalone alle chitarre, special guest  alle voci Jmmy Spitaleri e Alvaro Fella… sarebbe la band ideale, chiaramente irrealizzabile… ma vedo seriamente la possibilità di un live con band di musicisti bravi seppur poco conosciuti, non per forza jam session, ma anche gruppi già formati,  che “credano” in questo progetto e che  attraverso “la città del rock” possano avere visibilità e perché no, successo.

Fede, musica, onestà, trasparenza, gioia, serenità, semplicità, amicizia, comprensione… esiste un aspetto che ritieni prioritario rispetto ad altri e che potrebbe essere fondamentale per rialzare la testa?
Di getto rispondo onestà; se tutti fossimo onesti prima con noi stessi e poi con chi ci circonda forse vivremmo meglio. L’onestà secondo me viene prima di tutto il resto, non puoi avere fede senza onestà, non puoi avere trasparenza senza onestà e via dicendo.

Un’ultima domanda, che cosa è per te la musica?
Arte allo stato puro.  come i pittori, gli scultori, gli scrittori, noi musicisti attraverso la musica possiamo esprimere ed esternare innanzitutto il nostro pensiero, i nostri sentimenti, le nostre gioie, i nostri dolori, le nostre emozioni. l’artista in genere, secondo me, ed in questo mi ci rivedo, non deve “creare” con l’idea che deve “vendere” la sua opera, ma deve creare perché in quel preciso istante sente l’estremo bisogno di farlo, solo così può esprimersi in modo libero è può colpire al cuore chi, nel nostro caso, ascolterà una tua composizione.


LA CITTA’ DEL ROCK
1)Preludio alla Città del Rock (Faranna)
2)La città del Rock (Faranna)
3)Tra un po’ sarò là ( Faranna)
4)Stelle di Cartone (Faranna-Puglisi-Faranna)
5)La pace del Cielo (Faranna-Bontempi)
6)Quale amore (Faranna-Gallo)
7)Mobbing (Faranna-Bontempi)
8)La ballata del barcone insanguinato (Faranna)
9)Una nuova età (Faranna)
10) E’ solo musica (Faranna)

Gioacchino “Marcello” Faranna: voce, cori, chitarre, tastiere, programmazione, arrangiamenti, registrazione, missaggi, testi e musiche - eccetto i brani evidenziati nella set list.
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