“La città
del Rock è il luogo ideale e utopico dove vivere bene a tempo di musica, ma
per raggiungerlo occorre attraversare la nuda e cruda quotidianità, affrontando
i problemi seri che la vita ci mette davanti… bisogna saper scegliere in fretta
il proprio destino!”
La città
del Rock è un progetto a largo raggio, ideato da Marcello Faranna, che
si pone l’obiettivo ultimo di proporre la sua creazione ad una o più band che
possano rappresentarla dal vivo, allargando la proposta ad autori e
compositori, perché La Città del Rock può e deve essere ampliata,
riarrangiata, risuonata, tenendo conto che la versione che Faranna presenta è
una demo fatta in casa, in totale solitudine, ma che ben esprime l’essenza
dell’opera stessa, e che richiama commenti, consigli, critiche, nella speranza
di iniziare un cammino che possa portare alla tappa finale, la definitiva “Città del Rock”, un grande evento live
il cui primo seme è gettato da Marcello… e che la semina sia la più prolifica
possibile!
Per
saperne di più e ascoltare la musica…
L’INTERVISTA
Mi racconti qualcosa di te, della tua
formazione musicale e della tua passione?
“Ragazzotto” di 45 anni, all’anagrafe
Gioacchino, sposato con Fatima Lo Verde che condivide la stessa passione per la
musica con una bellissima voce (a mio modesto parere), due figli di 8 e 3 anni,
Raffaella e Francesco. Sono titolare dell’agenzia di animazione e spettacolo “marci smile animation”, stakanovista del
pianobar, almeno cento\centoventi serate
“fiume” all’anno dal 2007 ad oggi, con la
passione per la composizione, associato SIAE nella sezione musica e dor. Suono
la chitarra, le tastiere e canto, autodidatta per eccellenza, la passione per
la musica nasce nel 1979 quando il mio fratello maggiore porta a casa “Viva”,
33 giri dell’epoca dei Pooh. Da quel momento, anche se ragazzino, è scattato
qualcosa, e divento un fan di quello che è tutt’ora un’icona del panorama
pop\rock italiano. A metà degli anni
ottanta spopolavano i Duran Duran e gli Spandau Ballet, maggiori esponenti
della New Wave, ragazzi bellocci che al primo vocalizzo mandavano in estasi
migliaia di ragazzine impazzite… io diciottenne un pò controcorrente ascolto i Marillion
dell’allora cantante Fish, esponenti di spicco del neoprogressive; mi colpì
molto lp live” Real to Reel” del 1984. Accostato dalle recensioni di allora a
“Genesis” e Pink Floyd”, inizio l’ascolto di questi gruppi storici. Nel 1987
acquisto la mia prima chitarra e….”chitarristi
in 24 ore”, i primi accordi stonati, chi riusciva ad accordare la chitarra?
Non certo io. Invece dei libri di scuola, ore ed ore a cercare di far uscire un
suono decente da quello strumento infernale… stonato come una campana… primi
spartiti acquistati… dei Pooh chiaramente… dopo aver capito un pò di più passo
allo studio della tastiera, non faccio altro che riportarmi gli accordi
imparati sulla chitarra sui tasti bianchi e neri… discreto risultato,
incomincio ad “accordare” anche la voce ed a cantare le prime canzoni. Primi
anni novanta, prime serate insieme a quella ragazza che poi sarebbe diventata
mia moglie, primi consensi… a metà anni
novanta, per caso, assisto ad un
concerto dei New Trolls, che da allora entrano di diritto a far parte della
colonna sonora della mia vita fino ad oggi, con le varie formazioni derivate:
la Storia, il Mito ed UT dello storico batterista Gianni Belleno. Comincio ad
apprezzare anche gli storici cantautori, da Vecchioni a Minghi, da De Gregori a
De Andrè, passando per Branduardi, ma quello che forse lascerà più il segno è
Enrico Ruggeri; ancora oggi chi mi ascolta associa la mia voce a quella del
cantautore milanese: da un lato la cosa mi può far piacere da un altro no… addirittura
durante una mia interpretazione di “Primavera
a Sarajevo” gli spettatori erano convinti che si trattasse di uno scherzo e
che era un playback sulla canzone di Enrico… mah. A fine anni novanta mi dedico
ad un progetto niente male, che mi porterà un riscontro economico non
indifferente; formo insieme a Fatima ed un amico il trio “Li Canzunari”, dove
portiamo in giro la musica popolare siciliana e canzoni sempre in lingua
siciliana da me composte, produciamo anche un cd “Biddizzi ri Sicilia” - “Bellezze della Sicilia”- che ha un ottimo riscontro di vendite durante
i nostri spettacoli: posso affermare che nel nostro piccolo siamo entrati nelle
case di quasi tutto il mondo; in quanto ai nostri spettacoli erano presenti
turisti di tutto il mondo, USA, Francia, Giappone, Germania ecc… i primi anni
2000 sono all’insegna dei concorsi musicali quali:
Concorso nazionale musica di Tendenza e d’Autore di Recanati
(MC) .
Concorso internazionale Video Festival Live patrocinato anche da
Radio Italia, selezione live presso
San Colombano al Lambro (Mi)
Audizione, per la
partecipazione, alla trasmissione televisiva “Festival di Napoli” su
Rete Quattro. San Giovanni Galerno (Catania)
Concorso presso: Radio Uno Rai (RM).
Concorso presso: TIM Tour Estate 2002 (BO)
Selezione nazionale per il Festival di Napoli 2002, presso Mec
Paestum Hotel (Paestum, Salerno).
Per quanto riguarda la composizione ho sempre cercato di
sperimentare, di apprendere, di studiare suoni e stili alla ricerca di una mia
dimensione, E ogni mia nuova “creatura” è qualcosa di nuovo e diverso rispetto
alla precedente, elenco di sotto alcune di queste:
- “Il mondo visto dalla finestra”, canzoni pop, la maggior parte
a sfondo sociale
- “A tutto liscio”, brani di liscio (mazurca, tango, cha cha,
beguine ecc.)
-“Cuntu e cantu”, canzoni folk siciliane
- “La ballata dell’euro” E “Lettera a Silvio, pop ironico
provocatorio
-“Vola Palermo volA” e “Palermo Oh” dedicati al Palermo calcio
-Musical “L’Opra Santa”, in dialetto siciliano, sulla vita di
Gesù già messo in scena dalla corale
polifonica “Speranza” nelle migliori chiese di Palermo e Provincia
- canzoni Pop con il Paroliere di Brescia Nicola Bontempi
- “la me terra” canzoni in lingua siciliana su testi della
poetessa Margherita Neri Novi
-“Soundtrack”, musiche da film
- canzoni pop, canzoni e musiche varie per Agenzie di Animazione
e Pianobaristi con Andrea Gallo di Padova già a Sanremo giovani nel 1996 con
Mara Maionchi per Sonymusic
- insieme al fisarmonicista compositore Michelangelo Topo di
Salerno, balli di gruppo e canzoni di liscio varie
Di recente mi “affaccio”, tramite il mio amico ed esperto di
musica, Pietro Alicò, al rock progressivo italiano anni settanta, ed ascolto le
Orme, Metamorfosi, Balletto di Bronzo, Jumbo, Il Rovescio della Medaglia, oltre
ai già conosciuti New Trolls, E da questo viene fuori in ordine di tempo “La
città del Rock”, mia ultima composizione che racchiude in se il mio cammino creativo musicale fino ad ora.
Parlami di questo tuo progetto, “La città del Rock”.
La città del rock è un progetto “aperto”, da me
iniziato, che al momento comprende otto canzoni e due strumentali, che può ospitare chiunque ne voglia fare
parte con la sua esperienza di vita e di musica. E’ il luogo ideale e forse
utopico dove si può vivere bene a ritmo di musica. Per raggiungerlo però si
devono affrontare la nuda e cruda verità che la quotidianità ci mette di
fronte: eutanasia, prostituzione, amori impossibili, immigrazione, sfruttamento
sul posto di lavoro ecc… bisogna saper scegliere in fretta il proprio destino…
E’ un progetto a largo raggio dove possono
trovare spazio band, cantanti, autori, compositori.
Tutto ciò che hai realizzato è stato fatto in maniera
autonoma. Come vedi la messa in pratica
delle tue idee, in un contesto più professionale?
La messa in pratica delle mie idee non è certo
facile da spiegare. Ad accendere il “fuoco” della mia immaginazione è stato lo
spirito di rivalsa delle situazioni più disperate palesate in musica, le note
diventano colonne sonora di una vita arrivata al suo estremo; ma la vita non è
solo sonora è anche visiva, racchiude in se l’essenza di tutto quello che ci
circonda. Non ho solo “ascoltato”, ma ho anche “visto” l’opera,
completa e arricchita da altre professionalità oltre quelle suddette,
quali: attori, ballerini, coreografi, scenografi, esperti di fotografie e luci…
per realizzare un’opera poliedrica che accomuni le vari arti dello spettacolo.
Come nasce la tua amicizia con Gianni Belleno?
I propri miti, che sino a poco tempo fa
sembravano irraggiungibili, si possono ora “toccare” tramite i social network,
e così ho conosciuto Gianni, e ho trovato subito una persona molto umile e
disponibile; nel suo profilo face book ha condiviso una mia canzone,
aggiungendo i complimenti; da allora ci sentiamo frequentemente, nonostante i
suoi molteplici impegni di lavoro relativi alla sua ultima fatica “Do Ut Des”,
un disco davvero bellissimo, e forse involontariamente è stato proprio lui che
mi ha fatto scattare la molla che ha dato avvio a “La città del Rock”: mi
immedesimo pensando alla sua voglia di portare avanti questo meraviglioso e
complicatissimo lavoro.
Nella mia visione, la città del rock è il
Paradiso, che presenta una strada di collegamento difficile da raggiungere e
piena di insidie, dove si entra - per usare un termine evangelico - dalla “porta
stretta” e non dalla “porta larga”, che ci porta alla perdizione e quindi all’inferno.
Dio ci ha creati uomini liberi di saper scegliere tra il bene e il male;
nei giorni che stiamo vivendo sembra che
il male, causato dall’uomo, abbia il sopravvento sul bene, ma alla fine sono
convinto che tutto si sovvertirà, e che tutti raggiungeremo il Paradiso, e
quindi la Città del Rock.
Da punto di vista meramente musicale come descriveresti la
tua creazione?
E’ la chiusura di un cerchio. E’ la “messa” in
musica di tutta la mia esperienza musicale acquisita fino ad ora, dove
s’intrecciano, a mio modesto parere, tante sfumature del rock: dal sinfonico e
prog (“preludio a La città del Rock”e “La città del Rock”) al psichedelico (“La
pace del Cielo” e” Mobbing”) alla ballata (“La Ballata del Barcone
insanguinato”) al pop rock (“Stelle di Cartone”, “Una nuova Età”, “E’ solo
musica” e “Quale amore”), un pò atipico è “Tra un po’ sarò là”, un brano molto
intimo, eseguito con piano, voce ed un leggero tappeto di violini, dove il
protagonista riflette sulle difficoltà di poter arrivare suo malgrado alla città del rock.
Per concludere posso affermare che “La città
del Rock” sia, per come l’ho sviluppato, un concept album, in quanto per
capirne l’effettivo significato bisogna ascoltarlo dalla prima all’ultima nota.
Può la musica rappresentare qualcosa di concreto che possa
supportare l’uomo in un momento di estrema difficoltà sociale come quello che
stiamo vivendo?
Oggi è davvero molto difficile( e non dico nulla
di nuovo), poter vivere serenamente; la musica può alleviarci, quantomeno
momentaneamente, dalle quotidiane difficoltà. Per fare un esempio personale, di
recente ho assistito al concerto de “La storia dei New Trolls e Le Orme”, E in quelle tre ore per
me c’era solo il benessere rappresentato da quella meravigliosa musica. Forse troppo poco? Credo di si, ma…
Come immagini la proposta live de “La città del rock”? Quali
i musicisti che ti piacerebbe vedere sul palco?
Pretendere il massimo è come sognare ad occhi
aperti… che dire, Gianni Belleno alla batteria, Francesco Bellia al basso, Michele Bon alle
tastiere, Vittorio De Scalzi al pianoforte e voce, Nico Di Palo tastiere e
voce, Andrea Maddalone alle chitarre, special guest alle voci Jmmy Spitaleri e Alvaro Fella… sarebbe
la band ideale, chiaramente irrealizzabile… ma vedo seriamente la possibilità
di un live con band di musicisti bravi seppur poco conosciuti, non per forza
jam session, ma anche gruppi già formati, che “credano” in questo progetto e che attraverso “la città del rock” possano avere
visibilità e perché no, successo.
Fede, musica, onestà, trasparenza, gioia, serenità,
semplicità, amicizia, comprensione… esiste un aspetto che ritieni prioritario
rispetto ad altri e che potrebbe essere fondamentale per rialzare la testa?
Di getto rispondo onestà; se tutti fossimo
onesti prima con noi stessi e poi con chi ci circonda forse vivremmo meglio.
L’onestà secondo me viene prima di tutto il resto, non puoi avere fede senza
onestà, non puoi avere trasparenza senza onestà e via dicendo.
Un’ultima domanda, che cosa è per te la musica?
Arte allo stato puro. come i pittori, gli scultori, gli scrittori,
noi musicisti attraverso la musica possiamo esprimere ed esternare innanzitutto
il nostro pensiero, i nostri sentimenti, le nostre gioie, i nostri dolori, le
nostre emozioni. l’artista in genere, secondo me, ed in questo mi ci rivedo,
non deve “creare” con l’idea che deve “vendere” la sua opera, ma deve creare
perché in quel preciso istante sente l’estremo bisogno di farlo, solo così può
esprimersi in modo libero è può colpire al cuore chi, nel nostro caso,
ascolterà una tua composizione.
LA CITTA’ DEL ROCK
1)Preludio alla Città del Rock
(Faranna)
2)La città del Rock (Faranna)
3)Tra un po’ sarò là ( Faranna)
4)Stelle di Cartone
(Faranna-Puglisi-Faranna)
5)La pace del Cielo
(Faranna-Bontempi)
6)Quale amore (Faranna-Gallo)
7)Mobbing (Faranna-Bontempi)
8)La ballata del barcone
insanguinato (Faranna)
9)Una nuova età (Faranna)
10) E’ solo musica (Faranna)
Gioacchino “Marcello” Faranna: voce,
cori, chitarre, tastiere, programmazione, arrangiamenti, registrazione,
missaggi, testi e musiche - eccetto i brani evidenziati nella set list.
Tutti i brani depositati alla SIAE