Circa un
paio di anni fa, utilizzando questo spazio, raccontai qualcosa di una giovane
band torinese, i Retròvia.
Di quel
gruppo faceva parte Matteo Bellassai,
che ora ritrovo come solista, cantautore, creatore e propositore unico della
propria arte.
Il nuovo
percorso inizia con tre brani, ascoltabili cliccando sul link indicato a
seguire.
Per un
giudizio completo occorre aspettare i tempi giusti, un album, un’attività live,
ma le idee chiare ci sono e il coraggio necessario per intraprendere un
percorso complicato anche. Storie di vita raccontate con la giusta ironia,
metafore di problemi di entità superiore, vengono proposti con una voce dall’impronta
personale, senza che nasca la tentazione di fare il verso al conosciuto.
L’intervista
e le tre canzoni permetteranno all’ascoltatore/lettore
di valutare al meglio le potenzialità di Bellassai, artista di cui sentiremo ancora
parlare.
L’INTERVISTA
E’ recentissima la nascita del tuo percorso
solista. Che cosa ti è accaduto precedentemente, musicalmente parlando?
Ho
suonato parecchi anni nei Retròvia, una rock band con la quale abbiamo girato
per lo più in Torino e dintorni. Abbiamo partecipato a vari concorsi, come Italia Wave, Rock the Pine 2011, occasione
in cui ci siamo aggiudicati il premio “miglior
gruppo” e la “menzione speciale testi
e arrangiamenti”, e College Sound, un concorso in ambito
universitario.
Siamo
anche andati in onda su Rai Gulp.
Sempre
nel 2011 è uscito un disco autoprodotto, ma dopo il concerto di presentazione
ci siamo sciolti.
Ho
passato tutto l’anno scorso a scrivere, a comporre e a ricercare, ma
soprattutto a capire se fossi pronto a compiere questo passo.
Che tipo di cultura musicale hai alle spalle?
Ho
studiato chitarra classica dai 9 ai 16 anni. Parallelamente sentivo una forte spinta
verso la musica moderna, in particolar modo verso la canzone d’autore.
Per
conto mio suonavo i brani di un vecchio canzoniere e approfondivo la chitarra
blues mettendo in stop e play i miei dischi preferiti. Diciamo che quello che
so l’ho imparato da solo “sulla strada”, osservando, andando a vedere concerti,
e suonando tanto in giro, anche con gente brava. Intorno ai 20 anni ho suonato in
un gruppo cover e in un coro gospel.
Che cosa ti ha spinto a cambiare rotta e a
intraprendere una strada di cui sei il principale “costruttore”, essendo autore
di musica e testi?
Il
desiderio di comunicare al 100 per 100 dando spazio alle parole e al messaggio.
Tutto
ciò prima veniva meno perché passava in primo piano la musica rock, ora vorrei
provare a dire sempre delle cose forti, ma senza chitarre distorte. Comunque fin
da bambino ho sempre scritto canzoni e adesso questa vena cantautorale ha preso
il sopravvento.
Esiste un artista a cui ti sei ispirato, che
rappresenta per te un modello da seguire?
Sì c’è ne sono molti, dipende
dal momento e dal periodo, ma uno in particolare così su due piedi non mi viene
in mente.
Come nascono le tue canzoni? C’è un iter
realizzativo ripetitivo a cui ti rifai?
Sì,
tendenzialmente cerco di scrivere quando sono ispirato. L’ispirazione mi può
venire da qualsiasi cosa, da una situazione, da una parola detta in un certo
modo, in certo momento da qualcuno, da un libro o da una riflessione. Le
canzoni più belle, che poi sono anche quelle che mi emozionano di più, sono
venute di colpo, le ho scritte in 10 minuti, perchè erano già lì. Altre ci ho
messo mesi prima di finirle. Comunque in genere parto sempre prima dal testo,
da un’idea o da un concetto che poi provo a mettere in metrica accompagnandolo
con un giro di accordi (tutto con la chitarra perché purtroppo non so suonare
altro).
Hai già avuto la possibilità di esibirti dal
vivo nel tuo nuovo format?
Non
ancora, la prima data sarà il 10 maggio, sarò ospite di Pagella Rock al CPG di
Torino.
Da cosa trai ispirazione per i tuoi brani?
Quali i temi che più ti appassionano?
Dalla
vita quotidiana, dalla gente semplice, da fatti successi nella mia zona. Parto
sempre dalle cose che mi accadono intorno, che sono vicine a me. Non ho temi
particolari. Ho notato che parlo sempre di personaggi un po’ strani, metafora
di qualcosa di più grande.
Che differenza esiste, secondo te, tra il
cantautore degli anni’70 e quello degli anni 2000?
L’intento
è lo stesso, cambia solo la forma.
Il
cantautore degli anni 2000 ha un lessico più ibridato da neologismi, con l’aggiunta
di parole straniere ed informatiche, ed anche la sua musica è contaminata da
vari generi come il rap/hip hop o l’elettronica. Forse è anche un po’ più
divertente ed ironico proprio perché i tempi non sono dei migliori. Inoltre, rispetto
al cantautore di un tempo, si ha oggi la possibilità di autoprodursi in maniera
abbastanza economica e di sfruttare internet, di essere quindi più indipendente.
Dall’altro lato c’è maggiore difficoltà nel farsi notare perché ora c’è troppa
roba, troppe situazioni interessanti, un pubblico troppo frammentato e
dispersivo e troppi generi musicali.
Forse
oggi la gavetta è più lunga.
Dopo l’EP appena realizzato è possibile la
nascita di un album?
Probabilmente
il prossimo anno, vorrei prima farmi conoscere un po’ e nel frattempo scrivere ancora,
in modo tale da avere una scelta ampia.
Prova ad
esprimere un desiderio… tendente al reale: cosa vorresti ti capitasse, nei
prossimi due anni, dal punto di vista musicale?
Trovare
una piccola band con cui fare un piccolo tour in Italia, magari aprire il
concerto di qualche artista importante e suonare ad un evento di rilievo. Mi
piacerebbe quindi raggiungere più persone e testare un la qualità di quello che
sto facendo.
Per ascoltare
i brani dello start up…
"Fuori moda (uno/a scoppiato/a che
balla)" e "Un cavaliere"
sono state prodotte da Federico Debandi presso lo Studio Ges.Ca.L di Beinasco
(TO);
"Mia cara Lisa (che fai la dog sitter)" è stata prodotta da Nino Azzarà presso il Ramone Recording Studio (TO).
I testi di tutte le canzoni sono stati scritti da Matteo Bellassai.
Musiche di Matteo Bellassai.
Arrangiamento "Fuori moda (uno/a scoppiato/a che balla)" di Federico Debandi e Andrea Torchia.
Arrangiamento "Un cavaliere" di Federico Debandi.
Hanno suonato:
Matteo Bellassai (voce e chitarra acustica);
Michele "Vinz" Vincenzoni (chitarre elettriche in "Fuori moda", Un cavaliere");
Federico Debandi (basso in "Fuori moda", "Un cavaliere");
Nino "Tosh" Azzarà (chitarra col vibrato e basso in "Mia cara Lisa");
Andrea Torchia (synth in ”Fuori moda”).
Contatti: bellassai.music@gmail.com
"Mia cara Lisa (che fai la dog sitter)" è stata prodotta da Nino Azzarà presso il Ramone Recording Studio (TO).
I testi di tutte le canzoni sono stati scritti da Matteo Bellassai.
Musiche di Matteo Bellassai.
Arrangiamento "Fuori moda (uno/a scoppiato/a che balla)" di Federico Debandi e Andrea Torchia.
Arrangiamento "Un cavaliere" di Federico Debandi.
Hanno suonato:
Matteo Bellassai (voce e chitarra acustica);
Michele "Vinz" Vincenzoni (chitarre elettriche in "Fuori moda", Un cavaliere");
Federico Debandi (basso in "Fuori moda", "Un cavaliere");
Nino "Tosh" Azzarà (chitarra col vibrato e basso in "Mia cara Lisa");
Andrea Torchia (synth in ”Fuori moda”).
Contatti: bellassai.music@gmail.com
credits
released 08 March 2013
Foto: Luca Moglia
Grafiche: Giovanni Matola
Foto: Luca Moglia
Grafiche: Giovanni Matola