Sabato 26 aprile i Betters erano di scena a Savona, in un locale che
ospita eventi live con buona regolarità, “Daubaci”.
Serata problematica da diversi punti
di vista, ad iniziare dal meteo che ha trasformato ormai la nostra regione in
una sorta di Seattle, con pioggia telecomandata nei fine settimana. E pioggia
significa ovviamente potenziale calo di presenze. La città di Seattle, appena
evocata, riporta inevitabilmente ad un mondo di concretezza sonora, da Hendrix
al grunge, e l’analogia mi permette di arrivare alla programmazione musicale che, nell’occasione,
prevedeva la doppia band, con i genovesi Bricklane nel ruolo che un tempo era definito ”spalla”.
L'appellativo di “introduttori” non
diminuisce il valore dei quattro giovani, che presentano una sorta di britpop -
per loro stessa ammissione - fatto soprattutto di produzione autonoma, proposta
in lingua inglese.
Formazione tipica, doppia
chitarra-basso-batteria, rappresentano il primo anello di una serata a tema, e
palesano da subito un sorprendente amalgama, frutto, forse, di un lungo lavoro
di squadra, oltre che di un certo gusto e ricerca di originalità.
Il pubblico apprezza e con il passare
dei minuti aumenta la partecipazione.
E viene il momento dei Betters, che partono con un discreto
handicap, l’assenza non prevista del quinto elemento, la chitarra ritmica.
Nel corso della serata “il musicista
mancante” sarà evocato più volte, tra l’ironico ed il deluso.
Occorre pensare che la suddivisione
dei ruoli in una band non è fatto improvvisato, e l’esibizione live non perdona
“i buchi”, a meno che non esista la compensazione delle basi.
Ma far fronte a questi inconvenienti
è sintomo di maturità, e i Betters,
frustrazione personale a parte, se la sono cavata egregiamente, anche se con
una punta di giustificato rammarico.
Una serata a tema dicevo, con un “repertorio
Betters” idealmente sulla stessa
lunghezza d’onda dei Bricklane, con
la marcata differenza legata all’utilizzo della lingua italiana, e ad una vena pop e
romantica più evidente.
Temi quotidiani trattati con una
variazione che va dal rock puro alla ballad più orecchiabile, arricchiti da una
vena cantautorale spiccata, sull’asse "Matt" Scotolati (vocalist)-"Richi" Marinucci
(chitarra solista). Ed è proprio il primo che caratterizza la riproposizione
acustica dei due brani forse più conosciuti, In Macchina e Marta.
Completano il quartetto "Frume" Frumento al basso e "Simi Live" Brunzu alla batteria. E degli assenti non si parla!
Anche in questo caso il pubblico gradisce e in
alcuni casi arriva ad accompagnare vocalmente
i passaggi noti, e avere una sorta di fan club itinerante non è da tutti.
Una buona serata di musica, e anche per i Betters
non mancheranno le occasioni per essere… pienamente soddisfatti.
La qualità c’è e le idee anche… e non mi pare
fatto di poco conto!