Domenica 4 ottobre il Biglietto Per L'Inferno presenterà l'uscita del vinile del nuovo album, Vivi. Lotta. Pensa.
Santeria Paladini 8
Via privata Ettore Paladini,
8, 20133 Milano
Ore 17,30
Ingresso gratuito
Sarà possibile trovare per la prima volta l'edizione in
vinile rosso del disco, stampato in sole 300 copie, con cinque cartoline
esclusive accluse ad ogni copia.
Ho colto l’occcasione per fare
il punto con uno dei fondatori del Biglietto, Mauro Gnecchi.
L’INTERVISTA
Tu sei uno dei fondatori del gruppo che prese
avvio nel 1972: potresti sintetizzare la vostra storia attraverso gli elementi
più significativi che vi hanno condotto sino all’attuale momento?
La storia del Biglietto parte
dall’incontro di due gruppi musicali del territorio lecchese nel
1972.L’amicizia e la convinzione di riuscire a fare musica nostra ha creato
l’amalgama, che io definisco magico, del Biglietto. La forza, ancora attuale,
dei testi di Claudio ha poi fatto la differenza, l’energia esplosiva che si
sprigionava nelle performance dal vivo ha lasciato vivi ricordi nei nostri
fans. Ma la cosa incredibile è che noi, in quegli anni, non ci siamo accorti di
nulla. Solo dopo, con l’avvento di Internet, abbiamo capito cosa avevamo creato
con la musica, ma soprattutto con i testi. Oggi, con i nuovi arrangiamenti,
l’esperienza e il bagaglio musicale di tutti noi, siamo riusciti a
rivitalizzare il lavoro degli anni ‘70
Conosco bene l’atmosfera di quei giorni dal punto
di vista della partecipazione, ma mi piacerebbe avere il tuo parere su cosa
volesse dire essere il musicista di una band rock ad inizio anni ’70.
Negli anni ‘70 anche noi
eravamo agli inizi, quindi la consapevolezza di essere un musicista rock era in
secondo piano. Per noi era importante suonare, girare l’Italia, conoscere altri
musicisti, scambiare le nostre esperienze, vivere la libertà che la giovane età
e la musica ci metteva a disposizione. L’emozione di suonare davanti ad un
pubblico non ha età, oggi, è la stessa di quegli anni. Sono 46 anni che batto
il tamburo, ma ogni volta che salgo su un palco il mio bambino si riempie di
gioia, che condivido sempre con i miei compagni.
Mi racconti un aneddoto, un incontro che giudichi
importante per l’evoluzione del Biglietto?
Il Biglietto nasce al Be-In di
Napoli nel giugno del ‘73. Per noi è stato il battesimo musicale. Il primo
festival importante davanti a migliaia di persone, il muro di ampli Cabotron
mai visti prima, il palco enorme, ma soprattutto l’urlo di gioia del pubblico
alla fine di Confessione. E’
impossibile descrivere l’emozione di quel momento. Poi i due mini-tour con gli
Area, Rocchi e Madrugada. Toccavamo il cielo con un dito. Mi ricordo di Giulio
Capiozzo, con il cappello del prete sul rullante ad esercitarsi e
contemporaneamente a raccontare barzellette, ed io lì a cercare di capire e
imparare, a “rubare” quello che potevo.
Che cosa è
accaduto, professionalmente parlando, ai fondatori della band, dal momento
dello scioglimento sino alla reunion del 2007?
Pilly Cossa ha insegnato da
subito musica nelle scuole medie, ha diretto un coro per parecchi anni, poi è
entrato con me a far parte del gruppo di musica popolare Bandalpina.
Claudio Canali ha continuato a
livello cantautorale per un anno poi, piano piano, si è avvicinato alla vita
monastica.
Marco Mainetti, finiti gli
studi universitari e il servizio militare, ha abbandonato musicalmente il
contatto con il pubblico e suona solamente in privato con amici. Oggi è
titolare di una ditta di componenti elettronici
Fausto Branchini, dopo il
servizio militare, oltre al suo lavoro di assicuratore prima e commerciante
poi, ha scritto diverse canzoni rimaste comunque nel cassetto.
Baffo Banfi ha pubblicato due
LP di musica elettronica, poi ha iniziato a lavorare come fonico.
Io, con Pilly, sono tornato
per due anni a suonare in sala da ballo. Nell’ 82 mi sono avvicinato al Jazz
tradizionale. Nell’ 85, con altri 4 percussionisti, abbiamo formato il
Percussion Staff, tuttora attivo ( abbiamo suonato il 17 settembre al MiTo).
Nell’ ‘89 inizia (e continua) la mia avventura folk con la Bandalpina e nel ‘90
con il quartetto europeo Bakamutz. Nel 2005 ritorna il Biglietto in una prima
versione folk ( Destabanda) poi con l’attuale progetto.
Le liriche da voi proposte non erano un banale
riempitivo, ma erano presenti forti messaggi tendenti al provocatorio: c’era in
voi la convinzione di poter cambiare il mondo con una canzone, caratteristica
dell’utopia giovanile di quei giorni?
Non ci siamo mai confrontati
sull’argomento: ognuno ha vissuto quei momenti a modo suo e secondo la propria
sensibilità. Non avevamo grandi aspettative, ma forse il fatto stesso di essere
impegnati a dar vita e senso a quei testi era il modo di sentirci partecipi di
un movimento che era nell’aria e che ti dava l’illusione di far parte di qualcosa
di più grande e collettivo.
A chi vi ispiravate dal punto di vista prettamente
musicale?
I nostri ascolti erano
diversi, ma non ci siamo ispirati a nessuno. Provavamo 6/7 ore al giorno e il
risultato finale era il lavoro collettivo. Si partiva da un’idea di base,
normalmente proposta da Claudio, poi si sviluppava con l’intervento di tutti fino
alla conclusione del brano. La cosa bella, che tra l’altro rappresenta molto
bene la forza e la coesione del gruppo, è che non ricordo una sola litigata, si
lavorava in perfetta armonia.
Il vostro ricongiungimento porta ad una
implementazione del nome, con l’aggiunta del “punto folk”,
con l’intento di rivedere il vecchio repertorio sotto una nuova ottica: da dove
parte questa esigenza?
Nel 2005
abbiamo pubblicato il cofanetto con i due LP, una registrazione dal vivo (unico
documento del Biglietto di allora) in tour con gli UFO, un video per presentare
il progetto e un libro dove abbiamo raccontato la nostra breve storia, con
aneddoti e ricordi vari.
Per presentare il lavoro nelle
varie librerie, FNAC ecc., Pilly ha pensato di utilizzare la nostra esperienza
nell’ambito della musica popolare e prendere due brani del Biglietto e vestirli
in chiave acustica folk (genialata!!!). “ Il
Nevare” del primo album trasformato in mazurka e “ L’arte sublime di un giusto regnare” del secondo in un ballo
bretone (andro). Da lì nasce la prima formazione “Destabanda”. Poi lo stallo
musicale che ci porta a cambiare formazione, nostro malgrado, con l’inserimento
di musicisti provenienti da varie esperienze musicali, con i quali pubblichiamo
nel 2010 “ Tra l’assurdo e la ragione”.
Quest’anno abbiamo pubblicato
“ Vivi lotta pensa” e abbiamo tolto
il “ punto folk”, in primo luogo perché l’album ha un impronta molto prog/rock
e poi perché non aveva più senso quell’appellativo.
Come è nato il coinvolgimento di Frate Isaia/Claudio
Canali nel CD “Tra l’assurdo e la ragione”?
Molto semplice: il titolo del
CD è un a sua canzone del ‘77 che noi abbiamo arrangiato, e poi si è chiuso il
cerchio religioso: dopo 40 anni Frate Isaia è stato interpretato da Fra Claudio
nell’introduzione di “Confessione”.
Meraviglioso. Siamo andati all’Eremo con registratori e microfoni e abbiamo
inserito voce e alcune note di flauto del fraticello.
Quali sono le grandi differenze in fase live tra
la vecchia formazione e quella attuale?
La vecchia formazione aveva
due tastiere, Baffo e Pilly, la nuova ha sostituito la parte elettronica di
Baffo con il trio acustico di flauti, ocarine, pifferi, cornamuse, violino e
mandolino. La difficoltà live sta nel trovare il giusto bilanciamento tra la
parte elettrica e quella acustica. Abbiamo un fonico superlativo che è il nono
elemento del gruppo che deve gestire qualcosa come 26 canali, tanti sono gli
strumenti che utilizziamo nei nostri concerti live.
Mi dai un tuo giudizio sullo stato attuale della
musica, quella prog in particolare?
Purtroppo la cultura musicale
rock in Italia è rappresentata dai soliti nomi. Mi fa molto piacere che il prog,
piano piano, si stia facendo largo. La nascita di nuovi festival e la passione
di alcuni promoter fa ben sperare, ma la strada è veramente dura.
Cosa c’è nel futuro prossimo del Biglietto?
Finito il progetto con “ Vivi lotta pensa”, pensiamo di
continuare con un album di inediti. Stiamo valutando alcuni testi sul disagio
mentale, argomento che ci interessa molto.