Reset è il titolo del doppio album degli ifsounds, band di lungo corso -nascono nel 1993- guidata da Dario Lastella.
Ancora una volta la label è la Melodic
Revolution Records.
Al termine “doppio
album” è necessario dare un significato preciso perché, se è vero che sono molti
i dischi realizzati nella doppia lingua, italiano e inglese, non ricordo un
esempio di rilascio contemporaneo, azione che Lastella spiega nelle righe a
seguire.
Siamo di fatto al
cospetto un colpo di spugna, che non significa rinnegare il pregresso, ma
adeguare la musica al momento personale che si sta vivendo. I prodotti
confezionati a tavolino -spesso di successo commerciale- non hanno bisogno di
genuinità, ma per chi utilizza la propria arte musicale in modo sincero,
diffondendo lo status personale elaborato attraverso creazioni musicali, il
rilascio di un album rappresenta il… mostrare il proprio viso/cuore/anima rappresentativo
di quel particolare attimo, e il reset di cui è protagonista Dario Lastella
contiene la speranza che accompagna sempre il cambiamento, modifiche di vita,
di luoghi, di compagnie, di rapporti umani e, ovviamente, di proposte liriche e
sonore.
In fondo l’unico
motivo per cui un artista può decidere di usare la propria lingua, dopo aver
scritto per anni in una più universalmente rock, è proprio l’esigenza di farsi
comprendere con chiarezza, perché il messaggio è forte, sentito, e va
amplificato e condiviso.
Ho fatto quindi questa
nuova esperienza, comprendendo facilmente i testi con l’uso del primo CD,
pronto a sostituirlo con… lo stesso, dove la lingua di Albione si adatta
perfettamente al rock degli ifsounds.
L’operazione di reset
si accompagna a uno “start again”, ma ciò che ho ascoltato, specialmente nella
versione “estera”, avrebbe trovato, anche, una giusta collocazione nel rock
blues seminale dei primi seventies, perchè il sound creato, la cui tendenza
certa è rafforzata dall’arrivo del vocalist Runal, riporta a quelle generazioni musicali mai obliate, con la presenza della“durezza”
strumentale mischiata alla psichedelia e al prog.
Riff che riconducano
al modello hard rock, brani strumentali -due- rappresentativi di estrema
libertà espressiva, ballad intimistiche, rotture punk e miscela di stile grunge
e tempi dispari sono gli ingredienti di un disco -ma meglio dire due!- che
colpisce già al primo ascolto, i cui dettagli si apprezzano all’impatto, ma occorre
dire che una buona metabolizzazione aiuta ad entrare nella concettualità dell’album,
una sorta di “erase and rewind”, tanto
per citare un brano famoso, che è applicabile -e auspicabile- ad ogni
vita, anche quando non è frutto di obbligo ma è scelta personale.
Ospiti presenti gli Hexperos.
Dice a proposito Lastella: Gli Hexperos
sono tra i migliori musicisti nel loro genere, con un ampio seguito
internazionale, ma sono soprattutto ottimi amici. Avevamo questo pezzo acustico
che necessitava di archi e flauto e ci è sembrato naturale rivolgerci a loro.
Francesco Forgione e Alessandra Santolivo hanno immediatamente accettato
l’invito rendendo l’atmosfera di Laura magica come quella di tutti i loro
lavori targati Hexperos.
Uno sforzo enorme, a
mio giudizio, quello legato alla trasposizione in altra lingua, nel rispetto
dei significati originali, e tutto questo genera una novità/ valore aggiunto che
va ad incrementare la validità di “Reset” e del nuovo progetto ifsounds.
Lo scambio di battute…
La prima cosa che mi ha colpito è il ricevere due CD, e solo
a posteriori ho capito che esisteva la doppia versione, in lingua inglese e in
italiano… a memoria non ricordo niente di simile, e già questa è una novità, ma
vorrei chiederti: cosa ti ha spinto verso questa scelta?
La memoria ti inganna… in passato lo hanno fatto anche altri
artisti e anche prestigiosi (Banco, PFM, Rovescio della Medaglia). Forse però
la versione tradotta nel loro caso è venuta dopo, quindi non c’è stata un’uscita
in contemporanea come nel nostro caso... Non so se la nostra scelta è stata più
dettata dal coraggio o dall’istinto di conservazione: volevamo provare a
esprimere i concetti in modo più diretto, quindi era necessario scrivere i
pezzi in italiano, ma comunque non volevamo “traumatizzare” troppo i nostri
vecchi fan che già avrebbero trovato un sound molto diverso, per cui non
abbiamo voluto abbandonare la lingua inglese su cui abbiamo costruito la nostra
carriera. Da qui la doppia versione.
Ricordo che quando ti ho chiesto spiegazioni hai quasi
banalizzato la cosa, facendo sembrare semplice ciò che in realtà non è perché,
immaginando che la versione originale sia nella nostra lingua, la trasposizione
e il rispetto della metrica non mi sembrano operazioni automatiche: dove mi
sbaglio?
Non è semplice, ma non è impossibile. La cosa più importante
è avere chiari i concetti e soprattutto sapere che non è possibile fare
traduzioni letterali dall’italiano all’inglese credibili. La mia fortuna, forse,
è stata quella di essere più abituato a scrivere testi in inglese che in
italiano, quindi, una volta scritti i testi in italiano, è stato relativamente
semplice adattarli in inglese. E sottolineo “adattarli”, in quanto si tratta di
testi che esprimono gli stessi concetti, ma che non sono vere e proprie
traduzioni. In realtà per il rock è più facile l’inglese che l’italiano, quindi
secondo me è molto più difficile adattare dall’inglese all’italiano che fare
l’operazione che ho fatto io. Approfitto dell’occasione per ringraziare il caro
amico Tony Lawson che mi ha dato una mano nella fase di revisione dei testi in
inglese, in modo tale da aiutarmi a far filare il tutto al meglio.
Di cosa parla Reset dal punto di
vista concettuale?
Reset è il disco della ripartenza su diversi piani. E’ il Reset di ifsounds,
una band profondamente rinnovata nella formazione e nelle sonorità. E’ la
descrizione del Reset personale, che spesso avviene quando meno ce lo
aspettiamo. E’ il Reset della mia
vita personale, che ha subito grandissimi cambiamenti negli ultimi due anni e
che in ultima istanza è stato l’ispirazione principale dei testi del nostro
lavoro.
Rispetto all’album precedente hai operato una rivoluzione:
che cosa è accaduto alla line up?
Purtroppo (o per fortuna) il mio Reset personale è coinciso
con il Reset di ifsounds: la band era sostanzialmente una “studio band” fino al
2012, in quanto io vivevo all’estero ed era estremamente difficile organizzarsi
per i live. A febbraio 2013 sono rientrato in Italia e ho cercato di
riorganizzare la band, ma tutti i vecchi componenti, tranne il tastierista
Claudio Lapenna, hanno deciso di abbandonare. A quel punto è cominciato un
difficile lavoro di ricostruzione della line-up, ma a distanza di due anni sono
soddisfattissimo del risultato: l’apporto dei nuovi è stato fondamentale nel
nostro rinnovamento. Fabio De Libertis (basso) e Runal (voce) hanno dato una
ventata di aria fresca al nostro progetto e al nostro impatto sonoro, e anche
l’apporto del batterista Gianni Manariti ha aiutato a rendere più potente il
suono che si sente in Reset.
Anche dal punto di vista musicale le sonorità rock anni ’70
hanno preso il sopravvento sul preesistente: fatto voluto o legato al cambio di
formazione?
Probabilmente il cambio di formazione ha reso naturale un
processo che avevo già in mente: quando si resta troppo legati a un genere
musicale si rischia di ripiegarsi in qualche modo su stessi, diventando
ripetitivi e poco originali. Era necessario dare una svolta tornando a un suono
più viscerale e diretto, anche perché le tematiche del disco non erano più
digressioni filosofiche o letterarie come negli ultimi nostri lavori, ma scorci
di vita vissuta, anche se passati attraverso il filtro dell’arte. La voce roca
ed espressiva di Runal ha fatto il resto, portando naturalmente gli
arrangiamenti verso quelle sonorità rock seventies in grado di valorizzarla a
pieno.
L’azione di “reset” ha spesso un connotato positivo, perché
dopo la cancellazione c’è la ripartenza, la volontà di arrivare al cambiamento
e la speranza della progressione positiva: che valore ha il tuo “Reset”?
Mi auguro che il nostro Reset
sia un riavvio positivo. Nel mondo dell’informatica quando c’è un problema
spesso l’unica soluzione è appunto il Reset, il riavvio che magicamente risolve
tutto. Il nostro Reset nasce da questa esigenza personale e artistica. Spero
che il risultato sia percepito positivamente dal pubblico, come un lavoro
onesto, sincero e valido.
IFSOUNDS:
Runal - Vocals
Gianni Manariti - Drums & Percussions
Fabio De Libertis - Bass Guitar
Claudio Lapenna - Piano, Keyboards, Synth & Vocals
Dario Lastella - Guitars, Synth and Vocals
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