martedì 8 settembre 2015

L'arte di Alessandro Sala


Mi aggiro tra le vie strette e vacanziere di Sassello, in provincia di Savona, in attesa di un concerto, abbinato ad una mostra pittorica.
Assieme a me un musicista di lungo corso che, quando ci avviciniamo casualmente al luogo dell’esposizione, incomincia a fantasticare sul possibile utilizzo di quei dipinti per copertine di vinile: “Ma non è la stessa immagina che è sul disco de Il Tempio delle Clessidre?”.
E sì, Alessandro Sala è l’artefice della cover dell’album “alieNatura”, e il suo tratto appare caratterizzante, proprio come i grandi artisti dei seventies, fortunati e capaci attori della scena prog, in grado di realizzare un lavoro complementare a quello del musicista, diventando decisivi pe far sì che quel particolare prodotto entrasse nella storia in modo permanente.
Impossibile non rimanere affascinati da quei colori, da quelle forme che regalano vitalità ad elementi fantastici. Il giudizio tecnico è cosa per esperti, ma non serve essere un critico d’arte per essere colpiti dalle opere di Sala, perché basta lasciarsi andare, liberare la mente e spingere il tasto della fantasia, magari con il giusto sottofondo musicale: l’azione sinestetica che può derivarne potrebbe essere una piacevole scoperta…



L’INTERVISTA

Ho conosciuto la tua arte nell’occasione del concerto di Sassello pochi giorni fa, ma il tuo tratto “musicale” inconfondibile mi era noto per la presenza nel secondo album de Il Tempio delle Clessidre: come nasce il tuo amore per la musica in genere e quella progressiva in particolare?

Mi sono avvicinato alla musica verso gli 11 anni, complici amici più grandi, che come mentori mi facevano ascoltare gruppi rock ai più sconosciuti. Parlo degli inizi anni '70, ove nuovi suoni, creatività e molta fantasia imperversava. Gruppi come Gentle Giant, VDGG, Pink Floyd, Yes, King Crimson, Nice, entravano nella mia vita di adolescente. Strizzando l'occhio, meglio in questo caso l'orecchio, per il Krauter/rock ed il British/Blues. Tutte queste sonorità accompagnavano le mie giornate fra i libri di scuola e la mia passione per il disegno. Aggiungo un particolare che ritengo importante, in quegli anni si ascoltava la musica, ragazzi come me passavano molte ore con i loro preziosi LP e quando ti veniva chiesto che cosa hai fatto nel pomeriggio si diceva: "Ho ascoltato musica".

Come si è dipanato nel tempo il tuo percorso artistico?

Parto da lontano ai giorni della mia infanzia. Mi vennero regalate matite ed una scatola di acquerelli da lì iniziai a creare i miei primi "paciughi". Colmai l'assenza di un fratello/sorella con il disegno.  Ogni cosa o spazio che permetteva di essere colorato ed idoneo per me era terreno per disegni. Compresi dopo che ricevetti il "dono" della fantasia. Mi venne proibito di accedere al liceo artistico e dovetti frequentare la scuola tecnica per geometri. Poi frequentai un biennio di grafica pubblicitaria e di lì a poco entrai nel mondo del lavoro come grafico pubblicitario. La notte divenne la mia dimensione per dipingere. In compagnia di "buona" musica creavo i miei dipinti. Partecipai ad una collettiva d'arte a 18 anni. Ma rimasi deluso perché quel mondo non era come lo avevo immaginato. Continuai comunque a dipingere esclusivamente per me stesso. Inizio anni '90 decisi di abbandonare il lavoro di grafico per dedicarmi all'arte pittorica. Un evento importante della  vita mi portò a questa decisione. 

Le immagini presenti nelle copertine dei vinili degli anni ’70 sono diventate parte integrante della proposta, dei must che colpiscono come e più della musica: quanto può incidere secondo te una pittura/fotografia/immagine sulla riuscita di un album?

Le immagini di un album, specialmente il vinile, ritengo che siamo molto importanti per la riuscita del medesimo. Ricordo che da ragazzo ricordavo molto il disegno, la foto degli LP... magari non ricordavo il titolo ma stai pur certo che l'immagine era indelebile. Penso che con l'evento del CD si sia perso molto. Il supporto è più piccolo e lo spazio è ridotto... penalizzati grafica/testi ed informazioni... nostalgicamente il profumo del cartonato era delizioso. Quando acquistavi un LP avevi qualcosa oltre che da ascoltare  da scoprire... si apriva un mondo.

Esiste una figura impegnata in questo campo (Whitehead, Dean…) che ha influenzato il tuo percorso?

Come poter dimenticare questi artisti che tu hai menzionato. Un binomio perfetto, almeno per me, pittura & musica. Molti di loro anno creato/ideato copertine meravigliose ed hanno decretato il successo di molte bands, vedi Yes, Genesis, Santana e gli italiani Le Orme, PFM e Banco. Una copertina che ritengo straordinaria è dei King Crimson, "In the Court of the Crimson King" di Barry Godberg... peccato che essa sia la sola. Ovviamente tutto il lavoro di Dean è di una qualità eccelsa. Adoro i suoi mondi.

Come si svolge la tua attuale attività, tra mostre e collaborazioni musicali?

Le mostre personali sono fondamentali per un artista, un modo per farsi conoscere, ma ancor più per donare emozioni: questo è l'intento di un artista almeno credo. Per me lo è. Lavorare con importanti e serie Gallerie d'Arte è determinante per la diffusione della propria arte. Le collaborazioni musicali sono un mezzo meraviglioso. La fusione fra le due arti permette al fruitore di ottenere, usando un termine attuale, quel valore aggiunto che ci vuole. Vorrei dire una cosa che ritengo importante: circa tre anni fa, con Roberto Tiranti, si era a cena ed il discorso che avevamo aperto trattava l'argomento "contaminazione/collaborazione" musica & pittura. Ora nel 2015 è avvenuto in Sassello (SV). Nel 2013 la conoscenza di Elisa Montando e Fabio Gremo (Tempio delle Clessidre) ha permesso che tutto questo avvenisse. La realizzazione della cover del loro secondo CD e l'esposizione dei miei dipinti al Teatro Verdi di Bolzaneto (GE) al loro concerto. La magia è iniziata.

Come potresti definire l’essenza della tua arte, tra tecnica e soggetti scelti?

Credimi, non vorrei passare per presuntuoso, ma molto ci sarebbe da parlare della mia espressione artistica. Anni or sono un critico d'arte si rifiutò di scrivere per me dicendo:
"Vedi Sala, c'è troppo da scrivere di te, della tua arte, riferimenti, messaggi, colori, idee eccc...". Una cosa vorrei dire della mia espressione artistica molto semplice: ho ricevuto un grande "dono", la fantasia, e cerco di trasmetterla sulla tela; comunico, esterno il mio mondo. Un dialogo sincero senza compromessi. Un donare emozioni, e spero di riuscirci. Aggiungo la musica, la letteratura, la filosofia e molta spiritualità sono le componenti della vita che mi permettono di creare i miei lavori.

Come ci si pone di fronte a qualcuno che ti chiede di realizzare la cover di un album in uscita? Quali sono i passi da fare temporalmente parlando?

Avendo già vissuto questa esperienza con il "Tempio delle Clessidre" ti rispondo che molti sono i fattori: l'artista (l'uomo) come primo elemento, la musica ed i testi. Infatti nella realizzazione della cover del TdC chiesi ad Elisa Montaldo  di poter leggere i testi e di ascoltare le loro sonanze. Per giorni rilessi i testi in compagnia della musica e in me nascevano immagini idonee al loro concetto artistico. Ritengo di aver creato un egregio lavoro. Spero in futuro di avere altre collaborazioni di questo tipo.
Da dove trai la tua ispirazione?

Traggo ispirazione dal mio essere, da tutto ciò che mi circonda. Da anni ho abbandonato la vita frenetica della città. Mi sono avvicinato alla natura e adoro i suoi silenzi. La musica, la lettura, la natura, la meditazione e l'arte a 360° sono ottimo cibo per il mio essere. Una confidenza: ho la fortuna di avere una mente immaginativa... tramuto molte cose in immagini, che molte volte diventano quadri.

Che cosa c’è nell’immediato futuro di Alessandro Sala?

Non guardo al passato e non penso al futuro, ma cerco di vivere al meglio il presente... l'oggi! In questo momento sono sereno e felice di poter dialogare con te... una persona positiva che è giunta nel mio percorso e che ha voluto conoscermi come uomo e artista. Mi ritengo una persona fortunata perché vivo (sopravvivo!) con il mio lavoro che adoro ed amo.