mercoledì 12 giugno 2013

Roccaforte-Sintesi


Un incontro casuale può diventare l’opportunità per conoscenze interessanti, e questo vale per ogni rappresentazione del quotidiano.
Al FIM, era presente un variegato mondo accomunato dalla passione per la musica, senza grande distinzioni di ruolo e di genere, ma con un chiaro obiettivo comune. Ed è proprio a Villanova di Albenga che mi sono imbattuto nei Roccaforte, e nelle righe a seguire, tra intervista e biografia, traccerò una possibile immagine, utilizzando il loro album nuovo di zecca, “Sintesi”.
La band è giovane, ma a ben vedere c’è quasi un ventennio di attività alla spalle.
La cosa che più stupisce è la chiarezza di idee, perché anche il punto di origine è caratterizzato dalla volontà di proporre un repertorio proprio, senza l’utilizzo delle pur lecite e comprensibili cover.
Il disco che propongono ora è in realtà l’essenza della loro produzione, e il termine utilizzato, “Sintesi”, rende perfettamente l’idea del progetto, una sorta di raccolta dei brani più significativi, riarrangiati da ogni punto di vista, che raccontano un discreto percorso di vita. E naturalmente le evoluzioni personali diventano la molla che porta alla contaminazione della musica, con l’estrema e positiva conseguenza che si potrebbe definire come “un abito nuovo per musiche già conosciute”. Un po’ come nascere due volte!
Dodici tracce, cantate rigorosamente in italiano, con temi che percorrono il quotidiano, il sociale, la vita dei giovani, grossomodo uguale in ogni punto della nostra penisola.
Nel mio primo incontro con il gruppo, il frontman William Lucino, ad una mia precisa domanda, mi raccontava di un rock con venature prog.
Risulta difficile  (ma neanche troppo utile…) dare una collocazione di genere, ma il mix che i Roccaforte propongono potrebbe essere definito un pop rock di estrema qualità, con la ricerca di alcune sonorità tipiche dell’impegno progressivo, come nella finale “Metamorfosi” o in alcuni tratti di “20 mq di libertà”.
Di forte impatto “Avatar”, potenzialmente una hit adatta ad ogni contenitore musicale.
Un album godibile,  che da solo è in grado di dare le coordinate del duro lavoro e dell’immensa passione di questa giovane band piemontese, la cui tenacia è una garanzia per un proficuo lavoro futuro.
A completamento della picture, propongo l’oggettività  dell’intervista, una piccola biografia ed un video esemplificativo.

INTERVISTA

Partiamo dall’occasione del nostro incontro al FIM: che tipo di giudizio date della manifestazione?
Se si può classificare con un voto da 0 a 10 noi diamo un bel 9. Ottima manifestazione soprattutto per le band che hanno progetti propri di inediti.

Che tipo di cultura musicale avete alle spalle e… come nasce la vostra passione?
Ognuno di noi ha esperienza e cultura diversa anche se i gusti alla fine convergono. La passione nasce da ragazzini, quando ascoltando i dischi suonavamo la scopa abbracciata a modo di chitarra. Penso il sogno di ognuno che ami musica sia trasformare quella scopa in una chitarra vera e suonare in una band.

Leggendo la vostra biografia emerge un dato inusuale, e cioè la vostra ricerca immediata di brani di vostra composizione, fuggendo dal tradizionale repertorio “cover”. Idee chiare da subito?
Sì. Il nostro progetto è datato, risale al 1994. Poi, come spesso accade, non si sapeva bene se si trattava solo di un passatempo, ma fin dagli inizi il discorso era chiaro: NO COVER. Oggi, a distanza di quasi 20 anni, abbiamo un repertorio ampio di nostri pezzi e, purtroppo, per esigenze di live / locali siamo stati obbligati ad inserire qualche cover.

Pur non amando le etichette vi chiedo di autodefinire la vostra musica, cosa utile per chi si avvicina a voi per la prima volta.
Siamo partiti con una venatura pop rock che nel corso del tempo ha preso una sfumatura più rock, cantato rigorosamente in italiano. Oggi le nostre sonorità ci portano ad esplorare il meraviglioso mondo del rock progressive.

Possiamo definire il vostro album, “Sintesi”, il primo punto e a capo della vostra vita professionale?
Esatto. “Sintesi” è il primo album prodotto da una etichetta discografica, la Keep Hold. In esso troviamo i brani che hanno segnato la storia dei Roccaforte. Tutti i pezzi sono stati ri-arrangiati e registrati da zero. In cantiere ci sono brani nuovi e tante idee quindi speriamo nel giro di un annetto, o poco più, di poter ritornare in studio.

Alla fine dell’operazione “setaccio”, quella che ha fatto rimanere nella griglia i brani dell’album, potete ringraziare qualche musicista del presente o del passato, per avervi ispirato e guidato simbolicamente nel tempo?
Noi ringraziamo TUTTI i musicisti che hanno suonato nei Roccaforte. Senza di loro non ci saremmo noi oggi. Nella sezione “biografia” del sito www.roccaforte.it li abbiamo elencati tutti con nomi e cognomi.

Che cosa fanno i Roccaforte su di un palco? Cercano l’interazione?
A livello strumentale spesso siamo concentrati nelle parti, perché riteniamo di aver composto e arrangiato i brani in maniera abbastanza complessa. In compenso il nostro front-man equilibra ciò che noi non facciamo. C’è molta interazione con il pubblico, soprattutto con chi ci conosce e canta le nostre canzoni.

Potete darmi un vostro giudizio sullo stato della musica, sia dal punto di vista dei talenti che delle opportunità?
Come prima, da 0 a 10 ci sentiamo di dare un bel 2. Purtroppo la musica d’autore, la discografia e i live sono morti (in Italia), sepolti dal Grande Fratello, X-Factor e Amici. Possiamo ringraziare i signori dei talent e dei reality per aver creato tutto ciò. Il nostro sforzo temporale, fisico, economico non verrà mai ripagato a livello nazionale ma le soddisfazioni che abbiamo nei nostri concerti, dalle recensioni e riscontri (come per esempio al FIM) sono impagabili. Fieri di difendere i nostri progetti fino in fondo.

Liriche e musica: è sempre necessaria nella vostra “sintesi” la contemporaneità?
Non sempre anche se poi alla fine è ciò che accade. E’ un percorso quasi obbligato.

Cosa vorreste vi accadesse, restando con i piedi attaccati alla terra, nei prossimi anni musicali?
Beh inutile negarlo, altrimenti non avrebbe senso ciò che facciamo: la cosa più bella che potrebbe verificarsi è l’opposto del punto 8... vorremmo che la nostra musica, piano piano, prendesse il via per quei canali che ti portano a suonare in posti in cui la gente viene perché ci sono i Roccaforte, e non perché la portano i Roccaforte. Vorremmo anche che, piano piano, si potessero percorrere i canali che portano la nostra musica sulle auto, nelle case, sui computer di tutti. Ovvio che, dopo svariati anni, se non è arrivato ancora quel successo che uno sogna, tante domande ce le siamo poste, ma alla fine prevale una cosa sola: la passione. I Roccaforte fanno ormai parte del nostro sangue e tutti i sacrifici che abbiamo fatto non meritano di essere abbandonati indipendentemente da ciò che accadrà.



BIOGRAFIA TRATTA DAL SITO UFFICIALE

Il suono dei Roccaforte riecheggia nell'aria dall'inizio degli anni novanta. Come in tutti i gruppi si ritrova quell'alternanza di personaggi che vanno e che vengono, portando e lasciando sempre qualcosa di buono; naturalmente come in molte band subentrano periodi di sospensione che, fortunatamente, si interrompono sempre con l'inizio di nuovi percorsi creativi. Il nome della band è stato ispirato dal luogo in cui era situata la prima sala prove: un casolare circondato dalle amate colline del Monferrato, che si chiama Fortezza Rocca Civalieri, da cui RoccaForte. La nostra scelta, fin da subito, è stata quella di non essere una cover band come tante altre, e così è iniziato un lungo lavoro di ricerca per coniugare i gusti musicali di ognuno e per costruire pian piano uno stile personale. La creazione di brani inediti e la ricerca accurata delle sonorità sono gli ingredienti base per essere in grado di esprimere al meglio la propria musica. Riuscire ad emozionare il pubblico e trovare persone che apprezzino i nostri pezzi è ciò che noi Roccaforte abbiamo sempre cercato… e che non smetteremo mai di cercare!


INFO


LINE UP
William  Lucino (voce)

Fabio Serra
(chitarra voce)

Bruno Borello
(basso)

Daniele Malfatto
(tastiere)

Roberto Raselli
(batteria)