Un incontro casuale
può diventare l’opportunità per conoscenze interessanti, e questo vale per ogni
rappresentazione del quotidiano.
Al FIM, era presente un
variegato mondo accomunato dalla passione per la musica, senza grande
distinzioni di ruolo e di genere, ma con un chiaro obiettivo comune. Ed è
proprio a Villanova di Albenga che mi sono imbattuto nei Roccaforte, e nelle righe a seguire,
tra intervista e biografia, traccerò una possibile immagine, utilizzando il
loro album nuovo di zecca, “Sintesi”.
La band è giovane, ma
a ben vedere c’è quasi un ventennio di attività alla spalle.
La cosa che più
stupisce è la chiarezza di idee, perché anche il punto di origine è
caratterizzato dalla volontà di proporre un repertorio proprio, senza l’utilizzo
delle pur lecite e comprensibili cover.
Il disco che
propongono ora è in realtà l’essenza della loro produzione, e il termine
utilizzato, “Sintesi”, rende perfettamente l’idea del progetto, una sorta
di raccolta dei brani più significativi, riarrangiati da ogni punto di vista,
che raccontano un discreto percorso di vita. E naturalmente le evoluzioni
personali diventano la molla che porta alla contaminazione della musica, con l’estrema
e positiva conseguenza che si potrebbe definire come “un abito nuovo per
musiche già conosciute”. Un po’ come nascere due volte!
Dodici tracce, cantate
rigorosamente in italiano, con temi che percorrono il quotidiano, il sociale,
la vita dei giovani, grossomodo uguale in ogni punto della nostra penisola.
Nel mio primo incontro
con il gruppo, il frontman William
Lucino, ad una mia precisa
domanda, mi raccontava di un rock con venature prog.
Risulta difficile (ma neanche troppo utile…) dare una
collocazione di genere, ma il mix che i Roccaforte
propongono potrebbe essere definito un pop rock di estrema qualità, con la
ricerca di alcune sonorità tipiche dell’impegno progressivo, come nella finale “Metamorfosi” o in alcuni tratti di “20 mq di libertà”.
Di forte impatto “Avatar”, potenzialmente una hit adatta
ad ogni contenitore musicale.
Un album godibile, che da solo è in grado di dare le coordinate del duro
lavoro e dell’immensa passione di questa giovane band piemontese, la cui tenacia
è una garanzia per un proficuo lavoro futuro.
A completamento della
picture, propongo l’oggettività dell’intervista,
una piccola biografia ed un video esemplificativo.
INTERVISTA
Partiamo dall’occasione
del nostro incontro al FIM: che tipo di giudizio date della manifestazione?
Se si può classificare con un voto da 0 a 10 noi
diamo un bel 9. Ottima manifestazione soprattutto per le band che hanno
progetti propri di inediti.
Che tipo di cultura
musicale avete alle spalle e… come nasce la vostra passione?
Ognuno di noi ha esperienza e cultura diversa anche
se i gusti alla fine convergono. La passione nasce da ragazzini, quando
ascoltando i dischi suonavamo la scopa abbracciata a modo di chitarra. Penso il
sogno di ognuno che ami musica sia trasformare quella scopa in una chitarra
vera e suonare in una band.
Leggendo la vostra
biografia emerge un dato inusuale, e cioè la vostra ricerca immediata di brani
di vostra composizione, fuggendo dal tradizionale repertorio “cover”. Idee
chiare da subito?
Sì. Il nostro progetto è datato, risale al 1994.
Poi, come spesso accade, non si sapeva bene se si trattava solo di un
passatempo, ma fin dagli inizi il discorso era chiaro: NO COVER. Oggi, a
distanza di quasi 20 anni, abbiamo un repertorio ampio di nostri pezzi e,
purtroppo, per esigenze di live / locali siamo stati obbligati ad inserire
qualche cover.
Pur non amando le
etichette vi chiedo di autodefinire la vostra musica, cosa utile per chi si
avvicina a voi per la prima volta.
Siamo partiti con una venatura pop rock che nel
corso del tempo ha preso una sfumatura più rock, cantato rigorosamente in
italiano. Oggi le nostre sonorità ci portano ad esplorare il meraviglioso mondo
del rock progressive.
Possiamo definire il
vostro album, “Sintesi”, il primo punto e a capo della vostra vita
professionale?
Esatto. “Sintesi” è il primo album prodotto
da una etichetta discografica, la Keep Hold. In esso troviamo i brani che hanno
segnato la storia dei Roccaforte. Tutti i pezzi sono stati ri-arrangiati e
registrati da zero. In cantiere ci sono brani nuovi e tante idee quindi
speriamo nel giro di un annetto, o poco più, di poter ritornare in studio.
Alla fine
dell’operazione “setaccio”, quella che ha fatto rimanere nella griglia i brani
dell’album, potete ringraziare qualche musicista del presente o del passato,
per avervi ispirato e guidato simbolicamente nel tempo?
Noi ringraziamo TUTTI i musicisti che hanno suonato
nei Roccaforte. Senza di loro non ci saremmo noi oggi. Nella sezione
“biografia” del sito www.roccaforte.it li abbiamo elencati tutti con nomi e
cognomi.
Che cosa fanno i
Roccaforte su di un palco? Cercano l’interazione?
A livello strumentale spesso siamo concentrati
nelle parti, perché riteniamo di aver composto e arrangiato i brani in maniera
abbastanza complessa. In compenso il nostro front-man equilibra ciò che noi non
facciamo. C’è molta interazione con il pubblico, soprattutto con chi ci conosce
e canta le nostre canzoni.
Potete darmi un vostro
giudizio sullo stato della musica, sia dal punto di vista dei talenti che delle
opportunità?
Come prima, da 0 a 10 ci sentiamo di dare un bel 2.
Purtroppo la musica d’autore, la discografia e i live sono morti (in Italia),
sepolti dal Grande Fratello, X-Factor e Amici. Possiamo ringraziare i signori
dei talent e dei reality per aver creato tutto ciò. Il nostro sforzo temporale,
fisico, economico non verrà mai ripagato a livello nazionale ma le
soddisfazioni che abbiamo nei nostri concerti, dalle recensioni e riscontri
(come per esempio al FIM) sono impagabili. Fieri di difendere i nostri progetti
fino in fondo.
Liriche e musica: è
sempre necessaria nella vostra “sintesi” la contemporaneità?
Non sempre anche se poi alla fine è ciò che accade.
E’ un percorso quasi obbligato.
Cosa vorreste vi
accadesse, restando con i piedi attaccati alla terra, nei prossimi anni
musicali?
Beh inutile negarlo, altrimenti non avrebbe senso
ciò che facciamo: la cosa più bella che potrebbe verificarsi è l’opposto del
punto 8... vorremmo che la nostra musica, piano piano, prendesse il via per
quei canali che ti portano a suonare in posti in cui la gente viene perché ci
sono i Roccaforte, e non perché la portano i Roccaforte. Vorremmo anche che, piano
piano, si potessero percorrere i canali che portano la nostra musica sulle
auto, nelle case, sui computer di tutti. Ovvio che, dopo svariati anni, se non
è arrivato ancora quel successo che uno sogna, tante domande ce le siamo poste,
ma alla fine prevale una cosa sola: la passione. I Roccaforte fanno ormai parte
del nostro sangue e tutti i sacrifici che abbiamo fatto non meritano di essere
abbandonati indipendentemente da ciò che accadrà.
BIOGRAFIA TRATTA DAL SITO UFFICIALE
Il
suono dei Roccaforte riecheggia nell'aria dall'inizio degli anni novanta. Come
in tutti i gruppi si ritrova quell'alternanza di personaggi che vanno e che
vengono, portando e lasciando sempre qualcosa di buono; naturalmente come in
molte band subentrano periodi di sospensione che, fortunatamente, si
interrompono sempre con l'inizio di nuovi percorsi creativi. Il nome della band
è stato ispirato dal luogo in cui era situata la prima sala prove: un casolare
circondato dalle amate colline del Monferrato, che si chiama Fortezza Rocca
Civalieri, da cui RoccaForte. La nostra scelta, fin da subito, è
stata quella di non essere una cover band come tante altre, e così è iniziato
un lungo lavoro di ricerca per coniugare i gusti musicali di ognuno e per
costruire pian piano uno stile personale. La creazione di brani inediti e la
ricerca accurata delle sonorità sono gli ingredienti base per essere in grado
di esprimere al meglio la propria musica. Riuscire ad emozionare il pubblico e
trovare persone che apprezzino i nostri pezzi è ciò che noi Roccaforte abbiamo
sempre cercato… e che non smetteremo mai di cercare!
INFO
LINE
UP
William Lucino (voce)
Fabio Serra (chitarra voce)
Bruno Borello (basso)
Daniele Malfatto (tastiere)
Roberto Raselli (batteria)
Fabio Serra (chitarra voce)
Bruno Borello (basso)
Daniele Malfatto (tastiere)
Roberto Raselli (batteria)