“Cantiamo in italiano ma suoniamo in
inglese”: questa
la chiave di lettura della musica dei Cinemavolta, da loro fornita nel corso dello
scambio di battute a seguire.
L’album che ho ascoltato si chiama Love, Party o altro?, ed è
uscito in contemporanea con Altro, un album acustico che testimonia la versatilità di questo gruppo
bresciano, attivo da una quindicina di anni.
Nove tracce che danno indicazioni
precise alla sola lettura dei titoli. Il funk è l’asse portante, o più
semplicemente la passione di cui sono impregnati i componenti della band.
Anche nella musica si vive di luoghi
comuni: il blues è solo per chi soffre (ed ha anche un colore preciso), il rock
è inglese, la canzone melodica è italiana, e potrei continuare a lungo.
I Cinemavolta ci ricordano nell’occasione che si possono mischiare le
carte, proporre una musica che ha radici ben precise, traducendola affinché
esista un’espressione personale efficace, che contenga il messaggio che si
vuole rilasciare, utilizzando un tappeto musicale assorbito nel tempo, e poco
importa se le coordinate geografiche della genesi riportano ad un mondo
lontano: la musica è di tutti, senza distinzione alcuna.
Non sono musicisti alla ricerca di
temi dal contenuto “impegnato”, ma si dedicano al racconto dei rapporti umani,
con i sentimenti i pole position, liriche che assumono elevato peso specifico
in un momento di crisi sociale dove l’aspetto relazionale può rappresentare un’ancora
di salvataggio.
La musica, come già sottolineato, è
tendente al black, con largo uso di una sezione fiati che diventa un marchio di
fabbrica della band. Impossibile la staticità, i brani che si susseguono sono
una spinta verso la piena mobilità, e a tratti ci si ritrova con la mente in
qualche movie di stampo americano, dove il coinvolgimento e la partecipazione
sono all’ordine del giorno.
L’idea è che Love, Party o altro?, sia un disco
che testimonia la maturazione dei Cinemavolta,
dove emerge la sicurezza nei propri mezzi, frutto del duro lavoro del passato.
Il video a seguire chiarirà il
concetto appena espresso.
Curioso… sono curioso di scoprire
come tutto ciò può diventare acustico!
L’INTERVISTA
Facciamo un’opera di
sintesi: come e dove nascono i Cinemavolta… quale il percorso dalla genesi ad
oggi?
I Cinemavolta
sono nati una quindicina di anni fa. In origine erano un laboratorio in cui si
facevano un pò di esperimenti con la musica elettronica, contaminata dalla
canzone d'autore. Poi questo laboratorio ha cominciato ad accogliere diversi
musicisti della scena bresciana e si è messo a calcare i palchi della penisola,
fino a convincere Max Casacci dei Subsonica che potesse essere un buon modo per
battezzare la sua etichetta discografica (Casasonica). "Weekend", il
nostro primo disco ufficiale, è uscito dunque nel 2005 per Casasonica/Emi. Da
lì sono partiti altri esperimenti, altre contaminazioni, altre collaborazioni.
Mi raccontate qualcosa
della line up?
Negli
anni i Cinemavolta si sono evoluti prendendo continuamente forme diverse. Dal
duo iniziale sono diventati un sestetto con una voce femminile, poi un
quintetto canonico (con due chitarre e tastiere), quindi un trio, poi un
quartetto senza batteria fino all'attuale formazione che oscilla tra i cinque e
i sette elementi, a seconda del numero di fiati coinvolti (è sempre presente
una tromba alla quale si aggiungono talvolta trombone e sax tenore).
Come descrivereste la
vostra musica a chi non ha avuto ancora la possibilità di ascoltarvi?
Sicuramente
è una musica che non ti fa tenere il piedino fermo. La componente black e funk
è molto evidente, così come il soul che trapela anche nei testi, in italiano.
Insomma, cantiamo in italiano, ma suoniamo in inglese.
Love, Party o Altro? è il vostro ultimo album: quali sono le storie che vi piace raccontare?
Ciò che
spesso caratterizza le nostre canzoni è la centralità dell'amore nell'esistenza.
Un amore che è quasi sempre un problema, un anelito, una soluzione, una fuga o
una delusione. Comunque una forza invisibile e costante, un motore immobile che
consente alla vita di distendersi in esperienze emozionanti.
Lo si può considerare un
disco rappresentativo della vostra evoluzione, dal punto di vista strettamente
musicale?
Questa è
la musica che abbiamo sempre sognato di suonare, quella che abbiamo progettato
nei nostri viaggi in giro per l'Europa, da un concerto all'altro. Quando si realizza
che ciò che si sta facendo, al di là delle mode, delle pose, delle esigenze
extra artistiche, è ciò che effettivamente si vuol fare, la musica diventa come
il migliore amico che hai alle scuole medie: un'inesauribile fonte di gioia
condivisa.
Oltre all’amore per il funk avete anche sfaccettature
acustiche: emergono in fase live?
Non solo
live. Mentre stavamo registrando "Love,
Party o altro?" ci è venuta voglia di scrivere anche qualcosa di
completamente diverso e abbiamo registrato "Altro", un disco esclusivamente acustico. Dal vivo ci capita
spesso di portare in giro due tipi di spettacoli differenti: quello più
electro/funk e quello acustico con venature più jazzy.
Esiste qualcuno del
mondo musicale che ritenete sia stato fondamentale per la vostra maturazione
artistica?
Ognuno di
noi ha tangenzialmente intrecciato la propria vita con quella di importanti
esponenti della musica e dello spettacolo italiani e non - dai Subsonica a
Vasco, da Claudio Bisio fino ai Berliner Philharmoniker - e questo ha avuto un
deciso impatto sulle competenze musicali, artistiche e anche umane. Non
possiamo non ammettere però che ciò che più conta per noi è il continuo e
spietato, ma onesto, confronto con cui ci rapportiamo all'interno degli stessi Cinemavolta.
Provate a
disegnare/sognare il vostro futuro prossimo.
Fare
sempre un disco migliore del precedente,
un concerto più emozionante di quello prima, un tour più lungo, un pubblico
sempre più vasto, sempre più attento e sempre più felice.
INFO
Bio
tratta dal sito
I Cinemavolta compiono i
primi passi in una cantina di Montichiari (BS) registrando, con un quattro
piste, una decina di brani. Lavorano subito per portare i brani dal vivo.
Qualche concerto nella provincia di Brescia, qualche escursione fuori porta,
qualche riconoscimento. Poi si fermano per registrare altre canzoni (ora con un
pc scassato e una Sound Blaster). Intanto ascoltano di tutto: dagli Who a
Costello, dai Supergrass ai Soulwax, dai Grateful Dead ai Phish. Col nuovo
materiale, dal suono decisamente più ruvido, tornano sui palchi in giro per
l’Italia. Qualche investimento: un computer portatile, una scheda audio e
iniziano a registrare il nuovo demo in un deposito per le vele (il ventoso lago
di Garda è a pochi chilometri). In un paio di mesi 13 brani diventano
"Mid-fi Life". Il cd finisce nelle mani di Max Casacci, chitarrista e
produttore dei Subsonica, che da Casasonica chiama dicendo: “Vi va di fare il
disco con noi?”. Il disco, che si intitola "Weekend", esce nel 2005
per l'etichetta Casasonica. Nell'ottobre 2007 i Cinemavolta danno alle stampe,
per la casa editrice No Reply, "Smetti di essere felice", un romanzo
ambientato negli anni Novanta e un vero e proprio cd allegato con 10 canzoni
originali e una cover dei PUSA cantata per l'occasione da Nikki. Un anno dopo
esce, per Sperling & Kupfer, un altro cd-libro: "Il mio dio è
ateo". Questa volta collaborano con Claudio Bisio per la registrazione di
un monologo scritto da Giorgio Terruzzi. Nel 2009 danno alle stampe l'ep
acustico "Guerra fredda", che li porta a calcare i palchi di numerose
città francesi. Il 13 gennaio 2011 è uscito il disco "3D(C)".