martedì 18 giugno 2013

Cinemavolta-Love, Party o altro?


“Cantiamo in italiano ma suoniamo in inglese”: questa la chiave di lettura della musica dei Cinemavolta, da loro fornita nel corso dello scambio di battute a seguire.
L’album che ho ascoltato si chiama Love, Party o altro?, ed è uscito in contemporanea con Altro, un album acustico che testimonia la versatilità di questo gruppo bresciano, attivo da una quindicina di anni.
Nove tracce che danno indicazioni precise alla sola lettura dei titoli. Il funk è l’asse portante, o più semplicemente la passione di cui sono impregnati i componenti della band.
Anche nella musica si vive di luoghi comuni: il blues è solo per chi soffre (ed ha anche un colore preciso), il rock è inglese, la canzone melodica è italiana, e potrei continuare a lungo.
I Cinemavolta ci ricordano nell’occasione che si possono mischiare le carte, proporre una musica che ha radici ben precise, traducendola affinché esista un’espressione personale efficace, che contenga il messaggio che si vuole rilasciare, utilizzando un tappeto musicale assorbito nel tempo, e poco importa se le coordinate geografiche della genesi riportano ad un mondo lontano: la musica è di tutti, senza distinzione alcuna.
Non sono musicisti alla ricerca di temi dal contenuto “impegnato”, ma si dedicano al racconto dei rapporti umani, con i sentimenti i pole position, liriche che assumono elevato peso specifico in un momento di crisi sociale dove l’aspetto relazionale può rappresentare un’ancora di salvataggio.
La musica, come già sottolineato, è tendente al black, con largo uso di una sezione fiati che diventa un marchio di fabbrica della band. Impossibile la staticità, i brani che si susseguono sono una spinta verso la piena mobilità, e a tratti ci si ritrova con la mente in qualche movie di stampo americano, dove il coinvolgimento e la partecipazione sono all’ordine del giorno.
L’idea è che  Love, Party o altro?, sia un disco che testimonia la maturazione dei Cinemavolta, dove emerge la sicurezza nei propri mezzi, frutto del duro lavoro del passato.
Il video a seguire chiarirà il concetto appena espresso.
Curioso… sono curioso di scoprire come tutto ciò può diventare acustico!


L’INTERVISTA

Facciamo un’opera di sintesi: come e dove nascono i Cinemavolta… quale il percorso dalla genesi ad oggi?
I Cinemavolta sono nati una quindicina di anni fa. In origine erano un laboratorio in cui si facevano un pò di esperimenti con la musica elettronica, contaminata dalla canzone d'autore. Poi questo laboratorio ha cominciato ad accogliere diversi musicisti della scena bresciana e si è messo a calcare i palchi della penisola, fino a convincere Max Casacci dei Subsonica che potesse essere un buon modo per battezzare la sua etichetta discografica (Casasonica). "Weekend", il nostro primo disco ufficiale, è uscito dunque nel 2005 per Casasonica/Emi. Da lì sono partiti altri esperimenti, altre contaminazioni, altre collaborazioni.

Mi raccontate qualcosa della line up?
Negli anni i Cinemavolta si sono evoluti prendendo continuamente forme diverse. Dal duo iniziale sono diventati un sestetto con una voce femminile, poi un quintetto canonico (con due chitarre e tastiere), quindi un trio, poi un quartetto senza batteria fino all'attuale formazione che oscilla tra i cinque e i sette elementi, a seconda del numero di fiati coinvolti (è sempre presente una tromba alla quale si aggiungono talvolta trombone e sax tenore).

Come descrivereste la vostra musica a chi non ha avuto ancora la possibilità di ascoltarvi?
Sicuramente è una musica che non ti fa tenere il piedino fermo. La componente black e funk è molto evidente, così come il soul che trapela anche nei testi, in italiano. Insomma, cantiamo in italiano, ma suoniamo in inglese.

Love, Party o Altro? è il vostro ultimo album:  quali sono le storie che vi piace raccontare?
Ciò che spesso caratterizza le nostre canzoni è la centralità dell'amore nell'esistenza. Un amore che è quasi sempre un problema, un anelito, una soluzione, una fuga o una delusione. Comunque una forza invisibile e costante, un motore immobile che consente alla vita di distendersi in esperienze emozionanti.

Lo si può considerare un disco rappresentativo della vostra evoluzione, dal punto di vista strettamente musicale?
Questa è la musica che abbiamo sempre sognato di suonare, quella che abbiamo progettato nei nostri viaggi in giro per l'Europa, da un concerto all'altro. Quando si realizza che ciò che si sta facendo, al di là delle mode, delle pose, delle esigenze extra artistiche, è ciò che effettivamente si vuol fare, la musica diventa come il migliore amico che hai alle scuole medie: un'inesauribile fonte di gioia condivisa.

Oltre all’amore per il funk avete anche sfaccettature acustiche: emergono in fase live?
Non solo live. Mentre stavamo registrando "Love, Party o altro?" ci è venuta voglia di scrivere anche qualcosa di completamente diverso e abbiamo registrato "Altro", un disco esclusivamente acustico. Dal vivo ci capita spesso di portare in giro due tipi di spettacoli differenti: quello più electro/funk e quello acustico con venature più jazzy.

Esiste qualcuno del mondo musicale che ritenete sia stato fondamentale per la vostra maturazione artistica?
Ognuno di noi ha tangenzialmente intrecciato la propria vita con quella di importanti esponenti della musica e dello spettacolo italiani e non - dai Subsonica a Vasco, da Claudio Bisio fino ai Berliner Philharmoniker - e questo ha avuto un deciso impatto sulle competenze musicali, artistiche e anche umane. Non possiamo non ammettere però che ciò che più conta per noi è il continuo e spietato, ma onesto, confronto con cui ci rapportiamo all'interno degli stessi Cinemavolta.

Provate a disegnare/sognare il vostro futuro prossimo.
Fare sempre un  disco migliore del precedente, un concerto più emozionante di quello prima, un tour più lungo, un pubblico sempre più vasto, sempre più attento e sempre più felice.


INFO

Bio tratta dal sito
I Cinemavolta compiono i primi passi in una cantina di Montichiari (BS) registrando, con un quattro piste, una decina di brani. Lavorano subito per portare i brani dal vivo. Qualche concerto nella provincia di Brescia, qualche escursione fuori porta, qualche riconoscimento. Poi si fermano per registrare altre canzoni (ora con un pc scassato e una Sound Blaster). Intanto ascoltano di tutto: dagli Who a Costello, dai Supergrass ai Soulwax, dai Grateful Dead ai Phish. Col nuovo materiale, dal suono decisamente più ruvido, tornano sui palchi in giro per l’Italia. Qualche investimento: un computer portatile, una scheda audio e iniziano a registrare il nuovo demo in un deposito per le vele (il ventoso lago di Garda è a pochi chilometri). In un paio di mesi 13 brani diventano "Mid-fi Life". Il cd finisce nelle mani di Max Casacci, chitarrista e produttore dei Subsonica, che da Casasonica chiama dicendo: “Vi va di fare il disco con noi?”. Il disco, che si intitola "Weekend", esce nel 2005 per l'etichetta Casasonica. Nell'ottobre 2007 i Cinemavolta danno alle stampe, per la casa editrice No Reply, "Smetti di essere felice", un romanzo ambientato negli anni Novanta e un vero e proprio cd allegato con 10 canzoni originali e una cover dei PUSA cantata per l'occasione da Nikki. Un anno dopo esce, per Sperling & Kupfer, un altro cd-libro: "Il mio dio è ateo". Questa volta collaborano con Claudio Bisio per la registrazione di un monologo scritto da Giorgio Terruzzi. Nel 2009 danno alle stampe l'ep acustico "Guerra fredda", che li porta a calcare i palchi di numerose città francesi. Il 13 gennaio 2011 è uscito il disco "3D(C)".