Violinizer è l’album di fresca uscita realizzato da
Peppe Giannuzzi.
Oltre quaranta minuti di musica
strumentale suddivisa su dieci tracce, dove emergono due elementi: la voglia di
rock e l’utilizzo del violino come mezzo caratterizzante… non uno strumento al
di sopra delle parti, ma integrato e, semmai, conduttore di un team amalgamato.
L’appellativo che viene attribuito a
Peppe, “Stariani del violino”, è per
certi versi fuorviante, perché riconduce all’estremo tecnicismo, alla capacità
personale piuttosto che all’anima: Satriani è unico, e la schiera di
chitarristi che cercano di imitarlo cadono frequentemente sull’esibizione
effettistica, fatta di rapidità e rincorse sulla tastiera.
Giannuzzi è altra cosa. Intanto suona il
violino, uno strumento che riporta alle origini, all’austerità musicale, ad un
mondo sdoganato oltre quarant’anni fa dall’avvento della musica progressiva. Lunga
la lista dei suoi illustri predecessori rock, ma non ricordo altri album di
genere - rock - registrati avendo come strumento leader il violino.
Come succedeva in tutti i dischi di “movimento”,
esistono tracce che se avessero liriche potrebbero essere definite “balllad”,
come Wind of Africa, o Eddy Smile o Hotel Laguna, così come la ritmica prog fa capolino in Strings of Fire, e tutto questo rende
estremamente diversificato, ma omogeneo, Violinizer.
Raccontare un percorso, rilasciare un
messaggio, senza l’utilizzo di testi, non è semplice, anche se la lettura dei
titoli è un primo segnale degli intendimenti di chi ha composto, ma esiste un
forte pregio legato all’assenza di parole, che è quello dell’interazione tra
artista e ascoltatore, dove il secondo diventa parte attiva ed inventa la
propria storia, magari chiudendo gli occhi e lasciandosi andare.
Giannuzzi non vuole definirsi virtuoso,
ma ama misurarsi con le difficoltà (godibile la sua reinterpretazione di Canon
Rock, tratta dalla famosa versione dell’Orientale Jerry C, fruibile su youtube),
e la sua filosofia chitarristica applicata al violino è qualcosa che, oltre a
rendere in sala di incisione, dovrebbe essere uno spettacolo nello spettacolo
in fase live: fase da scoprire!
Un bell’album e una grande sorpresa.
L’INTERVISTA
Come nasce, artisticamente parlando, Peppe Giannuzzi?
Nonostante I molti anni di musica alle spalle, nasce
veramente il giorno in cui venne chiamato a suonare con Stewart Copeland e “La
Notte della Taranta”, in un Tour nel 2009. Trovarmi a suonare con Stewart,
Vittorio Cosma e tutti gli altri grandissimi musicisti mi ha fatto capire che
potevo e volevo stare in determinati contesti, e ho incominciato a pormi
obiettivi più importanti.
Esiste un musicista che hai sempre considerato un esempio da seguire?
Non uno in particolare, oltre al “Capo”, Joe Satriani,
seguo e apprezzo molti musicisti, la maggior parte chitarristi, tipo Mark
Knopfler (Dire Straits) o Carlos Santana o Steve Vai, ognuno di loro ha delle
caratteristiche diverse che mi attirano. Come violinisti ascolto Jean Luc Ponty, Lino Cannavacciuolo e
Stephane Grappelli, ma per il concetto
che ho io del violino preferisco avere una visione più “chitarristica” negli
ascolti.
Come considereresti la tua musica, al di là dei generi precostituiti?
Questa è una bella domanda, perché ormai si tende ad
etichettare tutto. Credo che Violinizer
venga catalogato nella “World Music”, io posso dirti che come “piglio” è un album
di musica rock, perché io parto sempre dal rock come concetto di base. Poi
avendo la fortuna di muovermi in diversi generi musicali, probabilmente c'è un
po' di mescolanza, l'importante
(per me) è che ci sia una base rock, nel ritmo, nei suoni o nell'arrangiamento.
Ho letto una definizione che ti riguarda e che di dipinge come “il
Satriani del violino”, ovvero un virtuoso dello strumento: cosa serve oltre
alla tecnica sopraffina per diventare un grande musicista?
Premettendo che io non mi considero assolutamente un
virtuoso, la tecnica deve essere solo un mezzo per arrivare allo scopo finale,
che è quello di arrivare allo “stomaco” dell'ascoltatore, e per arrivare alla
gente serve che la musica abbia un'anima.
E’ da poco uscito il tuo album Violinizer: che tipo di percorso
musicale hai voluto raccontare?
Come dicevo prima, ho avuto la fortuna nella mia vita
artistica, di muovermi attraverso diversi generi musicali, dal folk al blues al
country all'etnico. Credo che Violinizer sia un sunto di tutto questo, con un
filo conduttore comune a tutti i pezzi, il rock.
Chi sono stati i tuoi compagni di viaggio in questa avventura?
Cominciamo dal più importante, il mio manager, Giovanni
Pollastri, credo che senza Giovanni Violinizer
sarebbe uno dei tanti album che nessuno si filerebbe; poi tanti
altri amici, tra cui Francesco Moneti (Modena City
Ramblers), che ha messo la sua chitarra in tre pezzi, Roberto Gemma, storico
fisarmonicista della Notte della Taranta, che ha fatto tutte le parti di
tastiera e piano, e Angelo Fumarola, altro chitarrista che probabilmente, se
fosse nato in Inghilterra, farebbe una concorrenza spietata a Mark Knopfler.
E’ prevista una promozione live del disco?
Stiamo valutando delle situazioni; io mi auguro che ci
siano tantissimi concerti con Violinizer,
anche perché la mia dimensione preferita rimane sempre il live.
Quali sono i tuoi progetti futuri
Quante pagine hai a disposizione?
Nel breve sicuramente vorrei avere la possibilità di
suonare i miei pezzi dal vivo, anche perché
live hanno tutto il sapore rock che voglio trasmettere, poi sicuramente fare un
altro album nel quale avere altre guest star... anzi a questo proposito ho
un'idea abbastanza folle della quale per ovvi motivi scaramantici non voglio
parlare!
Un po’ di storia estratta dal comunicato stampa.
Peppe Giannuzzi, classe 1971, è stato definito il Satriani del violino. La sua verve e la sua creatività lo hanno portato ad andare oltre i confini del tipico suono dello strumento, creando quindi una personalissima sonorità, senza tralasciare comunque un uso tradizionale del violino.
Diplomato
in Viola presso il Conservatorio T. Schipa di Lecce, nel '95 ha scelto
quindi una "via alternativa di una proposta musicale non
consueta" coniugando le influenze musicali "rockettare" di
gioventù con sonorità World e Ambient, il tutto unito alle influenze della
terra natia, la musica tradizionale salentina (pizzica).
Un
percorso che gli ha permesso di condividere il palco con Stewart Copeland
(batterista dei Police), con il quale ha suonato, oltre che nelle maggiori
città dItalia,
anche in alcuni grandi festival internazionali con lensemble de La Notte della
Taranta toccando la Spagna, la Svizzera, il Portogallo e recentemente il
Brasile, esibendosi al rinomato PercPan Festival di San Paolo.
Tra le
altre collaborazioni troviamo i nomi di Vittorio Cosma e Mauro Pagani, sempre
nel progetto de La Notte della Taranta (nelledizione del 2007, che ha visto partecipare
anche Massimo Ranieri e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro), e i Modena City
Ramblers, con i quali ha condiviso il palco sempre nel 2008.
Ha
collaborato inoltre con alcune tra le realtà folk-rock di richiamo tra cui
FRACMIRE, con cui
tuttora suona, con SU' d'EST Cantierisuoni, ARTETIKA, AVLEDDHA (con i quali ha
inciso il cd Ofidèa) e ha collaborato al brano
"POLVERE E SILENZIO" insieme a Treble aka Lu Professore, inserito
nella colonna sonora del film FINE PENA MAI (2007, regia di Davide Barletti).
INFO
Peppe Giannuzzi
suona:
Violino Silent Yamaha sv 100
Violino elettrico 5 corde Cantini VRT Series
Pedaliera BOSS GT-10
Hanno suonato: Roberto Gemma alle tastiere
Angelo Fumarola alla chitarra (acustica ed elettrica)
Francesco Fry Moneti alla chitarra elettrica nei brani 1,4 & 6
Voce recitata: Francesca Tomai; Eddy Giannuzzi (brano 5)
www.facebook.com (Violinizer)
http://www.myspace.com/peppegiannuzzi
Violino Silent Yamaha sv 100
Violino elettrico 5 corde Cantini VRT Series
Pedaliera BOSS GT-10
Hanno suonato: Roberto Gemma alle tastiere
Angelo Fumarola alla chitarra (acustica ed elettrica)
Francesco Fry Moneti alla chitarra elettrica nei brani 1,4 & 6
Voce recitata: Francesca Tomai; Eddy Giannuzzi (brano 5)
www.facebook.com (Violinizer)
http://www.myspace.com/peppegiannuzzi
Management
& Promozione:
LowCoost Mgmt c/o Giovanni Pollastri
LowCoost Mgmt c/o Giovanni Pollastri