A distanza di un paio di
anni ritrovo il Ballo delle Castagne, con
l’album Surpassing
all other Kings.
Molte cose sono cambiate da
allora, a partire dalle modifiche alla line up sino ad arrivare ad un nuovo
sound, conseguenza del rinnovato assetto. Ma per ogni dettaglio rimando all’intervista
seguire.
La trilogia si chiude,
almeno momentaneamente, e la concettualità unisce i tre lavori - 108, Kalachakra e Surpassing… - avendo come obiettivo centrale il percorso dell’uomo,
attraverso i tre elementi, fuoco, aria e acqua.
E’ una strada ambiziosa e di
estremo impegno, tendente a fornire fotografie che debbono essere elaborate in
modo personale, e in un momento di grande crisi sociale, il mantenimento - o la
riscoperta - dei valori base possono stimolare la riflessione e, si spera, l’azione
positiva.
Non sale in cattedra il BdC,
ma suggerisce di confrontare, di pensare, e di trovare una strada propria che
potrebbe coincidere con l’ottenimento di un bene comune.
La mitologia legata a Gilgamesh
- questo è il filo conduttore dell’album - riporta al tema dell’immortalità,
alla ricerca spasmodica di una dimensione soprannaturale, che nel momento del
dolore estremo ritrova la basicità di sentimenti, l’amicizia in primis.
La band riparte dalla fine,
dal sonno perpetuo del re dei Sumeri, e gli ridà la vita, delegandogli il compito di ritrovare i valori umani
fondamentali, per metterli a disposizione…
Dal punto di vista musicale
i cambiamenti sono ben visibili e direi
scontati, perché la maturazione e i cambiamenti in genere conducono all’evoluzione…
anche se non sempre positiva.
Difficile elaborare
etichette interessanti, ma l’area di competenza è quella della musica
progressiva - ovvio - con una certa sinfonicità e il tratto dark alimentato
dall’utilizzo dell’elettronica e della tecnologia.
Ne esce fuori un disco che
potrebbe essere gradito anche all’impatto, senza avere conoscenza di tutte le
implicazioni “umanistiche” e i risvolti razionali, perché, non bisogna mai dimenticarlo,
la musica colpisce spesso all’improvviso, senza che di essa si conosca il
minimo dettaglio.
Pregevole album, grande
impegno e mia enorme soddisfazione nel constatare la fuga dalla banalità, la
ricerca del contenuto e il tentativo di interazione, attraverso la fusione di
talento e rispetto per il popolo degli ascoltatori.
L’INTERVISTA
Sono passati due anni da quando abbiamo
avuto un interessante scambio di battute, terminato con la seguente
domanda/risposta: ” Cosa vorreste vi
capitasse, musicalmente parlando, nei prossimi tre anni? - Il concerto
perfetto! Ti sembra poco?”.
Siete
riusciti ad avvicinarvi all’evento dei vostri sogni?
Negli ultimi due anni ci sono stati parecchi cambiamenti nella
line up della band. Purtroppo non siamo riusciti a portare in tour il nostro
penultimo album “Kalachakra” e ci siamo concentrati immediatamente sul nuovo
album, “Surpassing all other Kings”. Il gruppo adesso si compone di ben sette
elementi e le condizioni per un concerto in grado di soddisfare a pieno il
nostro pubblico diventano sempre più difficili, specie considerato la povera
offerta tecnica dei luoghi adibiti ai concerti in Italia.
Che
cosa è accaduto nella vostra vita musicale in questi due anni?
Marco Garegnani, fondatore e chitarrista
del gruppo, ha deciso di ritirarsi dal progetto e dalla musica in generale. È
stata una decisione sofferta, ma che abbiamo compreso. Tuttavia questo non ci
ha fermato od ostacolato minimamente, il concept e parte dell’album era stato
già scritto, poi grazie all’aiuto determinante di Diego Banchero (Il Segno del
Comando, Egida Aurea) e due validissimi chitarristi di grande esperienza come
Roberto Lucanato (Malombra, Egida Aurea) e Davide Bruzzi (ZSP, Runes Order,
Egida Aurea), abbiamo lavorato per molti mesi per tirare fuori quel sound che
cercavamo di realizzare da tempo. Siamo molto soddisfatti anche per la preziosa
collaborazione di Carmen D’Onofrio (Argine, Malaise, Camerata Mediolanense).
Che
cosa rappresenta questo nuovo album… un cerchio che si chiude od una tappa di
un percorso ancora inesplorato?
Quest’album chiude una trilogia che
inizia con “108”, continua con “Kalachakra” e si chiude momentaneamente con
“Surpassing all other Kings”. Quello che abbiamo messo in piedi è un rituale,
non un semplice esercizio musicale. Il nostro obiettivo è il risveglio delle
menti. Questo comunque rimane un percorso individuale, noi abbiamo offerto solo
uno spunto di riflessione.
Mi
parlate dei contenuti, delle liriche, del messaggio identificabile come focus
del disco?
Il disco fa parte di una trilogia che
vede l’uomo realizzare un percorso di crescita interiore attraverso i tre
elementi del fuoco (108), aria (Kalachakra) e acqua (Surpassing all Other
Kings). Questo capitolo ha come protagonista Gilgamesh e parte esattamente dove
l’originale epopea o le fonti storiche successive si sono fermate: il lungo
sonno dell’eroe, la sua morte. Abbiamo quindi resuscitato l’eroe babilonese e
come novello Odisseo lo abbiamo spedito alla ricerca nell’Universo della
propria umanità perduta. Non abbiamo voluto riproporre i passi dell’epopea
originaria, anche perché finalizzati alla ricerca della vita eterna. Il vero
obiettivo di questa nuova avventura è la ricerca dell’umanità non solo in
termine di specie, ma anche di sensibilità persa e dimenticata. In questo nuovo
capitolo abbiamo unito personaggi già presenti nella epopea originale e nuovi
caratteri provenienti da altre fonti d’ispirazione.
Che
cosa è cambiato invece dal punto di vista meramente musicale?
Il sound del Ballo delle Castagne si è
notevolmente espanso ed ampliato, abbiamo voluto focalizzarci più su sonorità
hard e space rock, tralasciano la componente psichedelica presente nei capitoli
precedenti. Per il futuro vorremmo rimanere su questo tipo di sonorità con
maggiori contributi di elettronica ed escursioni nell’ambito della musica
classica e operistica.
Anche
in un breve periodo la tecnologia fa enormi passi avanti. Avete utilizzato
maggiormente ciò che la tecnica mette a disposizione giorno dopo giorno?
Ad eccezione dell’ultimo pezzo abbiamo
sempre usato solo strumenti veri ed analogici, non esistono sample all’interno
dell’album. Questo discorso si applica dalle tastiere fino alle chitarre, etc.
Riguardo il missaggio devo dire che l’apporto del digitale rimane
indispensabile, soprattutto in fase di masterizzazione del disco. In breve,
l’apporto tecnologico credo debba essere usato con intelligenza e mai abusato
per alterare il disco in questa o quella parte.
Come
sempre uno sguardo al futuro. Quali sono i vostri progetti?
Diego Banchero è attualmente impegnato
nella finalizzazione del progetto “Il Segno del Comando – Il Volto Verde”,
probabilmente uno dei più grandi e attesi ritorni nell’ambito dark prog. Vinz
Aquarian continua la sua attività come produttore ed è attualmente impegnato
nella promozione dell’album dei Mushroom’s Patience – Road to Nowhere, dove ha
cantato e suonato il Moog. Davide Bruzzi continua il suo progetto ZSP, un jazz
elettronico denso di sperimentazione. Il Ballo delle Castagne ha incominciato a
scrivere materiale per il nuovo album, abbiamo già il concept e ben tre pezzi
pronti…
Nome della
Band
Il 31 ottobre 1501 Alessandro VI e
Lucrezia Borgia organizzano una sorta di sabba satanico passato alla storia
come il “ ballo delle castagne”, un'orgia ideata da
Cesare Borgia, durante la quale
prostitute nude danzano tra candelabri messi a terra e poi raccolgono con la
bocca, strisciando, castagne sparpagliate sul pavimento“. La festa venne
descritta come un sabba di streghe e vari testimoni affermarono di avere visto
scimmie nere sorvegliare la camera di Alessandro VI, altri di aver visto il
Papa firmare un patto con il diavolo. In quegli anni la figura del demonio
prende la forma del toro, presente nello stemma nobiliare della famiglia
Borgia.
Track-list:
Tema di Gilgamesh
Il risveglio
Il viaggio
Rorate Coeli
Konigin der Nacht
Il segreto
Aquarius Age
Fire in the Sky
Eoni
Apocriphon of Gilgamesh
Line Up:
Vinz
Aquarian: voice , moog
Diego
Banchero: Bass
Ospiti e
amici:
Carolina
Cecchinato/Marina Larcher: voci e cori
Carmen D’onofrio:
voce
Roberto
Lucanato: guitar
Davide
Bruzzi: electric guitar
Fernando
Cherchi: drum
Informazioni