Andrea Celeste, cambia registro, e dopo una intensa
discografia caratterizzata dal cantato inglese ritorna alle origini, e forse a
qualcosa in più, perché l’innamoramento musicale riporta alle radici, essendo
il frutto dell’incontro con la classica scuola genovese. Toscana, ma ormai
adottata dal capoluogo ligure, la giovane cantautrice presenta il sunto della
sua ricerca in un album che le permette di rivisitare perle universali della
nostra musica, non limitandosi ad una ovvia personalizzazione espressiva, ma
fornendo coraggiosamente un nuovo volto a costruzioni consolidate nel tempo. Il
nome dell’album è una dichiarazione di intenti: “Se Stasera Sono Qui”.
Lauzi,
Paoli, Bindi, Tenco, Fossati, De Andrè, De Scalzi, Mannerini…
Tra i tanti brani conosciuti, è
presente anche un’inedito - “Mentre
cadiamo giù” - scritto appositamente per Andrea Celeste da Vittorio De Scalzi,
che con lei duetta nell’occasione.
Un disco vario nella sua composizione,
contraddistinto da una voce capace di accarezzare la storia, senza peraltro provocare
comparazioni e gradi di merito; una prova che fa trasparire enorme rispetto
verso un repertorio da brividi, proposto con la consapevolezza che la bellezza va
esaltata con tutti i mezzi possibili, e non mantenuta in un’unica e rigida forma,
spesso nostalgica e iperprotettiva.
Poesia, grazia, delicatezza interpretativa e capacità di cambiare volto e umore a disegni armonici scolpiti nella roccia, con
una voglia di jazz e di variazioni sul tema che marchiano a fuoco il brand
della cantautrice ormai “genovese”; un esempio su tutti, “Se stasera sono qui”, in coppia con Zibba, un’unione di voci e stili che
proiettano verso il futuro, facendo sognare un’evoluzione musicale di cui si
sente il bisogno.
Da brivido “Sera sul mare”, la canzone conclusiva, che vede Andrea Celeste, al
piano e voce, omaggiare la lirica di Riccardo
Mannerini, poeta capace di influenzare e indirizzare verso momenti di
elevato intimismo.
Nell’intervista a seguire emerge con
chiarezza l’anima e il progetto di un’artista dalle significative potenzialità
e dalle idee molto chiare, che, ne sono certo, proseguirà spedita un cammino
carico di soddisfazioni musicali.
Il brano che propongo a fine articolo,
“Un giorno dopo l’altro”, mi ha toccato
nella sezione “ricordi indelebili”, e la condivisione è d’obbligo.
Un gran bel disco…
L’INTERVISTA
Partiamo dalla tua storia, i fatti salienti, la tua passione per la
musica e i tuoi studi.
Sono nata e cresciuta in un piccolo paese sulle colline
toscane da genitori operai. All'età di 11 anni, casualmente, mi sono ritrovata
a cantare davanti ad un microfono per poi non smettere più. Poco tempo dopo ha
avuto la fortuna di conoscere quello che poi è stato il mio insegnate di canto
lirico per più di quattro anni, nonché padre spirituale, Vittorio Scali. Negli stessi
anni ho frequentato molti cori Gospel e moltissimi studi di registrazione nel
nord Italia dove ho imparato a confrontarmi con stili musicali di svariato
tipo. Durante la gavetta in studio di registrazione ho imparato a scrivere
canzoni, semplicemente osservando gli altri e assorbendone le tecniche.
Quali sono stai i tuoi punti di riferimento, artisti che hanno
profondamente inciso sulle tue scelte musicali?
Possiamo dire che ho vissuto tre grandi periodi importanti
e di diversa natura musicale nei primi (quasi) tre decenni della mia vita. Il
primo decennio di totale inconsapevolezza nel quale ho avuto la fortuna di
ascoltare passivamente, grazie alle mie sorelle maggiori, le canzoni dei
Beatles, dei Pink Floyd e dei Queen che andavano per la maggiore. Il secondo
decennio dedicato soprattutto al Gospel, al Jazz e all'R&B; ho consumato
tutti i cd di Billie Holiday di cui ero in possesso! Il terzo decennio, che sto,
vivendo dedicato ai cantautori (americani/inglesi e italiani) e alla ricerca.
Sono un individuo di natura onnivora, ultimamente sto ascoltando anche musica
tradizionale cinese oltre ad aver ripreso lo studio del pianoforte classico,
penso che la creatività debba essere stimolata senza limite di genere.
Fondamentalmente, ascolto tutto ciò che sia bello e che possa ispirarmi.
Sei toscana, ma da alcuni anni vivi a Genova: quanto è positiva
l’atmosfera di questa città per chi desidera vivere di Musica?
Sicuramente Genova è una delle città con la più alta
densità di artisti in Italia. Purtroppo mancano gli spazi per far esprimere
tutti, ma il fermento è notevole. Per me è stata una benedizione trasferirmi a
Genova. Prima di tutto perché sono entrata in contatto con la tradizione della
canzone d'autore e in secondo luogo perché ho trovato dei musicisti davvero
straordinari con i quali collaboro da ormai sette anni.
Ascoltando i tuoi due ultimi album “Something Amazing” e “Se Stasera
Sono Qui”, emerge una grande duttilità, una capacità di cavalcare ampi spazi
espressivi, tra lingua inglese e italiana, tra cantautorato e pop
internazionale, anche se appare un DNA di nome jazz: che cosa ti dà veramente
soddisfazione?
Scrivere canzoni, cantare, suonare, reinventare, creare
senza pormi limiti, tentare, fallire, riuscire, sudare tanto. Fare musica in
tutto e per tutto mi rende felice al di là del genere stesso e probabilmente
ottengo più soddisfazione quando mi allontano dalle mie radici e mi avventuro
in generi che non conosco. Il divertimento sta nell'esplorazione, non nella
contemplazione del linguaggio stesso e della personale bravura nel suo
utilizzo.
Veniamo all’album del 2013, quello dedicato ai cantautori genovesi: come
nasce l’idea e come hai operato la scelta all’interno di un contenitore
vastissimo?
Dopo un lungo viaggio a New York ho sentito il bisogno di
recuperare il contatto con la mia "italianità", le mie radici. Essere
Italiani all'estero è un vanto, noi non ci rendiamo conto del valore della
nostra cultura purtroppo. Tornata in Italia ho ricevuto in maniera del tutto
inattesa il "Premio Via del Campo" e ho preso questo evento come un
segnale. La strada che stavo per intraprendere era quella giusta. Così ho
ricominciato studiando i cantautori genovesi e ascoltando tantissimo materiale,
e ho assemblato in maniera autonoma e naturale un meraviglioso repertorio.
Abbiamo messo su uno spettacolo dedicato ai cantautori genovesi con il quale
siamo stati in tour per tutta la Liguria durante l'estate 2013, e poi il disco
" Se stasera sono qui" è
arrivato lo scorso Dicembre.
Hai inserito anche un brano inedito, “Mentre cadiamo Giù”, scritto per
te da Vittorio De Scalzi: dono prezioso o tua espressa volontà?
Entrambe le cose. Avevo bisogno di un brano per Sanremo
nel 2012, così ho chiesto al migliore, Vittorio De Scalzi, che conosco di
persona e che ho visto lavorare in studio molto volte. Vittorio è tornato dopo
due giorni con questa perla meravigliosa. A Sanremo non mi hanno voluta, ma io
sono testona e ho voluto produrre il brano a dispetto di un provino fallito.
Niente può fermare una canzone di una tale qualità... Vittorio è la
testimonianza vivente di come ci possa evolvere come artisti in una carriera
lunga più di quarant'anni, questo è stato il mio tributo.
Tra i tanti ospiti troviamo un altro ligure, ormai una certezza, Zibba:
come è avvenuta l’attribuzione del brano?
Prima è arrivata l'idea di trasformare il brano in una
piccola pazzia manouche. Poi è
arrivata una sorta di visione e mentre la provavo ho sentito chiaramente la
bellissima voce di Zibba nella mia testa. E' stato un vero piacere lavorare con
lui, è davvero un bravissimo Artista e sono felice del risultato. Il brano è
piaciuto molto anche alla famiglia Tenco, cosa che mi ha tranquillizzata molto
dato che mi ero presa la briga di trasformare in maniera così sfacciata un
capolavoro di quella portata. Osare però è divertente...
Nell’album, oltre a cantare hai suonato il pianoforte: interprete,
musicista, autrice in altre occasioni… c’è qualche lacuna che ti senti di dover
colmare?
L'elenco delle lacune è lunghissimo ovviamente. Non mi
sento mai in pari con gli studi e sono sempre alla ricerca di stimoli. Cerco di
coltivare tutte le inclinazioni creative, si ha bisogno di tanti strumenti per
esprimersi bene.
Chi come te decide di dedicare un album ad un mondo che sa di poesia
deve sentire forte la necessità di usare un testo, che abbinato alla melodia
porterà un messaggio ben preciso: quale pensi sia il ruolo della musica, oltre
al suscitare reazioni istintive, che spesso non necessitano di liriche?
In questo senso la musica è un prolungamento della parola.
La musica porta in superficie la verità più intima nascosta dietro alle parole,
non mente mai. Dietro a ogni parola c'è una precisa intenzione che trascende il
significato della parola stessa e la musica ha il ruolo di portarla alla luce.
Esprimi un desiderio, o una speranza, che sia calata nella realtà e … a
medio termine.
Spero di poter intraprendere presto un lungo tour con i
miei musicisti. La musica è meravigliosa, soprattutto quando può essere condivisa.
Se Stasera Sono Qui
1. L’ufficio in
riva al mare (Bruno Lauzi)
2. Che cosa c’è (Gino Paoli)
3. Noi due (Umberto Bindi)
4. Se stasera sono qui (Mogol, Luigi Tenco) con Zibba
5. L’angelo e la pazienza (Ivano Fossati)
6. Un giorno dopo l’altro (Luigi Tenco)
7. La ballata dell’amore cieco (Fabrizio De Andrè)
8. Genova e la luna (Maurizio Fabrizio, Bruno Lauzi)
9. Mentre cadiamo giù (Vittorio De Scalzi) inedito, con Vittorio De Scalzi
10. Sera sul mare (Riccardo Mannerini, Vittorio De Scalzi, Marco Ongaro)
3. Noi due (Umberto Bindi)
4. Se stasera sono qui (Mogol, Luigi Tenco) con Zibba
5. L’angelo e la pazienza (Ivano Fossati)
6. Un giorno dopo l’altro (Luigi Tenco)
7. La ballata dell’amore cieco (Fabrizio De Andrè)
8. Genova e la luna (Maurizio Fabrizio, Bruno Lauzi)
9. Mentre cadiamo giù (Vittorio De Scalzi) inedito, con Vittorio De Scalzi
10. Sera sul mare (Riccardo Mannerini, Vittorio De Scalzi, Marco Ongaro)
Prodotto
da Roberto Vigo – Celeste Ieffa
©Zerodieci
Studio 2013