Presento oggi un
progetto originale, quello di Corrado Pezzini, basato esclusivamente sulla
musica dal vivo. L’esecuzione lascia piena libertà all’improvvisazione
dell’arrangiamento, ed è la musica che segue il canto.
Tutte le note sono
realmente suonate e gli strumenti eseguiti con la voce tramite un esclusivo
microfono realizzato da Pezzini, mentre le percussioni sono attivate da un
controllo a pedale, senza l’utilizzo di alcuna base preregistrata. Ciò che
Corrado propone è fuori da ogni schema discografico e l’essenzialità delle
esecuzioni ha lo scopo di mettere l’artista al centro della scena, senza
utilizzo di filtri e trucchi. Tutto ciò rappresenta un ritorno alla musica
suonata e vissuta tra il pubblico.
Molti tra gli
strumenti usati sono progettati e costruiti personalmente dall’artista, che si
considera un artigiano della musica.
Corrado Pezzini, nel
tempo, è riuscito a far coincidere la passione con la sua professione.
L’intervista a
seguire, e il video annesso, permetteranno di spaziare in un mondo … inusuale!
Il primo Modular Moog autocostruito nel 1977, quando
Corrado Pezzini faceva parte del gruppo prog Aurora Lunare, di Livorno.
L’INTERVISTA
Come si può sintetizzare il percorso musicale di Corrado
Pezzini, dagli inizi ad oggi?
E' stata un'evoluzione
continua cercando di bilanciare il lavoro di musicista, tecnico elettronico e
del suono. Questo mi ha sempre permesso di esprimere al meglio il mio percorso
musicale senza dover dipendere da "qualcuno".
Quale o quali sono stati i tuoi ispiratori, modelli
musicali capaci di influenzarti?
Non ho mai avuto
particolari ispiratori. Forse l'unico che ha rappresentato un forte fascino è
stato Rick Wakeman nei suoi progetti da singolo. La capacità di integrare suoni
sintetici, sonorità pop rock con la musica classica senza banalizzare (come
spesso accade in questi contesti) è per me un'eccellenza. Inoltre il fatto che
ascolto musica diversa da quella che faccio è dovuto probabilmente alla ricerca
costante dell'originalità.
La tua evoluzione personale ti ha portato ad elaborare
un progetto live innovativo: puoi descriverlo?
Alla base di tutto c'è
la scelta di proporre solo situazioni tratte da eventi live: musica, foto,
video e realizzazione cd. L'idea è quella di focalizzare in quei momenti
assolutamente unici l’impegno di una vita, attimi in cui capacità e limiti
mettono a nudo quello che artisticamente realmente siamo. Nei confronti della
canzone ho poi ribaltato il concetto che vede di solito la voce cantare su una
base musicale. Nel mio progetto la voce diventa la guida e la musica si adatta
all'esecuzione. In questo modo è quindi possibile anche un'interazione che
permette di avere spunti sempre diversi sulla struttura propria della canzone.
Esibendomi come singolo musicista ha cercato un compromesso che mi potesse dare
un suono "completo" pur mantenendo la massima libertà espressiva e di
esecuzione. Ho deciso quindi di usare in automazione solo percussioni
elettroniche (che non vincolano nè armonicamente nè melodicamente, essendo
suoni atonali) oltretutto non in sequenza fissa, ma in pattern che posso
gestire tramite controlli a pedale che attivano i vari suoni. Le note musicali
invece sono eseguite tutte dal vivo in tempo reale, da qui "Le note
live". Durante la performance alterno brani di mia composizione con
canzoni famose italiane che interpreto come fossero state scritte appositamente per me e
quindi in linea con il mio modo di fare musica. L'assoluta libertà di improvvisare
al momento e non sapere come si svilupperà il brano è per me fondamentale. Non
riuscirei infatti a studiare una canzone nota per nota perché mi annoierei a
suonarla. Mi piace invece trovare sempre qualcosa di nuovo da esplorare.
Ti definisci un “artigiano della Musica”, capace di
costruire strumenti con cui conduci le tue performance: mi parli del tuo
microfono “magico” e delle altre applicazioni a te care?
Il microfono che mi permette di eseguire
con la voce gli strumenti solisti (che chiamo "Il microfono magico",
termine poco tecnico ma adatto per fare spettacolo) ho cominciato ad usarlo
all'inizio degli anni '90 dopo un periodo di sola sperimentazione. Tecnicamente
si può definire un "voice midi synth". E' formato da uno
speciale microfono che mi permette di convogliare la voce e quindi controllare
al meglio un convertitore audio-midi entrambi di mia realizzazione. L'uso è
particolarmente impegnativo e occorre usare una tecnica vocale dedicata.
Bisogna infatti intonare le note e controllare con l'intensità della voce:
volume, filtri e modulazioni. E' a tutti gli effetti un vero e proprio
strumento musicale che richiede studio e applicazione. Deve essere chiaro che
l'intento non è quello di sostituire il musicista che con il suo sax, tromba o
flauto è nettamente superiore come espressività, ma poter permettere ad un
singolo esecutore di alternare il canto rendendo più varia l'esecuzione. La
master keyboard è un'altro strumento che ho progettato nella parte elettronica
e di controllo utilizzando un tastiera della fatar (numa nano) ripesando anche
la meccanica per rendere il tocco più pesante del classico pianoforte, per dare
maggiore resistenza alla forza che si applica inevitabilmente nelle situazioni
live. Gli slider e manopole varie mi consentono di regolare tutto ciò che
necessità come volume generale, ear-monitor, luci ecc. L'impianto audio sub e
satelliti l'ho progettato e realizzato per una resa sonora ad alti livelli di
fedeltà con le dimensioni contenute e leggerezza (io non sento l'età ma l'età
sente il peso e lo sforzo!). Gli amplificatori invece sono dei moduli della powersoft
che ho assemblato nei miei classici contenitori in legno opportunamente
schermati. Ho realizzato anche un programma che mi gestisce tutti i cambi
di sonorità dai suoni ai riverberi, dalle luci ai testi in modo da controllare
tutto con un pad numerico ed un piccolo monitor sulla tastiera. Per l'audio
utilizzo un computer con componenti desk-top che ho assemblato come portatile
ed altamente affidabile e il programma reason 5, molto
"leggero" e performante, ma utilizzando suoni campionati di mie
librerie che ho elaborato personalmente. La cura delle sonorità, che propongo
utilizzando le apparecchiature come uno studio mobile di registrazione, mi
permette di avere un prodotto eccellente da utilizzare per realizzare dei cd,
che riproducono esattamente quello che avviene nel live ed oltretutto a costi
limitati.
Che cos’è per te l’incontro con l’audience?
Non essendo inserito
volutamente in nessun contesto discografico, non sento il bisogno di
confrontarmi con questo tipo di consenso. Mi limito all'approvazione di
impresari, organizzatori di eventi e gestori di locali che mi dànno lavoro,
oltre ovviamente al pubblico che assiste alle mie serate concerto.
Che giudizio dai della situazione attuale della
Musica, della sua fruizione e del mercato che detta le regole?
Quando si parla di
mercato bisogna considerare che ci si riferisce al "prodotto
musicale" da commerciare quindi: buona confezione, buoni venditori e tanta
pubblicità dove la musica in tutto questo è la colonna sonora del
"personaggio di turno". Il mio giudizio è che ritengo
assolutamente normale che ciò avvenga e un prodotto che vende a volte può essere
anche ottima musica.
Si può vivere solo di Musica in questa epoca?
La musica come
professione è spesso considerata nell'immaginario collettivo il raggiungimento
del successo, inteso come notorietà, e se non arriva si considera il musicista
come un hobbysta. Ci sono persone impegnate in molte attività che dànno scarsi
guadagni eppure sono considerati dei lavoratori a
tutti gli effetti. Le situazioni che possono dare sostentamento con la musica
come l'insegnamento, il turnista e il live ci sono, basterebbe
"ripulire" e rendere professionali queste attività e ci sarebbe
lavoro per tutti i musicisti.
Prova a sognare… realisticamente: che cosa vorresti
realizzare, musicalmente parlando, nel futuro prossimo?
Sono abituato a vivere
il domani come una sorpresa continua, e anche se lavoro costantemente per far
evolvere questo mio progetto non mi fisso degli obiettivi. La cosa di cui sono
sicuro però è che il meglio deve ancora arrivare, e questa consapevolezza mi
rende entusiasta.