giovedì 12 giugno 2014

Il progetto di Corrado Pezzini


Presento oggi un progetto originale, quello di Corrado Pezzini, basato esclusivamente sulla musica dal vivo. L’esecuzione lascia piena libertà all’improvvisazione dell’arrangiamento, ed è la musica che segue il canto.
Tutte le note sono realmente suonate e gli strumenti eseguiti con la voce tramite un esclusivo microfono realizzato da Pezzini, mentre le percussioni sono attivate da un controllo a pedale, senza l’utilizzo di alcuna base preregistrata. Ciò che Corrado propone è fuori da ogni schema discografico e l’essenzialità delle esecuzioni ha lo scopo di mettere l’artista al centro della scena, senza utilizzo di filtri e trucchi. Tutto ciò rappresenta un ritorno alla musica suonata e vissuta tra il pubblico.
Molti tra gli strumenti usati sono progettati e costruiti personalmente dall’artista, che si considera un artigiano della musica.
Corrado Pezzini, nel tempo,  è riuscito a far coincidere la passione con la sua professione.
L’intervista a seguire, e il video annesso, permetteranno di spaziare in un mondo … inusuale!


Il primo Modular Moog autocostruito nel 1977, quando Corrado Pezzini faceva parte del gruppo prog Aurora Lunare, di Livorno.

L’INTERVISTA

Come si può sintetizzare il percorso musicale di  Corrado Pezzini, dagli inizi ad oggi?
E' stata un'evoluzione continua cercando di bilanciare il lavoro di musicista, tecnico elettronico e del suono. Questo mi ha sempre permesso di esprimere al meglio il mio percorso musicale senza dover dipendere da "qualcuno".

Quale o quali sono stati i tuoi ispiratori, modelli musicali capaci di influenzarti?
Non ho mai avuto particolari ispiratori. Forse l'unico che ha rappresentato un forte fascino è stato Rick Wakeman nei suoi progetti da singolo. La capacità di integrare suoni sintetici, sonorità pop rock con la musica classica senza banalizzare (come spesso accade in questi contesti) è per me un'eccellenza. Inoltre il fatto che ascolto musica diversa da quella che faccio è dovuto probabilmente alla ricerca costante dell'originalità.

La tua evoluzione personale ti ha portato ad elaborare un progetto live innovativo: puoi descriverlo?
Alla base di tutto c'è la scelta di proporre solo situazioni tratte da eventi live: musica, foto, video e realizzazione cd. L'idea è quella di focalizzare in quei momenti assolutamente unici l’impegno di una vita, attimi in cui capacità e limiti mettono a nudo quello che artisticamente realmente siamo. Nei confronti della canzone ho poi ribaltato il concetto che vede di solito la voce cantare su una base musicale. Nel mio progetto la voce diventa la guida e la musica si adatta all'esecuzione. In questo modo è quindi possibile anche un'interazione che permette di avere spunti sempre diversi sulla struttura propria della canzone. Esibendomi come singolo musicista ha cercato un compromesso che mi potesse dare un suono "completo" pur mantenendo la massima libertà espressiva e di esecuzione. Ho deciso quindi di usare in automazione solo percussioni elettroniche (che non vincolano nè armonicamente nè melodicamente, essendo suoni atonali) oltretutto non in sequenza fissa, ma in pattern che posso gestire tramite controlli a pedale che attivano i vari suoni. Le note musicali invece sono eseguite tutte dal vivo in tempo reale, da qui "Le note live". Durante la performance alterno brani di mia composizione con canzoni famose italiane che interpreto come fossero state scritte appositamente per me e quindi in linea con il mio modo di fare musica. L'assoluta libertà di improvvisare al momento e non sapere come si svilupperà il brano è per me fondamentale. Non riuscirei infatti a studiare una canzone nota per nota perché mi annoierei a suonarla. Mi piace invece trovare sempre qualcosa di nuovo da esplorare.

Ti definisci un “artigiano della Musica”, capace di costruire strumenti con cui conduci le tue performance: mi parli del tuo microfono “magico” e delle altre applicazioni a te care?
Il  microfono che mi permette di eseguire con la voce gli strumenti solisti (che chiamo "Il microfono magico", termine poco tecnico ma adatto per fare spettacolo) ho cominciato ad usarlo all'inizio degli anni '90 dopo un periodo di sola sperimentazione. Tecnicamente si può definire un "voice midi synth". E' formato da uno speciale microfono che mi permette di convogliare la voce e quindi controllare al meglio un convertitore audio-midi entrambi di mia realizzazione. L'uso è particolarmente impegnativo e occorre usare una tecnica vocale dedicata. Bisogna infatti intonare le note e controllare con l'intensità della voce: volume, filtri e modulazioni. E' a tutti gli effetti un vero e proprio strumento musicale che richiede studio e applicazione. Deve essere chiaro che l'intento non è quello di sostituire il musicista che con il suo sax, tromba o flauto è nettamente superiore come espressività, ma poter permettere ad un singolo esecutore di alternare il canto rendendo più varia l'esecuzione. La master keyboard è un'altro strumento che ho progettato nella parte elettronica e di controllo utilizzando un tastiera della fatar (numa nano) ripesando anche la meccanica per rendere il tocco più pesante del classico pianoforte, per dare maggiore resistenza alla forza che si applica inevitabilmente nelle situazioni live. Gli slider e manopole varie mi consentono di regolare tutto ciò che necessità come volume generale, ear-monitor, luci ecc. L'impianto audio sub e satelliti l'ho progettato e realizzato per una resa sonora ad alti livelli di fedeltà con le dimensioni contenute e leggerezza (io non sento l'età ma l'età sente il peso e lo sforzo!). Gli amplificatori invece sono dei moduli della powersoft che ho assemblato nei miei classici contenitori in legno opportunamente schermati. Ho realizzato anche un programma che mi gestisce tutti i cambi di sonorità dai suoni ai riverberi, dalle luci ai testi in modo da controllare tutto con un pad numerico ed un piccolo monitor sulla tastiera. Per l'audio utilizzo un computer con componenti desk-top che ho assemblato come portatile ed altamente affidabile e il programma reason 5, molto "leggero" e performante, ma utilizzando suoni campionati di mie librerie che ho elaborato personalmente. La cura delle sonorità, che propongo utilizzando le apparecchiature come uno studio mobile di registrazione, mi permette di avere un prodotto eccellente da utilizzare per realizzare dei cd, che riproducono esattamente quello che avviene nel live ed oltretutto a costi limitati.

Che cos’è per te l’incontro con l’audience?
Non essendo inserito volutamente in nessun contesto discografico, non sento il bisogno di confrontarmi con questo tipo di consenso. Mi limito all'approvazione di impresari, organizzatori di eventi e gestori di locali che mi dànno lavoro, oltre ovviamente al pubblico che assiste alle mie serate concerto.

Che giudizio dai della situazione attuale della Musica, della sua fruizione e del mercato che detta le regole?
Quando si parla di mercato bisogna considerare che ci si riferisce al "prodotto musicale" da commerciare quindi: buona confezione, buoni venditori e tanta pubblicità dove la musica in tutto questo è la colonna sonora del "personaggio di turno". Il mio giudizio è che ritengo assolutamente normale che ciò avvenga e un prodotto che vende a volte può essere anche ottima musica.

Si può vivere solo di Musica in questa epoca?
La musica come professione è spesso considerata nell'immaginario collettivo il raggiungimento del successo, inteso come notorietà, e se non arriva si considera il musicista come un hobbysta. Ci sono persone impegnate in molte attività che dànno scarsi guadagni eppure sono considerati dei lavoratori a tutti gli effetti. Le situazioni che possono dare sostentamento con la musica come l'insegnamento, il turnista e il live ci sono, basterebbe "ripulire" e rendere professionali queste attività e ci sarebbe lavoro per tutti i musicisti.

Prova a sognare… realisticamente: che cosa vorresti realizzare, musicalmente parlando, nel futuro prossimo?
Sono abituato a vivere il domani come una sorpresa continua, e anche se lavoro costantemente per far evolvere questo mio progetto non mi fisso degli obiettivi. La cosa di cui sono sicuro però è che il meglio deve ancora arrivare, e questa consapevolezza mi rende entusiasta.