Richard
Sinclair ritorna a Savona, e si presenta in una location
meno formale rispetto al 2010 - allora il Teatro Chiabrera - a favore di un luogo
che ricorda molto di più la sua genesi e quella della musica di cui è stato
protagonista. Il Raindogs House di
Savona è infatti un Club che riporta indietro nel tempo, e ciò che propone non
presenta alcun vincolo di genere, se non la proposta di qualità e la
condivisione di un certo modo di intendere la performance live.
Sinclair, che vive in Italia da alcuni anni, ha ormai radici
profonde nella nostra città, dovute all’amicizia istaurata con il gruppo dei Nathan e
il suo entourage, e proprio con loro ha progettato e proposto una sezione di
spettacolo, la seconda, dopo un suo intervento “solitario”, il 17 Giugno.
Ciò che non si vede incide: le prove di
corsa, la modifica dei brani all’ultimo minuto, la difficile comunicazione tra ere e anime… tutte
cose ormai note e che sono lo spartiacque tra la normalità e la genialità
di un uomo che, in totale buona fede, inventa a getto continuo, senza
riflettere su eventuali risultati negativi, senza pensare che non esiste
musicista che possa adeguarsi al volo ad ogni cambiamento repentino, umorale e
tecnico. Ma Richard va preso così, ringraziando per ciò cha ha saputo regalare
al mondo nel corso degli anni, coinvolgendolo, assorbendo tutta la simpatia che
emana: impossibile fargli qualche appunto.
Questa premessa per dire che era difficile fare previsioni
sull’esito della serata.
Pioggia, giornata di inizio settimana, mondiali di calcio…
eppure il nome attira ancora ed un buon pubblico ha circondato d’affetto
Sinclair, uomo capace di restituire con gli interessi, e in molteplici forme,
le attenzioni ricevute.
Inizia in “solo”, con il doppio manico chitarra/basso e… la
sua voce.
Il set non è di facile assimilazione, e le divagazioni vocali
e strumentali non sono sempre accessibili, anche se il tentativo è quello di
creare un modello intimistico, con qualche fuga periodica da virtuoso degli
strumenti.
Lui dialoga con il pubblico, chiacchiera, si disseta, divaga…
sembra incurante di ogni tipo di aspettativa. L’audience sottolinea con
applausi sentiti ogni fine brano, e la soddisfazione appare palese e sincera.
E viene il momento dei Nathan - o almeno parte di essi - con
cui Richard ripropone spiccioli del vecchio repertorio, da Golf Girl a Share
It, passando per una chiccha, O Caroline dei Matching Mole.
E’ anche l’occasione per vedere all’opera la nuova seconda
chitarra dei Nathan, Alessandro Giusto,
a digiuno di quel particolare repertorio, e quindi costretto ad una preventiva maratona
didattica per il necessario allineamento di intenti. Erano inoltre presenti on stage Monica Giovannini, Bruno Lugaro, Fabio
Sanfilippo e Piergiorgio Abba,
musicisti già abituati alle necessarie piroette che accompagnano le performance
di Sinclair.
Tenuto conto delle difficoltà oggettive il concerto è stato
gradevole, in alcuni istanti commovente, capace di smuovere cuore e ricordi,
situazioni che la calda voce di Richard è in grado di creare senza alcuna
difficoltà.
Come sempre, la visione di qualche filmato renderà meglio l’idea
del feeling di serata.
Un grande plauso ai Nathan, musicisti capaci di dare il sommo
significato alle parole “amicizia”, “comprensione” e “adattabilità”.
Richard Sinclair è ancora un grande, il suo entusiasmo contagioso,
e chi era presente al Raindogs non ha mancato l’appuntamento con la storia, e
di questi tempi certi risvolti, per i più sensibili, hanno estremo valore.