Foto di Antonio Scalise
Sabato 6 luglio il Banco del Mutuo Soccorso era di
scena a Genova, Porto Antico, Arena
del Mare.
Nel secondo vero
giorno di caldo impossibile di questa pazza estate, la band passa parte delle ore
pomeridiane affinando l’affiatamento nel corso di un soundcheck per niente
facile.
Ma come… il BANCO
necessita di affiatamento?
I presenti al concerto
hanno assistito a qualcosa di inusuale, mancante da molto tempo dal circuito
live della band: mi riferisco ad una performance acustica che ha rappresentato una
buona sfida, un volto differente ed una chance in più nelle possibilità di
proposizione live.
Suonare in acustico
richiede ovviamente una strumentazione minimalista, e in linea teorica lo
spettacolo diventa più spendibile e itinerante, ma come ha sottolineato
Vittorio Nocenzi nel corso del concerto, ogni minimo errore, ogni imprecisione emerge,
venendo a mancare la “protezione” fornita dall’espressione elettrica, capace di
coprire le storture, anche se occorre dire che la comprensione dei dettagli è spesso
ad appannaggio esclusivo degli addetti ai lavori.
A rendere ancora più delicato
il momento, la presenza di un nuovo chitarrista, Nicola Di Già, alla sua
seconda apparizione con il gruppo, e quindi con l’urgenza di inserirsi in un
ensemble fatto di storia (Vittorio
Nocenzi e Francesco Di Giacomo),
e da Filippo Marcheggiani, giovane,
sì, ma da quasi 20 anni collaboratore del BMS.
Questa mia premessa è
sintetizzata da Di Giacomo prima dello start up, non certo un alibi, ma la
voglia di dare al pubblico presente il massimo possibile.
Non c’è il sold out in
una Genova carica di avvenimenti estivi, ma il pubblico è presente in buon
numero, e soprattutto dimostra un grande calore, sottolineato dai lunghi
applausi ad ogni cambio brano.
Due ore di concerto
emozionanti, e tutti i timori svaniscono nel nulla, tra canovaccio e
improvvisazioni.
BMS ripercorre un po’ di
storia - 750,000 anni…, L’evoluzione, Non
mi rompete, Il ragno, Moby Dyck, R.I.P…. - ma con una veste entusiasmante.
Di Giacomo appare meno
“ciarliero” del solito, ma la sua voce non presenta momenti di stanchezza, e in
alcuni casi conduce al… brivido.
Marcheggiani e Di Già,
si guardano costantemente, mantenendo la sincronizzazione con Nocenzi, ma con
il passare dei minuti la tensione accumulata nel pomeriggio si scioglie, e ciò
che ho personalmente percepito come piccola preoccupazione si trasforma in
divertimento e gioia da performance.
Vittorio appare in
forma incredibile, detta la trama e al contempo il ritmo, e credo che il
filmato a seguire - miscela di due momenti - sia rappresentativo di tutto il
mio pensiero.
Fa un certo effetto
ascoltare i brani nella loro essenza, probabilmente in una forma abbastanza
vicina al momento della loro creazione, e mentre i pezzi scorrono sembra che il
BMS fornisca la chiave di lettura di un gradimento che dura da oltre 40 anni:
una musica così elevata ha ormai assunto lo status dell’immortalità e
sopravviverà al passaggio del tempo.
Bis chiamato a gran
voce - è atto quasi contrattuale, ma risulta chiaro quando la domanda è
appassionata e non retorica - e tutti in piedi, il più vicino possibile al
palco e ai suoi protagonisti.
L’augurio è quello che
questo bel BANCO acustico non sia stato un una tantum, ma che arrivino repliche
copiose. Se così sarà, consiglio ad ogni amante della Musica di non perdere l’occasione…
ne varrà sempre la pena.