“In questi tempi di tagli e
tagliole alla cultura la razza dei musicisti è a rischio di estinzione e
crescono i territori di caccia dell'ignoranza.
Il jazz è sempre stato per
mio fratello Massimo un richiamo che sorge da sfere profonde dell'anima per
salvare il mondo dai predatori della musica e dell'arte.
A lui ed al suo genio è
dedicato questo album nel ventennale della sua prematura scomparsa, avvenuta il
23 giugno 1993”.
Maurizio Urbani
Doveroso iniziare l’articolo riportando il pensiero
seminale dell’album No Hunting,
di Maurizio Urbani & Animali Urbani.
Per inciso, Maurizio ha fatto parte della giuria del “Premio Nazionale Massimo Urbani”, manifestazione atta all’evidenziazione
delle eccellenze in campo jazzistico:
Con la mente ed il cuore colmo di cotanto
insegnamento, Urbani realizza un incredibile disco, difficile da raccontare:
come si descrive il jazz?
Parlare al singolare è un semplificazione, perché il
team è nutrito - come è visibile nella lista di fine post - a cominciare da
quel Federico Laterza che ha firmato
tutti gli arrangiamenti, assieme a Maurizio, e ha avuto un importante ruolo in
sede compositiva.
Album composto da 12 tracce che lasciano il segno.
Ho sempre notato una certa diffidenza della massa
rispetto all’argomento “jazz”, magari accettato a piccole dosi all’interno di
altri microcosmi; tutto si basa su errati pregiudizi; certo, la musica si ama o
magari no, ma ho spesso visto relegare il jazz in confini ben determinati, perché
… “troppo difficile, per intellettuali,
senza regole…”.
Accantoniamo un attimo l’elemento “cultura”, seppur
basilare quando si parla di musica, anche se mi pare significativo ciò che mi
ha raccontato pochi giorni fa il Maestro Mario Lanfranchi a proposito della sua
esperienza americana in tempi ormai lontani: “… non era poi così facile avere accesso ai
locali esclusivi di N.Y., dove si suonava jazz…”.
Erano gli anni ’50,
e forse certi mondi non erano così accessibili, ma l’evoluzione è stata rapida,
rapidissima, tanto da permettere al jazz di arrivare a toccare il mondo della
musica progressiva, attraverso il Perigeo di Giovanni Tommaso ad esempio,
musicista citato a seguire e gruppo in cui ha successivamente bazzicato
Maurizio Urbani.
Questa lunga
premessa per spingere il lettore a trasformarsi in… ascoltatore.
No Hunting è carico di momenti emozionanti e credo che il video
a seguire, Soul
Eyes, possa esemplificare al meglio il mio pensiero.
Federico Laterza, Massimo Urbani, Clifford Brown, Mal
Waldron, John Coltrane, Chico Buarque de Hollanda… ecco
da dove arrivano le idee compositive, una certezza per chi è del mestiere.
Ma
questo piccolo gioiello dovrebbe uscire dalla logica della nicchia… e mi
auspico che sia così, perché predomina la caratteristica della trasversalità,
tra generi musicali e stili espressivi.
E così
un tributo ad un grande musicista prematuramente scomparso diventa l’occasione
per pensare al futuro, a sonorità che vanno oltre il virtuosismo e l’improvvisazione
su canovaccio, ma propongono pennellate che, forse, basterebbe chiudere gli
occhi e lasciarsi andare per poter apprezzare appieno, senza essere esperti o
ammalati del genere.
Maurizio
Urbani pensava forse di creare un buon disco jazz, adatto alla commemorazione
migliore per un affetto che manca, ma è andato oltre, e assieme ad un gruppo di
amici di altissimo tasso tecnico ha realizzato l’immagine perfetta all’interno
di un album carico di significati.
Una vera
fortuna venirne a conoscenza!
Forse non ama molto le parole, Maurizio Urbani,
privilegiando l’uso dei suoi sax, ma nella sinteticità emerge l’essenza di un
pensiero chiaro, in parte incrinato dal dolore e da un po’ di delusione. E
questa musica appare una medicina insuperabile… musica per l’anima, musica per
tutti…
Lo scambio di battute…
Prima di tutto… riesci a sintetizzare il tuo percorso
musicale, attraverso alcune svolte significative della tua vita?
La mia grande fortuna
è stata quella di essere fratello di Max, che mi ha introdotto a 15 anni, nel
1976, al Music Inn, dove orbitava il gotha
del jazz italiano, europeo e mondiale. Suonare nelle jam con Max era
semplicemente fantastico, vera scuola per farsi le ossa. E’ stato un onore
apprendere da maestri come Pieranunzi, Giovanni Tommaso, Gatto, Rea, Fresu,
Baker, Nistico, Cherry, Pullen, Larry Nocella: potrei stare delle ore ad
elencare!
Il tuo CD “No Hunting” è dedicato a tuo fratello
Massimo, a 20 anni di distanza dalla sua prematura scomparsa. Come definiresti
la sua figura musicale, escludendo l’ ovvia perizia tecnica?
Max era artisticamente
un talento, sempre pronto a recepire quello che gli si presentava, senza
risparmiarsi, senza pregiudizi. Love to
much e Big Bros i brani
originali e più significativi che Max amava suonare.
Come è avvenuta la scelta dei brani? Quali criteri ti
hanno guidato? Esiste un filo conduttore tra le tracce?
Il CD del gruppo
Animali Urbani, No Hunting è frutto
della mia collaborazione con Federico Laterza, compositore e arrangiatore.
In un momento di crisi
generale, la musica patisce come ogni altro settore. Che spazi riesce ad
occupare la cultura jazz? Ci sono speranze di uscire dalla nicchia?
Siamo positivi. E’ un
problema di coscienza, qui siamo nel quarto mondo... con molti talenti.
Speriamo che le persone capiscano l'importanza delle arti sotto qualsiasi
forma, struttura e... sentimento.
Da quali musicisti jazz del passato e
contemporanei hai maggiormente attinto?
Dai grandi e meno grandi. Da Lester Young a Bird Coltrane, Ellington,
Mmonk, Davis, Mozart, Debussy.
Hai suonato anche in “zona Perigeo”, il contributo che
il jazz diede alla musica progressiva. Che giudizio dai delle “contaminazioni”,
in senso generale?
La musica e' contaminazione e si nutrono
di essa, popoli razze pensieri; grande
esperienza il New Perigeo. Un sentito grazie a Giovanni Tommaso.
Il libro di Bill Bruford ha evidenziato - tra le tante
cose -
come la vita di un jazzista sia povera di soddisfazioni economiche, a
qualsiasi livello di know how: domanda difficile… cosa occorre fare per poter
vivere delle proprie passioni?
Il grande Miles Davis
insegna, tanta passione dedizione e…
fortuna!
ANIMALI URBANI 4tet
Maurizio Urbani: Tenor & Soprano sax
Federico Laterza: Fender Rodhes piano, diamonica
& keyboards
Daniele Basirico: bass
Alessandro Marzi: drums
ANIMALI SPECIALI
Nicola Stilo: flute (track 1-7)
Claudio Corvini: trumpet (track 1-4)
Mauro Verrone: alto sax(track 2-3-6)
Toni Formichella: tenor sax (track 2)
Eddy Palermo: guitar (track 6-7-12)
Francesco Mascio: guitar (track 8-10-11)
Lutte
Berg: guitar (track 5)
Sanjay
Kansa Banik: tabla (track 5-8)
All arrangements by Maurizio Urbani &
Federico
Laterza
1 ANIMALI URBANI (Federico Laterza) 6:32
2 I GOT
ROCK (Massimo Urbani) 4:01
3 ONE FOR MAX (- Federico Laterza) 2:30
4 JOY SPRING (Clifford Brown) 6:33
5 DUDAFLEX (Federico Laterza) 4:52
6 A
TRANE FROM THE EAST (Massimo Urbani) 5:38
7 SAMBA
DO BECO (Federico Laterza) 6:13
8
GUADALUPE SQUARE (Federico Laterza) 6:18
9 SOUL EYES (Mal Waldron) 6.47
10 RESOLUTION (John Coltrane) 5:57
11
DISTRATTO MAN (Federico Laterza) 5:02
12 AS VITRINES (Chico Buarque de Hollanda) 4:17
Maurizio Urbani & Animali Urbani
No Hunting (Triubute to Massimo
Urbani)
Label: VIDEORADIO / RAI TRADE
edizioni musicali
BIOGRAFIA TRATTA DAL COMUNICATO STAMPA
Cresciuto musicalmente nell’area romana accanto al
fratello Massimo, frequenta il Conservatorio 'Licinio Refice' di Frosinone come
allievo di Ubaldo Maestri. Sostituisce Maurizio Giammarco nell’ultima
formazione del ‘New Perigeo’ (Danilo Rea, Giovanni Tommaso, Agostino Marangolo,
Carlo Pennisi). Collabora con RAI e Radio RAI in programmi condotti da
Adriano Mazzoletti. Entra a far parte del quintetto di Giovanni Tommaso insieme
con il fratello Massimo, Danilo Rea e Roberto Gatto, partecipando a importanti
jazz festival quali Umbria Jazz '83, e riceve ottime critiche da parte di
Leonard Feather sul Los Angeles Times e di Lee Jesky sul Down Beat nell'85 e
'86.
Fa parte del quintetto di Enrico Pierannunzi e acquisisce un ottimo fraseggio hard bop. Affina il suo stile post coltraniano e continua suonare con musicisti tra i quali Paolo Fresu, Luigi Bonafede, Enrico Pierannunzi, Roberto Gatto, Furio Di Castri, Flavio Boltro, Stefano Sabatini, Antonello Salis, Maurizio Giammarco, Steve Grossman, Gianni Cazzola, Pietro Tonolo, Luca Flores, Larry Nocella e Chet Baker. Nell’86/87 fa parte del gruppo di Marcello Melis suonando con Don Pullen (Charlie Mingus Group), Don Moye (Art Ensemble of Chicago). Nell’89 è stato vittima di una dura malattia che lo ha escluso dalle scene musicali per tre anni. Nel '92 rientra e segna il suo ritorno alla musica.
Suona durante la serata del ventennale del Music Inn, storico locale romano, con il gruppo di Giovanni Tommaso. Nel '93 una tappa importante: registra The Blessing, opera postuma di Massimo Urbani, testamento spirituale del grande musicista italiano.
Nel disco, hanno contribuito Danilo Rea, Giovanni Tommaso e Roberto Gatto.
Interpreta nel 2005 la parte del fratello Massimo nel film di Riccardo Milani ‘Piano Solo’, dedicato alla figura del pianista Luca Flores e interpretato da Kim Rossi Stuart. Dal 2007 è presidente della giuria del Massimo Urbani Awards di Camerino (MC). Negli anni recenti svolge un intensa attività concertistica in locali specializzati e festival a fianco di musicisti quali Pietro Iodice, Pietro Ciancaglini, Claudio Corvini, Federico Laterza, Pietro Lussu, Lorenzo Tucci, Carlo Atti, Joseph Lepore e Andrea Beneventano. Nel 2008 realizza lo spettacolo ‘It’s Too max’ con arrangiamenti di composizioni originali di Massimo Urbani ed un'orchestra di solisti tra cui Antonello Salis, David Boato, Federico Laterza, Mauro Verrone, Giovanni Amato e Claudio Filippini, presentandolo alla Casa del Jazz di Roma.
Fa parte del quintetto di Enrico Pierannunzi e acquisisce un ottimo fraseggio hard bop. Affina il suo stile post coltraniano e continua suonare con musicisti tra i quali Paolo Fresu, Luigi Bonafede, Enrico Pierannunzi, Roberto Gatto, Furio Di Castri, Flavio Boltro, Stefano Sabatini, Antonello Salis, Maurizio Giammarco, Steve Grossman, Gianni Cazzola, Pietro Tonolo, Luca Flores, Larry Nocella e Chet Baker. Nell’86/87 fa parte del gruppo di Marcello Melis suonando con Don Pullen (Charlie Mingus Group), Don Moye (Art Ensemble of Chicago). Nell’89 è stato vittima di una dura malattia che lo ha escluso dalle scene musicali per tre anni. Nel '92 rientra e segna il suo ritorno alla musica.
Suona durante la serata del ventennale del Music Inn, storico locale romano, con il gruppo di Giovanni Tommaso. Nel '93 una tappa importante: registra The Blessing, opera postuma di Massimo Urbani, testamento spirituale del grande musicista italiano.
Nel disco, hanno contribuito Danilo Rea, Giovanni Tommaso e Roberto Gatto.
Interpreta nel 2005 la parte del fratello Massimo nel film di Riccardo Milani ‘Piano Solo’, dedicato alla figura del pianista Luca Flores e interpretato da Kim Rossi Stuart. Dal 2007 è presidente della giuria del Massimo Urbani Awards di Camerino (MC). Negli anni recenti svolge un intensa attività concertistica in locali specializzati e festival a fianco di musicisti quali Pietro Iodice, Pietro Ciancaglini, Claudio Corvini, Federico Laterza, Pietro Lussu, Lorenzo Tucci, Carlo Atti, Joseph Lepore e Andrea Beneventano. Nel 2008 realizza lo spettacolo ‘It’s Too max’ con arrangiamenti di composizioni originali di Massimo Urbani ed un'orchestra di solisti tra cui Antonello Salis, David Boato, Federico Laterza, Mauro Verrone, Giovanni Amato e Claudio Filippini, presentandolo alla Casa del Jazz di Roma.