Mi occupo da sempre di musica e sono molto critico, direi
intransigente, rispetto a gran parte delle proposte “giovani” con cui avviene il
bombardamento quotidiano.
Ma so riconoscere rapidamente dove risiede la qualità, anche
se proposta da ragazzi, ovvero anime appartenenti a generazioni lontane dalla
mia.
Non è quindi la diversità di età che apre il solco tra me e
la musica del Festival di Sanremo, tanto per accennare ad un evento importante,
ma il tutto si riduce alla piacevolezza di ascolto, e a quel punto gli aspetti
meramente tecnici perdono ogni significato.
È il 21 dicembre e i miei figli organizzano a mia insaputa -
e di mia moglie - un week end in Alto Adige, per vivere la giusta atmosfera
natalizia nei noti mercatini.
Siamo a Merano, città di cui ricordavo poco, e incontro Marco
Pantozzi, amico e musicista, che colgo di sorpresa ma che si presta per fare da
guida turistica nella sua città in una splendida mattina di pieno sole.
Tra vicoli, piazze e bancarelle, vengo colpito dalla musica:
un palco qualche giovane, probabilmente una sorta di intrattenimento attraverso
brani conosciuti.
E invece no… sonorità acustiche e una voce non comune
attirano la mia attenzione, così come un notevole tecnica chitarristica.
Ma ciò che conta è la fusione tra ambiente e trame musicali, e i Timbreroots - ho scoperto il loro nome attraverso un QR Code bene in vista, quello che conduce a tutte le informazioni possibili - sciorinano con naturalezza un sound davvero accattivante.
Non posso dare giudizi completi dopo aver ascoltato un solo brano live e poco altro, e mi riserbo di approfondire, ma nel frattempo pubblicizzo la loro arte catturando le parti oggettive inserite nel loro sito. Cliccare sui titoli in blu a seguire potrebbe essere il prima passo verso la loro conoscenza!
Questo il “pezzo” che ho ripreso, e spero possa spingere a curiosare e a scoprire meglio i Timbreroots!
Ogni essere umano è un unico tono di
timbri e radici diverse. Quando questi toni si uniscono in una sinfonia
armoniosa, ognuno può ritrovarsi su una lunghezza d'onda benevola, dove ognuno
può trovare il suo posto dove sentirsi a proprio agio in una comunità pacifica.
Benedikt Sanoll
Questa filosofia è alla base dei "Timbreroots" e dà forma alla loro musica, quella di una band indie folk dell'Alto Adige. Combina ambient indie folk, rock alternativo e pop britannico per creare un'esperienza sonora emozionante che delizierà i fan di Mumford & Sons, The Lumineers, Ben Howard, Coldplay e Bon Iver.
Il canto epico, fino a cinque parti e strumenti speciali come
la marimba conferiscono ai loro testi profondi vivacità e profondità. La band
ha già vinto numerosi premi con il loro album di debutto “Numen's Dreams” e
canzoni come “Let's Give Them A Chance”.
Con le loro canzoni più recenti “My Own Bubble” e “Colorful Timbres” hanno dato le prime informazioni sul prossimo tour dell’album nel 2025.
COMPONENTI
Bene (Benedikt Sanoll)-voce, fingerstyle - chitarra, pianoforte
Philipp Sanoll-percussioni, marimba, voce
Vinci-basso elettrico, sassofono, voce
Sebi-chitarra elettrica, banjo, voce
Simone-pianoforte, fisarmonica,
sintetizzatore, voce