venerdì 31 gennaio 2025

La tragica storia di Jackson C Frank, sfortunata leggenda del folk degli anni '60

 


Fu uno dei grandi cantautori della scena folk degli anni '60, da alcuni più stimato di Paul Simon, ma registrò solo un album e morì nell'oscurità, senza un soldo e senza casa

 

PREMESSA 

Mi basta sempre pochi secondi per afferrare la bellezza di un brano, e quando non ne conosco la provenienza provo ad usare la tecnologia del cellulare per catturarne il titolo. Non sempre funziona, ma se la canzone è conosciuta…

Sto guardando una puntata della serie TV ACB e sento un arpeggio che parte, basta un frammento e capisco che vorrei saperne di più. Shazam viene in mio aiuto e scopro il titolo della canzone e il suo autore, - “My Name Is Carnival” di Jackson C. Frank - utilizzata anche come parte della colonna sonora del film “Joker”…


Non sapevo chi fosse Jackson Carey Frank, nato a Buffalo il 2 marzo 1943 e morto giovane, il 3 marzo 1999, cantautore statunitense, considerato uno dei più importanti esponenti della scena folk britannica degli anni '60. La sua vita, segnata da un tragico incidente da bambino, è stata un continuo contrasto tra talento innato e sfortuna.

Ho approfondito e ho scoperto una storia incredibile…

Si pensa a storie sfortunate e poi… c'è Jackson C Frank.

Di tutti i cantautori rovinati degli anni '60 e '70 - Nick Drake, Tim Buckley, Tim Hardin - la storia di Frank è la più tragica e la meno conosciuta.

Quando il suo nome salta fuori, di solito è con un pesante cenno di approvazione da parte degli esperti: Vincent Gallo ha usato il suo “Milk and Honey” nella colonna sonora di Brown Bunny, e “I Want To Be Alone” di Frank accompagna l'inquietante climax del film del 2006 dei Daft Punk, Electroma. La sua reputazione si basa quasi interamente sul suo unico album del 1965, “Jackson C. Frank” (Columbia)

Fu registrato a Londra, dove Frank si era trasferito negli anni Sessanta, e prodotto dal suo collega espatriato americano Paul Simon. La voce di Frank era piena e ricca, il suo finger-picking esemplare e sapeva scrivere melodie belle e memorabili. La combinazione di tutti e tre gli elementi era piuttosto rara sulla scena folk londinese. Il futuro chitarrista dei Pentangle John Renbourn lo incontrò quando la allora ragazza di Frank, Sandy Denny, lo portò con sé al folk club Les Cousins ​​in Greek Street a Londra: "Mi disse che veniva da Buffalo e che era un bel posto. E poi iniziò a raccontarmi che era stato vittima di un incendio".

Frank era rimasto gravemente ferito da bambino, quando una caldaia nella sua scuola era esplosa, uccidendo la maggior parte dei suoi compagni di classe, e mentre era ricoverato in ospedale il suo insegnante aveva portato con sé una chitarra per tenergli alto il morale. Elvis era il suo eroe e nel 1957, quando aveva 13 anni, sua madre lo portò a Graceland dove, sorprendentemente, riuscì a incontrare Elvis e a farsi fotografare.

La vita di Frank sarebbe cambiata ancora più radicalmente al compimento dei 21 anni, quando incassò un assegno assicurativo di oltre $ 100.000. Ormai affermato cantante folk, salpò per l'Inghilterra.

A Londra, il misterioso e pulito nuovo arrivato si distingueva tra i beatnik pelosi della scena folk. Renbourn lo ricorda come "piuttosto silenzioso e modesto, non eccessivamente sensibile, ma lavorava alla sua arte, consapevole di fare cose davvero grandiose".

A quel punto, Frank aveva accumulato una scorta di belle canzoni originali, malinconiche ma calde, mai autocommiserative o sdolcinate. Tra queste, “Blues Run the Game”, che sarebbe rapidamente diventata uno standard, registrata o eseguita da Renbourn, Simon & Garfunkel, Nick Drake, Bert Jansch, Counting Crows e John Mayer, tra gli altri. L'album omonimo di Frank, registrato con occasionali seconde chitarre di Paul Simon e Al Stewart, uscì per la Columbia ma vendette a malapena.

"Era l'opposto dell'americano chiassoso", disse Renbourn. "Non si promuoveva né si vantava affatto. Svenivo ogni volta che lo sentivo suonare. Possedeva una chitarra Martin, cosa che a quei tempi era inaudita. Jackson Frank era molto più stimato sulla scena di Paul Simon. Ma Paul Simon è diventato famoso e importante e Jackson Frank è semplicemente caduto nell'oblio".

L'assegno assicurativo fu speso nel giro di un paio d'anni, in auto e camere d'albergo, e Frank tornò a Woodstock, fatta eccezione per un breve viaggio in Gran Bretagna nel 1968, quando registrò una sessione per John Peel e andò in tour con i Fairport Convention: fu quella l'ultima volta che la maggior parte dei suoi vecchi amici londinesi lo vide.

Qualche anno dopo, Renbourn ricevette una sua lettera che riportava: <<Ciao Toff, ho sentito che stai ancora suonando e facendo i miei numeri, sarebbe fantastico vederti. “Era piuttosto toccante. Sembrava compilata con una macchina da scrivere tutta rotta perché i caratteri erano sparsi ovunque. L'indirizzo era Simmonds Court, Woodstock.">>

Un articolo scritto da Frank per Folk News spiegava che "mentre scrivevo e registravo il mio secondo album, questioni personali e private mi costrinsero a interrompere... sfortunatamente!".

Andò molto peggio! Al ritorno negli Stati Uniti, Frank aveva sposato Elaine Sedgwick, un'ex modella, e avevano avuto un figlio e una figlia. Dopo che il ragazzo morì di fibrosi cistica e il matrimonio fallì, Frank cadde in una profonda depressione e fu ricoverato in ospedale.

Poco dopo aver ricevuto la lettera, Renbourn - siamo negli anni’70 - andò a Woodstock e cercò di rintracciare Frank descrivendolo agli amici.

"Mi dissero che c'era un tizio strano, persino per gli standard di Woodstock, che andava in giro a guardare i semafori". Era Frank, ma a parte una breve conversazione telefonica i due amici non si incontrarono. Fu solo negli anni '90 che si trovarono di nuovo a Buffalo: "Era molto sovrappeso, sembrava davvero distrutto, con gli occhi gonfi. Aveva un aggeggio che faceva roteare intorno alla testa come un'antenna. Fu uno shock vederlo. Ma eravamo seduti e tutte le vecchie chiacchiere ci tornarono in mente”.

Ciò che era accaduto nel frattempo ha del crudele. Frank aveva lasciato Woodstock per New York alla ricerca di Paul Simon, che Frank credeva fosse il proprietario delle sue pubblicazioni e avesse soppresso le sue canzoni; finì per vivere per strada per anni. Ci fu un'ultima disgrazia: alcuni ragazzi con un fucile ad aria compressa spararono al senzatetto Frank e gli accecarono un occhio, prima di una sorta di lieto fine, quando fu rintracciato da un fan di nome Jim Abbott.

Abbott lo trovò in una casa protetta a Woodstock e lo incoraggiò a scrivere di nuovo e a suonare nei locali, descrivendo la sua voce come "più ruvida e roca, un po’ come quella di Townes Van Zandt... una voce vissuta".

Quando Frank morì, nel 1999, Abbott vendette i pochi beni che Frank aveva all'archivista e collezionista Geoffrey Weiss: "Incontrai Jim Abbott tramite un annuncio su eBay. Stava vendendo la stampa di prova dell'album di Jackson e quando abbiamo concluso un accordo per l'LP gli ho chiesto cos'altro potesse avere. Sembrava che il capitolo Jackson si stesse chiudendo, stava progettando di trasferirsi e voleva sbarazzarsi di ogni cosa. Ho pensato che sarebbe stata una buona idea tenere tutto insieme".

Tra questi beni c'era un piccolo registratore a cassette che riportava "Jackson Frank", scritto con un pennarello nero, una reliquia del periodo trascorso in istituti.

Le registrazioni che Frank fece con Abbott, insieme a un album del 1975 abbandonato, altri frammenti di registrazioni e un libro di 200 pagine, costituiranno un cofanetto uscito successivamente.

Il libro è stato tradotto in italiano da Gian Carlo Pandolfi e si intitola "Jackson C. Frank, La luce chiara e dura del genio", 

Si ricorda anche un EP da 10 pollici intitolato “Forest of Eden”, che include il giovane Frank che canta “Heartbreak Hotel”.

Il punto da cui iniziare, però, è quell'impareggiabile album del 1965. "Piaceva a tutti", dice Renbourn. "Quando Bert Jansch si sposò, costruì una grande vetrina piena di foto di famiglia, e al centro c'era una foto di Jackson Frank. Era davvero, davvero un bravo ragazzo".







I musicisti della trilogia berlinese di David Bowie si riuniscono per un tour europeo


Carlos Alomar e George Murray intraprenderanno il tour DAM Trilogy - Back To Berlin a novembre e dicembre


Il chitarrista di David Bowie, Carlos Alomar, e il bassista George Murray, che hanno suonato nella celebre trilogia di album "Beriln" di Bowie e hanno formato due terzi del trio DAM (il batterista Dennis Davies è purtroppo scomparso di cancro nel 2016), faranno un tour insieme per la prima volta dal 1979 per celebrare quei tre album iconici, "Low", "Heroes" e "Lodger".

Il Carlos Alomar presents The DAM Trilogy - Back To Berlin Tour 2025 partirà il 7 novembre al Metropol della capitale tedesca, proprio dietro l'angolo del leggendario Hansa Studio di Berlino Ovest dove Bowie registrò la classica trilogia, prima di proseguire per Scandinavia, Paesi Bassi, Francia, Svizzera, Belgio e Regno Unito, per concludersi al Vicar Street di Dublino il 1° dicembre.

"Mentre altre band hanno portato in tour le canzoni di Bowie in lungo e in largo dopo la sua scomparsa, queste canzoni non sono state eseguite come avrebbero dovuto essere. Fino ad ora", afferma Alomar. "Gli Spiders From Mars sono molto noti, ma il DAM Trio rimane il segreto meglio custodito del rock and roll. È tempo di onorare la nostra eredità, inclusa quella di Dennis.

I fan che abbiamo incontrato lungo il cammino sono quelli che ci hanno guidato. Ci sentiamo obbligati a farlo perché hanno aspettato a lungo che tornassimo a queste canzoni. Questo potrebbe benissimo essere il nostro ultimo tour in Europa".

La coppia sarà affiancata dal chitarrista dei Tin Machine e del Live Aid di Bowie, Kevin Armstrong, dal cantante newyorkese Cunio, da Tal Bergman (Chaka Khan, Joe Bonamassa, LL Cool J) alla batteria, da Axel Tosca (George Clinton, Robert Glasper, Louie Vega) alle tastiere e ai sintetizzatori e da Lea Lorien (Scissor Sisters, David Morales) ai cori.

Carlos Alomar presenta la DAM Trilogy Back to Berlin Tour 2025


7 nov: GER Berlin Metropol

9 nov: NOR Oslo Santrum Scene

11 nov: SWE Gothenburg Lorensbergsteatern

12 nov: SWE Malmo Slagthusets Teater

13 nov: DEN Veji, Vejle Musikteater

15 nov: NED Eindhoven Muziekgebouw

16 nov: NED Utrecht Tivoli Vredenburg

18 nov: SWI Zurigo Volkshaus

19 novembre: FRA Pari, Casino De Paris

21 novembre: BEL Antwerp Stadsschouwburg

23 novembre: UK Sheffield Octagon

24 novembre: UK Liverpool Philharmonic

26 novembre: UK Glasgow The Old Fruitmarket City Halls

28 novembre: UK London Barbican

29 novembre: UK Bristol Beacon Hall

1 dicembre: IRE Vicario di Dublino St




giovedì 30 gennaio 2025

La cantante e attrice Marianne Faithfull è morta all'età di 78 anni

 


La cantante e attrice Marianne Faithfull è morta all'età di 78 anni


Nata ad Hampstead nel dicembre 1946, era nota per successi come As Tears Go By, che raggiunse la top 10 nel Regno Unito nel 1964, e per ruoli da protagonista in film come The Girl On A Motorcycle del 1968.

È stata anche la famosa fidanzata del frontman dei Rolling Stones Mick Jagger negli anni '60, ispirando canzoni come Wild Horses e You Can't Always Get What You Want. Dopo un periodo di dipendenza dall'eroina negli anni '70, ha resuscitato la sua carriera con l'album classico Broken English.

"È con profonda tristezza che annunciamo la scomparsa della cantante, cantautrice e attrice Marianne Faithfull", si legge in una nota ufficiale. “Marianne si è spenta serenamente oggi a Londra, in compagnia della sua amata famiglia. Ci mancherà moltissimo."

In passato la cantante aveva sofferto di molteplici problemi di salute, tra cui bulimia, cancro al seno ed enfisema, causati da decenni di fumo.

Nel 2020, ha contratto il Covid-19. I dottori hanno detto che non si aspettavano che sopravvivesse, ma lei ce l'ha fatta, pubblicando il suo 21° album, She Walks in Beauty, un anno dopo.

La sua storia è uno straordinario ritratto dell'era del rock and roll.

Era una ragazza immagine dagli occhi da cerbiatta degli anni '60, strappata all'oscurità dal manager dei Rolling Stones all'età di 16 anni e a cui fu dedicato As Tears Go By, la prima canzone mai scritta da Jagger e Keith Richards.


La sua versione era leggera e ritmata, realizzata in uno stile folk-pop che sarebbe diventato il suo marchio di fabbrica durante gli anni '60.

Con il suo album di debutto omonimo e North Country Maid del 1966, entrò a far parte della "British Invasion" delle classifiche pop statunitensi.

La sua relazione con Jagger la trasformò in un bersaglio per i tabloid e, dopo la loro rottura, cadde nella tossicodipendenza, arrivando a vivere per le strade di Soho senza casa.

Riemerse in modo esitante con l'album del 1976 Dreamin' My Dreams, ma raggiunse davvero il suo apice con Broken English del 1979, influenzato dalla New Wave, in cui mostrò la voce cinerea e la saggezza conquistata a fatica che avrebbero definito il secondo atto della sua carriera. L'album fu candidato a un Grammy Award.

Negli ultimi anni ha collaborato con cantautori come PJ Harvey e Nick Cave, che l'hanno citata come fonte di ispirazione.

Faithfull ha ricevuto il World Lifetime Achievement Award ai Women's World Awards del 2009 ed è stata nominata Commendatore dell'Ordine delle Arti e delle Lettere dal governo francese.





Alla UniSavona si parla di PFM

La giornata del 29 gennaio ha visto protagonista la PFM all’interno della programmazione del corso dedicato alla Musica Progressiva, all’interno del contesto “UniSavona”.

È il secondo gruppo italiano di cui si parla nella Sala Stella Maris - i primi erano stati gli Osanna), e sino alla fine delle lezioni - ormai imminente - tutto lo spazio sarà dedicato a band italiane.

Come sempre è risultato difficile concentrare una lunghissima vita di musica in novanta minuti, ma il tempo è risultato adeguato a rinfrescare la memoria dei presenti, mischiando elementi oggettivi ad aneddoti conosciuti.

As usual Fabrizio ha sintetizzato il percorso formativo dell’”argomento di giornata”, a partire dalle origini, contrassegnate dalla riproposizione in lingua italiana di brani provenienti da oltremanica e oltreoceano, cioè quando i QUELLI, con un improbabile Teo Teocoli alla voce, erano la base su cui potevano contare i grandi artisti italiani del momento, da De Andrè - che, come noto, incontreranno nuovamente anni dopo - a Battisti, sino ad arrivare a Celentano e Mina.

Renata ha poi presentato nei dettagli la copertina di “Storia di un minuto”, il primo album pubblicato, miscelando ancora una volta la narrazione storica con il pensiero personale.

Il tutto molto efficace.

La narrazione ha trovato diversificazione nella proposta di alcuni video utilizzati come separazione di periodi storici e variazioni alla formazione.

E a questo proposito è stato un piacere proporre alcuni minuti di testimonianza locale, quella di Roberto Gualdi, ex batterista della PFM in coabitazione con Franz Di Cioccio. 


Un’altra significativa e piacevole giornata in cui si è parlato di musica di qualità!



E ora ci aspettano LE ORME!




Gli IQ annunciano il nuovo album in studio "Dominion", a sei anni dal precedente.



I prog rocker britannici IQ pubblicheranno a marzo il loro dodicesimo album in studio, "Dominion"


I prog rocker britannici IQ hanno annunciato che pubblicheranno il loro nuovo album in studio, Dominion, tramite la loro etichetta GEP il 28 marzo.

Dominion sarà il dodicesimo album in studio della band, e segue di sei anni Resistance del 2019. Gli IQ avevano annunciato nei loro spettacoli di Natale del 2023 che un nuovo album era in lavorazione, con la presentazione della traccia No Dominion. La band ha eseguito Far From Here nel corso delle loro date di Natale 2024.

"Sulle orme di Resistance dopo sei anni!", esclama il cantante degli IQ Peter Nicholls. "Sì, ci è voluto molto tempo (non potremmo essere accusati di aver fatto queste cose di fretta!) ma siamo certi che questo album sia davvero forte e che sia valsa la pena aspettare. Pubblicare un nuovo album degli IQ nel nostro 44° anno è davvero emozionante. In realtà abbiamo scritto molto più materiale per Dominion, ma vista la scelta di canzoni (e l'ordine di esecuzione) mi sembra un album coeso", aggiunge il chitarrista Mike Holmes.

"Anche in quest'epoca di streaming di canzoni singole, mi avvicino ancora a una nuova uscita di IQ con in testa l’idea di 'lato uno' e 'lato due': la selezione e la collocazione delle canzoni per Dominion sembrano proprio come dovrebbe essere un album classico (lo so, sto usando il linguaggio dei 'vecchietti'!).

L'intenzione originale era di avere un secondo disco con altro materiale, ma ci sarebbe voluto molto più tempo per realizzarlo e abbiamo pensato che sei anni fossero più che sufficienti. Ciò significa che c'è già un bel po' di roba pronta per il prossimo".

Dominion sarà disponibile in un CD con custodia digitale a sei ante e un libretto di 16 pagine e in un album in vinile colorato con un disco in una custodia apribile.

I preordini inizieranno a metà febbraio.


IQ: Dominion

1. The Unknown Door

2. One Of Us

3. No Dominion

4. Far From Here

5. Never Land






mercoledì 29 gennaio 2025

Il cantante dei Moody Blues Justin Hayward annuncia il tour “Forever Autumn” per ottobre


"Gli appassionati di musica britannica hanno un posto speciale nel mondo della musica e sono felice che le mie canzoni ne facciano parte", dice Hayward mentre annuncia le date di ottobre


Il chitarrista e cantante dei Moody Blues Justin Hayward ha annunciato le date del tour nel Regno Unito per ottobre di quest'anno.

Presentato come "The Voice Of The Moody Blues", Hayward terrà dieci date in tutto il paese, iniziando dal New Theatre di Cardiff il 19 ottobre e proseguendo fino alla Cadogan Hall di Londra il 31 ottobre.

"Mi piace sempre andare in tour nel Regno Unito", dice Hayward, che ha trascorso gran parte del 2023 e del 2024 in tour, con diversi tour come solista, con una band durante due crociere “On The Blue” e un tour sold-out come co-headliner negli Stati Uniti con Christopher Cross. "Quando ero in un gruppo locale a Swindon, ci hanno offerto un tour nel nord dell'Inghilterra e in Scozia e ho pensato, 'Ecco qua, questa è vita'. La musica britannica, e i fan della musica britannica, hanno un posto speciale nel mondo della musica, e sono privilegiato che le mie canzoni ne facciano parte. Lo stesso vale per Forever Autumn. Ovunque io vada nel mondo, le persone sembrano conoscere la canzone e associarla alla mia voce. Mi sembra giusto dare omaggio a Forever Autumn questo autunno.

Mike, Julie, Karmen e io cerchiamo sempre di fare qualcosa di originale e fresco, e grazie al tecnico della chitarra Josh, che ha imparato esattamente come suonare le mie parti acustiche in molte canzoni, il che significa che la mia amata chitarra elettrica Gibson 335 avrà un ruolo più importante nello spettacolo di quest'anno. Condividere le canzoni che ho scritto, nuove e vecchie, e suonarne molte dal vivo per la prima volta nel nostro tour 'Forever Autumn' del 2025 sarà una gioia".

Justin Hayward - Le date del tour 'Forever Autumn'

19 ottobre: ​​Cardiff New Theatre

20 ottobre: ​​Truro Hall for Cornwall*

21 ottobre: ​​Weston-Super-Mare Playhouse Theatre

23 ottobre: ​​Folkestone Leas Cliff Hall

24 ottobre: ​​Bournemouth Pavilion

25 ottobre: ​​Basingstoke Anvil

27 ottobre: ​​Llandudno Venue Cymru

28 ottobre: ​​New Brighton Floral Pavilion

29 ottobre: ​​Birmingham Town Hall

31 ottobre: ​​London Cadogan Hall








martedì 28 gennaio 2025

Stefano Manzini: il suo primo EP si chiama "Consapevolezze"


L’ascolto del primo EP di Stefano Manzini mi ha condotto verse alcune riflessioni che hanno preso corpo prima di terminare il quinto ed ultimo brano.

All’apparenza Manzini è molto giovane, anche se il suo percorso musicale è iniziato da bambino, a testimonianza del possesso di una forte passione che, come accade in ogni campo, sarà compagna per tutta la vita.

La connotazione relativa all’età, desunta in primis dal video “Sei parte della storia” - che presento a seguire - mi ha portato a pensare che la sua proposta romantica e intimistica è decisamente in controcorrente rispetto a quanto proposto dal mainstream, e ciò è a mio giudizio altamente positivo.

La seconda considerazione mette in evidenza l’errore che si commette quando si pensa che chi è agli inizi del proprio percorso di vita - concetto che si abbina quindi a quello di “privo di grande esperienza” per mero fatto anagrafico - non possa essere credibile quando la narrazione è rivolta a ciò che è ormai alle spalle e si è superato. Se, forse, gli elementi in gioco non sono pesanti dal punto di vista quantitativo, la qualità del pregresso incide notevolmente su ogni anima pensante, e la tipica frase… “è così giovane… di quali esperienza vissute potrà mai parlare!” appare priva di senso.

Non conoscevo Stefano Manzini, ma l’ascolto del suo primo lavoro, “Consapevolezze”, uscito per Music Force, mi fornisce indicazioni precise.

Scrivere di skills specifiche mi pare inutile; nella mia visione critica dei lavori altrui, l’aspetto tecnico mi pare il mimino sindacale… se suoni la chitarra in un album devi essere un ottimo chitarrista… se sei un tastierista non puoi inventarti il mestiere. Ma nel caso di chi si propone come autore e cantautore, ridurre tutto al concetto di “abilità” mi fa sorridere.

L’ascolto di “Consapevolezze” mi ha portato ad un'idea che si può sintetizzare con un titolo: “Un cuore che canta”.

Come già sottolineato sono cinque le tracce di cui Manzini è autore, con la collaborazione di Vincenzo Di Nicolantonio.

Assoluto il rispetto della forma canzone, pillole sonore che vanno dai tre ai quattro minuti, frammenti in cui si concentrano liriche romantiche e introspettive che raccontano storie ed emozioni conosciute, capaci di creare un ponte empatico tra l'artista e l’ascoltatore, e non sarà difficile indentificarsi nel racconto autorale.

Le melodie sono accattivanti e diventano a tratti protagoniste della canzone attraverso la creazione di un'atmosfera emotiva e coinvolgente.

Ho trovato la voce di Manzini particolarissima, una sorta di strumento caratterizzante aggiunto, capace di suscitare una vasta gamma di emozioni, dalla gioia alla malinconia, dall'amore alla nostalgia, questo perché i contenuti che si catturano da un’attenta fruizione sono universali e risuonano nel cuore e nella testa di chi ascolta.

E alla fine ci si rende conto che si è aperta una finestra sull'anima dell'artista ed è nata una connessione profonda e sincera tra lui e il mondo al contorno.

Ma più efficacie delle mie parole a ruota libera sarà un video sample che propongo a seguire.

Un buon inizio per Stefano Manzini! 

  

Track list:

Comunque vada

Fiaba (allo specchio)

Lasciar andare

Sei parte della storia

Comunque vada (intimate session)

 

Alessandro Carletti Orsini

Music Force

morsom@blu.it

info@musicforce.it





In ricordo di Jim Capaldi ...


Il 28 gennaio del 2005, a 60 anni, moriva Jim Capaldi, minato da un cancro allo stomaco. 
Vera leggenda del rock, batterista di grande talento, fu il fondatore, assieme a Steve Winwood e al chitarrista Dave Mason dei Traffic, uno dei gruppi rock più amati tra gli anni '60 e '70. 
Capaldi, a marzo 2004, era stato anche inserito nel "Rock N' Roll Hall of Fame".

Qualche nota biografica tratta dal sito Rockol

Nato il 2 agosto 1944 a Evesham, nel Worcestershire, da genitori musicisti e di origine italiana, Nicola James Capaldi si avvicina giovanissimo al mondo della musica acquisendo una discreta popolarità locale con gli Hellions, in cui suona la batteria accanto al chitarrista Dave Mason. Quando i due vengono ingaggiati di spalla alla cantante Tanya Day allo Star Club di Amburgo (lo stesso locale in cui si fanno le ossa i Beatles) hanno modo di fare la conoscenza di Steve Winwood, prodigioso e giovanissimo cantante e tastierista proveniente dalla vicina Birmingham e allora in forze allo Spencer Davis Group; nasce così un’amicizia da cui anni dopo scaturiranno i Traffic, formazione di importanza cruciale nella scena rock psichedelica inglese della seconda metà degli anni Sessanta. Scrivendo il testo di “Paper sun”, il primo singolo del gruppo che entra subito nella Top 5 delle classifiche inglesi, Capaldi inaugura un sodalizio compositivo con Winwood che farà epoca grazie ad album come Traffic, No Exit e John Barleycorn Must Die. Nel 1972, mentre fa ancora parte del gruppo, pubblica il primo album solista Oh How We Danced, con la collaborazione di altri membri della band e di Paul Kossof, chitarrista dei Free. Nel terzo disco, Short Cut Draw Blood, decisamente orientato verso tematiche sociali, ambientaliste e di protesta, viene inclusa una cover di “Love hurts” degli Everly Brothers che diventa un successo internazionale. Capaldi espande nel frattempo la sua cerchia di amicizie e collaborazioni musicali: nel 1973 è uno dei promotori del concerto al Rainbow di Londra che saluta il ritorno alle scene di Eric Clapton dopo un periodo di riabilitazione dalla droga; poi inizia a frequentare Bob Marley, a cui scrive il testo di una canzone (“This is reggae music”) e collabora con Carlos Santana, mentre lo stesso Clapton e George Harrison figurano come ospiti nel 1988 nell’album Some Come Running; nel frattempo, tra un disco e l’altro (e qualche hit, come “That’s love” da Fierce Heart, 1983, che riscuote successo negli Stati Uniti) si dedica con fervore alla causa ambientalista e all’assistenza dei ragazzi di strada brasiliani, obiettivo a cui la moglie (lei pure brasiliana) Aninha, sposata nel 1975, si dedica a tempo pieno; album come Let The Thunder Cry, del 1981, risentono tematicamente e musicalmente del periodo in cui la coppia risiede a Bahia, generando due figli. Nel 1993 Capaldi è invitato da Winwood a collaborare a un album che presto si trasforma in un disco dei riformati Traffic (senza Mason e Chris Wood, l’altro membro storico che nel frattempo è scomparso): ne seguono, l’anno successivo, un album, Far From Home, e un tour di grande successo negli Stati Uniti. Nello stesso periodo Capaldi scrive una ballata per gli Eagles, anch’essi rimessisi insieme da poco: il brano, intitolato “Love will keep us alive”, diventa uno dei titoli di punta dell’album che segna il ritorno sulle scene della band californiana, “Hell freezes over”. Qualche anno dopo Capaldi riallaccia anche i rapporti musicali col vecchio amico Mason, per un tour datato 1998 da cui viene ricavato anche un disco (Live – The 40,000 Headmen Tour) e torna a occuparsi attivamente della sua carriera solista: nel 2001, con molti nomi illustri al suo fianco (Paul Weller, Gary Moore, Ian Paice, Winwood e ancora Harrison) pubblica Living On The Outside, seguito nel 2004 da Poor Boy Blue. Nuovi progetti di reunion dei Traffic vengono stroncati brutalmente dal peggiorare di un tumore allo stomaco che stronca il batterista il 28 gennaio del 2005. Circa due anni dopo, il 21 gennaio 2007, Winwood, Weller, Moore e altri amici e collaboratori dello scomparso musicista (tra cui Pete Townshend, Joe Walsh, Yusuf Islam, Bill Wyman e l’ex tastierista dei Deep Purple Jon Lord) sono sul palco della londinese Roundhouse per un concerto tributo da cui viene tratto anche un cd.





lunedì 27 gennaio 2025

Hai mai sognato di vivere in una villa in Scozia, un tempo di proprietà dei Genesis? Ecco un’ottima notizia: ce ne è una sul mercato!


Pennyghael House, una villa di nove stanze sull'isola di Mull, un tempo di proprietà di Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford, è in vendita e ha bisogno di un po' di amore e attenzione


Una villa scozzese di nove stanze, precedentemente di proprietà dei Genesis, è in vendita, anche se occorre avvisare i potenziali acquirenti che potrebbe aver bisogno di qualche lavoro.

Situata sull'isola di Mull, Pennyghael House, acquistata da Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford nel 1985, è attualmente in vendita presso l'agenzia immobiliare RightMove, che sta cercando offerte di oltre £ 180.000 da parte di interessati. Dato che si dice che i membri dei Genesis abbiano investito oltre £ 500.000 per la tenuta, che include "circa 11,9 acri" di terreno, e che la proprietà è stata messa in vendita per offerte di oltre £ 5 milioni nel 2021, questo sembra un vero affare, ma gli attuali proprietari ammettono che la storica casa di campagna ha bisogno di un po' di amore e attenzione.

Secondo The National, dopo aver venduto la villa nel 1997, i Genesis furono accusati di aver lasciato che la casa cadesse in uno stato di abbandono: nel 1992, il direttore del trust civico John Gerrard disse al quotidiano scozzese The Herald: "L'edificio è classificato e si sa che è in pessimo stato di conservazione. I suoi proprietari sono responsabili di mantenerlo in condizioni migliori".

Un portavoce delle superstar del rock progressivo rispose: "La casa era umida. I Genesis intendevano demolire le due ali e restaurare l'edificio principale. Tuttavia, le restrizioni imposte dal trust e le continue critiche hanno bloccato i lavori. Il motivo per cui la casa è classificata mi lascia perplesso. Probabilmente costerebbe di più oggi, in recessione, restaurare la casa di quanto valga l'intera tenuta sul mercato".

L'elenco sul sito web RightMove afferma: "Un tempo punto focale di Pennyghael Estate, la casa ora giace in stato di abbandono, ma offre una meravigliosa opportunità ai prossimi custodi di restaurare la casa attuale o di sviluppare una nuova proprietà altrove sul sito, a condizione che vengano ottenuti i permessi necessari. Il permesso di costruire è stato concesso nel 2007 per la demolizione di parti dell'edificio esistente e il restauro del resto".

Bene, questo chiarisce tutto, nel caso qualcuno temesse che la tenuta potesse essere fonte di confusione.




I Kraftwerk festeggeranno il 50° anniversario del classico album “Autobahn” con ristampe a marzo-Nel loro tour 2 date italiane

I Kraftwerk pubblicheranno un nuovo mix Dolby Atmos di “Autobahn” su Blu-ray e in digitale, così come il loro primo picture disc ufficiale in vinile a marzo


I pionieri tedeschi della musica elettronica Kraftwerk hanno annunciato che festeggeranno il 50° anniversario del loro iconico album “Autobahn” con ristampe in tre formati diversi tramite la Parlophone Records il 7 marzo.

Pubblicato originariamente in Germania con l'etichetta Phillips nel novembre 1974, “Autobahn trasformò i Kraftwerk da gruppo di culto art-rock a improbabili pop star di sinistra. Un montaggio di tre minuti della canzone del titolo raggiunse la Top Ten in Germania e l'11 nel Regno Unito, mentre raggiunse il numero 25 negli Stati Uniti. L'album fu anche un successo mondiale, raggiungendo il numero 4 in Gran Bretagna, il numero 5 negli Stati Uniti e in Canada e il numero 7 in Germania.

Il fondatore dei Kraftwerk Ralf Hütter, insieme all'ingegnere Fritz Hilpert, ha rivisitato i master dell'album e la coppia ha creato un nuovissimo mix Dolby Atmos, che verrà pubblicato come disco Blu-ray e in digitale. Un'edizione esclusiva del Blu-ray, contenuta in una custodia di cartone, sarà disponibile solo presso lo store ufficiale Kling Klang della band.

Autobahn” uscirà anche in vinile come picture disc, il primissimo picture disc ufficiale della band, con il remix dell'album del 2009. Un singolo in vinile da sette pollici, con una versione modificata dell'iconica traccia del titolo, accompagnata da Kometenmelodie 2, uscirà il 14 febbraio.

I Kraftwerk saranno headliner del Forever Now Festival al Milton Keynes Bowl il 22 giugno e hanno anche annunciato un tour negli Stati Uniti e in Canada per marzo e aprile. Di seguito puoi vedere tutte le date live della band e i dettagli sui biglietti.

Date live dei Kraftwerk 2025 

6 mar: PA Philadelphia Franklin Music Hall

7 mar: PA Pittsburgh Stage AE Outdoors

8 mar: ON Toronto Massey Hall 10

mar: QC Montreal Place Des Arts

11 mar: MA Boston Boch Center Wang Theatre

13 mar: NY Brooklyn Kings Theatre

14 mar: NY New York Beacon Theatre

16 mar: DC Washington The Anthem

17 mar: NC Charlotte Ovens Auditorium

19 mar: FL Orlando Dr Phillips Center

20 mar: FL Miami Adrienne Arsht Center

23 mar: GA Atlanta The Eastern

24 mar: LA New Orleans Orpheum Theatre

25 mar: TN Memphis Overton Park Shell

26 mar: TN Nashville The Pinnacle

28 mar: MI Detroit Masonic Cathedral Theatre

29 mar: IL Chicago The Auditorium

30 mar: MN Minneapolis Orpheum Theatre

31 mar: MO Kansas City The Midland Theatre

2 apr: CO Denver Ellie Caulkins Opera House

4 apr: NV Las Vegas Encore Theatre at Wyn

6 apr: OR Portland Keller Auditorium

7 apr: BC Vancouver Queen Elizabeth Theatre

9 apr: WA Seattle Moore Theatre

11 apr: NV Reno Grand Sierra Resort & Casino

13 apr: CA Indio Coachella Festival

14 apr: AZ Phoenix Orpheum Theatre

16 apr: UT Salt Lake City The Union

18 apr: CA Berkeley The Greek Theatre

20 apr: CA Indio Coachella Festival

23 apr: TX Austin Bass Concert Hall

24 apr: TX Dallas Majestic Theatre

22 giu: UK Milton Keynes Bowl Forever Now Festival (headliner)

8 lug: GER Stuttgart Jazz Open

18 lug: ITA Lajatico Toscana Teatro Del Silenzio

25 lug: ITA Taormina Sicilia Teatro Anica





domenica 26 gennaio 2025

I Dream Theater pubblicano il video musicale del diario del tour per il nuovo brano "Midnight Messiah"

 


I Dream Theater pubblicheranno "Parasomnia", il loro primo nuovo album con Mike Portnoy in 16 anni, a febbraio

 

Il quintetto prog metal statunitense Dream Theater ha condiviso un video in stile diario del tour per il nuovissimo brano Midnight Messiah.

La band pubblicherà il suo sedicesimo album in studio, Parasomnia, tramite InsideOut Music il 7 febbraio. È il primo album dei Dream Theater a presentare l'iconica formazione composta dal cantante James LaBrie, dal chitarrista John Petrucci, dal bassista John Myung, dal tastierista Jordan Rudess e dal batterista Mike Portnoy dai tempi di Black Clouds & Silver Linings del 2009.

"È stato fantastico scrivere di nuovo i testi e contribuire a questo capitolo della storia di Parasomnia", afferma Portnoy. "I fan dei DT potrebbero divertirsi a scoprire alcune delle pepite nascoste che ho piantato nella canzone, facendo riferimento a molti dei miei testi passati di DT... e il video musicale è una grande rappresentazione dell'eccitazione delle prime due tappe del tour che abbiamo recentemente completato in Europa e Sud America. Giusto in tempo per preparare la nostra prossima tappa in Nord America, che siamo entusiasti di intraprendere".

Parasomnia è stato prodotto da Petrucci, progettato da James 'Jimmy T' Meslin e mixato da Andy Sneap. Il designer Hugh Syme , noto anche per il suo lavoro con i Rush , torna ancora una volta per creare la straordinaria copertina.

L'album sarà disponibile come cofanetto deluxe in edizione limitata, come doppio LP da 180 g con copertina apribile e libretto da 12 pagine, come CD Digipak in edizione speciale e come album digitale (incluso Dolby Atmos, mixato da Mark Gittins).




I 10cc celebrano il 50° anniversario di “I'm Not In Love” con l'uscita del nuovo singolo


Il nuovo singolo dei 10cc contiene anche la prima nuova canzone di Graham Gouldman e Kevin Godley dopo quasi 20 anni

 

I 10cc festeggeranno il 50° anniversario del loro grande successo “I'm Not In Love” con l'uscita di un nuovo singolo da sette pollici tramite Universal Music il 14 febbraio.

Il classico weepie sarà accompagnato da “Don't Want To Go To Heaven”, la prima nuova canzone di Graham Gouldman e Kevin Godley in quasi 20 anni. La coppia si riunirà anche per un'esibizione al Piano Room di BBC Radio 2 giovedì 13 febbraio, dove eseguiranno “I'm Not In Love” dal vivo, oltre a una cover molto speciale di “Don't Want To Go To Heaven”.

“I'm Not In Love” è presente nel terzo album in studio dei 10cc, “Original Soundtrack”, uscito nel marzo 1975. È stato il secondo singolo estratto dall'album, dopo “Life Is A Minestrone”, e ha raggiunto il primo posto nel Regno Unito, il secondo dei tre singoli numero uno della band e il secondo nelle classifiche statunitensi.

La canzone è stata in gran parte scritta da Eric Stewart come risposta alla moglie che gli chiedeva perché non le dicesse spesso di amarla, ed è degna di nota per l'uso di cori di sottofondo sovrapposti, che costituiscono la maggior parte del brano. La canzone non è quasi mai stata inserita nel montaggio finale dell'album, essendo stata concepita originariamente come un pezzo in stile bossa nova che i membri della band hanno abbandonato perché a nessuno di loro piaceva davvero. Solo quando Stewart si è accorto che i dipendenti degli Strawberry Studios della band a Stockport stavano ancora canticchiando il ritornello, la band è stata costretta a riconsiderare.      





sabato 25 gennaio 2025

"Prendi la chitarra e vai": una canzone, tre interpreti, sonorità tipiche degli anni '60 e impegno sociale!


Prendi la chitarra e vai/Per quanto io ci provi è il primo 45 giri del gruppo inglese The Motowns, appena arrivato a Roma da Liverpool.

Il gruppo The Motowns - che era composto dal chitarrista Douglas Albert Meakin, da Dave Sumner, da Lally Stott, da Michael Brill e da Mike Logan - eseguì questi due brani nel film Soldati e capelloni (1967), diretto da Ettore Maria Fizzarotti e girato quasi interamente nella discoteca romana Piper Club. Il brano che ebbe più successo fu Prendi la chitarra e vai, per il messaggio chiaramente antimilitaristico. 


Il gruppo The Motowns fu chiamato nel 1967 alla RAI, per cantare questa canzone nel varietà E sottolineo yè, diretto da Vito Molinari e condotto da Gianni Morandi e da Caterina Caselli. La canzone del Lato A fu ripetuta nel 1967, nel 45 giri Prendi la chitarra e vai/Una come lei.

Con la canzone “Prendi la chitarra e vai” The Motowns vinsero il girone C (riservato ai gruppi) del Cantagiro 1967.

Non era però questa la versione originale, ma la cover di una creatura di David & Jonathan, dal titolo Lovers of the World Unite ("Innamorati di tutto il mondo unitevi"), canzone di protesta cantata da giovani che giravano il mondo con la chitarra, inneggiando alla pace e alla libertà.



Ma in rete si trova un’altra versione, quella dei The Rangers, Beat Band tedesca composta da Robert Wolf, Ludwig Ickert, Marek Lieberberg (Casey), Jürgen Kessner e Axel Schürmann.

Il 21 ottobre 1966 furono ospiti del programma televisivo Beat Beat Beat. La band è anche descritta nel libro "Die Beat Bible".

Nel 1967, la Bild Zeitung dimostrò interesse scrivendo articoli su di loro. La CBS li citò in giudizio il 24 febbraio 1967 perché il nome di una band sotto contratto con la CBS suonava molto simile. Persero la causa e diedero i soldi che avevano guadagnato vendendo la loro musica alla CBS. Si separarono poco dopo.



Insomma, chiunque la proponga appare un pezzo riuscito e significativo per i tempi, non certo troppo impegnati!