Il vulcano in perenne eruzione positiva che corrisponde al nome di Claudio Milano, mi rende edotto dell’uscita di uno dei suoi tanti progetti, “Frattura, Comparsa, Dissolvenza”, in cui si unisce a compagni di viaggio di fiducia.
Un album “collaborativo” quindi, definito “progetto di composizione estemporanea elettro-vocale per tre voci estese”.
Tre voci a partire da registri differenti:
Alberto Nemo (tenore – il mistico)
Niccolò Clemente aka Whale (baritono – l’uomo
di scienza)
Claudio Milano con Teo Ravelli aka “borda” (basso – la drammaturgia
Testi di Niccolò Clemente, Claudio Milano e Alberto Nemo
Ho ascoltato l’album e ho bissato osservando la performance
live di Prato, registrata un anno fa, e ho provato ad immaginare la reazione
dei presenti, magari un pubblico selezionato, forse solo curioso e impreparato,
fatto sta che la proposta di questi musicisti straordinari rappresenta
un’esperienza di vita, un concentrato di emozioni che può condurre a molteplici
reazioni che sarebbe stato bello raccogliere nell’immediato.
Penso che sia questo il gratificante supplementare di tal
lavoro… regalare il proprio messaggio/idea/proposito e suscitare reazioni molto
personali, magari agli antipodi, e rispondendo in modo tecnico all’utilizzo
della legge relativa alla conservazione dell’energia utilizzata in fase di presentazione,
aggiungerei che un postulato della dinamica enuncia che ad ogni azione
corrisponde una reazione uguale e contraria… tradotto nel mio linguaggio: “La
risposta alla sollecitazione sonora complessa potrà spingersi in varie
direzioni ma lo scopo verrà raggiunto se resterà intatta l’intensità”.
Ho utilizzato l’aggettivo “complesso”, perché trovo che
“Frattura, Comparsa, Dissolvenza” sia il parto di menti superiori dal punto di
vista musicale, e qui il concetto di musica di nicchia trova la più logica
validazione.
Complessa la creazione, complessa la proposizione, complesso
il luogo/momento espositivo, complessa la ricezione che necessita della giusta
predisposizione a sperimentare. In questo pensiero è presente una mia forte
convinzione, quella che vede lo spettatore coinvolto come protagonista al pari
del musicista… ma forse è una speranza più che una certezza.
Per dipanare la matassa concettuale limitando gli errori utilizzo alcune note ufficiali…
Nemo è l’essenza che accoglie nel canto modi occidentali e orientali. È la coscienza del sé che si ascolta e che lascia andare tutto il superfluo rappresentando (non esprimendo) “l’essenza”. Attraverso il canto e i suoi accordi di pianoforte ridotti a basso continuo su cui muovere rivoli di note e melismi appoggiati al respiro in perfetta armonia col sistema fonatorio, ad intendere le cellule come acqua che scorre e trascende la forma, è entità che attraversa tempo e spazio.
La “frattura” spazio-temporale creata da Nemo viene immediatamente ricucita dall’uomo di scienza, Whale, medico pediatra umanista, illuminista non estraneo alla “percezione” come legge tale da esprimere un limite umano da superare, più che da rispettare. Lui è “il presente”, ovvero, “la comparsa”.
Claudio Milano (basso) sceglie di farsi decostruire da un collaboratore (borda) ad amplificare, asciugare, deformare un’esposizione di per sé pari ad urlo. Il suo ruolo è “il futuro”, ma icariano. Lui è “ciò che non si vuole recepire”.
Seguendo l’idea gruppale potremmo trovare sintesi al progetto con le parole di Milano & friends…
La trasmissione del “sapere” da una persona all’altra nell’epoca del revisionismo e della ridefinizione della geo-politica, attraverso suono universale.
Il mio ascolto, quello senza aspetti visuali e carico di concentrazione, mi ha lanciato verso territori che posseggo ma che cavalco raramente, ed è in questo senso che l’album spinge verso riflessioni diversificate che provo a raggruppare, evidenziando che è paradigma del tutto personale, sollecitato dalla musica/messaggio afferrati, nella piena logica di quel 3° principio della dinamica a cui facevo accenno.
Chi diffonde conoscenza non si priva di qualcosa, questa non
è un bene materiale, si mantiene inalterato il proprio patrimonio di idee che
nella conferma pubblica trova certificazione. Chi ascolta può beneficiare di
quello che ha ricevuto trovando significati al suo modo di agire e aiuta il
progresso del sapere con la sua applicazione e/o verifica.
La conoscenza, quando è patrimonio di pochi, sfugge alla pubblica verifica e interrompe la sua evoluzione. Si può bloccare la diffusione della conoscenza, della cultura, arrestando la circolazione delle persone, delle vie di comunicazione, delle merci, la chiusura delle civiltà attraverso i blocchi che oggi hanno sembianze diverse dalle mura medioevali ma significati simili, e hanno come obiettivo principale l’auto-centrismo.
“La scienza non è nient’altro che una perversione
se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità”
(N. Tesla), e il medioevo culturale convive nella nostra società.
Le conoscenze che abbiamo sono poche e irrisorie rispetto a
quelle future, acquisibili in società aperte, eccentriche, e quelle raggiunte
nel passato è necessario rivalutarle perché ci orientano. Diffondere cultura
migliora la società di oggi e di domani, questo dovrebbe essere il primo
obiettivo delle persone organizzate in società complesse. Chi parla e chi
ascolta sono sullo stesso piano ed entrambi in questo rapporto osmotico
contribuiscono al miglioramento dell’umanità.
Off topic?
Beh, anche io sono “entrato” nell’album e provo darmi la giusta legittimazione!
Se poi proviamo a fornire spiegazioni legate al mood che fornisce la musica di questi geniacci, diventa complicato trasferire l’atmosfera che si percepisce: aulica, sacrale, ultraterrena, immateriale, impalpabile, una dimostrazione spinta di enormi skills che potrebbero non essere comprese dal fruitore occasionale e “leggero”, che potrebbe non afferrare capacità interpretative ed esecutive di livello superiore.
Attraverso il video a seguire ognuno potrà crearsi la propria
idea ma, prima di iniziare, è necessario trovare il posto giusto e, per 43
minuti, lasciarsi andare senza il rischio di distrazioni… le soddisfazioni
arriveranno, o forse no, ciò che è sicuro è che non si resta insensibile al
cospetto di “Frattura, Comparsa, Dissolvenza”.
Meraviglioso il contenitore (booklet/artwork)!
E voi, cosa ne pensate?