Ho dimenticato di annotare la cospicua discografia degli AIRPORTMAN, ensemble piemontese che seguo da
moltissimi anni e che rappresenta un modo di fare musica e proporsi del tutto
unico.
Il minimalismo è alla base del loro lavoro, che riesce in ogni caso ad esprimere concetti giganteschi quasi sottovoce, mai alla ricerca di quella visibilità a cui sarebbe lecito aspirare, sempre in punta di piedi, ed è questo uno di quei pochi casi in cui - e qui azzardo - la soddisfazione autorale potrebbe anche derivare dal contenere le creazioni entro un circolo ristretto. Per questo motivo mi sento lusingato dal fatto che, almeno una volta all’anno, il postino bussi alla mia porta per passarmi un loro lavoro, sempre molto artigianale, partendo dalla realizzazione dei brani e arrivando al formato fisico. Di sicuro non mi aspetto mai file digitali, fatto che significherebbe un’uscita faticosa da una visione del mondo aggrappata all’essenziale… essenziale rispetto alle esigenze di anime equilibrate e alla ricerca della normalità, della serenità.
Il nuovo progetto si chiama “Ed
è subito autunno”, e a seguire sarà possibile ascoltarlo cliccando
sui singoli titoli.
Trattasi di progetto strumentale, dove la decodificazione del
significato passa attraverso la denominazione delle singole tracce, ma,
soprattutto, dall’ascolto attento dei nove brani che si spalmano su quasi
trentadue minuti di sonorità auliche.
Traggo dal comunicato: “Giovanni Risso e Marco Lamberti si sono semplicemente trovati uno di fronte all’altro, due chitarre, un dialogo diretto, scarno, senza filtri e sovra incisioni, una analisi sincera e diretta di questo sentimento tentando di tradurlo in musica.”
Ma qual è il sentimento a cui fanno accenno gli autori?
In gioco c’è il parallelismo metaforico tra il momento di passaggio
di due stagioni specifiche - estate e autunno - e un distacco affettivo, uno dei tanti che accadono nel percorso
di ogni vita, e sarebbe interessante comprendere da dove nasce l’esigenza
narrativa specifica.
Accade spesso - a me è successo - che la maturità conduca a riflessioni supplementari, alla scoperta improvvisa di fatti un tempo nascosti tra i rivoli della simbologia e del detto comune, epifanie che prendono luce dopo essere rimaste nell’ombra dentro ad una galleria autostradale che finalmente termina portando verso la chiarezza, reale e comportamentale.
Il passaggio stagionale che sancisce la fine dell'estate ci regala la quiete, contraddistinta dai colori tipici della natura intrappolata
in una tavolozza di colori - giallo, arancione, rosso, verde, beige, marrone e
bordeaux -, quel paesaggio che ci circonda e che cambia repentinamente forma e aspetto
percepito. Arriva la calma che appare salvifica dopo la dinamicità estiva, ma è
uno status carico di spleen, perché è forte la sensazione che un capitolo felice,
irripetibile, debba essere messo in archivio, per sempre, a dispetto delle
immagini - fisiche o racchiuse nella memoria - che ci ricorderanno ciò che è
stato appena vissuto.
Così è la vita, così è il rapporto con i figli che impostano
la loro esistenza lontano dal punto di partenza, come è normale che sia.
E la felicità nell’assistere alla realizzazione dei loro sogni, spesso coincidenti con quelli genitoriali, provoca in ogni caso un senso di vuoto, magari temporaneo, ma nell’immediato doloroso, col pensiero fisso che essere d’ausilio, come accaduto sino a quel momento, potrebbe essere complicato, se non impossibile, perché la tecnologia non elimina le distanze e non sopperisce alle assenze, quando i rapporti sono fatti di piccoli gesti quotidiani che improvvisamente vengono a mancare.
Tutto questo, e molto altro - non tutti i sentimenti possono
essere captati - ci viene regalato dalla musica di AIRPORTMAN, e consiglio di
concentrarsi sul singolo titolo prima di iniziare l’ascolto.
Ho apprezzato moltissimo la nuova proposta, e forse la mia condizione famigliare, caratterizzata da ovvi distacchi, mi ha permesso di entrare totalmente nelle sonorità del virtuoso duo piemontese.
Il momento catartico è descritto all’interno del booklet attraverso un testo magnifico che propongo a seguire…
Ma l’abbandono che ho appena evidenziato è uno dei tanti possibili, di quelli che, con intensità variabile, troviamo lungo il sentiero che qualcuno ha disegnato per noi.
In questo commento anomalo regalo anche io qualcosa a
AIRPORTMAN e ad eventuali lettori, un testo scritto tanti anni fa, che non ho
mai avuto l’opportunità di rendere pubblico e di cui non ricordo nemmeno l’attimo
creativo, probabilmente uno dei tanti… “cambi di stagione”!
Novembre
Un giorno di novembre, anche se
caldo, non riscalda l’intimo.
Un sole di novembre, anche se
accecante, non illumina il giorno.
I fiori di novembre, anche se
colorati, non profumano di speranza.
Pensieri e sensazioni che si
materializzano in me,
Sorrisi spontanei, pensando a te, a
voi nella mia vita,
Tranquillità, quando immagino che tra
poco tutto ricomincerà.
Sarà ancora primavera e i giorni
nuovamente caldi.
Il sole, anche se pallido, ci
abbaglierà.
I fiori ci regaleranno il loro
profumo, che entrerà in noi.
E noi, saremo ancora vicini.
Quando non avvertirò più la voglia di
tutto questo…
quando non avrò più la speranza del
ricominciare…
quando in me sarà passata l’ansia di
raggiungere la nuova primavera…
quando non penserò più che i tuoi
occhi possano rendermi felice…
Quello sarà il vero novembre…
L’ASCOLTO (cliccare sul titolo per ascoltare)
2) ed è subito autunno part. 1- part.2
4) ed il freddo
6) ed il vuoto
7) veleggiare