Fotografia di Enrico Rolandi
Grande serata di musica domenica
22 al Teatro Politeama di Genova,
ultima tappa del mini tour italiano di Steve Hackett, che con la sua band “elettrica” –
con cui alterna il progetto acustico- diventa, al momento,
l’unico elemento ufficiale dei Genesis a ritornare a Genova nell’anno
del quarantennale (22 agosto 1972, Teatro Alcione), anticipando nel modo
migliore possibile le celebrazioni e le convention che ricorderanno il
passaggio nella nostra terra di uno dei più grandi gruppi prog rock mai
esistiti.
Sei mesi fa avevo avuto l’opportunità di intervistare Steve,
e avevamo concluso con questo scambio di battute:
“Puoi dare qualche anticipazione al pubblico
italiano a proposito di tuoi nuovi tour in Italia o nuovi albums?
Sarò in tour in primavera. Ho il piacere di poter
dire che il mio nuovo album, “Beyond the Shrouded Horizon”, è un grande
successo. Inoltre sta per uscire “Fire and Ice”, un nuovo DVD live”.
La primavera è
arrivata e Hackett transita da Genova, dove trova un Teatro abbastanza
“frequentato” e, soprattutto, pieno di entusiasmo.
In questi casi i commenti risultano quasi
superflui, perché il comune denominatore tra brani del nuovo album e quelli più
datati, miscelati a gemme che fanno parte della storia, profumano di Genesis,
dalla prima all’ultima nota, e l’audience, che era lì per quel motivo, non è
rimasta delusa.
Steve è apparso in buona forma, ed è stato
apprezzato anche il suo sforzo comunicativo e il tentativo di esprimersi in
italiano. Rispetto al concerto di luglio
2010, l’ultima occasione in cui lo vidi in elettrico, evidenzio l’assenza del
bravo e folcloristico Nick Beggs, sostituito da un altro abituè, Lee Pomeroy, mentre continua la
collaborazione con Amanda Lehmann alle chitarre- ma anche
la voce è splendida-, Rob Townsend
ai fiati, Roger King alle tastiere e Gary O'Toole alla batteria e voce.
Fotografia di Enrico Rolandi
Tra le tante definizioni di prog, mi è rimasta
impressa quella fornita da Hackett tempo fa, il quale affermò che quel
particolare genere musicale non sarebbe mai nato senza il mellotron. Una semplificazione, che però identifica un fondamento di una dottrina musicale ancora molto amata.
E le atmosfere sinfoniche non sono mancate neppure al Politeama, ed hanno
caratterizzato, oltre alla parte conosciuta, anche il repertorio del nuovo
album.
Ma si sa, in queste occasioni ci si aspetta
ciò che già si conosce … si spera di vedere materializzarsi sul palco qualche scena già vissuta, e in parte ciò
accade, quando si toccano momenti come Firth of Fifth, The Carpet
Crawlers o Los Endos, e il pubblico sottolinea palesemente la predisposizione al ricordo di ciò che, seppur
molto lontano, ha ormai assunto lo status dell' immortalità.
Momenti acustici si alterneranno ad altri elettrici, tra rock e attimi intimistici, ma
alla fine ciò che conta è la riuscita piena della riproposizione di un’opera
già conosciuta, se non direttamente almeno attraverso i media, e in questo caso
è andata in scena una delle tante puntate de “La Storia del Rock”. Una fortuna
esserci.
Non ero presente all’Alcione quarant’anni fa,
anche se vidi i Genesis in gran spolvero due ani dopo a Torino, e oggi come
allora, quella musica mi provoca forti “scossoni”, e mentre ascoltavo il primo
bis, Watcher
of the Skies, ripetevo tra me e me, il solito retorico
quesito, quello relativo al come diffondere tra i giovani una musica che, una
volta conosciuta, diventa elemento irrinunciabile. Si accettano idee
innovative!
Due
ore intense e interattive e, a mio giudizio, un grande concerto.
Siparietto
finale con contatto col pubblico per le firme di rito. Steve appare stanco e
provato dalla performance, ma gentile con tutti. Arriva il mio turno e mi
riconosce dal nome (il suo invito personale via mail verrà presto incorniciato
e appeso assieme al biglietto autografato), e questo in qualche modo mi
gratifica. Ho in mano un pass per l’after show, per "disturbarlo" ancora in
camerino, ma… desisto, qualsiasi frase “obbligata” non avrebbe potuto dare
valore aggiunto ad una bella serata di musica.
Quale
miglior modo per ricordare … la genesi italiana dei Genesis!?