mercoledì 4 aprile 2012

Mandolin' Brothers- Moon Road



Moon Road” è la più recente produzione dei Mandolin’ Brothers, band italiana di country folk blues, nell’occasione accompagnata da un considerevole numero di importanti “amici” americani. Come sempre mi accade, la musica arriva un attimo dopo, cioè quando il “contenitore” è stato visionato nei particolari. Parlo dell’artwork, delle immagini, delle note e di ogni dettaglio… un vero peccato aver accantonato il vinile e le sue fantastiche dimensioni! In questo caso c’è anche varietà e sostanza, perché accanto al CD trova posto un DVD che, nell'occasione, non è l’arricchimento della parte audio con la sezione ”visual, ma è un significativo racconto da ricordare, un viaggio in una terra che si identifica sempre con uno stile di vita ben preciso. Una parte del filmato è una copia- mi riferisco ovviamente solo all’oggetto- di quello che girai io nel 2007, quando mi trovai in Mississippi: è testimoniato lo stupore provato a Graceland e quello ancora più grande in Beale Street, la via dove lo stesso chitarrista, nello spazio di un’ora, riesce a coprire tre ruoli diversi in tre palchi differenti, una strada dove un riff musicale afferrato al volo da un paio di donne di colore, può trascinarne altre cento in un ballo adimensionale e atemporale. Questa comparazione mi serve solo per dare la giusta collocazione al DVD “USA 2010, non una replica dell’album versione live quindi, ma una storia quotidiana e una dichiarazione d’amore, come potrebbe fare chiunque ami quei luoghi e quella musica. Anche le pictures non lasciano indifferenti, e ciò che sembra la fotografia dei film che vedevamo da bambini, è bene sottolinearlo, è l’assoluta realtà, che varia ogni cinquanta chilometri negli stati del Nord America, e che mischia inguardabili grattacieli a catapecchie trasportabili, ed è grande lo stupore quando si realizza che tutto è realmente come ce lo avevano dipinto, come lo avevamo immaginato.
La musica dei Mandolin’ Brothers è la logica conseguenza di questa passione, di una “malattia” che prende in modo totalizzante e non ti lascia mai più, e quasi ti fa desiderare di cambiare il colore della pelle… se solo si potesse.
Sei sono i brani che compongono “Moon Raod”.
Per la seconda volta consecutiva(mi è accaduto con l’album di esordio dei Chemako), mi viene da usare un aggettivo relativo alla proposta, che accomuna le sei tracce: intimista.
Il significato che io do al termine “intimista”, applicato alla musica, è quello di “espressione di sentimenti e di emozioni”… sottovoce, qualunque siano i watt egli strumenti utilizzati.
La voce di Jimmy Ragazzon, di per se greve e caratteristica, pennella dolci ballate e regala perle di saggezza, che culminano in ‘Another Kind ‘, unico brano tradotto in italiano nel booklet, perché neanche una parola può essere fraintesa, perché la denuncia e la speranza devono convivere ed essere condivise.
Trent’anni di lavoro comune, di viaggi, concerti ed esperienze di vita portano alla maturazione musicale e umana, perché è di quella che parlo, tralasciando l’ovvio talento e le naturali skills, che do sempre per scontate quando si parla di musica di qualità.
E quando sembra che ogni spiraglio di luce ci sia rubato da una notte qualsiasi, che arriva con asfissiante periodicità, ci sarà sempre un blues pronto a lenire il nostro dolore…

“… the sunlight fades away and I got the blues…” (‘49 Years’).


I “Friends” di Austin, Texas, sono …

Cody Braun, Merel Bregante, Cindy Cashdollar, Lynn Daniel, Kenny Grimes, Doug Hudson, Carl Loschiavo.



L’INTERVISTA

Leggendo la vostra biografia la prima nota che emerge è la… partenza, oltre 30 anni fa! Che cosa vi ha portato sulla via della musica, del blues in particolare?

La grande passione per la musica e per il Rock in particolare. Iniziando ad ascoltare Beatles, Stones, Dylan e da li al Rock Blues di Allman Brothers, Canned Heath, Little Feat, Fabulous Thunderbirs e quindi ai padri fondatori del Blues come Robert Johnson, Muddy Waters, Lightning Hopkins, Little Walter, Howlin’ Wolf. Un tipico percorso “a ritroso” verso le radici.

Un così lungo periodo non può che testimoniare importanti cambiamenti personali. Se dovessi sintetizzare l’iter evolutivo della tua/vostra musica, quali potrebbero essere gli avvenimenti su cui focalizzarsi?

Direi l’esordio come duo acustico di Country Blues e l’incontro con Fabio Treves; la prima line up elettrica, il primo cd di pezzi nostri For Real (2001) e quindi la svolta con il secondo album Still Got Dreams (2008) che ci ha dato nuova linfa vitale e nuova energia positiva. Questo ci ha permesso di migliorare e di arrivare fino ad oggi con 4 album pubblicati, uno in cantiere, 3 brevi tour negli States e la costante attività live in Italia ed Europa. A questo proposito a maggio saremo in Romania per la EUROPAfest 2012, cioè la vecchia zona “oltre cortina” dove non abbiamo mai suonato.

La vostra carriera è costellata di partecipazioni stratosferiche. Esiste un aneddoto significativo a cui sei particolarmente legato e che ami raccontare nelle occasioni migliori?

Una delle cose che mi ha fatto più piacere in assoluto, oltre ai complimenti ricevuti da musicisti del calibro di Merel Bregante, Dave Alvin, Cindy Cashdollar, 9 Below Zero ed altri, è stato il commento dello scafatissimo fonico del BB King Blues Club di Memphis che, a fine concerto ci ha detto: “Not bad for some white boys...”. Non lo dimenticherò mai.

Essere chiamati a suonare blues in America, laddove tutto è nato, è roba per pochi eletti. Quale è stata la chiave che ha permesso di aprire le porte del Texas?

Avevamo già suonato in Florida nel 2008 e da tempo eravamo in contatto con Merel Bregante, amico, produttore discografico e storico batterista di gruppi quali Nitty Gritty Dirt Band, Loggins & Messina, Chris Hillman ecc. Dopo aver partecipato all’ International Blues Challenge a Memphis, TN, siamo volati ad Austin, TX, per registrare nel suo studio Moon Road ed avere il piacere di incontrare e suonare con musicisti quali Cindy Cashdollar (Dylan, Van Morrison, Ryan Adams), Cody Braun (Reckless Kelly) Lynn Daniel, Kenny Grimes ed altri. Davvero un sogno realizzato.

Rimango in tema. Le note biografiche relative ai M.B. mi hanno suggerito subito due immagini, la prima è legata al vostro soggiorno ad Austin, che ho collegato immediatamente a Janis, e poi Beale St, dove sono stato, e dove ho potuto assaporare il vero spirito del blues suonato in Mississippi. Che tipo di sogno è stato il vostro? Ci si può abituare a queste situazioni?

Difficile farci l’abitudine perché sono occasioni piuttosto rare, e sarebbe inoltre “pericoloso” per la nostra sanità mentale... In USA abbiamo ricevuto una calorosa accoglienza e continui stimoli positivi dal pubblico e indistintamente da tutti i musicisti che abbiamo conosciuto. In particolare l’uso di 2 strumenti tipicamente Italiani quali la fisarmonica ed il mandolino, impiegati nel Blues o nella Roots music, hanno incuriosito ed intrigato sia gli addetti ai lavori che il pubblico.

Una domanda più tecnico/culturale. Sino al 2009 ho considerato il mandolino uno strumento specifico per situazioni e luoghi della nostra terra. Dopo un approfondimento personale ho abbandonato l’immagine che molti hanno-quella del “mandolino, pizza e Napoli-” , e ho potuto apprezzarne l’uso in altri settori musicali, dal classico, al rock e al blues, rilevando una versatilità che non immaginavo. Cosa rappresenta per te il mandolino, dal punto di vista musicale e non?

E’ uno strumento molto versatile che viene dalla tradizione italiana ma che è stato molto impiegato nella Folk music tradizionale anglosassone. Alcuni virtuosi di questo strumento come Norman Blake o David Grissman sono Americani ed hanno studiato e ripreso le ballate tradizionali degli Appalachi e di altre zone degli States, rivisitando canzoni popolari originarie della vecchia Europa. Lo stesso discorso vale anche per il Regno Unito e la musica Folk o Folk rock di quei paesi, con gruppi quali Fairport Convention, Pentangle, Pogues ed altri. Senza contare la musica Balcanica e dell’est europeo.

Il vostro progetto prevede performance acustiche ed elettriche. Quali sono le peculiarità di entrambi i set?

Con la formazione elettrica il nostro spettacolo è composto per almeno il 75% da musica nostra ed il resto da arrangiamenti di brani di autori più o meno conosciuti, dalla tradizione del Blues alla musica cantautorale. Nel set acustico, rivisitiamo maggiormente la tradizione Country Blues, ma con molti brani nostri e varie situazioni a 2, 3 o 4 musicisti e con vari strumenti. Ci divertiamo, e speriamo sia lo stesso per chi ci ascolta, con entrambe le formazioni.

Che valore ha per te Moon Road, oltre la musica… un episodio del vostro percorso o un importante bilancio di vita?

Direi un insieme di cose. Nel senso che è stata una tappa importantissima della nostra carriera, che solo pochi anni prima avremmo solo sognato, ed anche un momento di riflessione sui risultati raggiunti singolarmente e dalla band nel suo insieme. Comunque un ulteriore stimolo ad andare avanti, soprattutto dopo i sacrifici fatti ed i consensi ricevuti.

Abbinato al CD c’è un DVD che immortala frammenti del vostro viaggio negli States. Recentemente ho trovato una sezione video nell’album di esordio dei Chemako (in cui tu sei presente), e precedentemente mi era capitato di vedere il bellissimo movie di Palladino nell’album di Fabrizio Poggi. Pensi che la parte visuale della musica sia ormai un aspetto da cui non si può prescindere?

A mio parere è importante ma non indispensabile. La musica viene dall’anima e dovrebbe riuscire da sola a comunicare sentimenti, idee, passione e stimolare a pensare, reagire, conoscere e ad essere sempre curiosi. Certo la parte visuale è anch’essa importante, ma credo che abbia la sua massima rilevanza ai concerti, dove il contatto con il pubblico non ha (o non dovrebbe avere) alcun tipo di filtro. Spesso i video sono solo degli insulsi mezzi di promozione commerciale. Gli esempi che hai citato sono cronache di viaggio, ricordi e testimonianze di esperienze che, per quanto ci riguarda, vorremmo conservare nella nostra memoria e nei nostri cuori il più a lungo possibile.

Nel tuo vocabolario dei desideri, cosa sta scritto alla voce… “ progetto da realizzare il più velocemente possibile?”

Sicuramente il nuovo album al quale stiamo lavorando, che ci sta dando ottime sensazioni e che sarà composto quasi totalmente da composizioni originali. Come sempre sarà un lavoro collettivo che coinvolgerà tutta la band e, probabilmente, qualche ospite inaspettato...

Un ultima cosa… dimenticavo… esiste un tuo mito, un musicista che ti ha particolarmente influenzato e che ha costituito un esempio da seguire, e ti ha accompagnato in tutti questi anni di attività?
Certo: Bob Dylan.


La formazione comprende:

ELECTRIC BAND

JIMMY RAGAZZON: voce, harp e chitarra ac.

PAOLO CANEVARI: chitarre, National Steel

MARCO ROVINO: mandolino, chitarre , voce

RICCARDO MACCABRUNI: fisarmonica, tastiere, voce

JOE BARRECA: basso elettrico e contrabbasso

DANIELE NEGRO: batteria e percussioni


ACOUSTIC QUARTET

JIMMY RAGAZZON: voce, harp, chitarra ac.

MARCO ROVINO: mandolino, chitarre, voce

RICCARDO MACCABRUNI:fisarmonica, piano, voce

JOE BARRECA: basso el. e contrabbasso




 
BIOGRAFIA MANDOLIN’ BROTHERS


L’esordio della band risale al settembre 1979, quando Jimmy Ragazzon e Paolo Canevari si esibiscono in duo acustico di country blues, come supporter della Treves Blues Band. Nel 1981 la prima formazione elettrica, con basso e batteria, vede il gruppo impegnato nel riprendere classici del rock blues. Agli inizi degli anni ’90, dopo diverse esperienze e relativi cambi di line up, l’introduzione della fisarmonica, delle tastiere (piano ed organo) ed il reinserimento del mandolino (questa volta elettrificato) avvicinano la band a sonorità roots rock. I suoni sono più variegati: dal border messicano, allo swamp rock della Louisiana, alle ballate cantautorali, senza mai dimenticare le radici blues.
I concerti si basano su brani originali alternati a cover, sempre rivisitate e reinterpretate in modo molto personale. Il gruppo si propone anche in formazione acustica ridotta (quartetto) con uno spettacolo altrettanto coinvolgente.
In trent’anni di attività, i Mandolin’ Brothers collezionano centinaia di concerti nel circuito dei clubs italiani, alcuni tour in Svizzera e nel sud della Francia e la costante partecipazione a diversi rock and blues festival Europei. Nel corso degli anni hanno collaborato con alcuni personaggi dell’area blues quali abio Treves, Maurizio “Gnola” Glielmo, Paolo Bonfanti, Arthur Miles, Beppe Gambetta, Mike Cooper, Andy J. Forest, Dave Alvin Band (Blaster), Eliott Murphy, Alvin Lee (Ten Years After), Mighty Sam McClain, Pierre Bensusan, Nine Below Zero, Popa Chubby, John Mooney, Sandra Hall, Eric Bibb, Sean Carney Band, Sarah Pierce Band, Eric Hanke, Cindy Cashdollar, Cody Braun (Reckless Kelly). Nel 2001 pubblicano il primo cd “FOR REAL” (Studiottanta Fortuna Records) che riceve ottime recensioni dalle riviste specializzate e dai siti musicali.
Nel gennaio 2007 i Mandolin’ Brothers vengono invitati negli Stati Uniti, per alcuni concerti al Broward Center For The Performing Arts ed al China White di Fort Lauderdale in Florida, USA. Nel 2008 pubblicano “STILL GOT DREAMS” prodotto da Massimo Visentin (sound engineer con Paolo Conte) anch’esso molto ben recensito dalla stampa specializzata e giudicato 4° miglior album rock italiano, dalla rivista Roots Highway.
Nel marzo 2009 la band si è recata ad Austin, Texas , dove ha suonato (Waterloo Ice House) e registrato alcuni nuovi brani nello studio di Merel Bregante (storico batterista di Loggins & Messina, Nitty Gritty Dirt Band, Chris Hillman ecc.) con la partecipazione dello stesso Bregante, Kenny Grimes, Dough Hudson, Carl Loschiavo (Sarah Pierce Band), Lynn Daniel e di Cindy Cashdollar (Bob Dylan, Van Morrison ecc.) e Cody Braun (Reckless Kelly). Nel novembre 2009 pubblicano “30 LIVES!” registrato allo Spazio Musica di Pavia, il live album per celebrare i primi 30 anni di storia della band, con i suoni, le atmosfere e le buone vibrazioni dei loro concerti, votato 4° miglior album rock dell’anno dal pool dei lettori del Buscadero. Nel luglio 2009 i Mandolin’ Bros. hanno vinto le selezioni per l’ I.B.C. (International Blues Challenge) ed hanno suonato, con grande successo di pubblico e critica, al New Daisy Theater ed al BB King Blues Club in Beale St. a Memphis,TN, nel gennaio 2010. Nel dicembre 2010 viene pubblicato il nuovo cd/dvd “MOON ROAD – USA 2010”, registrato ad Austin, TX, con brani inediti, alcuni ospiti illustri e le immagini del loro tour negli States., con il montaggio del regista Piergiorgio Gay (Niente Paura-Festival del Cinema diVenezia 2010).
La rivista “Chitarre” dedica uno speciale a Paolo Canevari e ai Mandolin’ Brothers nel numero di febbraio 2011.